Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se Cristo sia stato un perfetto comprensore fin dal primo istante del suo concepimento

Infra, q. 49, a. 6, ad 3; I-II, q. 5, a. 7, ad 2

Pare che Cristo non sia stato un perfetto comprensore fin dal primo istante del suo concepimento.

Infatti:

1. Il merito precede il premio, come la colpa precede il castigo.

Ora Cristo nel primo istante del suo concepimento meritò, come si è dimostrato [ a. prec.].

Essendo quindi lo stato di comprensore il premio per eccellenza, pare che Cristo non fosse comprensore nel primo istante del suo concepimento.

2. Il Signore [ Lc 24,26 ] afferma: « Il Cristo doveva sopportare queste sofferenze per entrare nella sua gloria ».

Ma la gloria appartiene allo stato dei contemplanti.

Quindi Cristo nel primo istante del suo concepimento, quando ancora non aveva sofferto nulla, non era comprensore.

3. Ciò che non appartiene né all'uomo né all'angelo pare essere esclusivo di Dio: quindi non può appartenere a Cristo come uomo.

Ora, non è dell'uomo né dell'angelo essere beati da sempre: poiché se fossero stati creati beati non avrebbero poi peccato.

Perciò Cristo come uomo non fu beato nel primo istante del suo concepimento.

In contrario:

Nei Salmi [ Sal 65,5 ] si legge: « Beato colui che hai scelto e assunto »; parole che secondo la Glossa [ ord. di Agost. ] si riferiscono alla natura umana di Cristo, che « fu assunta dal Verbo di Dio nell'unità della persona ».

Ma la natura umana fu assunta dal Verbo di Dio nel primo istante del suo concepimento.

Quindi Cristo, come uomo, fu beato fin da allora.

Fu cioè comprensore.

Dimostrazione:

Come risulta da quanto detto [ a. prec. ], non era conveniente che Cristo nel suo concepimento avesse la grazia soltanto in maniera abituale.

E si è anche detto [ q. 7, a. 11 ] che egli ricevette la grazia « senza misura » [ Gv 3,34 ].

Ora, la grazia dei viatori, essendo più imperfetta di quella dei contemplanti, ha anche una misura minore.

Quindi è evidente che Cristo nel primo istante del suo concepimento ricevette tanta abbondanza di grazia quanta ne hanno i contemplanti, anzi in misura superiore.

E poiché tale grazia non era priva dell'atto suo proprio, ne segue che egli fu comprensore in atto, vedendo Dio nella sua essenza in modo più chiaro di tutte le altre creature.

Analisi delle obiezioni:

1. Come si è spiegato sopra [ q. 19, a. 3 ], Cristo non aveva da meritare la gloria dell'anima, per cui egli è detto comprensore, ma la gloria del corpo, alla quale arrivò attraverso la sua passione.

2. È così risolta anche la seconda obiezioni.

3. Cristo, essendo Dio e uomo, anche nella sua umanità ebbe qualcosa di più delle altre creature: cioè l'essere beato fin dall'inizio della sua esistenza.

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