Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se all'umanità e alla divinità di Cristo sia dovuto l'identico culto

Infra, q. 58, a. 3; In 3 Sent., d. 9, q. 1, a. 2, sol. 1; a. 3, sol. 2, ad 3; De Verit., q. 29, a. 4, ad 4

Pare che all'umanità e alla divinità di Cristo non sia dovuto l'identico culto.

Infatti:

1. La divinità di Cristo deve essere adorata poiché è comune al Padre e al Figlio, secondo le parole evangeliche [ Gv 5,23 ]: « Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre ».

Ma l'umanità di Cristo non è comune a lui e al Padre.

Quindi all'umanità di Cristo non è dovuto il medesimo culto che alla sua divinità.

2. L'onore è « il premio della virtù », come dice il Filosofo [ Ethic. 4,3 ].

Ma la virtù merita il suo premio con le azioni.

Poiché dunque in Cristo l'operare della natura divina è diverso da quello della natura umana, come si è visto sopra [ q. 19, a. 1 ], il culto dovuto alla sua umanità sarà diverso da quello dovuto alla sua divinità.

3. L'anima di Cristo, se non fosse unita al Verbo, sarebbe degna di venerazione per l'eccellenza del suo sapere e della sua grazia.

Ma l'unione con il Verbo non diminuisce in nulla la sua dignità.

Quindi la natura umana di Cristo merita un culto proprio, diverso da quello che si tributa alla sua divinità.

In contrario:

Negli Atti del Quinto Concilio [ Costant. II, 8,9 ] si legge: « Se qualcuno dice che Cristo è da adorarsi nelle due nature con due culti diversi, e non onora con un medesimo culto Dio Verbo incarnato insieme con la sua carne, come è stato trasmesso alla Chiesa di Dio fin dal principio, sia scomunicato ».

Dimostrazione:

In colui che onoriamo possiamo considerare due cose: il soggetto che viene onorato e la causa per cui viene onorato.

Propriamente dunque l'onore viene tributato al soggetto sussistente nella sua integrità: non diciamo infatti che si onora la mano di un uomo, ma l'uomo.

E se capita di onorare la mano o il piede di qualcuno, non è che queste parti vengano onorate per se stesse, ma in esse si onora tutta la persona.

E in questo modo un uomo può essere onorato persino in qualcosa di esterno: p. es. nella veste, in un'immagine o in un suo messaggero.

La causa poi dell'onore è ciò che costituisce l'eccellenza della persona che viene onorata, essendo l'onore il rispetto che si dimostra a qualcuno per la sua eccellenza, come si è detto nella Seconda Parte [ II-II, q. 103, a. 1 ].

Se dunque in un uomo ci sono più titoli di onore, p. es. la prelatura, la scienza e la virtù, l'onore che gli viene reso sarà uno solo dalla parte di colui che viene onorato, ma molteplice dalla parte dei motivi o cause per cui egli viene onorato: è sempre l'uomo infatti che viene onorato sia per la scienza che per la virtù.

Essendo dunque in Cristo unica la persona della natura divina e di quella umana, e unica l'ipostasi o supposito, il culto e l'onore è uno solo in ragione della persona; tenendo però conto delle cause per cui essa viene onorata, possiamo parlare di onori diversi: altro è p. es. l'onore che viene tributato alla sua sapienza increata, e altro è l'onore che viene tributato alla sua sapienza creata.

Se invece si ammettessero in Cristo più persone o ipostasi, allora si avrebbero culti molteplici in senso assoluto.

Ed è questo che viene condannato nei Concili.

Si legge infatti nei capitoli redatti da S. Cirillo [ anath. 8 ]: « Se qualcuno osa dire che l'uomo assunto deve essere coadorato con il Dio Verbo, come se l'uno fosse distinto dall'altro, e non tributa invece la medesima adorazione all'Emmanuele, in quanto è il Verbo fatto carne, sia scomunicato ».

Analisi delle obiezioni:

1. Nella Trinità sono tre le persone che vengono onorate, ma unica è la causa dell'onore.

Nel mistero dell'incarnazione invece accade il contrario.

Perciò l'unità di culto nella Trinità e in Cristo si giustifica diversamente.

2. L'operazione non è l'oggetto del culto, ma ne è la causa.

Il fatto dunque che in Cristo ci siano due operazioni non dimostra che ci siano due culti, ma che ci sono due cause di culto.

3. Se l'anima di Cristo non fosse unita al Verbo di Dio, sarebbe la sua parte principale, e quindi l'onore sarebbe dovuto principalmente ad essa, poiché l'uomo consiste soprattutto nella sua parte principale.

Ma poiché l'anima di Cristo fu unita a una persona più degna, l'onore è dovuto principalmente a quella persona a cui l'anima di Cristo fu unita.

Ciò però non diminuisce la dignità dell'anima di Cristo, ma anzi la accresce, come si è detto sopra [ q. 2, a. 2, ad 2 ].

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