Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se sedere alla destra del Padre si addica a Cristo in quanto uomo

Supra, a. praec.

Pare che sedere alla destra del Padre non si addica a Cristo in quanto uomo.

Infatti:

1. Come nota il Damasceno [ De fide orth. 4,2 ], « noi chiamiamo destra del Padre la gloria e l'onore della divinità ».

Ma l'onore e la gloria della divinità non si addicono a Cristo in quanto uomo.

Pare quindi che Cristo non sieda alla destra del Padre in quanto uomo.

2. Sedere alla destra di chi regna esclude la dipendenza: poiché chi siede alla destra del re in qualche modo regna assieme a lui.

Cristo invece in quanto uomo è « sottomesso al Padre », come dice S. Paolo [ 1 Cor 15,28 ].

Perciò in quanto uomo Cristo non è alla destra del Padre.

3. Commentando l'affermazione di S. Paolo [ Rm 8,34 ]: « Il quale è alla destra del Padre », la Glossa [ P. Lomb. ] aggiunge: « cioè uguale al Padre nell'onore per cui Dio è Padre; oppure nel godimento dei più grandi beni di Dio ».

E commentando l'altra espressione [ Eb 1,3 ]: « Si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli », aggiunge: « cioè nell'uguaglianza del Padre, sopra tutte le cose per luogo e per dignità ».

Ma essere uguale a Dio non può appartenere a Cristo in quanto uomo, poiché sotto tale aspetto egli stesso affermava [ Gv 14,28 ]: « Il Padre è più grande di me ».

Quindi sedere alla destra del Padre non si addice a Cristo in quanto uomo.

In contrario:

S. Agostino [ Ps. Agost., Serm. 1 ] insegna: « Per destra dovete intendere il potere che l'uomo assunto [ dal Verbo ] ha ricevuto da Dio per venire a giudicare, dopo che è venuto per essere giudicato ».

Dimostrazione:

L'espressione destra del Padre, secondo le spiegazioni date [ a. prec. ], può indicare o la gloria della divinità di Cristo, o la sua beatitudine eterna, oppure il potere di giudice e di re.

Però la preposizione ad [ alla ] indica un certo accesso alla destra, che sta a indicare una conformità accompagnata da una certa distinzione, come si è già notato sopra [ a. prec. ].

E ciò può avvenire in tre modi.

Primo, mediante la conformità di natura e la distinzione di persona.

Ed è così che Cristo in quanto Figlio di Dio siede alla destra del Padre, poiché ha l'identica natura con il Padre.

E in questo senso gli stessi attributi spettano essenzialmente al Figlio come al Padre.

Il che significa essere nell'uguaglianza del Padre.

Secondo, mediante la grazia dell'unione ipostatica: la quale al contrario implica distinzione di natura e unità di persona.

E in questo senso Cristo in quanto uomo è Figlio di Dio, per cui siede alla destra del Padre: però allora l'espressione in quanto non indica la condizione della natura, ma l'unità del supposito, come si è spiegato a suo tempo [ q. 16, aa. 10,11 ].

Terzo, l'accesso può essere inteso secondo la grazia abituale, che in Cristo è più abbondante che in tutte le altre creature, per cui la stessa natura umana è in lui più beata che nelle altre creature, e sopra ogni altra creatura esercita un potere regale e giudiziario.

Se dunque l'espressione in quanto vuole designare la condizione della natura, allora Cristo siede « alla destra del Padre », ossia « nell'uguaglianza del Padre », in quanto Dio.

In quanto uomo invece egli siede « alla destra del Padre » solo perché « gode dei beni paterni più di ogni altra creatura », ossia « di una maggiore beatitudine », ed « esercita la potestà giudiziaria ».

- Se invece l'espressione in quanto sta a designare l'unità del supposito, allora anche in quanto uomo egli siede alla destra del Padre « secondo un'uguaglianza di onore »: poiché, secondo le spiegazioni date [ q. 25, a. 1 ], noi veneriamo con lo stesso onore sia il Figlio di Dio che la natura da lui assunta.

Analisi delle obiezioni:

1. L'umanità di Cristo, considerata secondo la condizione della natura assunta, non può avere la gloria o l'onore della divinità: ciò però gli spetta a motivo della persona a cui è unita ipostaticamente.

Per cui il Damasceno aggiunge: « Nella quale », cioè nella gloria della divinità, « il Figlio di Dio esistente da prima dei secoli come Dio e consostanziale al Padre è assiso nella gloria, e la sua carne è conglorificata con lui.

Viene infatti adorata da tutte le creature un'unica ipostasi con la sua carne, mediante un'unica adorazione ».

2. Cristo in quanto uomo è sottomesso al Padre se con l'espressione in quanto si vuole indicare la condizione della natura.

E in questo senso, cioè in quanto uomo, non gli spetta di sedere alla destra del Padre nell'uguaglianza.

Però gli spetta di sedere alla destra del Padre se designiamo con tale espressione l'eccellenza della beatitudine e la potestà giudiziaria su tutte le creature.

3. Essere nell'uguaglianza del Padre non può appartenere alla natura umana di Cristo, ma solo alla persona divina che la ha assunta.

Essere invece nel godimento dei più grandi beni di Dio, in quanto ciò implica una superiorità sulle altre creature, appartiene anche alla natura assunta.

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