Spiegazione del metodo di orazione

I tre atti che si riferiscono a nostro Signore

161 Dopo quanto si è detto, non si può essere ancora sicuri di aver fatto un atto di contrizione perfetto e completo; è necessario quindi che dopo di esso si facciano tre atti che si riferiscono a Nostro Signore, e che costituiscono gli ultimi tre della prima parte dell'orazione.

162 I tre atti che si riferiscono a Nostro Signore sono:

1 - Un atto di applicazione dei meriti di Nostro Signore.

2 - Un atto di unione a Nostro Signore.

3 - Un atto di invocazione dello Spirito di Nostro Signore.

Atto si applicazione

163 Si fa un atto di applicazione dei meriti di Nostro Signore perché, non essendo certi di aver fatto un atto di contrizione che abbia tutti i requisiti, è bene cercare di attirare su di noi i meriti della Passione di Nostro Signore e le grazie che ha meritato per noi con la sua morte, per cui, coprendo i nostri peccati con un velo che li nasconda agli occhi di Dio, ( Sal 85,3; Sal 78,38 ) abbiamo maggiori possibilità di comparire dinanzi a lui, durante l'orazione, in un modo che gli sia gradito. ( Lc 18,9-14 )

164 L'atto di applicazione dei meriti di Nostro Signore si fa pregandolo di applicarci i meriti della sua Passione; riusciremo così più accetti a Dio suo Padre e più disposti a ricevere le sue grazie e i suoi lumi nell'orazione, durante la quale dobbiamo fare di tutto per arrivare a piegare Dio con le nostre preghiere, perché abbia la bontà di concederci ciò che gli domandiamo. ( Eb 4,14-16; Gv 15,16 )

165 Ecco come si può fare l'atto di applicazione dei meriti di Nostro Signore:

a. È vero, o mio Dio che, quando sono alla tua presenza, il mio cuore dovrebbe essere così compenetrato di orrore per il peccato, da riuscire a eliminarlo completamente: solo allora mi troverai degno di intrattenermi con tè.

b. Ma il mio cuore è così incline a commetterlo, che io non sono assolutamente in grado di conoscere, e tanto meno di esserne certo, se l'orrore e il dolore, che ne ho concepito, sono veri e se sono deciso a fare ciò che ho pensato.

c. Prego, quindi, insistentemente Gesù Cristo Nostro Signore, di avere la bontà di applicarmi i meriti che, gratuitamente, ha acquistato per me, con la sua Passione e Morte; meriti che, da soli, sono già efficacissimi ed eccezionali, per cui, essendo da essi ricoperto, non dovrebbe più apparire in me la minima traccia di peccato.

Così trasformato ti sarò più gradito e sarò più disposto a ricevere le tue grazie e i tuoi lumi durante l'orazione, e, avendo eliminato tutto ciò che ti contraria, sarò in condizione di ricevere le tue copiose benedizioni, ( Ef 1,1-3 ) e potrò usufruire dell'effetto delle mie preghiere, perché nulla è più capace di rendermi degno di essere rivestito dei tuoi meriti, che danno all'anima una purezza e un candore a tal punto splendenti che, per i loro meriti, apparirà in un momento, al tuo sguardo, completamente trasformata.

d. Questa, mio Gesù, è la grazia che ti domando.

Atto di unione a Nostro Signore

166 E vero che l'atto di applicazione dei meriti di Nostro Signore, se è fatto bene, può renderci graditi a Dio, può convincerlo a tenerci volentieri alla sua presenza e farci conseguire l'effetto delle nostre preghiere.

167 Se è vero che, in virtù di questo atto, i nostri peccati sono come nascosti agli occhi di Dio. ( Sal 85,3; Sal 78,38 ) e che, a motivo degli efficacissimi menu di Nostro Signore, che ci vengono applicati, Dio non avrà più di essi ricordo, ( Is 43,25; Ger 31,34 ) è pur vero che ci rimane l'obbligo di soddisfare per essi.

Perché i meriti della passione e della morte di Nostro Signore ci vengono applicati per aiutarci a distruggere in noi il peccato, a condizione che soddisfaceremo completamente e interamente alla pena da esso meritata.

È quindi opportuno non accontentarsi di fare un atto di applicazione dei meriti di Nostro Signore; ( Eb 4,14-18 ) bisogna aggiungervi anche un atto di unione a Nostro Signore unendoci alle sue disposizioni ulteriori quando faceva orazione, ( Eb 5,1-10 ) pregandolo, anzi, di fare orazione con noi e di esporre a suo Padre le nostre necessità considerandoci come cose che gli appartengono, come sue membra che non hanno e non possono avere ( 1 Cor 12,27 ) una vita ulteriore, non possono muoversi e agire senza di lui. ( At 17,27 )

Quelli che sono in lui possono avere queste cose solo se è lui ad animarle.

168 Debbono persuadersi che se Nostro Signore ha la bontà di unirsi ad essi nell'orazione e di fare orazione con essi, allora l'Eterno Padre gradirà molto la loro orazione e attirerà su di essi copiosissime grazie. ( Eb 10,1-8 )

169 Ecco come possiamo fare l'atto di unione a Nostro Signore:

a. Mio dolce Gesù, mi unisco alle disposizioni interiori che avevi mentre facevi orazione. ( Gv 14,11 )

Allora soltanto eri veramente in tuo Padre e tuo Padre in tè; è allora che pensavi ciò che egli pensava, amavi ciò che egli amava, e adoravi i suoi divini voleri su di tè, perché la tua applicazione consisteva nel loro compimento in tè.

b; Fa che anch'io faccia ciò che vuoi. ( At 22,10 )

c. Presenta tu la mia orazione ed esponi, ti prego, le mie necessità all'Eterno Padre. ( Eb 4,14-18 )

d. Consentimi e aiutami a pensare a lui, ad amarlo in tè perché, in tè e per tè, ottenga ciò che non riesco a ottenere da solo.

Così, nulla di ciò che avrai la bontà di domandare per me, mi verrà rifiutato, perché sono convinto di quanto tu affermi, che sei sempre ascoltato dall'eterno Padre. ( Gv 11,41-42 )

Concedimi, dunque di pensare a lui per mezzo tuo e di amarlo attraverso tè.

e. Entra in me, ti prego, come in una cosa che ti appartiene e vivificami come uno delle tue membra. ( 1 Cor 12,27 )

f. Fa che rimanga in tè e tu in me, perché il poco che compio, posso compierlo solo se io resterò in tè e tu resterai in me, ( Gv 15,4-5 ) perché sei l'Autore di ogni bene. ( 1 Cor 8,6; 2 Cor 1,3 )

g. Concedi, in fine, alla mia vita interiore di mantenersi e di conservarsi con l'aiuto di quella che tu vivi in me, perché, come il ramo della vite sugge la linfa solo se resta unito al tronco, così, amabile Gesù, ( Gv 15,4 ) la mia anima avrà vita, movimento e attività interiore, ( At 17,26 ) solo se resterà unita a tè e lo sarò un tutt'uno con tè e in tè. ( Gv 15,4 )

Atto di invocazione dello spirito di Nostro Signore

170 Non può bastare, durante l'orazione, avere attirato a noi Nostro Signore, ne di esserci uniti a lui e alle sue sante disposizioni nel farla e neanche di avergli chiesto di farla in noi.

Potrebbe accadere, infatti, di non riuscire a restare a lungo in tali disposizioni, a motivo delle distrazioni da cui la mente può essere assalita durante l'orazione, anche perché il nostro animo riesce a concepire solo pensieri naturali e umani, con la conseguenza di non ricavarne alcun frutto.

Appare chiaro che è necessario continuare a pregare Nostro Signore di infonderci il suo spirito per riuscire a fare orazione sotto la sua guida.

Se però vogliamo essere davvero riempiti, dobbiamo rinunciare al nostro spirito e alle nostre idee e ammettere in noi, durante l'orazione, solo quelle che questo Santo Spirito vorrà ispirarci e comunicarci durante questo tempo, in modo da riuscire a mettere in pratica quanto afferma S. Paolo, che è lo Spirito di Dio che prega in noi, perché da soli non riusciremo ( Gen 4,6 ) ad avere neanche un buon pensiero che provenga da noi. ( 2 Cor 3,5 )

171 Ecco come si può fare l'atto detto di invocazione dello spirito di Nostro Signore:

a. Mio Salvatore Gesù che hai diffuso il tuo divino Spirito sui santi Apostoli mentre facevano orazione nel Cenacolo, ( At 1,14; At 2,1-2 ) dove avevano ricevuto il tuo santo corpo dalle tue mani, ( Mc 14,12-25 )

b. concedimi, ti prego, la grazia di ricevere oggi, questo Santo Spirito che mi guiderà durante questa orazione, in modo che dopo esserne entrato pienamente in possesso, tu possa allontanare da me ogni pensiero personale e io possa occuparmi, per la durata dell'orazione, solo di quelli che il tuo divino Spirito si compiacerà ispirarmi e fare penetrare in me.

Afferma S. Paolo: nessuno può dire "amen" in modo degno di Dio se non interviene lo Spirito Santo, ( 1 Cor 12,3 )

c. Sarà questo Spirito che farà ascendere la mia orazione fino a tè come incenso di graditissimo odore, ( Sal 141,2 ) e che, in seguito, conserverà in me lo spirito di orazione e alimenterà il fuoco che, nel frattempo, hai acceso in me. ( Lc 12,49 ) per usare le tue divine espressioni.

d. Dirò dunque con la Chiesa: Vieni santo Spirito e, dall'alto dei cieli, fa scendere in noi un raggio della tua luce.

172 I modelli dei singoli atti, che sono stati presentati in questa prima parte dell'orazione, sono stati proposti con l'intento di aiutare i principianti che non riescono ancora a farli da soli.

173 Saranno essi a scegliere ciò che giudicano più opportuno, ciò che potrà essere loro utile; se non possono giovarsene, ne faranno altri sul modello di quelli che vengono qui proposti, secondo che la mente e il cuore suggeriranno loro.

174 Nessuno pretende che prendano l'abitudine di servirsi dei modelli presentati in queste pagine, altrimenti la loro orazione non sarebbe più una semplice orazione che sgorga dal cuore, ma si trasformerebbe in preghiera vocale, che non sarebbe per loro così utile, come se provenisse dallo Spirito Santo ( a cui compete animarli a fare orazione ) e dall'intimo del cuore.

175 Si comporteranno, in questo modo, con gli altri atti che saranno loro proposti nella Spiegazione delle due restanti parti dell'Orazione.

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