Spiegazione del metodo di orazione

Vari modi di intrattenersi alla presenza di Dio

[Per mezzo di molte riflessioni] - Qualunque siano le riflessioni che un'anima fa sulla presenza di Dio, debbono rifarsi sempre allo stesso modo di considerare Dio presente.

84 Quando proponiamo di metterci alla presenza di Dio cercando di servirci in uno dei modi suesposti, è necessario che le riflessioni che facciamo si riferiscano tutte al modo prescelto e tendano tutte allo stesso fine.

Questa pratica oltre che a rettificare lo spirito e insegnare a ragionare rettamente, è anche molto utile a mantenere l'anima nel raccoglimento e a restare più a lungo e più interiormente alla presenza di Dio.

85 Se invece lasciamo libero il nostro spirito di scegliere prima un modo e poi un altro; il nostro spirito, occupandosi di pensieri diversi e facendo riflessioni diverse che non hanno alcun rapporto una con l'altra, resta in una specie di dissipazione, e non arriverà mai a pensare e a riflettere giustamente.

Se un'anima si abitua a questo modo di riflettere si mette nella disposizione opposta a quella necessaria per vivere nel raccoglimento inferiore.

86 Si può fare, ad esempio, qualche riflessione sul modo di mettersi alla presenza di Dio, considerandolo nel luogo dove ci si trova, per considerarlo, dopo un po', presente dentro di noi come nel suo tempio.

Ma questa seconda riflessione non è opportuna, perché questi due modi di mettersi alla presenza di Dio non si accordano l'uno con l'altro, anzi, si propongono uno scopo diverso.

Quello del primo modo, infatti, vuoi farci avere un certo contegno nel luogo dove si sta per rispetto a Dio che vi è presente; lo scopo del secondo, è di mantenerci in una grande purezza di cuore, perché è il tempio di Dio.

In questo secondo modo si può avere anche un altro scopo, adorare cioè Dio presente nel proprio cuore o un altro ancora che abbia con esso rapporto.

[Per mezzo di riflessioni corte e protratte a lungo]- Modo di intrattenersi alla santa presenza di Dio per mezzo di passi della Sacra Scrittura e di riflessioni relative a questi passi.

87 I su esposti sei modi di mettersi alla presenza di Dio, sono utili ad aiutare l'anima a soffermarsi per breve tempo durante l'Orazione; ma è bene precisare che essi assicurano la presenza di Dio solo in modo passeggero e, per così dire, esterno all'anima,  perché essi le procurano la presenza di Dio solo con ragionamenti e riflessioni molteplici, e, quando si tratta delle verità di fede, questo metodo ottenebra l'anima più che illuminarla e la chiude invece di aprirla all'approfondimento dei sacri misteri contenuti in queste verità; e allontana l'anima da Dio invece di avvicinarla a lui, a meno che tali ragionamenti e riflessioni siano fondati e sostenuti da sentimenti di fede.

88 Un mezzo più facile per compenetrarsi della presenza di Dio in modo interiore, è riflettere su una frase biblica che ci richiami il ricordo della presenza di Dio come, ad esempio, il versetto 8 del salmo 16: Mi sono proposto di avere sempre Dio dinanzi a me. ( Sal 16,8 )

Subito dopo si può fare una riflessione su di essa senza, però, perdersi in ragionamenti perché la ragione distrugge la Fede o, almeno, l'ostacola in qualche modo, e quindi le nuoce e le impedisce di avere la necessaria vivezza per imprimerla fortemente nella mente e nel cuore.

89 Sulla citata frase si può, ad esempio, fare questa riflessione: È davvero una fortuna avere sempre la mente occupata alla presenza di Dio che anticipa la felicità celeste. ( Sal 16,8 )

Restare quindi più a lungo che si può, con la maggiore attenzione possibile, semplice e viva al tempo stesso, a meditare su di essa.

Una riflessione di questo genere non è certo oppressa dal ragionamento.

90 L'idea che la mente si è formata e l'attenzione che vi pone, non solo non le impediscono ma neanche la distraggono dal riflettere su di essa che, essendo verità di fede, fa sì che la mente si compenetri di questa verità e che questa compenetrazione la illumini a tal punto che non potrà più fare a meno di adorarla in Dio e fuori di Dio come fosse uscita dalle sue labbra, ( Mt 4,4 ) per usare il nostro modo di esprimerci.

91 In questa specie di attenzione non bisogna affaticare la mente, perché non è raro che così avvenga, soprattutto quando si è agli inizi, nel timore che, non essendo diventati esperti e non trovandovi grande felicità, si arrivi a disgustarsene.

92 Quando ci accorgiamo che è inutile continuare a riflettere su una frase, aggiungendo riflessione a riflessione, è opportuno rivolgere la mente ad un'altra riflessione che, essendo nuova e capace di toccare il cuore, ottiene il risultato che la verità che ci si era proposto di far penetrare nella mente e nel cuore, vi penetri sotto una luce nuova.

93 A questo punto è possibile rivolgere la mente a questa nuova riflessione e cioè, che ama molto poco Dio chi di rado pensa di essere alla sua presenza. ( Sal 16,8; Gen 28,16 )

94 Questa riflessione che richiama alla mente un nuovissimo pensiero, rinnova, per così dire, l'interesse e rende facile alla mente applicarsi ad essa.

Fatto questo, è opportuno ritornare sia alla frase biblica da cui si era partiti sia alla nuova riflessione fatta e restare a meditare il più a lungo possibile.

95 Se l'interesse per questa nuova applicazione viene ancora a mancare, potremo trovare altri argomenti di riflessione, in modo da riuscire a dedicare alla presenza di Dio tutto il tempo che avevamo stabilito.

96 E così, fermando l'attenzione a un pensiero di fede, congiunta a qualche riflessione, acquisteremo un po' per volta la facilità di applicarci alla presenza di Dio con semplice attenzione.

97 I sei modi sinora proposti per mettersi alla presenza di Dio, essendo concepiti come verità di fede, possono aiutarci a stare consapevolmente alla presenza di Dio, purché le riflessioni che faremo su ognuno di questi sei modi siano rare, ma continuate a lungo, come s'è detto finora, senza fare ragionamenti.

98 Questo modo di mettersi alla presenza di Dio con l'attenzione e le riflessioni rare ma protratte a lungo, può essere chiamato non una semplice attenzione, ma un'attenzione mista a riflessioni.

E poiché le riflessioni sono rare e non ragionate, e anche le disposizioni dell'anima alla presenza di Dio attraverso l'attenzione sono scarse, è certo che - un po' alla volta - essa riuscirà ad acquistarla.

Applicazione alla presenza di Dio per mezzo della semplice attenzione.

99 L'applicazione alla presenza di Dio, per mezzo della semplice attenzione, consiste nello stare dinanzi a Dio in un semplice atteggiamento interiore di fede in lui che è presente, e nel restarvi per un certo tempo che potrà durare, più o meno, otto o quindici minuti a seconda che l'anima vi si sentirà occupata e attirata interiormente.

100 Capita anche a diverse anime, che sono interiormente disoccupate, ovvero libere dall'amore per le cose create, che Dio faccia loro la grazia di perdere di rado e eventualmente mai la presenza di Dio, il quale fatto è per essi una felicità anticipata e un anticipo della felicità celeste.

101 Ma, di solito, un'anima non arriva a godere questo vantaggio, se non ha conservato l'innocenza durante tutta la vita o se non è stata a lungo fedele a Dio.

Ma anche se non si è completamente purificata, non solo dai peccati e da qualsiasi affetto ai più piccoli di essi, anche se non si è completamente spogliata delle sue inclinazioni e da ogni esigenza umana, è necessario anche che si sia interamente svincolata da ciò che piace ai sensi e allo spirito e che sia divenuta quasi insensibile a queste cose; e, infine, che non si fidi più della sua volontà ma che la volontà di Dio, che agisce in lei, sia ormai il movente delle sue azioni.

Da quanto detto si desume che la presenza e l'azione di Dio in lei deve essere l'unico oggetto, o quasi l'unico, della sua applicazione.

102 Soltanto allora queste anime potranno affermare con S. Paolo: Non sono più esse che vivono, ma che Gesù Cristo vive in esse ( Gal 2,20 ) e che, per così dire, vivono la vita stessa di Dio, che consiste nel pensare solo a lui e a ciò che lo riguarda e ad agire solo per lui. ( Gv 5,30; Gv 8,29.55; Gv 14,31 )

103 Le anime che si trovano in questo stato e in queste disposizioni, considerano le creature solo secondo il rapporto che hanno con Dio e, per conseguenza, trovano che sia degno di essere amato solo ciò che viene da Dio, e, ormai, diventa loro impossibile separare l'idea delle creature da quella di Dio.

104 Benché sia impossibile intuire alla perfezione la differenza che c'è tra il modo di mettersi alla presenza di Dio per mezzo di riflessioni e ragionamenti e il modo di farlo per mezzo di una semplice attenzione, possiamo, tuttavia, servirci di questo che ora proponiamo o di un altro simile, per dare un'idea approssimativa di questa differenza e permettere di capirla nei limiti percepibili da una mente umana.

105 Se, ad esempio, una persona che non è esperta di pittura e che osserva un bel quadro, non sarà capace di esprimere un giudizio sulla eccellenza e sulla perfezione di esso è perché non sa in che cosa esse consistano; mentre gli esperti di pittura sanno bene perché esso è bello.

106 Se questa persona vuole imparare a esprimere un giudizio sulla bellezza di detto quadro, è obbligata a farsi istruire da un bravo pittore per imparare da lui, ragionandoci su, perché quel quadro è eccellente e quali sono i suoi pregi artistici.

E anche necessario che questo pittore induca la persona di cui è maestro a riflettere su quanto gli va dicendo a proposito della bellezza di quel quadro.

107 Il pittore, invece, che conosce a perfezione l'arte della pittura, non appena scorge un quadro dipinto bene non ha bisogno ne di ragionamenti ne di lunghe e frequenti riflessioni per riconoscere la bellezza, di cui si è reso conto non appena l'ha guardato.

108 A lui basta un breve momento di attenzione per ammirarne la bellezza; resta, poi, molto a lungo a considerarne la perfezione senza annoiarsi ne pensare che sta lì ad ammirarlo da troppo tempo, perché la bellezza del quadro cattura la sua attenzione e la contemplazione di esso gli da sommo diletto.

Anzi, più l'ammira, più lo trova bello e piacevole ai suoi occhi e si sente maggiormente invogliato a penetrarne gli aspetti eccellenti che sbalordiscono tanto gli ammiratori.

109 Fatte le debite proporzioni, si può dire che avvenga così anche a noi quando, durante l'orazione, ci mettiamo a riflettere alla presenza di Dio.

110 Una persona che si ritira dal mondo, o che standovi ancora, vuole fare orazione anche se, fino a quel momento, non si è dedicata ad altro che a soddisfare l'intelletto e i sensi, non sa l'arte di conoscere Dio ne di pensare interiormente a lui e alla sua presenza.

111 Sembra, quindi, che il modo che le convenga di più, per pensare a lui, sia convincersi attraverso lunghi ragionamenti, poggiati su motivi di fede, che possano aiutarla a compenetrarsi di questa divina presenza, senza però estraniare completamente la sua mente dalle cose sensibili.

Perché risulta molto difficile a parecchi - e ad altri addirittura impossibile - che la nostra mente riesca a passare, all'improvviso, dagli interessi terreni a quelli puramente spirituali.

112 Sembra, quindi, più opportuno far penetrare dolcemente le cose spirituali nell'anima di chi vuoi iniziare a consacrarsi a Dio e a fare orazione per mezzo delle cose sensibili, rivestite e vivificate da motivi di fede; e di adoperare tali mezzi per aiutare l'anima a mettersi alla presenza di Dio, piuttosto che rivolgere subito le nostre facoltà intellettive verso argomenti puramente spirituali ( completamente svincolati da ciò che è materiale ), e alla presenza di Dio attraverso la pura e semplice attenzione.

113 Se questa pratica venisse scelta dalle anime che seguono la via ordinaria, servirebbe solo a farle annoiare durante l'orazione e, forse, a disgustarle per sempre della vita spirituale, perché, per mancanza della illuminazione, della penetrazione di Dio e degli esercizi interiori dell'anima, esse riterrebbero, in un primo momento, come impossibile ciò che, col passare del tempo e con la pratica frequente dell'orazione, diventerà poi non solo possibile, ma addirittura facile e piacevole.

114 È quindi necessario che queste persone, quando iniziano a fare orazione, si servano pure del ragionamento e di frequenti riflessioni che siano, nella maggior parte dei casi, tenere e affettuose: solo così riusciranno a mettersi alla presenza di Dio.

115 Tuttavia a una persona che, da lungo tempo, si è applicata all'orazione e a cui riesce facile mettersi alla presenza di Dio, in modo interiore, basta, di solito, mantenere la mente in un semplice raccoglimento, e avere una semplice attenzione alla presenza di Dio, per mantenere il suo spirito fisso e fermo, almeno mentre fa orazione, cercando di non allontanarsene durante questo tempo.

116 Questa semplice attenzione dà a quest'anima una consolazione interiore che le procura compiacimento e gusto in questo pensiero, senza bisogno di mescolarvi altri pensieri o riflessioni per fissarvi la mente.

117 Perché questa semplice attenzione, pur non avendo alcuna mira speciale e introspezione alcuna, occupa così tenacemente la mente e penetra così a fondo nel cuore che, lungi dal doverle fornire altri pensieri e fornire al cuore altri affetti al di fuori dell'amore di Dio, non possono, ne l'una ne l'altro, ammettere altro pensiero che questo.

118 E per mezzo di questa semplice attenzione che l'anima si libera completamente delle creature ed entra, senza accorgersene, in una più luminosa conoscenza e in una più intima penetrazione dell'Essere divino e delle sue divine perfezioni.

Difatti, se Dio entra in possesso di un'anima ed è da lei intimamente posseduto, non può permettere nulla in lei che non le appartenga o agisca per lui, ma vuole che non ci sia più nulla in lei che sia in disaccordo con l'idea che egli ha e che sia ancora troppo naturale.

119 Quando un'anima si è sufficientemente purificata e liberata dai più piccoli peccati per entrare subito in questa disposizione di semplice attenzione alla presenza di Dio, accorcia il cammino nella pratica del bene e nell'esercizio dell'orazione ( che gli renderà facile compenetrare il suo animo della presenza di Dio ), e appiana di molto le difficoltà.

120 È necessario, però, che questa anima, che non vuole avere ritardi sul cammino intrapreso, controlli se stessa con molta diligenza, se vuole svincolarsi da tutti i legami naturali, perché Dio concede questa grazia alle anime molto pure o che intende purificare, con la sua specialissima bontà, facendo loro percorrere questa via.

121 È comunque opportuno notare a proposito del modo di mettersi alla presenza di Dio, che non basta soffermarsi durante un tempo troppo breve, perché è proprio essa a farci acquistare maggiormente lo spirito di orazione e l'applicazione interiore che meglio ci confà.

Bisogna, quindi, occuparvi la mente il più a lungo possibile e non rivolgerla ad altri argomenti finché è possibile soffermare l'attenzione su questo.

Ha qui termine la spiegazione della prefazione: le pagine che seguono servono a spiegare i nove atti della prima parte.

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