Discorsi su argomenti vari

Indice

Sul sacrificio vespertino

E sull'inizio del Vangelo di Giovanni

1 - Segno della croce. Sacrificio della croce
2 - Giovanni mandato prima di Cristo come lampada prima della luce del giorno
3 - Due mondi
4 - I Giudei e i Gentili
5 - Il potere di diventare figli di Dio

1 - Segno della croce. Sacrificio della croce

Debbo farvi un discorso sul sacrificio vespertino.

Abbiamo infatti pregato col canto e, pregando, abbiamo cantato: Si alzi a te la mia preghiera come incenso; le mie mani siano alzate in sacrificio vespertino. ( Sal 141,2 )

Nella preghiera riconosciamo l'uomo, nell'alzarsi delle mani vediamo la croce.

È il segno che ci facciamo sulla fronte, il segno per cui siamo salvi.

Segno irriso [ in Cristo ] perché fosse onorato, disprezzato perché fosse glorificato.

Dio si manifesta perché l'uomo lo preghi; e Dio si nasconde per potere, come uomo, morire.

Se lo avessero conosciuto infatti non avrebbero mai crocifisso il Dio della gloria. ( 1 Cor 2,8 )

Questo sacrificio dunque, in cui la vittima è lo stesso sacerdote, ci ha riscattato per il sangue versato dal Creatore.

Non con quel sangue ci ha creato ma con quel sangue ci ha riscattati.

Noi siamo stati creati da colui che in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. ( Gv 1,1 )

Da lui siamo stati creati.

Il discorso prosegue così: Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e nulla è stato fatto senza di lui. ( Gv 1,3 )

Questi è il nostro Creatore.

Ed ora ascolta da chi siamo stati redenti: Quello che è stato fatto in lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; e la luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno accolta. ( Gv 1,4-5 )

È sempre di Dio che si parla.

Si parla sempre di Colui che resta immutabile, di Colui che richiede, per essere visto, la purificazione del cuore.

Ma ancora non ha detto come si ottiene la purificazione.

Ha detto: La luce splende fra le tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.

Ma perché non ci siano più le tenebre, perché possano accoglierla le tenebre dei peccatori, le tenebre degli infedeli, perché dunque essi cessino di essere tenebre e possano accogliere la luce, il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi.

Considerate ora il Verbo: il Verbo fatto carne, il Verbo prima dell'incarnazione: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Tutte le cose per mezzo di lui furono fatte.

Dov'è qui il sangue sparso?

Qui si parla di chi ti ha creato, non del tuo riscatto.

Dove si parla della redenzione?

Ecco: Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi.

2 - Giovanni mandato prima di Cristo come lampada prima della luce del giorno

Osserva quello che è stato detto poco sopra: La luce - è stato detto - splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. ( Gv 1,5 )

Siccome le tenebre non hanno accolto la luce, era necessaria agli uomini una testimonianza di uomo.

La loro vista non giungeva a sostenere la luce del giorno; forse poteva tollerare quella di una lucerna.

Poiché dunque i loro occhi non erano idonei a vedere la luce del giorno, ma comunque tolleravano la luce della lampada, vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.

Egli venne per rendere testimonianza alla luce. ( Gv 1,6-7 )

Ma chi è, da chi è mandato costui, per rendere testimonianza alla luce?

Come mai non era la luce, ma solo una lampada?

Consideralo anzitutto come lampada.

Vuoi sentire il rapporto tra lampada e luce del giorno, tra luce del giorno e lampada?

[ Gesù disse ]: Voi avete inviato messaggeri a Giovanni … e avete voluto per qualche tempo rallegrarvi alla sua luce; egli era una lampada che arde e risplende. ( Gv 5,33.35 )

Giovanni [ l'evangelista ] che luce aveva davanti agli occhi, per disprezzare la lampada?

Egli - dice - non era la luce ma doveva rendere testimonianza alla luce. ( Gv 1,8 )

A quale luce? Ecco: Egli era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. ( Gv 1,9 )

Se illumina ogni uomo, dunque anche Giovanni Battista.

Chi non voleva ancora rivelarsi come giorno, aveva intanto acceso la sua lampada come testimonianza.

Ma era una tale lampada che doveva la sua luce allo splendore del giorno.

Ascolta lo stesso Giovanni che lo proclama: Noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. ( Gv 1,16 )

Veniva ritenuto lui il Cristo, ma egli protestava di essere semplice uomo.

Veniva creduto il Signore, ma egli proclamava di esserne il servo.

Fai bene, lampada, a riconoscere la tua piccolezza, perché il vento della superbia non ti spenga.

C'era, infatti, la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo, cioè ogni essere capace di essere illuminato; in sostanza ogni uomo che ha mente e ragione che lo renda capace di essere partecipe del Verbo.

3 - Due mondi

Dove era la vera luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo con la sua anima razionale?

Era nel mondo.

Ma anche la terra e il sole e la luna erano nel mondo.

Attento, occhio della mente umana alla luce del tuo giorno.

Era in questo mondo e il mondo aveva cominciato ad esistere per suo tramite. ( Gv 1,10 )

Era qui in modo tale da esserci anche prima che ci fosse il mondo, non perché quasi non avesse il posto dove stare.

Dio infatti abitando contiene, non è contenuto.

Così egli era nel mondo in un modo stupefacente, in un modo che non si può esprimere.

Il mondo fu fatto per tramite suo eppure il mondo non lo riconobbe. ( Gv 1,10 )

Ma qual è esattamente il mondo che tramite lui fu fatto?

In principio Dio creò il cielo e la terra, ( Gen 1,1 ) perché tutte le cose tramite suo furono create.

E qual è questo mondo che non lo riconobbe?

C'è mondo e mondo, come c'è casa e casa; c'è la casa come costruzione, e la casa come abitanti.

Quando si dice: « Fece una grande casa, costruì una bellissima casa » ci si riferisce alla costruzione edilizia.

Ci si riferisce invece agli abitanti quando si dice: « È una buona casa. Dio la benedica », oppure: « É una cattiva casa. Dio ne abbia pietà ».

Concludendo: quando si dice: il mondo tramite suo fu creato si allude tanto all'abitazione quanto agli abitatori.

Quando si dice: il mondo non lo conobbe si allude solo a chi lo abita.

4 - I Giudei e i Gentili

Venne fra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto. ( Gv 1,11 )

E allora perché venne come se non sapesse che i suoi non l'avrebbero accolto?

Ma ascolta perché è venuto: per quanti lo accolsero.

Vi furono dunque suoi che non lo accolsero e suoi che lo accolsero.

Ci fu un mondo che non gli credette e un mondo che tutto intero ebbe fede in lui.

Quando dico: « Tutto l'albero è pieno di foglie » non per questo s'intende che non ci sia posto per i frutti.

L'una cosa è implicita nell'altra: albero pieno di foglie, albero pieno di frutti; foglie che vanno disperse, frutti che vanno raccolti.

Dunque voi, suoi fedeli, suoi servi, voi che amate Dio, dei quali egli è la gloria, la speranza, la ricchezza, quando sentite: I suoi non lo accolsero, non affliggetevi.

Voi siete suoi perché avete creduto.

Quando si dice: I suoi non l'accolsero, di chi si tratta?

Probabilmente dei Giudei, un tempo chiamati dall'Egitto, liberati dalla forza della sua mano potente, fatti passare salvi attraverso il Mar Rosso, su terreno asciutto, senza più nemici che li inseguissero, alimentati con la manna, liberati dalla schiavitù, condotti al regno, e riscattati con tanti benefici.

Ecco chi sono « i suoi » che non lo accolsero.

Ma non accogliendolo divennero estranei.

Erano inseriti sul buon ulivo.

Ma per la loro superbia furono abbattuti.

C'era invece per tutto il mondo l'ulivo selvatico, disprezzato, per l'amarezza delle sue bacche tenuto in nessun conto.

Tutto il mondo era infestato da questo ulivo selvatico e tuttavia per l'umiltà esso meritò di essere innestato lì dove l'ulivo buono per la sua superbia meritò di essere tagliato. ( Rm 11,17 )

Senti come parla l'ulivo superbo che è degno di essere abbattuto: Noi non siamo nati in servitù.

Abbiamo per padre Abramo.

Gli fu risposto: Se foste figli di Abramo, agireste come Abramo.

E alla dichiarazione: Non siamo nati in servitù si può contrapporre: Veramente liberi sarete se il Figlio di Dio vi libererà.

Vi vantate di essere liberi? Ricordatevi che chiunque pecca è servo del peccato. ( Gv 8,33-39 )

Quanto più al sicuro saresti, o uomo, quando fossi servo di un altro uomo anziché di una perversa cupidigia!

Essi, da parte loro, con la loro superbia non accolsero l'Umile.

Guarda invece come l'ulivo selvatico fu degno di essere innestato, nella figura di quel centurione non della stirpe degli israeliti ma dei pagani.

Egli disse: Signore, non sono degno che tu entri nella mia casa. ( Mt 8,8 )

E il Signore di rimando: In verità vi dico: Non ho trovato tanta fede in Israele. ( Mt 8,10 )

Non ho trovato sull'ulivo quello che ho trovato sull'oleastro.

Dunque l'ulivo superbo sia tagliato, e invece sia innestato l'umile oleastro.

Vedilo mentre inserisce, mentre taglia: Perciò vi dico che molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente. ( Mt 8,11 )

Verrà molto ulivo selvatico da innestarsi sull'ulivo buono e dimoreranno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. ( Mt 8,11 )

Hai sentito in che modo l'umile oleastro è inserito, ora ascolta come il superbo ulivo è tagliato: I figli del Regno andranno nelle tenebre esteriori.

Qui vi sarà pianto e stridore di denti. ( Mt 8,12 )

Perché? Perché i suoi non lo accolsero.

E perché venne inserito l'oleastro?

Perché a tutti coloro che lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio. ( Gv 1,12 )

5 - Il potere di diventare figli di Dio

Solleva il tuo cuore, o genere umano, respira aria di vita e di sicurissima libertà.

Che cosa odi, che cosa ti viene promesso?

Diede a loro il potere. Quale potere?

Non certo quello di cui gli uomini vanno orgogliosi, di giudicare delle vite umane, di emettere sentenze discriminando innocenti da colpevoli.

Il potere - ha detto - di diventare figli di Dio. ( Gv 1,12 )

Infatti figli non erano, ma lo diventavano, perché Colui, per il cui mezzo si diventa figli di Dio, prima era Figlio di Dio e poi si è fatto figlio dell'uomo.

Essi erano figli di uomini e diventarono figli di Dio.

Si è abbassato ad essere ciò che non era, lui che ben altro era e ha innalzato te ad essere ciò che non eri, te che ben altro eri.

Solleva dunque la tua speranza.

É cosa grande ciò che ti è stato promesso, ma ben grande è colui che te l'ha promesso.

É una cosa grandiosa, sembra incredibile, si riterrebbe impossibile che figli di uomini possano diventare figli di Dio.

Ma in loro favore fu fatto ancor di più, perché il Figlio di Dio si è fatto figlio dell'uomo.

Solleva dunque la tua speranza, o uomo.

Scaccia dal tuo animo l'incredulità.

É avvenuto qualcosa ancora più incredibile di ciò che ti è stato promesso.

Già era stupefacente che l'uomo potesse avere la vita eterna, che potesse giungervi.

Ma è cosa ancor più stupefacente il fatto che Dio sia giunto per te alla morte.

Come puoi dubitare delle promesse se hai ricevuto una tale garanzia?

Vedi dunque in che modo egli ti riassicura, in che modo avvalora la promessa divina: A quanti l'accolsero diede il potere di diventare figli di Dio.

Con che tipo di generazione? Non certo con quella usuale, tradizionale, transitoria, fisica.

Non da carne o da sangue - è stato detto - né da volontà di uomo, ma da Dio sono stati generati. ( Gv 1,13 )

Ti stupisci? La cosa ti appare incredibile?

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. ( Gv 1,14 )

Ecco donde proviene il sacrificio della sera.

Inseriamoci in esso: Colui che per noi si è offerto lo si offra insieme con noi.

Così col sacrificio della sera si elimina la vita vecchia, e al sorgere del giorno nasce quella nuova.

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