Summa Teologica - II-II

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Articolo 8 - Se l'ordine della carità sia di precetto

In 3 Sent., d. 29, q. 1, a. 1, ad 5; De Virt., q. 2, a. 9, ad 11

Pare che l'ordine della carità non sia di precetto.

Infatti:

1. Chi trasgredisce un precetto commette un'ingiuria.

Se invece uno ama quanto deve una persona, però ne ama di più un'altra, non fa ingiuria a nessuno.

Quindi non trasgredisce un precetto.

E così l'ordine della carità non è di precetto.

2. Le cose di precetto ci sono insegnate in modo esauriente dalla Sacra Scrittura.

Ma l'ordine della carità che sopra [ q. 26 ] abbiamo stabilito non viene mai insegnato dalla Sacra Scrittura.

Quindi esso non è di precetto.

3. L'ordine implica distinzione.

Invece l'amore del prossimo viene comandato in maniera indistinta con quelle parole [ Mt 22,39 ]: « Amerai il prossimo tuo come te stesso ».

Perciò l'ordine della carità non è di precetto.

In contrario:

Ciò che Dio opera in noi con la grazia lo insegna con i precetti della legge, poiché sta scritto [ Ger 31,33 ]: « Porrò la mia legge nei loro cuori ».

Ora, Dio causa in noi l'ordine della carità, secondo le parole del Cantico [ Ct 2,4 ]: « Ha ordinato in me la carità ».

Quindi l'ordine della carità ricade sotto i precetti della legge.

Dimostrazione:

Come si è detto [ a. 4, ad 1 ], il modo che rientra nel costitutivo dell'atto virtuoso è materia del precetto relativo a tale atto di virtù.

Ora, l'ordine della carità rientra nel costitutivo della virtù: poiché viene desunto dalla proporzione dell'amore con il suo oggetto, come è evidente dalle spiegazioni date [ q. 26, a. 4, ad 1; aa. 7,9 ].

Quindi è chiaro che l'ordine della carità è di precetto.

Analisi delle obiezioni:

1. Uno concede di più a chi più ama.

Se quindi uno amasse di meno chi deve amare di più, verrebbe a concedere di più a colui al quale deve invece concedere di meno.

Quindi farebbe ingiuria a colui che deve amare di più.

2. Nella Sacra Scrittura è insegnato espressamente l'ordine delle quattro cose da amarsi con amore di carità.

Viene infatti comandato di amare Dio con tutto il cuore, per farci comprendere che dobbiamo amare Dio sopra tutte le cose.

Quando poi viene comandato di amare il prossimo come se stessi, l'amore di se stessi viene posto prima dell'amore del prossimo.

Parimenti quando viene insegnato [ 1 Gv 3,16 ] che « dobbiamo dare la vita per i nostri fratelli », cioè la vita corporale, si intende che dobbiamo amare il prossimo più del nostro corpo.

- Quando infine ci viene comandato da S. Paolo [ Gal 6,10 ] « di operare il bene soprattutto verso i fratelli nella fede », e quando viene da lui rimproverato [ 1 Tm 5,8 ] « colui che non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia », si può intendere chiaramente che tra i prossimi dobbiamo amare maggiormente i migliori e i congiunti più stretti.

3. L'espressione: « Amerai il prossimo tuo » basta a farci capire che dobbiamo amare maggiormente quelli che ci sono più prossimi.

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