Summa Teologica - III

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Articolo 8 - Se per la validità del sacramento si richieda l'intenzione del ministro

Supra, q. 60, a. 8; In 4 Sent., d. 6, q. 1, a. 2, sol. 1; d. 7, q. 3, a. 1, sol. 1, ad 3; d. 8, q. 2, a. 4, sol. 3, ad 1; d. 30, q. 1, a. 3, ad 3

Pare che per la validità del sacramento non si richieda l'intenzione del ministro.

Infatti:

1. Il ministro agisce nei sacramenti strumentalmente.

Ma l'azione non viene compiuta secondo l'intenzione dello strumento, bensì secondo l'intenzione dell'agente principale.

Quindi l'intenzione del ministro è richiesta per la validità del sacramento.

2. Nessuno può conoscere l'intenzione di un altro.

Se dunque l'intenzione del ministro fosse richiesta per la validità del sacramento, chi lo riceve non potrebbe avere la certezza di averlo validamente ricevuto.

E così non potrebbe avere la certezza della salvezza, soprattutto poiché certi sacramenti sono necessari per salvarsi, come si dirà in seguito [ q. 65, a. 4 ].

3. Non si può avere intenzione senza avvertenza.

Ma qualche volta i ministri dei sacramenti non prestano attenzione a ciò che dicono o fanno, poiché pensano ad altro.

Perciò in questo caso il sacramento non sarebbe valido per difetto di intenzione.

In contrario:

Gli atti preterintenzionali sono casuali.

Ma ciò non deve dirsi dell'azione sacramentale.

Quindi i sacramenti esigono l'intenzione del ministro.

Dimostrazione:

Quando una cosa può essere ordinata a più scopi, è necessario che intervenga un elemento che la determini a quello che va perseguito.

Ma le azioni sacramentali possono avere più scopi: come l'abluzione con l'acqua che avviene nel battesimo può essere ordinata alla pulizia del corpo, o alla sua salute, o al gioco, o a molti altri fini.

Essa quindi deve essere determinata a uno scopo preciso, cioè all'effetto sacramentale, dall'intenzione di chi battezza.

E tale intenzione viene espressa attraverso le parole che vengono pronunciate nei sacramenti, p. es. quando si dice: « Io ti battezzo nel nome del Padre », ecc.

Analisi delle obiezioni:

1. Lo strumento inanimato non ha alcuna intenzione riguardo all'effetto, ma al posto dell'intenzione ha il moto che riceve dall'agente principale.

Lo strumento animato invece, qual è il ministro, non soltanto è mosso, ma anche si muove, in quanto con la sua volontà muove le membra ad agire.

Perciò occorre la sua intenzione, con la quale si metta al servizio dell'agente principale: ossia intenda fare ciò che fanno Cristo e la Chiesa.

2. A questo proposito ci sono due opinioni.

Alcuni dicono che nel ministro occorre l'intenzione mentale, per cui mancando questa il sacramento non sarebbe valido.

Però tale difetto nel caso dei bambini, i quali non hanno l'intenzione di accedere al sacramento [ del battesimo ], verrebbe sanato da Cristo che invisibilmente battezza, mentre nel caso degli adulti che intendono ricevere il sacramento verrebbe sanato dalla loro fede e devozione.

Ora, ciò potrebbe anche essere ammesso quanto all'effetto ultimo, che è la giustificazione dai peccati; quanto però all'effetto che è la res et sacramentum, ossia quanto al carattere, non pare che la pietà del soggetto possa supplire la mancata intenzione del ministro, poiché il carattere non viene mai impresso al di fuori della virtù del sacramento.

Perciò altri ritengono con più ragione che il ministro del sacramento agisca in persona della Chiesa, di cui è ministro.

Ora, le parole che egli pronunzia esprimono l'intenzione della Chiesa, e questa intenzione basta alla validità del sacramento, se nulla in contrario viene esternamente manifestato da parte del ministro o di chi riceve il sacramento.

3. Chi pensa ad altro, sebbene non abbia l'intenzione attuale, ha però l'intenzione virtuale, che basta alla validità del sacramento: per es. se un sacerdote che è sul punto di battezzare intende compiere sul battezzando ciò che fa la Chiesa.

Per cui se poi durante il rito il suo pensiero, distraendosi, si porta su altre cose, il sacramento è valido in virtù dell'intenzione iniziale.

Tuttavia il ministro del sacramento deve curare diligentemente di mettere l'intenzione attuale.

Però ciò non è completamente in potere dell'uomo: poiché senza volerlo, non appena egli cerca di prestare una maggiore attenzione, incomincia a pensare ad altro, e si trova nella situazione del Salmista [ Sal 40,13 ] che diceva: « Il mio cuore viene meno ».

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