Matteo 1

1 La tavola genealogica di Gesù Cristo, colla quale si apre il primo Vangelo, costituisce il vincolo di unione tra il Vecchio e il Nuovo Teatamento.

Gli Ebrei davano grande importanza alle loro genealogie e le custodivano gelosamente: cosi sappiamo p. es. che Elisabetta discendeva da Aronne ( Lc 1,5 ), Anna da Aser ( Lc 2,36 ), Paolo da Beniamino ( Fil 3,5 ).

Una maggior cura dovevano avere per quella di Davide, dalla stirpe del quale aspettavano il Messia Liberatore.

S. Matteo fin da principio chiama Gesù figliuolo di David e di Abramo, e così lo caratterizza subito come il Messia.

A Davide infatti era stato promesso un regno eterno ( 2 Re 7,14; Sal 89,30 ), e i profeti avevano chiamato il Messia: « germe di Davide » ( Ger 33,5 ), e presso i Giudei Messia e Figlio di Davide erano diventati sinonimi ( Mt 9,27; Mt 12,23 ecc.).

Ad Abramo poi Dio aveva promesso: « Nel tuo seme saranno benedette tutte le nazioni della terra » ( Gen 22,18 ), e il Messia doveva essere l'erede di questa promessa, perchè la redenzione da lui operata si estende a tutti i popoli.

2 Giuda e i suoi fratelli.

Giuda non era il primogenito di Giacobbe, ma viene qui nominato per il primo, perchè a lui fu promessa la dignità reale ( Gen 49,10 ), e da lui doveva nascere il Messia ( Eb 7,14 ).

Vengono pure menzionati i suoi fratelli, che furono i capi-stipiti delle 12 tribù d'Israele.

3 Tamar.

Benché nelle genealogie d'ordinario non si tenesse conto delle donne, tuttavia in quella di Gesù ne troviamo menzionate quattro; due ebree, ( Tamar e Betsabea ) e due pagane ( Raab e Ruth ).

Si osserva ancora che Tamar, Raab e Betsabea furono peccatrici.

I SS. Padri pensano che S. Matteo abbia voluto ricordare queste quattro donne per far subito comprendere che Gesù era venuto a salvare tutti, giusti e peccatori, ebrei e pagani.

1,3-4 Esron - Naasson

Tra Esron e Naasson vi è lo spazio di circa 400 anni, che comprendono la dimora degli Ebrei nell'Egitto ( Gen 46,12ss; Nm 1,7; At 7,6 ).

Siccome per tutto questo tempo non si hanno che tre generazioni, si deve dire che siano stati omessi volontariamente nella genealogia di Gesù alcuni nomi intermedi!

Questo stesso fatto si è pure verificato tra Salmon e Davide ( v. 5 ), dove per uno spazio di più di 350 anni non si hanno che quattro generazioni.

6 Moglie di Uria è Betsabea

8 Tra Ioram e Ozia vengono omessi i re Ochozia, Gioas e Amasia.

Si pensa generalmente che S. Matteo di proposito abbia fatto questa omissione per avere il numero di 14 generazioni prima della schiavitù di Babilonia.

Gli Orientali omettono facilmente alcuni nomi nelle loro genealogie, sia per aiutare la memoria con sìmmetrie, sia perchè il loro scopo non è tanto di far conoscere tutti i singoli ascendenti, quanto piuttosto di far notare la discendenza da certi illustri e famosi personaggi.

S. Matteo omise questi tre re a preferenza di altri, perchè essi furono empi, e discendevano da Atalia figlia dell'empio Achab e moglie di Ioram.

Dio per mezzo di Elia aveva maledetta tutta la posterità di Achab ( 3 Re 21,21 ) e sta scritto « che Dio fa vendetta dell'iniquità dei padri sopra i figli fino alla terza e quarta generazione » ( Es 20,5 ).

11 Giosia generò Gieconia e i suoi fratelli ecc.

Anche tra Giosia e Gieconia si omette il re Ioachim.

Gieconia infatti era figlio di Ioachim figlio di Giosia.

Quest'omissione si deve al fatto che Ioachim era stato fatto re non dal popolo, ma da Nechao Faraone di Egitto.

Gieconia inoltre non ebbe fratelli propriamente detti; quindi le parole: e i suoi fratelli, denotano i suoi parenti o zii, alcuni dei quali infatti regnarono.

La deportazione degli Ebrei in Babilonia cominciò ad effettuarsi nel 606 ed ebbe termine nel 585 a. C.

Gli Ebrei rimasero schiavi circa 70 anni, cioè fino al 536 a. C.

12 Salatiel generò Zorobabel.

Secondo i Paralipomeni ( lib. I, III, 19 ) Zorobabel sarebbe figlio di Padaia e nipote di Salatiel.

Per spiegare questa divergenza si ricorre o a un errore di copista nei Paralipomeni, oppure alla legge del levirato.

13 Abiud.

I dieci nomi seguenti non si trovano più nei libri del V. T. ; ma dovettero essere tratti dai pubblici archivi.

La famiglia di Davide era decaduta dalla sua grandezza e viveva povera e oscura.

16 Giuseppe sposo di Maria.

L'Evangelista dandoci la genealogia di S. Giuseppe si conforma all'uso ebraico di non tener conto delle donne nelle tavole genealogiche; ma nello stesso tempo però ci dà ancora la genealogia di Gesù, poiché è indubitato che Maria SS. discendeva pure da Davide, come si deduce espressamente dalle parole di S. Paolo ( Rm 1,3 e Eb 7,14 ) e dalle testimonianze degli antichi Padri ( Tertull. De car. Cristi 22 ).

Maria non aveva fratelli, e come tale doveva sposarsi a un suo parente, il quale con essa avesse l'eredità secondo la legge.

Giuseppe come padre legale di Gesù diede al Salvatore il carattere legale di discendente di Davide.

Maria in ebraico Miryam, probabilmente significa « Signora » o « Bella ».

Dalla quale nacque Gesù.

Gesù fu concepito nel seno di Maria SS. per opera esclusiva dello Spirito Santo, e perciò l'Evangelista non dice che Giuseppe abbia generato Gesù.

Giuseppe non fu padre naturale di Gesù: ma solo padre legale, in quanto cioè fu vero e legittimo sposo di Maria.

Il manoscritto siriaco Lewis-sinaitico ha la seguente variante « Giuseppe, a cui era fidanzata Maria la Vergine, generò Gesù ».

Questa variante però è un errore evidente perchè in contraddizione coi v. 18-20.

Chiamato il Cristo.

Cristo, ( eb. Mashîah, donde Messia ), signìflca Unto.

In antico ungevano i re e i sacerdoti, e dai tempi di Daniele il nome Messia venne attribuito al Re e al Sacerdote per eccellenza annunziato dai profeti e aspettato da tutto Israele.

17 Per avere il numero di 14 generazioni fa d'uopo contare due volte Gieconia, una col re di Giuda prima della trasmigrazione in Babilonia, l'altra cogli umili discendenti di Davide dopo la trasmigrazione.

Il 14 poi è un multiplo di 7, numero sacro presso gli Ebrei.

S. Matteo ha diviso la storia di Israele in tre periodi di 14 generazioni ciascuno; quello dei Patriarchi, quello dei Re, e quello dei Sacerdoti.

In ogni periodo si ebbe una promessa solenne del Messia, nel primo ad Abramo; nel secondo a Davide: nel terzo a Zorobabel per mezzo di Aggeo e Zaccaria.

Col Messia Gesù comincia un nuovo ordine di cose.

18 Era uso presso gli Ebrei che la novella sposa continuasse ad abitare presso i suoi parenti, e solo più tardi si celebrasse la festa nuziale e venisse introdotta con pompa nella casa dello sposo.

Mentre dimorava ancora nella casa patema, lo sposo poteva liberamente trattare con essa, e per sciogliere il vincolo che li univa era necessario un libello di ripudio.

Tale era la condizione di Maria SS. Sposata a Giuseppe non era ancora stata introdotta solennemente nella casa di lui, quando fu manifesta la sua gravidanza, la quale era però opera dello Spirito Santo.

Niuno si meravigliava, essendo ella sposata, chi rimaneva sorpreso del fatto era Giuseppe.

19 Gìuseppe … essendo giusto … vale a dire zelante dell'osservanza della legge, non poteva accettare in sposa una donna nelle condizioni di Maria; ma d'altra parte, non potendo fondatamente dubitare della fedeltà di lei, non voleva esporla al disonore di darle un pubblico libello di ripudio, o di trascinarla davanti ai tribunali, dai quali sarebbe atata condannata alla lapidazione.

Egli perciò pensava al modo di disfarsi segreumente di lei.

20 Ecco an angelo.

Spesso nell'A. T. Dio aveva per mezzo degli angeli e dei sogni manifestata agli uomini la sua volontà ( Gen 20,3; Gen 28,12 ecc. ).

L'angelo chiama Giuseppe figlio di Davide, perchè in forza del suo matrimonio con Maria egli doveva dare il carattere legale alla discendenza Davidica di Gesù.

Gli dice di prendere Maria in consorte, vale a dire di celebrare solennemente le nozze con lei e introdurla nella propria casa, e l'assicura che il mistero compitosi è opera dello Spirito Santo.

21 Gesà (dall'ebraico lehoshua abbreviato ia leshua) significa lahve; è salvezza.

Gesù fu Dio Salvatore, perchè si fece uomo per redimerci dalla schiavitù di Satana.

L'Evangelista indica subito il carattere dell'opera messianica di Gesù.

Egli non è venuto a liberare il suo popolo dalla servitù dei Romani, come falsamente pensavano i Giudei dovesse fare il Messia; ma è venuto per distruggere il peccato e fondare un regno non politico e temporale, ma spirituale ed eterno.

22 S. Matteo, scrivendo per i Giudeo-cristiani, insiste nel suo Vangelo a far vedere compiute in Gesù C. le profezie dell'A. T. riguardanti il Messia.

Così ora dimostra che la Concezione soprannaturale di Gesù era già stata annunziata dal profeta Isaia.

23 La profezia di Isaia ( Is 7,14 ) viene riportata secondo i LXX con qualche leggera differenza.

Maria è la Vergine ( ebr. hàalma ) predetta; il suo figlio Gesù è l'Emmanuele o Dio con noi, cioè Dio incarnato e fatto uomo.

Quasi tutti i cattolici e molti protestanti ( p. es. Delitzsch, Weiss, Zahn, ecc. ) riconoscono nelle parole di Isaia un passo direttamente messianico.

Il profeta annunzia un segno straordinario ad Achaz: La Vergine concepirà, e partorirà un figlio.

Ora non vi sarebbe nulla di prodigioso, se la Vergine avesse dato alla luce il figlio perdendo la sua verginità.

Perciò è da rigettarsi l'opinione di quei pochi, che vorrebbero applicare le parole del profeta alla moglie dello stesso Isaia o a qualsiasi altra donna fuori di Maria SS., tanto più che i caratteri dell'Emmanuele ( Is 8-9-11 ) non possono convenire ad alcun uomo; ma solo a Gesù Cristo.

24 La prese in consorte vale a dire la introdusse nella sua casa, celebrando con lei solennemente le nozze.

Il fatto ebbe luogo dopo che Maria era tornata dalla visita a Elisabetta.

25 L'Evangelista insiste nuovamente sulla concezione e nascita verginale di Gesù.

Egli perciò fa osservare che nessun rapporto coniugale intervenne tra Giuseppe e Maria prima del parto.

Che poi Maria SS. sia rimasta vergine anche dopo il parto, è una verità che si ha dalla tradizione dei Padri ( Ignazio, Ad Ephes. XIX; ad Trall. IX; Giustino, Dial. 85; Apol. 31, 46; Ireneo, Cont. haeres. 1. I, e. X, 1 ecc. ) e dalla autorità della Chiesa.

L'Evangelista non scrive la vita di Maria, ma quella di Gesù; quindi gli basta affermare esplicitamente la nascita soprannaturale del Salvatore.

Primogenito presso gli Ebrei si diceva il primo nato, anche se unico.

Ciò avveniva, perchè la legge ordinava di riscattare il primo nato ( Es 34,19-20; Nm 18,15 ).

S. Matteo chiama Gesù primogenito, per far comprendere che al Figlio di Maria competevano tutti i diritti di Davide.

Si osservi però che i codici Vaticano e Sinaitico e pociii altri omettono questa parola: primogenito.