1 Giovanni

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Capitolo 3

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

II. Vivere da figli di Dio

1 Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!
La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui.
Rm 8,14-17
Rm 8,37-39
Gv 1,12
Ef 1,5
2 Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.
Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Gv 15,21
Gv 16,3
Gv 17,25
Col 3,4
Fil 3,21
Rm 8,29
1 Cor 13,12

Prima condizione: rompere con il peccato

3 Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Mt 5,48+
1 Gv 2,6
4 Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge.
5 Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non v'è peccato.
Eb 9,26
Gv 1,29+
Gv 8,46
Eb 7,26
6 Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto né l'ha conosciuto.
1 Gv 1,3+
1 Gv 2,14
Mt 7,18
7 Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com'egli è giusto.
8 Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio.
Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo.
1 Gv 3,12
Gv 8,44
Gen 3,15
9 Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.
1 Gv 3,5
Gv 12,31-32
1 Gv 3,6+
1 Gv 2,14+
10 Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.
1 Gv 1,7+
1 Gv 3,8+
Mt 4,1+
1 Gv 3,23

Seconda condizione: osservare i comandi soprattutto quello della carità

11 Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri.
1 Gv 2,7
Gv 13,34
12 Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise?
Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Gen 4,8
Gv 8,44
1 Gv 3,8+
13 Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.
Gv 15,18-21
Mt 24,9
14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.
Gv 5,24
15 Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
Eb 6,1+
16 Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
Ef 5,2
Gv 15,12-13
Mt 20,28
1 Gv 2,6
17 Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?
Dt 15,7.11
Gc 2,16
Gv 5,42
1 Gv 2,5
1 Gv 4,12
18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.
Gc 1,22
Mt 7,21
19 Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
20 qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
1 Gv 4,4
21 Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio;
22 e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
Mt 7,7-11p
Gv 14,13-14
Gv 8,29
23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.
Gv 13,34
Gv 15,17
24 Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
1 Gv 1,3+.7+
Gv 14,21-23
1 Gv 4,13
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Abbreviazioni
3,1-4,6 Dio è giusto
Siamo davvero figli di Dio
3,1 e lo siamo realmente: alcuni testimoni omettono;
volg. ha: « affinché lo siamo ».
3,2 lo vedremo così come egli è: è il desiderio di ogni credente, costretto ora a incontrare Dio solo attraverso qualcosa che è "altro";
ma si compirà soltanto nel futuro: nel presente c'è spazio per il desiderio.
3,3 come egli è puro: Gesù.
3,5 per togliere i peccati: con B, A, ecc.; S, C, volg., sir. leggono: « i nostri peccati ».
3,6 Chiunque rimane in lui non pecca: Giovanni stilizza i ritratti.
Dalla speranza della visione ( v 2 )
e della santità consumata ( v 3 )
deriva fin da ora, per l'azione di Gesù Cristo ( v 5; 1 Gv 2,2 ),
l'astensione da tutti i mali, propria dei figli di Dio ( v 9; 1 Gv 5,18; cf. Gal 5,16 )
che sono stati « giustificati » ( v 7; 1 Gv 2,29; cf. Rm 3,24-25+ ).
Questo però, di fatto, non esclude la possibilità concreta del peccato
( 1 Gv 1,8-10+ ),
che rompe appun to la comunione ( cf. 1 Gv 2,3-5 ).
3,6-10 Il Cristiano non pecca mai?
3,8

Chi commette il peccato viene dal diavolo: alle espressioni: essere da Dio, dalla verità, figli di Dio, che significano che il cristiano vive sotto l'influenza di Dio che dimora in lui, si oppongono le espressioni:
essere ( venire ) dal diavolo ( 1 Gv 3,8 ),
dal maligno ( 1 Gv 3,12 ),
dal mondo ( 1 Gv 2,16; 1 Gv 4,5 ),
figli del diavolo ( 1 Gv 3,10 ),
per designare tutti quelli che vivono sotto l'influsso perverso di Satana

e si lasciano « traviare » da lui.

3,9 Il germe è quello della nostra filiazione divina, che non può dare frutto di peccato; oppure è la parola di Dio, che ci fa nascere in lui e ci santifica ( 1 Gv 1,10;
1 Gv 2,24; Gv 15,3; 3 Gv 11 ).
un germe divino: forse il Cristo ( cf. Gal 3,16; 1 Gv 5,18 ).
Ma sarebbe piuttosto o lo Spirito ( cf. 1 Gv 2,20.27 )
o il germe di vita, cioè la Parola che è stata accolta ( 1 Gv 2,7.24 )
e che fruttifica mediante lo Spirito ( 1 Gv 2,20.27 ).
3,11-24 Noi abbiamo conosciuto l'amore
3,12 come Caino: vedi Gen 4,8; Mt 23,35; Eb 11,4.
le sue opere erano malvage, mentre quelle di suo fratello erano giuste:
prosegue l'antitesi ( fino a 1 Gv 4,6 ) tra i figli di Dio che vivono nella verità e nell'amore, e il mondo dove regnano il peccato e l'odio.
3,19 conosceranno: vet. lat., volg., sir. ecc. hanno: « conosciamo ».
Gv dà alla voce « verità » ( 1 Gv 2,4 )
un senso molto largo che comprende fede e amore ( 1 Gv 3,23; 1 Gv 5,1 ).
Sono « dalla verità » coloro che credono ( 1 Gv 2,21-22 ),
che amano ( 1 Gv 3,18-19; cf. 2 Gv 4-6; 3 Gv 3-8; Gv 3,21; Gv 8,31+; Gv 18,37 ).
3,19-20 L'uomo che sente i rimproveri del « suo cuore », della sua coscienza
( cf. 1 Cor 4,4+; Ef 1,18+ ), sa che Dio conosce tutto ( cf. Gv 16,30 )
e che è amore ( 1 Gv 3,1; 1 Gv 4,8+ ),
che è dunque più chiaroveggente e indulgente della nostra stessa coscienza.
Ma la pratica dell'amore e dei comandamenti è presupposta ( vv 23-24 ).
Altra traduzione: « e davanti a lui noi persuaderemo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri, che Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa ».
3,20 Dio è più grande del nostro cuore: è questa una sorta di definizione di Dio da porre accanto all'altra: Dio è amore ( 1 Gv 4,8.16 ).
Dio giudica meglio del nostro cuore, cioè della nostra coscienza ( Rm 2,15; Ef 1,18 ).
3,21-22 È vero che riceviamo da Dio ogni cosa che chiediamo?