Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 2

II domenica di Avvento
( Mt 11,2-10 )

Avvertenza

L'avvento è un tempo istituito dalla Chiesa per disporre i fedeli a celebrare bene la venuta di Nostro Signore in questo mondo e attirarlo nei loro cuori, in modo da vivere unicamente nel suo spirito.

Ci è parso dunque opportuno che in questa e nelle domeniche successive ci applicassimo nell'orazione a preparare i nostri cuori per ricevere Nostro Signore, tanto più che i brani evangelici che si leggono in queste tre domeniche ne danno occasione e ci invitano a farlo.

Preparate i vostri cuori e quelli dei vostri alunni a ricevere Nostro Signore e i suoi santi insegnamenti.

1 Il Vangelo di questo giorno ci informa che san Giovanni Battista era stato imprigionato per ordine di Erode e che, dalla prigione, inviò due suoi discepoli per chiedere a Gesù se era il Messia.

Questa circostanza diede a Gesù l'opportunità di fare, davanti al popolo, l'elogio del Battista e di concluderlo affermando che riguardava proprio lui quanto è stato scritto: Invio il mio angelo davanti a te che ti preparerà la strada su cui devi camminare ( Ml 3,1 ).

Anche voi come S. Giovanni siete gli Angeli che Dio ha inviato per preparagli la via perché possa penetrare nel vostro cuore e in quello dei vostri alunni.

Dovete perciò fare due cose: rassomigliare agli Angeli nella purezza interiore ed esteriore; perché - come gli Angeli - anche voi dovete distaccarvi completamente dal corpo e dai piaceri dei sensi.

Così sembrerà che in voi resta solo l'anima a cui dedicate tutte le vostre cure.

Essa deve costituire l'unico scopo delle vostre occupazioni, perché Dio vuole che, come i suoi Angeli, vi occupiate del suo servizio e della cura delle anime.

Bisogna inoltre che in voi - come dice san Paolo - l'uomo esteriore venga disfatto e si rinnovi giorno per giorno quello interiore ( 2 Cor 4,16 ).

Dovete insomma diventare simili agli Angeli e, come essi, dice lo stesso apostolo, non dovete più considerare le cose visibili; perché sono temporanee e passano presto; quelle invisibili, invece, sono eterne ( 2 Cor 4,18 ) e saranno eternamente l'oggetto dei nostri affetti.

2 Molto bello è l'elogio che Gesù rivolge a Giovanni e che leggiamo nel vangelo di oggi.

Gesù dice che il Battista viveva nel deserto e che non era una canna sbattuta dal vento, ( Mt 11,7 ) cioè che trascorreva la vita in continua penitenza.

Aggiunge che non era vestito mollemente: ( Mt 11,8 ) Matteo difatti precisa che portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi ( Mt 3,4 ).

Gesù aggiunge che Giovanni non mangiava pane e non beveva vino ( Lc 7,33 ), infatti il suo cibo erano locuste e miele selvatico, ( Mt 3,4 ) per cui Gesù conclude che non c'è stato profeta più grande di Giovanni Battista ( Mt 11,11 ).

Perché credete che Gesù abbia fatto un elogio così sublime di san Giovanni?

Fu per impegnare il popolo a seguire la sua dottrina e per fargli capire che è vero quanto afferma dopo e cioè che il Battista era stato inviato da Dio per disporre i cuori a ricevere Gesù Cristo e a profittare del suo insegnamento.

Difatti, egli che era il suo precursore, conduceva una vita ritirata, devote e penitente, e aveva cominciato con il fare ciò che intendeva insegnare agli altri.

La prima cosa che fece fu quella di disporre il suo cuore a ricevere il suo ministero.

Se anche voi volete preparare i cuori degli altri alla venuta di Gesù Cristo, dovete prima ben disporre il vostro, riempiendolo di santo zelo.

Rendete così più efficaci le vostre parole e chi vi ascolta le accoglierà più volentieri.

3 San Giovanni, dopo essersi preparato interiormente, predicò agli Ebrei per disporli a ricevere Gesù Cristo.

Propose sei mezzi per disporli a preparare una bella strada per il felice ingresso di Gesù Cristo nel loro cuore.

Dapprima chiese loro di avere orrore per il peccato e li rimproverò aspramente definendoli una razza di vipere ( Lc 3,7 ).

In secondo luogo, propose di temere il Giudizio finale, affermando che i loro peccati sarebbero stati esaminati accuratamente e giudicati con rigore: sfuggite all'ira imminente ( Lc 3,7 ) - diceva - ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco ( Lc 3,9 ).

In terzo luogo, per impegnarli a evitare il rigore di questo giudizio, li sollecitò a fare penitenza: fate degni frutti di penitenza ( Lc 3,8 ).

In quarto luogo chiese di non contentarsi di piangere e di espiare i propri peccati, ma di compiere anche buone azioni, mancando le quali, ogni penitenza sarebbe stata inutile, come fece loro capire con queste parole: ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco ( Lc 3,9 ).

In quinto luogo dichiarò che non bastava avere Abramo per padre, e che essi non avevano alcun diritto di gloriarsene, se non ci comportiamo come lui: E non cominciate a dire: abbiamo Abramo per padre ( Lc 3,8 ).

Cercò infine di far loro capire che non potevano salvarsi - nonostante le buone azioni compiute - se non facevano bene il dovere proprio del loro stato e confacente alla loro condizione.

È per questo motivo che ai ricchi vuol far capire che hanno l'obbligo di fare elemosina: che ai pubblicani dice: non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato, e ai soldati dice: contentatevi delle vostre paghe ( Lc 3,11.13.14 ).

Prendete per voi queste raccomandazioni e seguitele con esattezza; fatele anche ai vostri alunni e aiutateli a metterle in pratica.

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