Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 165

Esaltazione della Santa Croce
14 settembre

1 La festa che la Chiesa celebra oggi fu stabilita quando la santa Croce del Signore, dopo essere stata ritrovata da sant'Elena, madre dell'Imperatore Costantino, fu esaltata con grande onore e glorificata in tutto il mondo cristiano.

Il prestigio di questa festa crebbe ancora quando l'Imperatore Eraclio, gravato le spalle della santa Croce, tornò a Gerusalemme e la ricollocò trionfalmente sul Calvario, nello stesso luogo dove Gesù era stato crocifisso.

Uniamoci alla gioia che la Chiesa manifesta nel giorno solennissimo con cui onora questo santo legno ed entriamo nei sentimenti di san Paolo, quando dice che dobbiamo cercare la nostra gloria nella Croce di Gesù Cristo ( Gal 6,14 ).

È in essa che dobbiamo mettere la nostra gloria, aggiunge lo stesso Apostolo, fissando il nostro sguardo su Gesù, nostro divino Maestro che ha riposto la sua gloria e la sua felicità nel soffrire e morire su questa Croce, disprezzando la vergogna e l'ignominia ( Eb 12,2 ) che vi erano annesse, perché questa santa Croce, tanto venerata in seguito dai Cristiani era, dice ancora Paolo, oggetto di scandalo per gli Ebrei e una follia per i pagani ( 1 Cor 1,23 ).

Gli Apostoli, secondo l'espressione dello stesso san Paolo, si sono fatti un onore di predicare Gesù Crocifisso per tutta la terra perché facevano professione di non conoscere altra cosa che Gesù Crocifisso ( 1 Cor 2,2 ).

Noi, ben lontani dall'annientare la Croce di Gesù Cristo ( 1 Cor 1,17 ) che è per noi la virtù e la potenza di Dio ( 1 Cor 1,18 ), trascorriamo questo giorno e il resto della nostra vita in un grande rispetto e una profonda adorazione verso questo sacro mistero che è stato nascosto prima di Gesù Cristo per la nostra gloria e che i potenti di questo mondo non hanno avuto la fortuna di conoscere ( 1 Cor 2,7-8 ), benché la Croce sia lo strumento della nostra salvezza e ci abbia procurato la vita della grazia e la risurrezione.

2 Non è conveniente limitare l'onore che dobbiamo rendere alla Croce di Nostro Signore al rispetto e all'adorazione, dobbiamo anche amarla con tutto l'affetto del nostro cuore.

Dobbiamo desiderare di morire attaccati ad essa, come l'ha desiderato Gesù Cristo, nostro Divino Maestro, perché - come scrive l'autore dell'Imitazione - chi abbraccia di buon cuore la Croce del Signore non avrà paura della condanna terribile della dannazione, essendo stato liberato dal peccato proprio da questa Croce benedetta.

Dobbiamo essere fiduciosi, anzi certi, che se l'amiamo in unione con Gesù che l'ha amata teneramente e che l'ha portata con grandissima gioia, tutte le miserie di questa vita ci diventeranno dolci e piacevoli.

Così saremo davvero felici, perché abbiamo trovato il nostro paradiso in questo mondo, proprio perché ci siamo uniti allo spirito sofferente di Gesù che ci ha riconciliato con la sua morte su questa santa Croce, per renderci santi, puri e irreprensibili dinanzi a Dio ( Col 1,22 ).

Consideriamo dunque con attenzione quanto dobbiamo a questo santo legno, che ha contribuito tanto alla nostra santificazione ed eleviamolo, con lo zelo di un amore fervente, fino a Gesù Cristo, per riunirlo a lui che l'ama ancora perché brama sempre la nostra salvezza, ed è sempre contento di averlo portato per la nostra santificazione.

Quando provate qualche pena, unitevi a Gesù sofferente, amate la sua Croce, perché siete uno delle sue membra ( Ef 5,30 ), e questa unione e questo amore addolciranno le vostre pene e ve le renderanno più tollerabili.

3 Tutti gli onori interni ed esterni che potremo rendere alla Croce del Salvatore, sarebbero poco utili se non l'onorassimo anche in un altro modo, portando costantemente ( Lc 9,23 ), cioè, come un servo buono e fedele ( Mt 25,21 ) la Croce che Gesù nostro Maestro vorrà imporci.

Non dimentichiamo che ha voluto essere crocifisso per nostro amore, perché - come scrive molto bene Minucio Felice - Gesù esige, sì, l'adorazione della sua santa Croce, ma non è questo a cui tiene di più.

Ciò che desidera maggiormente è che beviamo di buon cuore il suo sacro calice, se vogliamo essere suoi amici ed entrare con lui nel suo regno ( Mt 20,22 ).

Mettiamo, dunque, tutta la nostra gloria nel portare sul nostro corpo le sante stimmate delle sofferenze di Gesù ( Gal 6,17 ) per renderci conformi a Gesù Crocifisso e per onorare la sua santa Croce nel modo che più gli piacerà e che sarà anche il più efficace e il più vantaggioso per noi.

Sappiamo bene, che tutta la vita di Gesù è stata una croce e un martirio continui e che ci potremo considerare veri suoi servi, amici e seguaci se imprimeremo in noi il carattere della sua santa Croce e che soffriremo pene simili alle sue.

Come oseremo cercare un'altra via per piacere a Dio, per onorarlo e per offrirgli un sacrificio che gli sia gradito, se trascuriamo di accettare la via della santa Croce, considerando che Gesù nostro Salvatore, per onorare suo Padre, non ha trascorso una sola ora senza soffrire, e che al mondo non c'è alcun Santo che sia vissuto senza afflizioni e senza croci.

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