Il quarantennio della Messa del Povero

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Quella iniziativa che in ogni giorno festivo raccoglie i mendicanti della città di Torino per l'assistenza alla Santa Messa e l'istruzione religiosa, nonché per offrir loro un buon pasto ed eventualmente vestiario e altri aiuti di cui abbisognassero, ha assunto una forma precisa e definitiva nel 1933 per opera dei canonici Bernardino Merino e Stefano Bertola, che da molto tempo coadiuvavano le Figlie della Carità addette all'Opera Pia Lotteri nell'assistenza ai più poveri fra i poveri.

Questi due canonici, appartenenti alla Congregazione del Corpus Domini, cioè a quella stessa a cui aveva appartenuto S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, e animati dal medesimo spirito di questo Santo, avvertivano la necessità che a coadiuvare Suor Luisa Beltramo e le sue consorelle ci fossero anche degli uomini, giacché gli assistiti erano tutti uomini, e inoltre si preoccupavano che l'opera non finisse con le persone che ne avevano preso l'iniziativa, ma acquistasse vita autonoma e stabilità duratura.

La prima esigenza venne subito soddisfatta dal Fr. Teodoreto con l'invio dei catechisti Domenico Mussino, Gioacchino Ronco e di altri soci anziani, i quali si affezionarono subito all'opera tanto da dedicarvi tutto il loro tempo libero e le loro iniziative di bene.

Per garantire poi la stabilità dell'opera i due Canonici suggerirono al Presidente dell'Unione Catechisti di stipulare una apposita convenzione con le suore; ma il Presidente propose di far assumere all'Unione Catechisti tutta la responsabilità della Messa del Povero, pur appoggiandosi sempre alla preziosissima e indispensabile collaborazione delle suore.

I due Canonici accettarono volentieri questa idea e da allora la Messa del Povero, pur continuando a celebrarsi presso le suore e usufruendo della loro piena collaborazione, passò sotto la responsabilità dell'Unione Catechisti, che ne assunse l'onere finan.ziario, stabilendovi un bilanciò a parte, e provvedendovi il personale necessario con dei catechisti e altri volenterosi.

In prosieguo di tempo l'opera ebbe degli sviluppi, principalmente l'assistenza al centro municipale di via Mon crivello, che durò alcuni anni.

Attualmente un altro gruppo di mendicanti si riunisce presso le Figlie della Carità di via Cibrario e là pure collaborano i catechisti e sorge un'altra Sezione della Messa del Povero.

Gli assistiti, fra entrambe le Sezioni, sono circa duecento poveri che spesso non difettano solo di beni materiali, ma soffrono anche di altre miserie e danno occasione di esercitare la carità in molte maniere.

L'opera fu sempre molto cara a Fr. Teodoreto, che considerava particolarmente preziosa la catechesi ai poveri e riscuote larghi consensi presso il pubblico che la sostiene generosamente, e soprattutto si dimostra assai efficace, ottenendo dei risultati incoraggianti.

La Messa del Povero rientra perfettamente nei programmi dell'Unione Catechisti: non era forse una nota caratteristica e un segno di riconoscimento del Messia quello di annunziare al poveri la buona novella?

E non sono i più poveri delle membra qualificate di Gesù Crocifisso?

Inoltre in essa si assiste tutto l'uomo, anima e corpo, secondo lo stile della genuina carità.

L'ideale sarebbe quello di risolvere radicalmente i problemi degli assistiti, togliendoli dalla loro condizione di mendicanti e sistemandoli in uno stato più umano e decoroso: l'accattonaggio è un ben triste spettacolo e un tacito, ma forte rimprovero alla società cristiana.

Purtroppo il problema è assai complesso e le possibilità limitate.

Del resto Gesù stesso aveva ammonito: « Dei poveri ne avrete sempre con voi ».

Resta quindi sempre aperto il campo alla carità e se questa, nonostante i suoi sforzi, non riesce a fare tutto ciò che vorrebbe, almeno eviti quelle forme più gravi e davvero intollerabili di miseria che una lunga ed ampia tradizione di assistenza ha sempre evitato alla città di Torino e che intristiscono le grandi città, non solo straniere, ma anche italiane.

C.T.

Sintesi storica

La Messa del Povero ha 40 anni.

È sorta nel 1933.

Il bollettino della Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata « L'Amore a Gesù Crocifisso », ne da la prima notizia nel N. 4 - luglio-agosto 1934 con questo titolo: "Lo spirito di carità dei nostri Anziani".

« Sebbene i nostri Catechisti Anziani nella loro umiltà, rifuggano dal mettere in pubblico quanto di bene e di apostolico compiono, ci permetteranno di dire brevemente e sinceramente di una loro nuova e santissima attività.

Non faremo però il nome dei protagonisti perché ci hanno pregato vivamente di tenerli nell'oblio, desiderando solo che il poco di bene che vanno spargendo a sollievo della sofferenza, sia unicamente segnato nel registro del Paradiso.

All'ombra del Santuario del S. Cuore in Via Villa della Regina, notissimo ai torinesi, le Suore di S. Vincenzo, raccolgono da tempo, ogni domenica e feste di precetto, 'il maggior numero di poveri che sia loro possibile, della nostra città, e dopo aver loro fatto adempiere il precetto festivo, li servono di minestra e di pane.

Però era bene che questi numerosissimi poveri ( in inverno sino a 180, nella stagione estiva un'ottantina ) udissero alcune parole del Catechismo, e le buone Suore si sono affidate, come i loro poveri, alla Divina Provvidenza, ed essa ha inviato loro alcuni nostri Catechisti Anziani, i quali, con una abnegazione degna di ogni elogio, dicono, prima della Santa Messa, ai predetti poveri, le parole del Catechismo, quelle parole che fanno ricco l'animo di quella ricchezza che i ladri non possono involare e la ruggine neppure rodere.

Di poi, i medesimi zelanti Catechisti, distribuiscono ad ognuno, secondo la domenica, un fascicoletto per seguire liturgicamente il Santo Sacrificio.

Dopo aver distribuito il pane dell'anima a quegli infelici, si da loro quanto fa bisogno al loro corpo.

Infatti le buone Suore affidano ad una grossa pentola quanto rifocillerà i buoni poveri che la Divina Provvidenza invia loro.

I Catechisti della nostra Unione, per fare vedere che devono prima praticare loro stessi le parole del Catechismo, che rivolgono ai poveri, si offrono di radere la barba a tutti i mendicanti che lo desiderano ».

Due caratteristiche risaltano dalla breve cronaca, che si manifesteranno anche negli articoli successivi dello stesso bollettino: l'anonimato di coloro che si dedicano a questa opera e la finalità precisa che essa ha e che manterrà.

La sua prima origine risale all'anno 1928 per opera delle Figlie della Carità.

Fu nel 1933, secondo la cronaca che rileviamo dal N. 1-2-3, gennaio-giugno 1943 dello stesso bollettino e che viene riportata nel libro « Il Segretario del Crocifisso » scritto da Fr. Teodoreto, che vi aderirono i Catechisti dell'Unione per espresso desiderio dello stesso Servo di Dio Fr. Teodoreto.

Il giornale « L'Italia » del 24-VIII-'937 ne dava così in sintesi, la cronaca: « È sorta questa eccellente istituzione Sèlla "Messa del Povero", quindici anni or sono presso l'Opera Pia Lotteri di Via Villa della Regina - diretta dalle Figlie della Carità - durante un triduo di preparazione alla Pasqua tenuto ai poveri della parrocchia.

Le suore dell'Opera e il predicatore del triduo, can. Stefano Bettola, vedendo con quanta avidità quelle anime di derelitti ascoltavano la parola di Dio, e con quale gioia avevano celebrato la Pasqua, si domandarono se non sarebbe stata un'ottima cosa il radunarli ogni domenica.

Si decise senz'altro di tentare; e l'opera della Messa festiva per i poveri della città ebbe inizio.

Nei primi mesi i partecipanti assidui erano pochi, forse una diecina; ma in seguito, poco alla volta, il numero andò sempre aumentando in modo davvero consolante, cosicché al secondo anno, specialmente d'inverno, si avevano ogni domenica e festa un centinaio circa di assistiti.

Nel 1933, essendo venuto a mancare alle Suore ed al Sacerdote l'aiuto prezioso di un'anima eletta che ai poveri aveva consacrato tutte le sue energie, la Provvidenza dispose che alcuni catechisti anziani dell'Unione del SS. Crocifisso e precisamente i signori Rondolino, Rag. Alasia, Domenico e Giovanni Mussino, Ronco, Battagliotti e Franchino offrissero la loro collaborazione.

Era Dio che per mezzo di questo nuovo, insperato aiuto voleva uno sviluppo sempre maggiore dell'opera a Lui gradita ».

Queste le origini.

Sono stati citati dei nomi che abbiamo trovato sull'articolo del giornale; lo stesso articolo riportato dal succitato bollettino però non ne fa menzione secondo il suo stile che attribuisce all'azione della grazia tutto quanto l'opera può realizzare e di cui diamo brevi cenni per meglio comprenderne lo spirito che la anima e che si è cercato di mantenere durante questi 40 anni.

Ci è di guida sempre il bollettino « L'Amore a Gesù Crocifisso ».

« La chiamiamo "Messa del Povero", perché il fine propostosi dalle buone Suore di Carità è quello appunto di facilitare l'osservanza del precetto festivo ai poverissimi, ai quali dopo le funzioni sono distribuiti pane e minestra ». ( Anno 1934 - N. 5 ).

Una nuova sezione viene aperta nel 1934, che però viene in seguito chiusa: « A Nostra Signora della Speranza, in Torino, si è iniziata, nel mese di ottobre scorso ( anno 1934 ) nella Casa delle Suore di Carità di quella Parrocchia, un'altra Sezione della "Messa del Povero".

Essa è coadiuvata, come all'Opera Pia Lotteri, dai Catechisti della nostra Unione ». ( Anno 1935 - n. 5 ).

Nel n. 6 - anno 1935 notiamo una esplicitazione dello scopo della "Messa del Povero": « Lo scopo vero però della "Messa del Povero" non è, come attesterebbe a tutta prima il titolo, quello di raccogliere più mendicanti possibile, e portarli a santificare il giorno del Signore: dare loro quindi, come ricompensa della presenza, un'abbondante refezione calda, indumenti e possibilità di attendere alla pulizia personale, ma l'intento intimo delle Suore di Carità e dei nostri Catechisti Anziani è quello di nobilitare il povero mediante l'educazione al lavoro e al senso cristiano della sofferenza e della vita ».

La presenza in mezzo ai poveri ha fatto scoprire quale fosse l'azione vera da svolgere a loro favore: è la maturazione di ogni opera che da Dio viene guidata e illuminata.

Ce ne dà conferma il N. 1 - anno 1936: « Alla "Messa del Povero" accorrono sempre nuovi elementi e buoni elementi.

Coloro che vengono una volta ne sono impressionati e non mancano più.

E diciamo a onore del vero, e a conforto di quelli che sono i nostri più vivi ideali, che molti di essi vengono non per avere dopo la S. Messa, la refezione calda, ma perché trovano in questa cara adunata il conforto morale da cui erano da tanto tempo lontani.

Se lo spazio ce lo permettesse potremmo raccontare ritorni prodigiosi che strappano le lacrime ».

Il numero degli assistiti è di 147 nella Sezione dell'Opera Pia Lotteri e di un centinaio nella nuova Sezione della Madonna della Speranza ( anno 1936 - N. 3 ).

Tale numero con leggere flessioni si è mantenuto pressoché costante in questi 40 anni.

Attualmente si possono considerare circa 200 i poveri che settimanalmente vi partecipano.

Il Card. Maurizio Fossati, di venerata memoria, seguì l'opera sempre con paterna bontà.

Resta memorabile nella storia della "Messa del Povero" la solenne celebrazione del 12 luglio 1936, quando il Cardinale salì a quello che era chiamato "Tempio" sulla collina Torinese per offrire il Santo Sacrificio in mezzo ai 250 poveri, attorniati da numerosi Fratelli delle Scuole Cristiane, dalle Figlie della Carità e dai Catechisti. ( N. 4 - anno 1936 ).

Perché la finalità, riscoperta alla luce dell'esperienza, non venga dimenticata vi si ritorna nella cronaca del n. 2 - anno 1937: « Lo scopo della "Messa del Povero" non è solo, come già abbiamo detto su queste pagine, quello di dare un piatto di minestra a chi ha fame, o un vestito più o meno adattato a chi ha freddo, ma lo scopo vero della "Messa del Povero" è quello di elevare il morale del mendicante, incoraggiandolo a lasciare la vita abbietta dell'accattone e sollevarsi, nobilitarsi con il lavoro onesto e rimunerativo ».

Alla luce di questa finalità compare sul N. 1 - anno 1938 per la prima volta sotto il titolo "Messa del Povero", l'aggiunta "Opera di Redenzione dei Mendicanti" e questo perché sono avvenuti « non pochi fatti di "vera redenzione" ottenuti per la grazia del SS. Crocifisso e della Sua SS .ma Madre, specialmente mediante i Ritiri mensili, le prediche, i Catechismi, e l'affetto immenso con il quale si circondano i poveri derelitti, sotto i cui cenci si nasconde la dolce figura del Maestro divino ».

Sorgono in seguito, accanto all'opera di assistenza, altre iniziative quali « la Filodrammatica tra i poveri stessi, facendo loro riprodurre lavori che inculchino ed encomino la vita di lavoro e di stabilità nel lavoro stesso, la pace della buona coscienza, l'utilità del risparmio, ecc. » e « Un'altra attività iniziata in quest'anno 1938 è il laboratorio volontario delle zelatrici di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, per ricoprire il meglio possibile le membra sofferenti dei nostri mendicanti … ». ( N. 2 - anno 1938 ).

« Una attività che alla "Messa del Povero" si è sempre tenuta viva, è la assistenza ai suoi moribondi in modo che nessuno, grazie al SS. Crocifisso e Maria SS. Immacolata, è morto finora senza la parola di conforto del sacerdote e i Sacramenti di nostra santa Religione.

Però non si era ancora costituito un piccolo gruppo di volenterosi Mendicanti e di Catechisti i quali dessero il nome in modo fisso all'Opera di Assistenza ai poveri degenti, e qualora i cari malati morissero, si interessassero per l'accompagnamento al Camposanto.

Oggi, certamente con la gioia infinita del SS. Crocifisso, è un fatto compiuto.

Questa "Compagnia della buona morte" possiamo chiamarla così, avrà per scopo santo di vegliare sulla salute dei nostri frequentanti la Messa del Povero e se i loro mali sono tali da richiedere l'ospedale, essi medesimi solleciteranno di esservi trasportati e così avrà inizio la vera missione della predetta Compagnia ». ( N. 4 - anno 1938 ).

Nel N. 3 - anno 1939, viene annunciata l'apertura di una nuova Sezione nella Parrocchia di San Donato che tuttora esiste.

È qui che il 30 giugno 1940 si radunano i poveri delle due Sezioni, in numero di 257 per una funzione di chiusura dell'anno.

Chi scrive prende occasione per ritornare ancora sulla finalità dell'Opera: « Forse taluno potrebbe formarsi il preconcetto che la frequenza alla Messa del Povero sia ispirata da desiderio di usufruire di quel po' di carità che la Provvidenza non lascia mancare: non sarà estraneo il motivo, ( nella coscienza degli uomini Dio solo può leggere ): ma lo ho avuto un'impressione del tutto diversa: anche il povero ha bisogno di pregare, anche il povero sente di dover rendere il suo omaggio a Dio, ma vuoi pregare senza temere di essere sfuggito, ma aspetta l'invito che spezzi la corazza di irritazione contro gli altri, contro i fortunati che dell'organizzazione sociale godono i vantaggi, mentre lui non ne è che un naufrago e una vittima ». ( N. 4 - anno 1940 ).

E conclude citando le parole stesse di un Povero che volle ringraziare a nome di tutti: « In quest'oasi noi ritroviamo il conforto alle nostre miserie, il balsamo alle piaghe spirituali, ed anche un pane che non è quello volgare della elemosina, sibbene offerto da chi sa signorilmente donare, cristianamente donare ». ( N. 4 - anno 1940 ).

Anche le piccole festicciole organizzate con canti e suoni in occasione di qualche festa particolare hanno un preciso scopo: « Più del pane si volle dare la sensazione ai nostri poveri che non tutto è indifferente attorno a loro; che se non hanno un focolare, per un momento almeno godano di questo tepore familiare, per un momento almeno abbiano trovato la loro casa, il loro nido ». ( N. 2 - anno 1941 ).

In periodo di guerra l'attività si estende al Dormitorio Municipale di Via Moncrivello, con « una sentita ed efficace funzione religiosa, in ogni giorno festivo, iniziativa che nel quadro dell'Unione, occupa un posto di primissima importanza pei fini cui aspira la Messa del Povero, di raddolcire cioè in Cristo Redentore, lo sgomento infinito della povertà senza sorriso e senza luce ». ( N. 5-6 - anno 1941 ).

« È nata così la messa del Povero di via Moncrivello nella sua terza edizione, in aggiunta alle altre due di Via Villa della Regina e di Via Cibrario.

È noto come in via Moncrivello ci sia da tempo il dormitorio Municipale … nello stesso gruppo di case sorge pure il Ricovero Municipale e quindi sono in tutto varie centinaia di persone di tutte le età, tutte bisognose o di aiuti materiali o più ancora di aiuto morale ». ( N. 1-2 - anno 1942 ).

È in via Moncrivello che i Catechisti trovano modo di estendere la loro azione anche sui numerosi ragazzi che vi si trovano: « un buon numero di essi sono preparati alla Prima Comunione per iniziativa dei Catechisti, efficacemente coadiuvati dalle instancabili Figlie della Carità ». ( N. 4-5 - anno 1942 ).

Nel 1943 la Messa del Povero celebra il suo decennio di vita con la pubblicazione di un numero speciale del bollettino in cui si fa un consuntivo dei primi dieci anni.

Poi la cronaca continua sui seguenti bollettini riportando ora la visita del Cardinale Maurilio Fossati, ora una particolare celebrazione, ora le testimonianze di Catechisti o di poveri, ora richieste particolari di indumenti o di aiuti, non soltanto materiali ma anche di persone che si mettano a disposizione perché l'assistenza sia sempre più completa.

Il ventennio della Messa del Povero è celebrato alla Città dei Ragazzi ed è così ricordato: « Domenica mattina, 24 maggio ( 1953 ) chi passava per la strada di Sassi tra le 8 e le 8,30 notava senza dubbio un capannello d'uomini di varia età, dimessamente vestiti, il quale si faceva gruppo fino a raggiungere il numero di 126 persone e si muoveva poi di buon umore a tre, a quattro, guidato dai Catechisti anziani della nostra Unione, verso la Città dei Ragazzi di Don Arbinolo; dove giungeva alle 9 precise.

Quel gruppo non frequente e tutt'altro che trascurabile era accorso a prender parte alla funzione ed alla festa commemorativa del primo ventennio felicemente compiuto dalla Messa del Povero, da quando i nostri Catechisti anziani si unirono nella caritatevole e pia impresa alle Figlie della Carità ».

Segue poi la descrizione della suggestiva cerimonia religiosa allietata dalla presenza dei ragazzi, della breve e fraterna commemorazione e della « bella tavolata che ha riunito tutti coloro che dai nostri Anziani sono avvicinati con gioia ogni domenica e che non sono soliti essere festeggiati nel mondo ». ( Numero 3-4 - anno 1953 ).

In occasione del XXV della Messa del Povero nel 1958 fu scoperta una lapide ricordo nella Sezione dei Santi Angeli; in essa è detto: « A perenne ricordo di - Suor Luisa Montaldo F.D.C. - che con l'aiuto - del Sen. G. Agnelli - fondava a Torino - nel MCMXXVIII - la Messa del Povero. - I Catechisti Anziani - del SS. Crocifisso - e di Maria SS. Immacolata - nel XXV annuale - della sua attività - in unione con i loro poveri - memori e riverenti posero. - 1° giugno MCMLVIII. ( N. 1-3 - anno 1958 ).

Le relazioni che seguono sono storia abbastanza recente perché vi si debba ancora ritornare.

La Messa del Povero continua nelle due Sezioni di Via Villa della Regina e di Via Cibrario: la frequenza si aggira sui 200 poveri complessivamente ogni domenica.

Il sabato, in Via Villa della Regina, vede radunati una quarantina di Poveri per il servizio di pulizia e per la assistenza medica offerta generosamente da due Dottori.

Un triplice impegno anima chi ne vive lo spirito: Impegno di assistenza religioso-catechistica, impegno di animazione cristiana, comprensione umana e formazione sociale, impegno di assistenza materiale.

Si tennero anche per alcuni anni, corsi di Esercizi spirituali chiusi per gruppi di Poveri.

Così pure fu offerto a un buon numero di Poveri l'occasione di partecipare a Pellegrinaggi a Lourdes e a Banneux, alla Vergine dei Poveri.

Continua il Pellegrinaggio annuale che, a chiusura dell'attività, nel mese di giugno, vede circa un centinaio di Poveri in gita a qualche Santuario: è giornata di forte spiritualità e anche di svago e di serena distensione.

Feste particolari sono sempre occasione per far meno sentire la solitudine a questi nostri fratelli e per dare un senso di famiglia anche a chi da molto non lo vive più: la nostalgia di un po' di calore umano e l'acuto e intimo desiderio di sentirsi parte di una società in cui la comprensione umana e la carità cristiana abbiano ancora un loro significato si fanno meno sentire nelle semplici e sentite festicciole che in date circostanze si organizzano con Lotterie che servono a dar loro un piccolo dono che gradiscono molto, perché non più abituati a riceverne.

Concludendo, possiamo affermare che Gesù Crocifisso e la Vergine Immacolata dei Poveri sono stati sempre, fin dall'inizio ed ancora adesso, gli unici e veri realizzatori di ogni cosa nella Messa del Povero: da loro ci è venuto ogni bene, con loro è stata realizzata ogni attività.

I Poveri, i benefattori, le Suore, i Catechisti, i Fratelli delle Scuole Cristiane, i Sacerdoti, nel celebrare questo quarantennio Li ringraziano con profonda commossa gratitudine e a Loro affidano ogni loro azione, ogni loro iniziativa perché continuino ad esserne Essi soli gli iniziatori, gli animatori, i realizzatori.

Per questo, con i Poveri, nell'Adorazione alle Sante Piaghe di Gesù che ogni volta viene fatta continueremo, prima ancora della preghiera di domanda, la nostra preghiera di profonda e sentita riconoscenza, semplice, umile, da Poveri, come ci sentiamo tutti nella famiglia della Messa del Povero.

Cronaca della celebrazione

Domenica, 11 marzo, presso i Santi Angeli di Via Villa della Regina è stato celebrato il quarantennio di attività della Messa del Povero, con particolare solennità.

La giornata era vivamente attesa da tutti i partecipanti alla Messa del Povero delle due Sezioni di Via Villa della Regina e di Via Cibrario.

Li abbiamo visti giungere numerosi, nella mattinata, con un volto meno triste e con gioiosa attesa per la giornata che si presentava davanti a loro: giornata completa finalmente di minor solitudine, di comunicazione sociale con i propri fratelli, di attenzione anche per loro che a queste cose sono così poco abituati.

Era giornata primaverile non solo per il clima particolarmente bello e dolce, ma anche e soprattutto per gli animi.

Si incontrano con i Catechisti dell'Unione, con i Fratelli delle Scuole Cristiane, con i Sacerdoti, con le Figlie della Carità, con gli amici di ogni domenica e stringono a tutti la mano, sorridenti, mentre ti dicono « Oggi è la nostra festa! ».

C'è qualche cosa di così semplice, di così ingenuo e pure di così commovente in questa espressione.

Essa è propria di chi non è abituato a fare festa e tanto meno a vedere altri che gli fanno festa.

Alle 10,30 ci si trova tutti nella Cappella grande dell'Opera Pia Lotteri, gentilmente messa a disposizione, e non nella solita cappella seminterrata che serve anche da refettorio.

La chiesa è gremita: oltre 250 sono i partecipanti.

Non chiedetemi di fare dei nomi delle persone che hanno voluto partecipare a questa nostra festa: la lista sarebbe molto lunga e poi, a parte questa difficoltà che potrebbe anche essere facilmente superata, intendo mantenere, anche in questa cronaca, lo stile che ha sempre caratterizzato tutte le cronache che si riferiscono alla Messa del Povero: l'anonimato delle persone che vi operano.

Proprio come in una famiglia in cui i termini usati sono papa, mamma, fratelli …

Anche qui li chiamiamo con il nome più generico di Catechisti, Figlie della Carità, Sacerdoti, Fratelli delle Scuole Cristiane, amici, benefattori …

Si inizia con la preghiera del mattino e l'Adorazione a Gesù Crocifisso: si sente nell'aria una particolare atmosfera di partecipazione, di accoglimento, di intima preghiera.

Tutti pregano e cantano durante la Santa Messa che segue, concelebrata da cinque Sacerdoti.

L'omelia parla con semplicità al cuore di questi nostri fratelli e fa sentire loro che Dio è veramente Padre e Gesù è veramente fratello.

Numerose le Comunioni e profondamente sentita tutta la funzione che si conclude, come in una esplosione di voci, nell'Ave Maria di Lourdes.

Quando l'eco del potente coro del ritornello si spegne, li vedi tutti sorridenti, soddisfatti e ti pare che la buona Mamma del Cielo sorrida anch'essa a questi suoi poveri figli e li guardi con particolare affetto.

Segue poi una breve commemorazione dell'attività di questi quarant'anni, con una speciale sottolineatura della vera finalità dell'Opera e si distribuiscono le immagini della Vergine dei Poveri e le medaglie-ricordo che recano nel retro una appropriata scritta commemorativa.

Le due prime medaglie sono consegnate ai due più anziani frequentatori della Messa del Povero, che vi partecipano da quaranta anni.

A mezzogiorno, nei locali soliti della Messa del Povero, pieni di tavoli e di tavolini preparati con gusto e delicatezza, ha luogo il pranzo, stavolta davvero solenne: sono 170 i commensali e mangiano di buon gusto, in allegria e serenità, quanto le buone Suore, aiutate da anime buone, hanno preparato con tanta cura materna.

Dopo il pranzo, si esce nel cortile pieno di sole: è ancora un po' fresco ma una fisarmonica rallegra e invita a cantare.

Frattanto la sala da pranzo viene preparata per la riunione che segue.

Alle 15 tutti ci ritroviamo ed ha inizio una grandiosa lotteria in cui ognuno riceve un premio.

Per tutti c'è qualche cosa di utile, più grande o meno grande, non ha importanza: l'importante è che tutti si sentono fatti oggetto di un riguardo e di un dono.

Si interrompe l'estrazione per cantare canti di montagna e canti popolari, e non manca l'esecuzione del « Va pensiero … » che viene ogni volta cantato da tutti con uno speciale gusto.

A metà si distribuisce una fetta di panettone con un buon bicchiere di vino, si danno caramelle per rinfrancare la voce e un torrone.

Passano così velocemente due ore e mezza.

Alle 17,30 un'ultima preghiera comunitaria di ringraziamento per tanti doni ricevuti da Dio e non ultimo la giornata trascorsa così serenamente e così amichevolmente.

Poi ci si lascia.

Ad ognuno viene ancora dato un sacchetto con qualche cosa per la cena.

Ci si saluta con particolare calore in una rinnovata amicizia, poi ognuno riprende la sua strada: molte di esse sono senza meta fissa!!

Ci tiene uniti il ricordo e l'affetto, nella attesa di incontrarci la prossima domenica.

Allora si ritornerà con il pensiero e col discorso sulla giornata, così insolita, trascorsa tanto bene.

Ma il ricordo più vivo sarà quello del ringraziamento che tutta la famiglia della Messa del Povero continuerà, affettuoso, verso i due primi, unici artefici di tutta l'Opera: Gesù Crocifisso e la Vergine Immacolata.

Fr. Gustavo