Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se i peccati veniali siano ben indicati con i termini legna, fieno e paglia

In 4 Sent., d. 21, q. 1, a. 1, a. 2, sol. 1, 2; d. 46, q. 2, a. 3, sol. 3, ad 3; In 1 Cor., c. 3, lect. 2

Pare che i peccati veniali non siano ben indicati con i termini legna, fieno e paglia [ cf. 1 Cor 3,12 ].

Infatti:

1. S. Paolo afferma che la legna, il fieno e la paglia sono sopraedificati su di un fondamento spirituale.

Ma i peccati veniali sono estranei all'edificio spirituale, come sono estranee alla scienza le opinioni false.

Quindi non è giusto indicare i peccati veniali con i termini legna, fieno e paglia.

2. Chi fabbrica con legna, fieno e paglia « sarà salvo come attraverso il fuoco ».

Invece talora chi commette peccati veniali non sarà salvo in alcun modo: come nel caso dei peccati veniali che si trovano in chi muore in peccato mortale.

Quindi non è esatto riferire ai peccati veniali i termini legna, fieno e paglia.

3. Secondo l'Apostolo alcuni fabbricano « con oro, argento e pietre preziose », cioè attuano l'amore di Dio e del prossimo con le opere buone; altri invece fabbricano « con legna, fieno e paglia ».

Ma i peccati veniali li commettono anche quelli che amano Dio e il prossimo e fanno opere buone, poiché sta scritto [ 1 Gv 1,8 ]: « Se diciamo che siamo senza peccato inganniamo noi stessi ».

Quindi non è giusto indicare i peccati veniali con i tre termini suddetti.

4. Le differenze e i gradi del peccato veniale sono molto più di tre.

Perciò non è giusto restringerli ai tre termini indicati.

In contrario:

L'Apostolo afferma che chi fabbrica con legna, fieno e paglia « sarà salvo come attraverso il fuoco »: quindi soffrirà una pena, ma non eterna.

Ma sopra [ q. 87, a. 5 ] si è visto che il reato o obbligazione alla pena temporale è proprio dei peccati veniali.

Quindi i tre termini indicati stanno a designare i peccati veniali.

Dimostrazione:

Qualche autore pensò che il fondamento [ di cui parla S. Paolo ] sia la fede informe, sulla quale certuni edificano le opere buone, indicate con i termini di oro, argento e pietre preziose, e altri invece i peccati, anche mortali, indicati con i termini di legna, fieno e paglia.

Ma S. Agostino [ De fide et op. 15.24 ] rifiuta questa interpretazione: poiché altrove [ Gal 5,21 ] l'Apostolo insegna che chi compie le opere della carne « non erediterà il regno di Dio », cioè non si salverà, mentre qui egli afferma che chi fabbrica con legna, fieno e paglia « sarà salvo come attraverso il fuoco ».

Perciò è impossibile che la legna, il fieno e la paglia stiano a indicare dei peccati mortali.

Altri invece ritengono che queste tre cose indichino le opere buone, costruite sopra l'edificio spirituale, ma frammiste a dei peccati veniali: è il caso, p. es., di chi nella cura della famiglia, che è un bene, si lascia prendere da un amore eccessivo per la moglie, per i figli, o per i suoi beni, sempre però al disotto di Dio, così da non essere disposto per queste creature ad agire contro di lui.

- Ma anche questa spiegazione non è esatta.

È infatti evidente che tutte le opere buone si riducono alla carità verso Dio e verso il prossimo: per cui fanno pensare all'oro, all'argento e alle pietre preziose, e non alla legna, al fieno e alla paglia.

Perciò si deve concludere che con i termini suddetti sono indicati direttamente i peccati veniali, che si mescolano alle opere di chi attende alle cose terrene.

Come infatti la legna, il fieno e la paglia si raccolgono nella casa pur senza appartenere al corpo dell'edificio, e possono bruciare pur restando l'edificio, così si possono moltiplicare nell'uomo i peccati veniali pur restando in piedi l'edificio spirituale; e l'uomo soffre per essi il fuoco temporaneo della tribolazione, o in questa vita o nel purgatorio, dopo la vita presente; e tuttavia potrà conseguire la salvezza eterna.

Analisi delle obiezioni:

1. Si usa dire che i peccati veniali vengono fabbricati sopra un fondamento spirituale non perché siano posti direttamente su di esso, ma perché sono fabbricati accanto ad esso; cioè nel senso dell'espressione biblica [ Sal 137,1 ]: « Sui fiumi di Babilonia », cioè accanto.

Poiché i peccati veniali, come si è visto [ nel corpo ], non distruggono l'edificio spirituale.

2. Non si dice che sarà salvo come attraverso il fuoco chiunque edifica con legna, fieno e paglia, ma solo chi « costruisce sopra il fondamento ».

Fondamento che non è la fede informe, come pensano alcuni, ma la fede informata dalla carità, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Ef 3,17 ]: « Radicati e fondati nella carità ».

Perciò chi dopo aver commesso dei peccati veniali muore in peccato mortale, ha la legna, il fieno e la paglia, ma non li ha edificati sopra il fondamento spirituale.

E così non potrà salvarsi come attraverso il fuoco.

3. Coloro che si sono liberati dalla preoccupazione delle cose temporali, anche se talora peccano venialmente, tuttavia commettono peccati veniali assai leggeri, e spessissimo ne sono purificati grazie al fervore della loro carità.

Essi perciò non fabbricano con dei peccati veniali: poiché in loro questi durano assai poco.

Invece i peccati veniali di quanti attendono alle cose del mondo durano più a lungo: poiché costoro non possono ricorrere così spesso al fervore della carità per distruggerli.

4. Come insegna il Filosofo [ De caelo 1,1 ], « tutte le cose si possono includere in tre suddivisioni: il principio, il mezzo e la fine ».

E in base a ciò tutti i gradi dei peccati veniali si riducono a queste tre cose: alla legna, se durano più a lungo nel fuoco; alla paglia, se uno ne viene subito liberato; al fieno, se hanno un comportamento intermedio.

Infatti i peccati veniali sono purgati più o meno rapidamente dal fuoco a seconda della loro maggiore o minore aderenza o gravità.

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