Cristo

B 39

Cristo e Mosè ( Capo )

Rif.

Mosè prepara il compito di Cristo non solo come servo di Dio.
Tutte le sue azioni e tutti i suoi gesti durante la permanenza nel deserto tendono a costituire un popolo fedele, attraverso la sofferenza e i miracoli che Dio opera.
Ma Mosè fallirà e il popolo morrà nel deserto.
La Tradizione cristiana si compiace di mostrare come Cristo ha ripreso le azioni e i gesti di Mosè, per costituire, questa volta, l'economia definitiva.

Testi

Rilievi

Rif.

Es 15,22-27
Es 17,1-7
Nm 20,7-11
La roccia di Sin e la sorgente di Mara.

Is 43,16-21
Is 58,11
Sal 78,35
Isaia annuncia che un nuovo Mosè darà nuovamente acqua al popolo futuro.

Gv 4,13-14
Gv 7,37-39
Gv 19,34
1 Cor 10,3-5
Sal 95,7-10
Eb 3,1-10
Cristo realizza questo, proclamandosi non solo il nuovo Mosè che batte la roccia, ma la roccia stessa d'acqua viva
B 5
( in Gv 7, fa allusione alla roccia del tempio, ma il giudaismo vi vedeva la stessa roccia di Mara che si era spostata col popolo - cfr. 1 Cor )
Ebrei infine mostra come in questo miracolo del deserto Cristo è superiore a Mosè.

Es 16
Nm 11
Dt 8,3
Sap 16,20-29
Gv 6,14-15.26-58
Mt 4,1-4
1 Cor 10,3
Il miracolo della manna.
Deuteronomio la spiritualizza già: questa manna significa la parola di Dio.
Sapienza riprende per proprio conto questa spiritualizzazione.
Cristo opera il miracolo della vera manna proclamandosi non solo il nuovo Mosè che dà la manna, ma la stessa nuova manna, nella misura in cui egli è la parola di Dio e la sua volontà fatta carne.
D 32
D 28

Es 17,8-16
Mosè esercita la sua mediazione tenendo le braccia in croce, figura della futura mediazione di Cristo.
B 57

Es 19,9-16
Eb 12,18-24
Sir 45,1-5
Mosè è favorito dall'amicizia di Dio; egli solo entra nella zona sacra.
Dietro Cristo, invece, tutto il popolo può penetrare nella zona sacra e partecipare alla teofania.

Es 24,3-8
Mt 26,28
Is 42,6
Is 49,6
Is 53,12
Eb 8,6-13
Mosè sigilla l'Alleanza nel sangue.
Cristo sigilla la nuova Alleanza nel proprio sangue, riprendendo le parola dell'antico Mosè.
Ma prima, tra Mosè e Cristo si sarà interposto il Servo sofferente, per ricordare che solo il sangue versato personalmente può rinnovare l'Alleanza.

Es 32,1-6
Sal 106,19-20
Mt 4,8-11
1 Cor 10,6-13
Tentazione del vitello d'oro.
Il popolo non può resistervi ed è salvato solo per l'intercessione di Mosè che si offre, come Cristo, quale "riscatto".
B 25
Cristo resiste a questa tentazione ( Mt ): e poiché egli per primo ne ha trionfato, il popolo cristiano può, a sua volta, trionfare sulla tentazione di idolatria (1 Cor).
E 61

Es 33,18-23
Gv 1,14-18
Mosè non ha potuto vedere se non l'ombra della gloria di Dio: questa gloria è diventata Cristo e ogni cristiano può vederla meglio di Mosè.

Es 34,1-4
2 Cor 3,1-3
Mosè portò al popolo tavole di pietra; Cristo scrive su tavole di carne, trasformando i nostri cuori.

Es 34,33
2 Cor 3
Mosè ridiscese velato dalla montagna; Cristo rivela Dio senza veli e ci dà accesso al Padre, di cui noi possiamo riflettere l'immagine.

Nm 21,4-9
2 Re 18,4
Sap 16,5-14
Gv 3,13-17
1 Cor 10,9-10
Il serpente di bronzo.
Questo serpente dovette essere una specie di idolo o di rappresentazione imperfetta di Dio.
Trovava posto nel tempio (2 Re).
Sapienza vi contempla soprattutto il destino diverso riservato agli Ebrei e ai pagani.
Cristo vi dà il suo pieno significato paragonandosi al serpente.
B 56

Nm 12,4-9
Eb 3,2-5
Nm 16,28
Gv 2,11
Gv 10,25.37
Nm 14,20-38
Eb 3,5-6
Mosè, come Cristo, scompare davanti all'opera che deve compiere.
Tuttavia solo Cristo arriverà ad entrare in una Terra promessa (il cielo) che Mosè ha potuto solo intravedere.
Questo perché Mosè era solo un servo in una famiglia di cui Cristo è il Figlio.

Dt 34,1-4
Mt 4,8-9
La montagna da cui Mosè vide la Terra promessa è quella su cui sale Cristo per vedere il mondo intero. .
B 74

Mt 4,2
Dt 9,9.18
Come Mosè, Gesù digiuna "quaranta giorni e quaranta notti" per preparare la sua missione.
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