Summa Teologica - I-II

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Articolo 8 - Se si possa dispensare dai precetti del decalogo

Supra, q. 94, a. 5, ad 2; II-II, q. 104, a. 5, ad 2; In 1 Sent., d. 47, q. 1, a. 4; In 3 Sent., d. 37, q. 1, a. 4; De Malo, q. 3, a. 1, ad 17; q. 15, a. 1, ad 8

Pare che non si possa dispensare dai precetti del decalogo.

Infatti:

1. I precetti del decalogo sono di diritto naturale.

Ma ciò che è giusto per natura in certi casi può non essere tale, ed è mutabile come la natura umana, secondo il Filosofo [ Ethic. 5,7 ].

Ora, le deficienze della legge nei casi particolari sono motivo di dispensa, come sopra [ q. 96, a. 6; q. 97, a. 4 ] si è detto.

Quindi si può dispensare dai precetti del decalogo.

2. Dio sta alla legge divina come l'uomo sta alla legge umana.

Ora, l'uomo può dispensare nei precetti di una legge umana.

Quindi Dio può dispensare nei precetti del decalogo, che sono di istituzione divina.

Ma i prelati fanno qui in terra le veci di Dio; scrive infatti l'Apostolo [ 2 Cor 2,10 ]: « Perché se io vi ho perdonato, l'ho fatto per voi in persona di Cristo ».

Perciò anche i prelati possono dispensare nei precetti del decalogo.

3. Tra i precetti del decalogo c'è la proibizione dell'omicidio.

Ma sembra che gli uomini possano dispensare da questo precetto: quando cioè secondo le leggi umane si uccidono lecitamente i malfattori, o i nemici.

Quindi i precetti del decalogo sono dispensabili.

4. L'osservanza del sabato si trova tra i precetti del decalogo.

Ma a tale precetto fu applicata la dispensa, poiché si legge [ 1 Mac 2,41 ]: « Presero in quel giorno questa decisione: "Noi combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia" ».

Perciò i precetti del decalogo sono dispensabili.

In contrario:

Alcuni vengono rimproverati dal profeta Isaia [ Is 24,5 ] perché « hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l'alleanza eterna »: e ciò va inteso principalmente dei precetti del decalogo.

Quindi i precetti del decalogo non ammettono dispensa.

Dimostrazione:

Come si è visto [ q. 96, a. 6; q. 97, a. 4 ], la dispensa di una legge è doverosa quando capita un caso particolare in cui l'osservanza letterale verrebbe a contrastare con l'intenzione del legislatore.

Ora, l'intenzione di qualsiasi legislatore è ordinata in primo luogo e principalmente al bene comune, e in secondo luogo al buon ordine della giustizia e dell'onestà, nel quale va conservato o perseguito il bene comune.

Se quindi si danno dei precetti che implicano la conservazione stessa del bene comune, oppure l'ordine stesso della giustizia e dell'onestà, tali precetti contengono l'intenzione stessa del legislatore: quindi non ammettono dispensa.

Se in una società, p. es., si stabilisse questa legge, che nessuno ha la facoltà di distruggere lo stato, di consegnare la città al nemico o di fare del male e delle ingiustizie, tali norme sarebbero indispensabili.

Se invece a sostegno di tali norme venissero emanati altri precetti che determinassero delle modalità speciali, questi ammetterebbero dispensa: poiché la loro omissione in certi casi non comprometterebbe le norme primarie che contengono l'intenzione del legislatore.

Se in una città, ad es., si stabilisse, per salvare lo stato, che gli uomini stiano a turno di sentinella in ogni quartiere per custodire la città assediata, si potrebbe dispensare qualcuno da questo precetto per un maggiore vantaggio.

Ora, i precetti del decalogo racchiudono l'intenzione stessa del legislatore, cioè di Dio.

Infatti i precetti della prima tavola, che ordinano a Dio, contengono l'ordine stesso al bene comune e finale, che è Dio stesso, e i precetti della seconda tavola contengono l'ordine della giustizia da osservarsi tra gli uomini, così che non si faccia torto ad alcuno e si renda a ciascuno ciò che gli è dovuto: in questo senso infatti sono da intendersi i precetti del decalogo.

Quindi i precetti del decalogo non ammettono alcuna dispensa.

Analisi delle obiezioni:

1. Il Filosofo non parla di quella giustizia naturale che contiene l'ordine essenziale della giustizia: infatti non potrà mai venir meno il principio che « la giustizia va osservata ».

Parla invece di modi determinati di osservare la giustizia che in certi casi non reggono.

2. Come dice l'Apostolo [ 2 Tm 2,13 ]: « Dio rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso ».

Ora, Dio rinnegherebbe se stesso se togliesse l'ordine della sua giustizia, essendo egli la stessa giustizia.

Perciò Dio non può dispensare un uomo dal rispettare il debito ordine verso Dio stesso, oppure dalla sottomissione all'ordine della sua giustizia, anche rispetto ai doveri reciproci degli uomini tra loro.

3. L'uccisione di un uomo è proibita nel decalogo in quanto è ingiusta: è così infatti che questo precetto contiene l'ordine essenziale della giustizia.

Perciò la legge umana non può mai concedere che sia lecito uccidere un uomo senza un motivo giusto.

Ma uccidere i malfattori o i nemici della patria non è un'ingiustizia.

Quindi non è contro il decalogo: e neppure si identifica con l'omicidio che il decalogo proibisce, come spiega S. Agostino [ De lib. arb. 1,4.9 ].

- E allo stesso modo quando si toglie a uno ciò che gli apparteneva, se è giusto che egli lo perda non abbiamo né il furto né la rapina proibiti dal decalogo.

Perciò quando i figli d'Israele, per comando di Dio, portarono via le spoglie degli egiziani [ Es 12,35ss ] non ci fu un furto: poiché per un giudizio di Dio ciò era loro dovuto.

- E così pure quando Abramo acconsentì a uccidere suo figlio [ Gen 22 ] non acconsentì a un omicidio: poiché era giusto ucciderlo per un comando di Dio, che è il padrone della vita e della morte.

È lui infatti che infligge la pena di morte a tutti gli uomini, giusti o iniqui, per il peccato originale: e se l'uomo, autorizzato da Dio, si fa esecutore di questa sentenza non è un omicida, come non lo è Dio stesso.

- E quando Osea si accostò a una sposa fornicatrice, o a una donna adultera [ Os 1,2ss ], non fu né adultero né fornicatore: poiché si accostò a una donna che era sua per comando di Dio, che è l'istitutore del matrimonio.

Quindi i precetti del decalogo sono immutabili rispetto all'ordine della giustizia che racchiudono.

Rispetto però alla determinata applicazione ai singoli atti, cioè rispetto al determinare se questo sia o non sia un omicidio, un furto o un adulterio, ci possono essere delle mutazioni: e in certi casi si richiede l'autorità stessa di Dio, in quelle cose cioè che Dio stesso ha istituito, come nel matrimonio e in altre cose del genere; in altri casi invece basta l'autorità umana, in quelle cose cioè che sono affidate alla giurisdizione degli uomini.

Infatti qui gli uomini fanno le veci di Dio, sebbene non in tutti i casi.

4. La decisione ricordata fu un'interpretazione del precetto più che una dispensa.

Infatti non si deve pensare che violi il sabato chi compie un'opera necessaria alla salvezza dell'uomo, come il Signore insegna nel Vangelo [ Mt 12,3ss ].

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