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Trattato VI

Lo spirito dell'istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane che è lo spirito di fede

La fede deve essere luce e guida di tutti i cristiani, per indirizzarli e condurli sulla via della salvezza: perciò san Paolo afferma che il giusto, cioè il vero cristiano, vive di fede.

Egli, infatti, si comporta e agisce mosso da prospettive e motivi di fede.

È, quindi, sommamente importante che i Fratelli delle Scuole Cristiane - il cui fine particolare è educare nello spirito del cristianesimo i ragazzi affidati alle loro premure e farglielo acquistare - siano sempre compenetrati e pervasi da questo spirito.

Essi debbono considerare i sentimenti e le massime di fede come la regola delle loro azioni e di ogni loro atteggiamento e lo spirito di fede come lo spirito del loro Istituto.

Lo spirito del nostro Istituto è dunque:

1° uno spirito di fede che impegna chi ne fa parte:

- a considerare tutto con gli occhi della fede;

- ad agire sempre sotto lo sguardo di Dio;

- ad attribuire tutto a Dio

tenendo sempre presente quanto afferma Giobbe: Il signore mi aveva dato tutto, il Signore mi ha tolto tutto ( Gb 1,21 ): mi è, dunque, capitato solo ciò che a lui piace.

Passi di questo genere se ne possono trovare in continuazione nella Sacra Scrittura e sulla bocca degli antichi patriarchi.

Per entrare in questo spirito i Fratelli della Società debbono avere un profondissimo rispetto per la Sacra Scrittura e, per darne testimonianza, porteranno sempre con sé il Nuovo Testamento e non lasceranno trascorrere neanche un giorno senza leggerne qualche pagina con sentimenti di fede, di rispetto e di venerazione per le parole divine che vi sono contenute.

I Fratelli della Società daranno vigore alle loro azioni con sentimenti di fede e terranno sempre presenti gli ordini e la volontà di Dio che adoreranno in ogni cosa e sui quali avranno cura di regolare la propria vita e di vivere in conseguenza.

Metteranno, perciò, molta cura a custodire i loro sensi e a servirsene solo quando è necessario, perché debbono farlo solo per obbedire agli ordini e alla volontà di Dio ( Eb 10,36 ).

Cercheranno di controllarsi continuamente per non compiere - nel limite del possibile - alcuna azione istintivamente, per abitudine o per motivi puramente umani.

Faranno in modo, invece, di agire sempre sotto la guida di Dio, animati dal suo spirito e con l'intenzione di fargli piacere.

Faranno attenzione a vivere, il più a lungo possibile, alla santa presenza di Dio, cercando di rinnovarla ogni tanto, persuasi che debbono pensare solo a lui e a ciò che egli comanda circa i loro doveri e i loro impegni.

Allontaneranno, invece, dal loro animo le idee e i pensieri vani che potrebbero distrarli dal compimento del loro dovere, a cui debbono assolutamente attendere e senza il quale non possono ne acquistare ne conservare lo spirito del loro Istituto.

2° Lo spirito di questo Istituto consiste anche in uno zelo ardente di istruire i ragazzi e di educarli nel santo timore di Dio; di aiutarli a conservare l'innocenza, se non l'hanno perduta, e di inculcare loro un grande orrore per il peccato per allontanarli da tutto ciò che potrebbe far loro perdere la purezza.

Per entrare in questo ordine di idee, i Fratelli della Società si sforzeranno con la preghiera, l'istruzione, la vigilanza e il buon comportamento, di procurare la salvezza dei ragazzi a loro affidati, educandoli alla vita di pietà e al vero spirito cristiano, seguendo le regole e le massime evangeliche.

Spiegazione dello spirito dell'istituto

-  Qual è lo spirito del nostro Istituto?

Lo spirito di fede.

- Cos'è lo spirito di fede?

È lo spirito che si lascia guidare e condurre, in ogni sua manifestazione, dalle massime e dai sentimenti di fede, attinti soprattutto nei libri sacri.

- Quali sono gli effetti che lo spirito di fede deve produrre in chi lo possiede?

Sono tre:

1° considerare tutto con gli occhi della fede;

2° fare tutto in considerazione di Dio;

3° attribuire tutto a Dio.

- Che significa considerare tutto con gli occhi della fede?

Vuole dire che dobbiamo considerare le creature come le considera Dio e come la fede vuole che siano considerate.

Ad es.: Se ci troviamo davanti a un bell'edificio e vogliamo valutarlo con gli occhi della fede, potremo riflettere che la sua bellezza è solo esteriore e serve solo a soddisfare i sensi; che questa bellezza è fugace e di breve durata e che di quel palazzo non resterà pietra su pietra, ( Mt 24,2; Mc 13,2; Lc 19,44; Lc 21,6 ) anzi neanche il ricordo.

- In quanti modi si possono considerare le creature?

In quattro modi:

1° con gli occhi della carne;

2° con gli occhi della natura;

3° con i lumi della ragione;

4° con la luce della fede.

- Che significa considerare le cose con gli occhi della carne?

Che le consideriamo solo per le loro apparenze esteriori e per il piacere che la carne prova quando ne gode.

Ad es.: Se consideriamo il cibo come cosa ottima solo perché è gradita al gusto e perché il corpo prova piacere a prenderlo, questo significa considerare una cosa con gli occhi della carne.

Se, invece, riflettiamo su questa azione e sul suo valore intrinseco, ci rendiamo subito conto che è un'azione spregevole che rende gli uomini simili agli animali.

- Che significa considerare le cose con gli occhi della natura?

Osservarla secondo l'attrattiva naturale o la ripugnanza che si ha per essa.

Siamo portati, ad es., a mangiare una pietanza non per il piacere sensuale che si prova ma perché ne abbiamo voglia; rifiutiamo, invece, di mangiarne un'altra perché ci ripugna.

- Che significa considerare le cose con gli occhi della ragione?

Darne una valutazione seguendo i principi razionali.

La ragione, ad es., ci fa considerare il cibo come cosa utile perché serve a conservare gli uomini in vita.

Allo stesso modo siamo portati a considerare una tavola come un oggetto utile perché ci serve per scrivere, per mangiare o per poggiarvi qualsiasi cosa.

- Che significa considerare le cose con gli occhi della fede?

Prenderle in considerazione secondo gli insegnamenti della fede.

San Paolo, nella lettera ai Filippesi, ( Fil 3,19 ) ci fa considerare i crapuloni come idolatri perché considerano il loro ventre come un Dio e si vantano di ciò che, invece, dovrebbe farli vergognare.

E la fede, infine, che ci fa considerare la povertà come un guadagno, perché Nostro Signore proclama beati i poveri, come leggiamo nel Vangelo. ( Mt 5,3 )

- Qual è il secondo effetto che lo spirito di fede deve produrre in chi la possiede?

Agire sempre sotto lo sguardo di Dio.

- Che significa sotto lo sguardo di Dio?

Che, nel compiere le azioni, bisogna avere Dio presente e considerarlo come principio e fine di quanto facciamo.

- Che significa avere Dio presente in ciò che facciamo?

Pensare in quel momento che siamo alla presenza di Dio.

- Che significa considerare Dio come il principio delle nostre azioni?

Considerare Dio come il primo autore e il motore di ciò che facciamo.

Questo pensiero ci deve indurre a fare tutto sotto la guida del suo divino Spirito.

- Che significa considerare Dio come il fine delle nostre azioni?

Fare tutto per la sua gloria e solo per fargli piacere.

- Qual è il terzo effetto che lo spirito di fede deve produrre in chi lo possiede?

Attribuire tutto a Dio.

- Che significa?

Accettare sia il bene che il male, perché Dio così dispone, ripetendo, magari, le parole di Giobbe: Il Signore mi aveva tutto dato, il Signore mi ha tolto tutto, sia benedetto il suo santo Nome ( Gb 1,21 ).

- Quali mezzi ci sono stati dati e che sono i più adatti a farci acquistare lo spirito di fede e a lasciarci guidare da esso?

I principali sono sette:

1° Avere un profondo rispetto per la Sacra Scrittura.

2° Rinvigorire le nostre azioni con sentimenti di fede.

3° Avere sempre presenti gli ordini e la volontà di Dio.

4° Riuscire a frenare i sensi.

5° Sorvegliarci in continuazione per non agire - nel limite del possibile - per istinto, per abitudine o per motivi umani.

6° Essere molto attenti alla santa presenza di Dio e ravvivarla ogni tanto.

7° Allontanare dalla mente ogni pensiero vano che potrebbe distrarci dai nostri doveri.

- Qual è, dunque, il primo mezzo per acquistare lo spirito di fede e lasciarci guidare da esso?

Avere un profondo rispetto per la Sacra Scrittura.

- Da quali segni possiamo renderci conto di avere questo profondo rispetto?

Da questi due segni:

1° Se portiamo tutti i giorni con noi il testo sacro.

2° Se ogni giorno ne leggiamo qualche pagina con sentimento di fede.

Ma, soprattutto, se compiamo questi due doveri col più sincero rispetto per le divine parole che vi sono contenute e per essere fedeli osservanti della Regola.

- Qual è il secondo mezzo per acquistare lo spirito di fede e per vivere di fede?

Animare le nostre azioni con sentimenti di fede.

- Come possiamo riuscirci?

Compiendo le nostre azioni per motivi di fede, imprimendo nella mente - ad es. - qualche passo della Sacra Scrittura che ci solleciti e ci aiuti a compiere bene l'azione che stiamo facendo.

Quando siamo a tavola, ci possiamo immedesimare con questo testo paolino: Sia che beviate, sia che mangiate, fatelo per la gloria di Dio ( 1 Cor 10,31 ), ovvero con quest'altro: Il regno dei cieli non consiste sul bere e sul mangiare ( Rm 14,17 ) ma nel rivestirsi di Nostro Signore Gesù Cristo ( Rm 13,14 ).

- Qual è il terzo mezzo che ci è stato dato per acquistare lo spinto di fede e per vivere di fede?

Avere presente, in ogni cosa, gli ordini e la volontà di Dio.

- Come agire per seguire gli ordini e la volontà di Dio in ogni cosa?

Osservando questi tre precetti:

1° Riconoscere e adorare in ogni cosa gli ordini e la volontà di Dio.

2° Regolare la nostra vita secondo gli ordini e la volontà di Dio.

3° Compiere le nostre azioni con l'intento di eseguire gli ordini e la volontà di Dio.

- Che significa riconoscere gli ordini e la volontà di Dio in in ogni cosa?

Essere profondamente persuasi e convinti che non esiste alcun caso in cui non si compia la volontà di Dio.

- Che significa adorare Dio o gli ordini e la volontà di Dio in ogni cosa?

Adorarlo nelle creature e nei casi della vita, specialmente in quelli che ci capitano perché voluti o permessi da lui che ci ama e vuole il nostro maggior bene.

Ecco un esempio: ricevo uno schiaffo da una persona: io adoro in questo fatto Dio, i suoi ordini e la sua volontà, perché è lui che ha permesso, e forse voluto, nei miei confronti, che quella persona mi trattasse così.

- Che significa comportarsi e agire secondo gli ordini e la volontà di Dio?

Prendere gli ordini e la volontà di Dio come regola del nostro comportamento in tutto ciò che facciamo.

- Quale testimonianza possiamo dare per attestare che consideriamo la volontà di Dio come la regola del nostro comportamento, vivendo sotto una Regola e in dipendenza di un Superiore?

Vivere in completa sottomissione alla Regola e sotto l'ubbidienza del Superiore, con l'intento di obbedire a Dio e di compiere la sua santa volontà.

- Vivendo sottomessi alla Regola, siamo certi di vivere e di agire in sottomissione agli ordini e alla volontà di Dio?

Sì, perché nulla ci può dare maggior assicurazione di fare la volontà di Dio del compimento dei doveri del nostro stato.

Questo avviene con certezza quando osserviamo fedelmente la Regola.

- Siamo ugualmente certi di fare la volontà di Dio ubbidendo al Superiore?

Certo, perché, parlando dei Superiori, Gesù si esprime così nel suo Vangelo: Chi ascolta voi, ascolta me. ( Lc 5,16 )

San Paolo a sua volta, nella lettera agli Ebrei ( Eb 13,17 ) raccomanda: Obbedite ai vostri superiori, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da rendere conto.

- Che significa compiere le azioni con l'intento di obbedire a Dio e di compiere la sua volontà?

Compiere le nostre azioni perché siamo persuasi e crediamo che è Dio che lo vuole: mangiare, ad es., dormire, divertirsi, solo per obbedire alla volontà di Dio, che vuole da noi queste cose.

E così che riusciremo a santificare le nostre azioni - anche le più vili e le più naturali - proprio perché le facciamo per accontentare Dio e perché si compia la sua santa volontà.

Dobbiamo cercare di avere questa visione in ciò che facciamo e lasciarci guidare da una regola che è giusta e retta e non soggetta a cambiare e a subire le minime alterazioni.

- Qual è il quarto mezzo che può aiutarci ad acquistare lo spirito di fede e a lasciarci guidare da esso?

Riuscire a frenare i sensi, a farne uso solo in caso di necessità e a servircene solo per eseguire gli ordini e la volontà di Dio.

- Che bisogna fare per riuscire a usare i sensi solo in caso di necessità?

Servirsene solo se siamo obbligati a fame uso perché è necessario farlo.

- In pratica, cosa bisogna fare per servirsi dei sensi secondo gli ordini e la volontà di Dio?

Farne uso solo quando siamo convinti che è Dio a volerlo.

Se crediamo, ad es., che Dio non gradisce certi sguardi, dobbiamo smettere di guardare; dobbiamo usare gli occhi quando è necessario, perché Dio ce li ha dati per usarli, appunto, solo quando è necessario e non per cercarvi soddisfazione.

Ne consegue che se usiamo i sensi per il piacere che essi procurano, ci allontaniamo da ciò che Dio vuole.

- Qual è il quinto mezzo di cui ci si può servire per avere lo spirito di fede e per lasciarci guidare da esso?

Fare di tutto per avere un continuo controllo di noi stessi, per non compiere alcuna azione per istinto, per abitudine o per motivi umani.

Nel limite del possibile, s'intende.

- Che significa agire per istinto?

Comportarsi come gli animali, assecondando, cioè, le inclinazioni naturali.

Ho voglia, ad es., di mangiare o di dormire: se lo faccio con il solo scopo di soddisfare le esigenze della natura, questo è agire per istinto.

- Che significa agire per abitudine?

Compiere un'azione senza un vero motivo, ma solo perché siamo abituati a fare così.

Mi alzo, ad es., a tale ora, prego Dio, ascolto la S. Messa, prendo l'acqua benedetta o compio qualsiasi altra buona azione… senza riflettere, ma solo perché ho fatto sempre così.

- Che significa agire per motivi umani?

Compiere un'azione, mossi solo dalla speranza o per paura degli altri.

Compio, ad es., una buona azione perché so di essere osservato.

Ovvero perché temo di dispiacere a qualcuno o anche perché spero di avere una ricompensa.

- Cosa si può fare per non agire per istinto, per abitudine o per motivi umani?

Rientrare ogni tanto in noi stessi per esaminare i motivi che ci spingono ad agire e per sceglierne uno buono.

- Qual è il sesto mezzo per acquistare lo spirito di fede e lasciarci guidare da esso?

Essere molto attenti alla santa presenza di Dio e rinnovarla di tanto in tanto.

- In che modo la presenza di Dio ci aiuta a lasciarci guidare dallo spirito di fede?

Dapprima portandoci a compiere le azioni per rispetto di Dio, poi facendoci agire con modestia e raccoglimento, proprio perché Dio è presente, e allontanandoci, infine, dal peccato, qualunque esso sia, perché dispiace a Dio e offende lo sguardo della sua divina Maestà.

- Qual è il settimo mezzo per acquistare lo spirito di fede?

Allontanare dalla nostra mente le idee e i pensieri vani, che potrebbero distrarla dalle pratiche sopra proposte, che sono molto importanti, e senza le quali non riusciremo mai ne ad acquistare ne a conservare lo spirito del nostro Istituto che è, appunto, lo spirito di fede.

Poiché esso costituisce un tutt'uno con lo spirito cristiano e con lo spirito del nostro stato, non dobbiamo omettere nulla per rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di possedere questo spirito con la perfezione che Dio si aspetta da noi.

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