Summa Teologica - I-II

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Articolo 6 - Se la volontà non abbia all'infuori di Dio un altro principio esterno del suo movimento

I, q. 105, a. 4; q. 106, a. 2; q. 111, a. 2; In 2 Sent., d. 15, q. 1, a. 3; C. G., III, cc. 88, 89, 91, 92; De Verit., q. 22, aa. 8, 9; De Malo, q. 3, a. 3; q. 6; Comp. Theol., c. 129

Pare che la volontà abbia altri princìpi esterni del suo movimento oltre a Dio.

Infatti:

1. L'inferiore è fatto per subire una mozione da parte del suo superiore, come i corpi inferiori dai corpi celesti.

Ma la volontà umana, oltre a Dio, ha qualcosa di superiore, cioè l'angelo.

Quindi la volontà umana può avere anche gli angeli come princìpi esterni del suo movimento.

2. L'atto della volontà segue l'atto dell'intelletto.

Ora, l'intelletto umano nel suo atto non dipende soltanto da Dio, ma anche dagli angeli, in forza delle illuminazioni, come spiega Dionigi [ De cael. hier. 4,2 ].

Dunque, per la stessa ragione, anche la volontà.

3. Dio è causa solamente del bene, poiché sta scritto [ Gen 1,31 ]: « Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona ».

Se dunque la volontà dell'uomo fosse mossa soltanto da Dio non sarebbe mai mossa verso il male: invece la volontà è lo strumento « col quale si pecca e si vive rettamente », come dice S. Agostino [ Retract. 1,9 ].

In contrario:

L'Apostolo insegna [ Fil 2,13 ]: « È Dio che suscita in noi il volere e l'operare ».

Dimostrazione:

Il moto della volontà viene dall'interno, come il moto fisico naturale.

Ora, sebbene una realtà naturale possa essere mossa anche da ciò che non è causa della sua natura, tuttavia soltanto chi in qualche maniera è causa della natura può produrre un moto naturale.

Infatti anche l'uomo, che non può causare la natura del sasso, può muovere un sasso verso l'alto: però tale moto non è naturale per il sasso, ma il suo moto naturale viene prodotto solo dall'artefice della sua natura.

Per cui Aristotele [ Phys. 8,4 ] insegna che il generante muove localmente i corpi gravi e leggeri.

Così dunque può darsi che l'uomo, dotato di volontà, sia mosso da qualcosa che non è la causa della volontà stessa, ma è impossibile che il suo moto volontario provenga da un principio estrinseco che non sia la causa della volontà.

Ora, nulla può essere causa della volontà all'infuori di Dio.

E ciò è evidente per due motivi.

Primo, perché la volontà è una potenza dell'anima razionale, che viene prodotta solo da Dio per creazione, come si è già spiegato a suo tempo [ I, q. 90, aa. 2,3 ].

- Secondo, perché la volontà è ordinata al bene nella sua universalità.

Quindi nulla all'infuori di Dio, che è il bene universale, può essere causa del volere.

Ogni altro bene invece è detto bene per partecipazione, ed è un certo bene particolare: ora, una causa particolare non può produrre un'inclinazione universale.

Per cui neppure la materia prima, che è in potenza a tutte le forme, può essere prodotta da una causa particolare

Analisi delle obiezioni:

1. L'angelo è superiore all'uomo, ma non in modo da essere causa della sua volontà; invece i corpi celesti producono quelle forme naturali da cui derivano i moti naturali dei corpi.

2. L'intelletto umano subisce la mozione dell'angelo dalla parte dell'oggetto, che viene presentato alla conoscenza dell'uomo in virtù dell'illuminazione angelica.

Ma in questo modo, come si è detto [ a. 4 ], anche la volontà può subire mozioni da parte di altre creature.

3. Dio, quale motore universale, muove la volontà dell'uomo verso l'oggetto universale della volontà, che è il bene.

E l'uomo non può volere nulla senza questa mozione universale.

Ma l'uomo, mediante la ragione, si determina poi a volere questa cosa o quell'altra, che sarà un bene vero o apparente.

- Tuttavia in qualche caso Dio muove alcuni in maniera speciale a volere dei beni determinati: come nel caso di coloro che muove mediante la grazia, secondo quanto diremo in seguito [ q. 109, a. 2 ].

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