Astinenza

Dizionario

1) Rinuncia costante, e spesso volontaria, ai piaceri dei sensi

Sinonimo: continenza, temperanza

estens. Condotta di vita rigida e austera

ass. Rinuncia

med. Crisi di astinenza, grave stato di sofferenza organica che colpisce i tossicodipendenti costretti a sospendere o a ridurre bruscamente il consumo abituale di droga

2) relig. Divieto temporaneo o permanente di assumere determinati alimenti che si attua nel rispetto dei comandamenti divini o dei precetti liturgici


È una pratica ascetica, che conferisce all'uomo la capacità di esercitare il dominio sulle proprie passioni.

L'astinenza dai cibi e dalle bevande come dalle relazioni sessuali, e più in generale da tutto ciò che sollecita i sensi, è una forma concreta della temperanza, la quale non comporta di per sé il rifiuto delle passioni, ma il loro corretto orientamento nella vita dell'uomo.

La mortificazione materiale non è fine a se stessa, ma è ordinata a vivere la carità come dono totale di sé a Dio e ai fratelli.

v. Ascesi; Temperanza

L'astinenza è una pratica, imposta dalla rinuncia dettata da circostanze di necessità oppure in osservazione a un precetto igienico, morale o religioso, che consiste nell'auto-imposizione di non indulgenza a determinate attività corporee o sperimentali, spesso associate al piacere.

Spesso il termine è associato in maniera implicita all'astinenza sessuale, ossia alla rinuncia agli aspetti legati alla attività sessuale.

Tuttavia esistono numerosi altri tipi di astinenza, come l'astinenza dalle carni, che è una pratica penitenziale in uso presso la Chiesa cattolica, l'astinenza da bevande alcoliche, dal fumo o da altre praticità o abitudini.

L'astinenza ha, come detto, diverse forme: ci si può riferire, ad esempio, anche all'astinenza dal cibo e in tal caso si parla più comunemente di digiuno.

Poiché l'astinenza è comunque un atto cosciente, cioè è liberamente scelto dal praticante per valorizzare uno stile di vita, esso è distinto, in ambito psicologico, dal termine rimozione.

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Rinuncia ad attività di per sé legittime, come, per esempio, il mangiare carne.

In Occidente, la Chiesa Cattolica prescrive l'astinenza dalle carni il Mercoledì delle Ceneri e ogni venerdì, specialmente i venerdì di Quaresima.

Le Conferenze Episcopali possono, però, adattare questa prassi secondo le necessità del luogo ( cf CIC 1249-1253 ).

In Oriente, i giorni di astinenza sono molto più frequenti e sono di solito associati col digiuno.

Cf Conferenze Episcopali; Digiuno; Quaresima.

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In generale, l'astinenza è la privazione volontaria di qualche tipo di cibo o bevanda, con finalità molto varie.

Quando viene fatta con intento penitenziale, l'astinenza costituisce uno degli atti tipici di mortificazione della tradizione ascetica del cristianesimo, soprattutto l'astinenza da cibi a base di carne e di estratti di carne, mentre non è escluso l'uso di uova e di condimenti grassi.

Questo tipo di astinenza è stato oggetto per molti secoli di una minuziosa regolamentazione canonica e liturgica.

Questa, insieme alle regole sul digiuno, fu modificata per disposizione del Concilio Vaticano II.

Secondo le prescrizioni dell'attuale CIC, contenute nei canoni 1249-1253 e valide per la Chiesa Latina, " si osservi l'astinenza dalle carni o da altro cibo, secondo le disposizioni della Conferenza Episcopale, in tutti singoli i venerdì dell'anno …; l'astinenza e il digiuno, invece, il mercoledì delle Ceneri e il venerdì della Passione e Morte del Signore nostro Gesù Cristo " ( c. 1251 ).

" Alla legge dell'astinenza sono tenuti coloro che hanno compiuto il 14° anno di età; alla legge del digiuno, invece, tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato "! ( c. 1252 ).

Da parte loro, le Conferenze Episcopali possono determinare con maggiori particolari l'osservanza del digiuno e dell'astinenza e possono indicare altre forme di penitenza, soprattutto opere di carità ed esercizi di pietà che sostituscano in tutto o in parte l'astinenza e il digiuno.

L'obbligo dell'astinenza nei venerdì dell'anno obbedisce all'antichissima usanza di dedicare quel giorno della settimana al ricordo della passione e morte di Cristo.

Lo stesso motivo spiega ovviamente l'astinenza del venerdì santo, mentre quella del mercoledì delle Ceneri si deve al fatto che quel giorno costituisce l'inizio del tempo penitenziale per eccellenza: la Quaresima.

L'astinenza non va vista come una versione cristiana dei tabù religiosi alimentari: infatti, secondo il vangelo, sono " mondi tutti gli alimenti " ( Mc 7,19 ).

L'astinenza è un modo di esprimere lo spirito di penitenza e un'occasione per praticare la carità, secondo la massima patristica: " Ciò di cui ci si priva diventi cibo per il povero ".

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Digiuno e astinenza dalle carni.

Che cosa significano?

Il digiuno e l'astinenza non sono invenzioni recenti.

Essi - insieme alla preghiera, all'elemosina e alle altre opere di carità - appartengono, da sempre, alla vita e all'azione penitenziale della Chiesa perché rispondono al bisogno permanente del cristiano di conversione al regno di Dio.

I cambiamenti del mondo odierno rischiano di snaturare il senso di esse se non si tiene conto che il valore della penitenza è l'atteggiamento interiore, come « atto religioso personale, che ha come termine l'amore e l'abbandono nel Signore: si digiuna per Dio, non per se stessi ».

Da questo valore fondamentale dipende l'autenticità di ogni forma penitenziale.

Per questo è importante sottolineare che ci sono forme di digiuno non contemplate nella lettera delle norme, ma che aderiscono allo spirito del digiuno, quali la sobrietà nel consumo delle bevande, nel fumo, nel divertimento, nell'uso di TV, Internet, computer, cellulari, nel gioco, nella fruizione del tempo libero, ecc.

Viene anche proposta la donazione a opere di carità di quanto viene risparmiato attenendosi al digiuno e alla sobrietà o risparmio usati nell'acquisto dei beni non essenziali.

Il digiuno viene proposto con l'assumere un unico pasto durante la giornata, pur prendendo un po' di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali.

L'acqua e le medicine non riguardano il digiuno.

La prescrizione dell'astinenza dalle carni consente il consumo di pesce, uova e latticini, ma evita di cibarsi, oltre che della carne, anche di cibi e bevande che sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi.

La prescrizione del digiuno inizia a 18 anni compiuti e termina a 60 anni incominciati; quello dell'astinenza inizia a 14 anni compiuti.

Chi non si trova in buono stato di salute è dispensato dal digiuno e dall'astinenza.

Le norme del Codice di Diritto Canonico ( ed. 1983 ) prescrivono che i fedeli cattolici sono tenuti al digiuno e all'astinenza dalla carne due volte l'anno, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo; l'astinenza dalle carni è prevista per gli altri venerdì di Quaresima.


Magistero

Costituzione Apostolica Pio XII 6-1-1953
L'astinenza, infatti, dal cibo e dalla bevanda si addice alla somma riverenza che dobbiamo avere verso la suprema Maestà di Gesù Cristo, quando ci accostiamo a riceverlo nascosto sotto i veli eucaristici.
Costituzione Apostolica Paolo VI 17-2-1966
Volontario esercizio di azioni esteriori
Nota Pastorale CEI 4-10-1994
Il senso Cristiano del Digiuno e dell'Astinenza

Catechismo della Chiesa Cattolica

Astinenza in preparazione alle feste liturgiche 2043

Codice Diritto Canonico

dalle carni o da latro cibo: norme della Conferenza Episcopale 1251
chi vi è tenuto 1252

Summa Teologica

  II-II, q. 146