|  | 1 Corinzi |  | 
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
| Il punto di vista della prudenza e le lezioni della storia di Israele | ||||||
| 1 Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, | 
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| 2 tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, | 
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| 3 tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, | 
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| 4 tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. | 
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| 5 Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto. | 
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| 6 Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. | ||||||
| 7 Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. | 
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| 8 Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila. | 
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| 9 Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti. | 
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| 10 Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. | 
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| 11 Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. | 
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| 12 Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. | 
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| 13 Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla. | 
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| I pasti sacri. Non patteggiare con l'idolatria | ||||||
| 14 Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria. | ||||||
| 15 Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico: | ||||||
| 16 il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? | 
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| 17 Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. | 
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| 18 Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiarono le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare? | 
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| 19 Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? | ||||||
| 20 No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; | 
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| 21 non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. | 
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| 22 O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui? | 
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| Gli idolotiti. Soluzioni pratiche | ||||||
| 23 « Tutto è lecito! ». Ma non tutto è utile! « Tutto è lecito! ». Ma non tutto edifica. | 
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| 24 Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui. | 
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| 25 Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza. | ||||||
| 26 perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene. | 
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| 27 Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. | ||||||
| 28 Ma se qualcuno vi dicesse: « È carne immolata in sacrificio », astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; | ||||||
| 29 della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe essere sottoposta al giudizio della coscienza altrui? | ||||||
| 30 Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie? | ||||||
| Conclusione | ||||||
| 31 Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. | 
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| 32 Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; | 
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| 33 così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. | 
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|  | Indice |  | 
| 10,1-22 | Considerando l'esempio di Israele 10,1 La nube ( vv. 1-2 ) è il segno della presenza e della protezione divina ( Es 13,21; Es 14,20 ). 10,1-13 Questa sezione commenta l'ultima parola della sezione precedente: « squalificato ». Il pericolo di essere escluso esiste: gli esempi tratti dalla storia d'Israele lo mostrano. E causa di questa eliminazione sono stati l'orgoglio e la presunzione. I « forti » si guardino dunque da questi vizi. | 
| 10,2 | Il passaggio del Mar Rosso è figura del battesimo. Gli Ebrei furono battezzati in rapporto a Mosè, come i cristiani in rapporto a Cristo. | 
| 10,3-4 | La manna e l'acqua dalla roccia sono detti "spirituali" perché anticipazioni profetiche dell'eucaristia ( 
Es 16,4-35; 
Es 17,5-6; 
Nm 20,7-11 ). Secondo la tradizione ebraica, la roccia dalla quale scaturisce l'acqua segue gli Ebrei nel deserto. Cristo risorto è ora la roccia, cioè la fonte dello Spirito che disseta i battezzati ( 1 Cor 12,13 ). | 
| 10,4 | … bevanda spirituale: Paolo evoca la nube e il passaggio del Mar Rosso, figure del battesimo, la manna e l'acqua della rupe, figure dell'eucaristia, per invitare i fedeli di Corinto alla prudenza e all'umiltà: gli ebrei del deserto, in certo modo, hanno beneficiato dei loro medesimi doni; cionondimeno essi, per la maggior parte, sono dispiaciuti a Dio ( v 5 ). - roccia spirituale: secondo una tradizione rabbinica, la rupe di Nm 20,8 seguiva Israele nel deserto. Per Paolo questa roccia simbolizza il Cristo preesistente, che già agisce nella storia d'Israele. | 
| 10,6 | esempio: alla lettera: « tipi », che Dio ha suscitato per raffigurare anticipatamente le realtà spirituali dell'era messianica ( «  antitipi », 
1 Pt 3,21, ma cf. 
Eb 9,24 ). Benché oltrepassi la chiara coscienza degli autori ispirati, questo senso « tipico » ( o « allegorico », Gal 4,24 ) dei libri sacri non è meno scritturistico, perché voluto da Dio, autore di tutta la Scrittura. Ordinato all'istruzione dei cristiani, è stato spesso evidenziato dagli autori del NT. Paolo lo inculca a più riprese ( v 11 e 1 Cor 9,9s; Rm 4,23v; Rm 5,14; Rm 15,4; cf. 2 Tm 3,16 ); interi scritti, come il quarto vangelo o la lettera agli Ebrei, sono fondati su una tipologia dell 'AT. | 
| 10,7 | Sono ricordati alcuni episodi del cammino d'Israele nel deserto, dove si manifestò la sua infedeltà al Signore, con le relative conseguenze. La citazione è di Es 32,6. | 
| 10,8 | Quanti Israeliti morirono a causa del vitello dell'oro? | 
| 10,9 | il Signore: codice di Beza e volg. portano: « il Cristo ». | 
| 10,10 | Lo sterminatore è un angelo ( Es 12,21-28 ). | 
| 10,11 | La fine dei tempi è il compimento della storia di salvezza inaugurata dalla risurrezione di Cristo. | 
| 10,13 | Tentare è innanzitutto provare, mettere alla prova, riconoscere la realtà dietro le apparenze. Dio « tenta » l'uomo, benché lo conosca a fondo ( Ger 11,20+; 2 Cr 32,31 ), per dargli l'occasione di manifestare l'atteggiamento profondo del suo cuore ( Gen 22,1+; Es 16,4; Dt 8,2.16; Dt 13,4; Gdt 8,25-27 ). Ma questa prova è spesso provocata da circostanze esterne o anche da Satana, il « tentatore » ( Gb 1,8-12; Mt 4,1p+; 1 Cor 7,5; 1 Ts 3,5; Ap 2,10 ), o dalla cupidigia ( Gc 1,13-14; 1 Tm 6,9 ), e questo dà alla parola il senso di una seduzione, di un'attrazione verso il male, sulla quale il fedele può nondimeno trionfare con l'aiuto di Dio ( Sir 44,20; Mt 6,13p; Lc 8,13; 1 Pt 1,6-7 ). Gesù stesso ha voluto essere tentato per rafforzare così la sua sottomissione alla volontà del Padre ( Mt 4,1p+; Mt 26,39-41p; Eb 2,18; Eb 4,15 ). Quanto all'uomo che tenta Dio, il suo atteggiamento è blasfemo ( Es 17,2.7; At 15,10+ ). | 
| 10,14 | Paolo riprende il tema della partecipazione dei cristiani ai banchetti sacri. Non sono compatibili la comunione con il Signore, per mezzo della mensa eucaristica, e la comunione con i demòni che si ha nei sacrifici dei pagani. | 
| 10,16 | Cioè il calice su cui pronunziamo la benedizione, come il Cristo al momento dell'ultima cena. | 
| 10,17 | Con la comunione al corpo del Cristo, i cristiani sono uniti al Cristo e tra loro. L'eucarestia realizza l'unità della chiesa nel Cristo ( cf. 1 Cor 12,12+ ). | 
| 10,18 | Cioè l'Israele della storia ( cf. 
Rm 7,5+ ). I cristiani, invece, sono « l'Israele di Dio » ( Gal 6,16 ), il vero Israele. | 
| 10,21 | Nei vv 16-18 la comunione eucaristica al Cristo è paragonata ai pasti sacrificali dell'AT dove i fedeli sono in comunione con l'altare. Nel v 21 la tavola eucaristica è messa in contrapposizione a quella dei pasti sacri che seguono i sacrifici pagani. Paolo colloca nettamente l'eucarestia in una prospettiva sacrificale. | 
| 10,22 | La gelosia di Dio ( 
Es 20,5; 
Dt 4,24 ), che l'AT legava al tema nuziale ( Os 2,21s+ ), ricompare anche nel NT. Qui la parola ha il suo senso pieno, perché l'adorazione del vero Dio esclude ogni « comunione » con l'idolatria; altrove insiste su una fedeltà che bisogna custodire a qualunque prezzo ( 2 Cor 11,2 ) o sull'ardore nel servizio della fede ( At 22,3; Rm 10,2; Gal 1,13-14; Fil 3,6 ). | 
| 10,23-33 | Tutto e solo a gloria di Dio | 
| 10,25-26 | È lecito mangiare la carne comprata al mercato, senza preoccuparsi della sua provenienza, perché ogni cosa appartiene al Signore e a lui solo si deve rendere gloria ( al v. 26 si cita il Sal 24,1 ). | 
| 10,27-30 | Si ipotizza un caso concreto. Durante un pasto in una casa privata, qualcuno fa rilevare che si tratta di carne immolata. Allora è bene astenersene, per evitare lo scandalo e per rispetto verso la coscienza del fratello. | 
| 10,29 | Bisogna agire così per rispettare la coscienza erronea dell'altro, non per sottomettersi al suo falso giudizio. |