Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la religione sia una virtù unica

Pare che la religione non sia una virtù unica.

Infatti:

1. Abbiamo visto [ a. 1 ] che dalla religione siamo ordinati a Dio.

Ora, in Dio si riscontrano tre Persone: inoltre ci sono in lui molti attributi che differiscono tra loro, almeno per una distinzione di ragione.

Ora, basta una diversa ragione di oggetto per distinguere tra loro le virtù, stando alle cose già dette [ q. 47, a. 5; q. 50, a. 2; ad 2 ].

Perciò la religione non è una virtù unica.

2. L'unità di una virtù si riscontra nell'unità del suo atto: poiché gli abiti si distinguono secondo gli atti.

Ma gli atti di religione sono molti: il culto, il servizio, il voto, la preghiera, il sacrificio e molte altre cose di questo genere.

Quindi la religione non è un'unica virtù.

3. L'adorare appartiene alla religione.

Ma una è la ragione per cui si adorano le immagini, e un'altra quella per cui si adora Dio stesso.

Siccome dunque la diversità delle ragioni distingue le virtù, è chiaro che la religione non è una virtù unica.

In contrario:

Sta scritto [ Ef 4,5s ]: « Un solo Dio, una sola fede ».

Ma la vera religione protesta la fede in un unico Dio.

Quindi la religione è una virtù unica.

Dimostrazione:

Come sopra [ I-II, q. 54, a. 2, ad 1 ] si è detto, gli abiti si distinguono secondo la diversa ragione del loro oggetto.

Ora, la religione ha il compito di prestare riverenza all'unico Dio secondo un'unica ragione, cioè in quanto primo principio della creazione e del governo dell'universo.

Nella Scrittura [ Ml 1,6 ] infatti si legge: « Se io sono padre, dov'è l'onore che mi spetta? ».

Poiché spetta al padre procreare e governare.

È quindi evidente che la religione è una virtù unica.

Analisi delle obiezioni:

1. Le tre Persone divine sono un unico principio della creazione e del governo dell'universo: esse perciò vengono venerate con un'unica virtù di religione.

Parimenti le diverse nozioni degli attributi si fondano sulla nozione di primo principio: poiché Dio produce e governa tutte le cose con la sapienza, la volontà e la potenza della sua bontà.

Quindi la religione è una virtù unica.

2. L'uomo con un medesimo atto serve Dio ed esercita un culto verso di lui: poiché il culto mira all'eccellenza di Dio, a cui si deve riverenza, mentre la servitù mira alla sottomissione dell'uomo il quale, per la sua condizione, è tenuto a prestare riverenza a Dio.

Ora, tutti gli atti attribuiti alla religione si riducono a questi due: poiché con essi l'uomo protesta da un lato l'eccellenza divina, e dall'altro la propria sottomissione a Dio, o presentandogli qualcosa, o usando le cose di Dio.

3. Gli atti di culto sono rivolti alle immagini non considerate in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare il Dio incarnato.

Ora, il moto che si volge all'immagine in quanto immagine non si ferma ad essa, ma tende all'oggetto che essa rappresenta [ cf. De mem. et remin. 1 ].

Dal fatto quindi che si presta un culto religioso alle immagini di Cristo non si ha una diversità di latria, o di religione.

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