Il combattimento cristiano

18.20 - Gesù Cristo è vero uomo

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che il Figlio di Dio non ha assunto un vero uomo, né che è nato da una donna, ma ha voluto mostrare a quelli che lo vedevano una falsa carne e un'immagine simulata del corpo umano.

Non sanno come la sostanza di Dio che amministra tutta la creazione non può assolutamente corrompersi.

E tuttavia predicano che questo sole visibile sparge i suoi raggi attraverso tutte le brutture e le immondizie dei corpi e pure li conserva dovunque mondi e puri.

Se dunque le cose pure visibili possono venire a contatto con le cose visibili immonde e non si corrompono, quanto più l'invisibile e immutabile Verità, assumendo l'anima per mezzo dello spirito e il corpo per mezzo dell'anima, avendo preso l'uomo completo, lo ha liberato da tutte le infermità senza alcuna contaminazione!

Perciò provano maggiori difficoltà e, temendo che la Verità si inquini di carne umana, ciò che non può avvenire, affermano che la Verità ha mentito.

E, avendo Egli detto col suo precetto: Sia nella vostra bocca: Sì, sì, e no, no ( Mt 5,37 ) e gridando l'Apostolo: Non era in lui sì e no; in lui era sì, ( 2 Cor 1,19 ) costoro sostengono che tutto il suo corpo sia stato una falsa carne, di modo che a loro non sembra di imitare il Cristo, se non mentendo ai loro uditori.

19.21 - Gesù Cristo ha non solo il corpo e l'anima dell'uomo, ma anche lo spirito

Non dobbiamo ascoltare coloro che professano la Trinità in una sostanza eterna, ma che osano dire che l'uomo stesso, assunto nel tempo, non aveva la mente di uomo, ma solamente l'anima e il corpo.

Come se dicessero: non fu uomo ma aveva le membra di corpo umano.

Anche le bestie hanno l'anima e il corpo, ma non hanno la ragione, che è propria della mente.

Se pertanto bisogna riprovare coloro che negano che egli abbia avuto un corpo umano, la qual cosa nell'uomo è parte secondaria, mi meraviglio che costoro non arrossiscano quando negano che Cristo abbia avuto quello che nell'uomo è il massimo.

Molto è da deplorare la mente umana, se è vinta dal suo corpo, se poi in quell'uomo la mente umana non è stata resa alla forma primiera, in lui il corpo stesso umano ha ricevuto già la dignità della forma celeste.

Ma sia lontano da noi credere ciò che la temeraria cecità e la superba loquacità ha immaginato.

20.22 - L'unione dell'uomo con Dio in Gesù Cristo non è solo morale ma reale

Non dobbiamo dare ascolto a coloro che affermano che da quella eterna Sapienza è stato assunto l'uomo, che è nato da una vergine, allo stesso modo come anche da essa diventano sapienti altri uomini, che sono perfettamente saggi.

Ignorano infatti il mistero proprio di quell'uomo e credono che ciò che egli ha avuto di più rispetto agli altri tanto beati consiste nell'essere nato da una vergine.

Questo stesso privilegio, se essi lo considerassero attentamente, forse crederebbero ch'egli lo abbia meritato più che gli altri, precisamente per il carattere unico di tale unione.

Altro è divenire sapiente solamente per la Sapienza di Dio ed altro è portare la Persona stessa della Sapienza di Dio.

Sebbene la natura del corpo della Chiesa sia la stessa, tuttavia chi non capisce che c'è molta differenza tra il Capo e le altre membra?

Se infatti il Capo della Chiesa è quell'uomo, per la cui assunzione il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi; ( Gv 1,14 ) le altre membra sono tutti i santi, per mezzo dei quali si compagina e si completa la Chiesa.

Come infatti l'anima dà vita a tutto il nostro corpo e lo vivifica, ma sente nel capo vedendo, udendo, odorando, gustando e toccando, nelle altre membra invece solamente toccando; e perciò al capo tutte le membra sono soggette per operare, esso poi è collocato sopra per provvedere a tutto, poiché l'anima, la quale provvede al corpo, in certo modo sostiene tutta la persona, ivi infatti si manifesta ogni sentimento: così per tutto il popolo dei santi, come un solo corpo, il capo è il Mediatore di Dio e degli uomini l'uomo Cristo Gesù. ( 1 Tm 2,5 )

E perciò la Sapienza di Dio, e il Verbo in principio per il quale tutto è stato fatto, ( Gv 1, 1.3 ) non assunse quell'uomo come gli altri santi, ma in modo molto più eccellente e sublime: come fu necessario che fosse assunto solo colui nel quale la Sapienza doveva mostrarsi agli uomini, così conveniva che quella si mostrasse in maniera visibile.

Perciò altra è la sapienza del resto degli uomini, quali che siano, o poterono essere, o lo potranno; e altro quell'unico Mediatore di Dio e degli uomini l'uomo Cristo Gesù, che della stessa Sapienza per la quale divengono sapienti tutti gli altri uomini, non solo ha il beneficio, ma porta anche la persona.

Degli altri spiriti sapienti e spirituali rettamente si può dire che abbiano in sé il Verbo di Dio per il quale tutte le cose sono state create.

Ma in nessuno di essi rettamente si può dire che il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi, cosa che molto rettamente si dice solo del Signore nostro Gesù Cristo.

21.23 - Il Verbo si è fatto carne significa: il Verbo si è fatto uomo

Meno ancora sono da ascoltare coloro che dicono che il solo corpo umano è stato assunto dal Verbo di Dio e così interpretano ciò che fu detto: E il Verbo si fece carne, ( Gv 1,14 ) così che dicono che quell'uomo non ha avuto o l'anima o alcunché di umano se non la sola carne.

Errano molto, né intendono che è stata nominata la sola carne proprio in ciò che è stato detto: Il Verbo si fece carne, perché agli occhi degli uomini, per i quali è avvenuta tale assunzione, poté apparire la sola carne.

Infatti, se è assurdo e particolarmente indegno che quell'uomo non abbia avuto uno spirito umano come prima abbiamo dimostrato, quanto più assurdo e indegno che egli non abbia avuto né spirito né anima ed abbia avuto soltanto ciò che anche nelle bestie è più vile e più basso, cioè il corpo.

Dalla nostra fede dunque si escluda questa empietà, e crediamo che l'uomo intero e perfetto sia stato assunto dal Verbo di Dio.

22.24 - Gesù Cristo è nato da una donna

Non dobbiamo prestare ascolto a coloro che dicono che nostro Signore ha avuto un corpo tale e quale apparve nella colomba, che Giovanni Battista vide discendere dal cielo e fermarsi su di Lui come segno dello Spirito Santo.

Così infatti tentano di persuadere che il Figlio di Dio non è nato da una donna, perché se bisognava mostrarsi agli occhi degli uomini, dicono, poté assumere un corpo così come lo Spirito Santo.

Infatti anche quella colomba non nacque da un uovo, dicono, e tuttavia poté apparire agli occhi degli uomini.

A costoro bisogna rispondere, prima di tutto, ciò che ivi leggiamo che lo Spirito Santo apparve in forma di colomba a Giovanni, ( Mt 3,16 ) dove leggiamo che Cristo nacque da una donna. ( Mt 1,20 )

E non bisogna in parte credere al Vangelo e in parte non credere.

Donde infatti credi che lo Spirito Santo sia apparso in forma di colomba, se non perché lo hai letto nel Vangelo?

Dunque anch'io credo che Cristo sia nato da una vergine perché l'ho letto nel Vangelo.

Il motivo per cui lo Spirito Santo non è nato da una colomba, come Cristo da una donna, dimostra che lo Spirito Santo non era venuto a liberare i colombi, ma a significare agli uomini l'innocenza e l'amore spirituale, che visibilmente è stato raffigurato sotto l'apparenza di colomba.

Invece, nostro Signore Gesù Cristo che era venuto a liberare il genere umano e procurare la salvezza e agli uomini e alle donne, non disprezzò i primi, perché assunse il sesso maschile, né le seconde, perché nacque da una donna.

A ciò poi si aggiunge un grande mistero, che, poiché per mezzo di una donna la morte era caduta su di noi, per mezzo di una donna la vita risorgesse in noi, in modo che il diavolo vinto fosse sconfitto riguardo all'una e all'altra natura, cioè femminile e maschile, poiché esso ( il diavolo ) si rallegrava della rovina di entrambi i sessi.

Minor pena sarebbe stata per il diavolo, se ambedue i sessi fossero stati liberati in noi, senza essere stati liberati anche per mezzo di ambedue i sessi.

Non vogliamo però dire che solamente Gesù Cristo abbia avuto un vero corpo, e che lo Spirito Santo sia apparso ingannevolmente agli occhi degli uomini, ma crediamo ambedue quei corpi veri corpi.

Come non era necessario che il Figlio di Dio ingannasse gli uomini, così non conveniva che li ingannasse lo Spirito Santo; ma a Dio onnipotente, che creò dal nulla la creatura universale, non era difficile formare un vero corpo di colomba senza l'aiuto di altri colombi, come a Lui non fu difficile formare un vero corpo nel grembo di Maria senza seme virile: in quanto la natura corporea obbedisce al comando e alla volontà del Signore e per formare un uomo nelle viscere di una donna e per formare una colomba nello stesso mondo.

Ma gli uomini stolti e gretti non credono che si possa fare da parte di Dio onnipotente quello che essi non possono fare, o che giammai videro nella loro vita.

23.25 - Il Figlio di Dio ha patito per noi

Non dobbiamo ascoltare coloro che pertanto vogliono obbligarci ad annoverare il Figlio di Dio tra le creature, per il fatto che ha patito.

Dicono infatti: se ha patito, è mutevole, e, se è mutevole, è una creatura, in quanto la sostanza divina non può essere mutevole.

Anche noi conveniamo con costoro e che la sostanza divina è immutabile e che la creatura è mutevole.

Ma altro è essere creatura, altro è assumere la creatura.

L'Unigenito Figlio di Dio che è la Potenza e la Sapienza di Dio ( 1 Cor 1,24 ) e il Verbo per cui tutto è stato fatto, ( Gv 1,3 ) perché non può assolutamente mutare, assunse l'umana creatura che, caduta, si degnò sollevare e, invecchiata, rinnovare.

Né per la sua passione Egli è stato cambiato in peggio, ma piuttosto, mediante la risurrezione, l'ha cambiata in meglio.

Né per questo si deve negare che il Verbo del Padre, cioè l'Unigenito Figlio di Dio, per cui tutto è stato fatto, sia nato ed abbia patito per noi.

Infatti diciamo pure che i martiri hanno patito e sono morti per il regno dei cieli, né tuttavia le loro anime sono state uccise nella loro passione e morte.

Dice infatti il Signore: Non temete quelli che uccidono il corpo ma non possono far nulla all'anima. ( Mt 10,28 )

Come dunque diciamo che i martiri hanno patito e sono morti nel corpo che portavano senza uccisione o morte dell'anima, così diciamo che il Figlio di Dio ha patito ed è morto nell'umanità che portava senza alcun cambiamento o morte della divinità.

24.26 - Il corpo del Signore è risuscitato

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che il corpo del Signore non è risuscitato, tale e quale fu deposto nel sepolcro.

Se non fosse stato il medesimo, Egli non avrebbe detto dopo la sua risurrezione ai discepoli: Palpate e vedete, poiché lo spirito non ha ossa e carne, come vedete che io ho. ( Lc 24,39 )

È infatti sacrilego credere che il Signore nostro, essendo Egli stesso la Verità, abbia mentito in qualche cosa.

Né ci turbi ciò che è scritto, che a porte chiuse improvvisamente apparve ai discepoli ( Gv 20,26 ) e in modo da negare che quello sia stato un corpo umano, perché vediamo che l'entrare a porte chiuse sia contro la natura di questo corpo.

Tutto è possibile a Dio. ( Mt 9,28 )

È chiaro che camminare sulle acque ( Mt 14,25 ) è contro la natura di questo corpo.

E tuttavia non solo lo stesso Signore vi camminò prima della passione, ma vi fece camminare anche Pietro. ( Mt 14,29 )

Così dunque anche dopo la sua risurrezione fece quello che volle del suo corpo.

Se poté prima della passione glorificarlo come lo splendore del sole, ( Mt 17,2 ) perché non avrebbe potuto anche dopo la passione portarlo a tanta sottigliezza da Lui voluta in un istante, così da poter entrare attraverso le porte chiuse?

25.27 - Gesù Cristo è asceso al cielo

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che nostro Signore non abbia portato con sé in cielo quello stesso corpo e ricordano ciò che è scritto nell'Evangelo: Nessuno sale in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, ( Gv 3,13 ) e dicono che il corpo, poiché non è disceso dal cielo, non è potuto salire in cielo.

Non si rendono conto perché il corpo non è salito in cielo.

Il Signore è salito; il suo corpo non è salito, ma è stato elevato in cielo, elevandolo Colui che è salito.

Se, per esempio, qualcuno discende nudo da una montagna, e disceso si riveste e rivestito sale nuovamente, giustamente diciamo: nessuno sale se non chi è disceso; e non consideriamo la veste che egli ha sollevato con sé, ma noi diciamo solamente che lo stesso che si è rivestito è salito.

26.28 - Gesù Cristo è assiso alla destra del Padre

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che il Figlio non siede alla destra del Padre.

Dicono: forse che Dio Padre ha il lato destro e sinistro come i corpi?

Neppure noi pensiamo questo di Dio Padre.

Dio infatti non è circoscritto o limitato da alcuna forma di corpo.

Ma la destra del Padre è la perpetua felicità che è promessa ai santi, come la sinistra di Lui assai giustamente è detta la miseria perpetua che è inflitta agli empi, in modo che si capisce che in Dio stesso non c'è la destra e la sinistra, ma nelle creature, nel modo come abbiamo detto.

Così anche il corpo di Cristo, che è la Chiesa, dovrà essere nella stessa destra cioè nella stessa beatitudine, come dice l'Apostolo, in quanto Egli risuscitò anche noi e ci fece sedere insieme con Lui nei cieli. ( Ef 2,6 )

Sebbene il nostro corpo non sia ancora lì, tuttavia la nostra speranza è già di là.

Perciò anche lo stesso Signore dopo la risurrezione comandò ai discepoli, che trovò mentre pescavano, di gettare le reti nella parte destra. ( Gv 21,6-11 )

Fatto ciò, presero pesci che erano tutti grandi, significando così i giusti, ai quali è promessa la destra ( la felicità ).

Ciò significa quello che anche disse nel giudizio, che gli agnelli li avrebbe posti alla sua destra, i capretti invece alla sua sinistra. ( Mt 25,33 )

27.29 - Il giorno del giudizio

Non dobbiamo ascoltare coloro che dicono che non verrà il giorno del giudizio e ricordano quello che nel Vangelo è scritto: "Colui che crede in Cristo non sarà giudicato; chi invece non crede in Lui è già stato giudicato". ( Gv 3,18 )

Dicono: se anche colui che crede non verrà in giudizio e colui che non crede è già stato giudicato, dove sono quelli che Egli giudicherà nel giorno del giudizio?

Non si rendono conto che le Scritture si esprimono in tal modo da introdurre il tempo passato al posto del futuro.

Ciò che l'Apostolo disse di noi, come sopra dicemmo, non è ancora accaduto, che cioè ci ha fatto sedere insieme con Lui negli spazi celesti, ( Ef 2,6 ) ma poiché certissimamente avverrà, così ci è stato detto come se già sia accaduto.

Così anche lo stesso Signore disse ai discepoli: Tutte le cose che ho udito dal Padre mio, le ho fatte conoscere a voi, ( Gv 15,15 ) e poco dopo dice: Io ho molte cose da dirvi, ma per adesso voi non le potete comprendere. ( Gv 16,12 )

Quale la ragione dunque per cui aveva detto: Tutte le cose che ho udito dal Padre mio le ho fatte conoscere a voi, se non perché quello che avrebbe fatto certissimamente per mezzo dello Spirito Santo, lo disse come se lo avesse già fatto?

Così dunque quando sentiamo: Chi crede in Cristo non verrà in giudizio intendiamo che non verrà alla dannazione.

Si dice infatti giudizio invece di dannazione, come dice l'Apostolo: Chi non mangia non giudichi colui che mangia, ( Rm 14,3 ) cioè non pensi male di lui.

Anche il Signore dice: Non giudicate affinché non siate giudicati. ( Mt 7,1 )

Non infatti egli ci toglie l'intelligenza del giudizio, allorquando anche il Profeta dice: Se veramente amate la giustizia, giudicate rettamente, o figli degli uomini, ( Sal 58,2 ) e lo stesso Signore dice: Non giudicate secondo il vostro modo di vedere, ma giudicate con giusto giudizio. ( Gv 7,24 )

Ma in quel passo in cui proibisce di giudicare, ci ammonisce di non condannare alcuno il cui pensiero non ci è chiaro o non sappiamo quale sarà in futuro.

Così dunque quando disse: Non verrà a giudizio, disse cioè che non verrà a condanna.

Chi poi non crede, è già giudicato, volle dire che è già condannato per la prescienza di Dio, il quale sa quello che attende i non credenti.

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