La storia della Chiesa

Indice

II. Agostino

1. L'Impero Romano era stato il quadro in cui s'era sviluppata e rinvigorita la Chiesa ( i cristiani vedevano in questa coincidenza l'attuazione di un piano divino ).

Sotto la sua protezione la Chiesa aveva incominciato a plasmare la nuova vita cristiana.

Proprio nel momento in cui la parte occidentale dell'Impero cominciò a vacillare sotto l'urto delle popolazioni germaniche e il tramonto della civiltà antica entrò nello stadio acuto ( § 33 ), Dio diede alla sua Chiesa l'uomo che compendiò in sé:

1) tutto il lavoro fino allora in essa compiuto;

2) l'antica civiltà greco- romana;

3) tutto ciò plasmò potenziandolo creativamente, con la sua eminente personalità e santità a tal punto che questa ricchezza fu capace di guidare, in maniera determinante, la formazione spirituale e politica del futuro nuovo mondo del medioevo: Aurelio Agostino.

2. La potente efficacia di sant'Agostino è dovuta soprattutto alla molteplicità e profondità creativa delle sue cognizioni intellettuali che gli riservano un posto accanto a Platone, e nello stesso tempo alla sua potente personalità, entrambe caratterizzate e rese feconde da una straordinaria forza religiosa.

L'elemento religioso in Agostino era di un'ampiezza non comune; esso fu realizzato e illuminato dalla fede cristiana.

Questa figura è dominata da qualcosa di attraente, qualcosa che tocca interiormente e che nel corso dei secoli non è mai venuto meno.

Nello stesso tempo ci sta dinanzi un genio, quale la storia solo raramente ha visto, e un eroico lottatore.

Veniamo a conoscenza di esperienze singolarmente profonde, illuminanti, veramente rigeneranti, di rivoluzioni, nel senso vero della parola, intellettuali, religiose e morali.

Agostino divenne cristiano attraverso un processo evolutivo lungo, misterioso, talvolta sereno, ma più spesso faticoso, anzi tormentato nel quale - secondo la sua espressione - Dio lo cercava e finalmente lo prese prigioniero.

Su di lui per un certo tempo s'abbatté il dubbio, anzi una vera disperazione circa la possibilità di trovare la verità.

La ricerca appassionata del vero, la lotta eroica della volontà, l'esperienza del fallimento morale, l'angoscia per i peccati e, infine, il felice rifugio nella grazia di Dio che trovò poi espressione in un'adorazione ricca di idee95 quasi inesauribile, rivelano una ricchezza davvero inconcepibile di valori spirituali, più esattamente religiosi, in fondo cristiani.

Egli ha gustato e sofferto tutte le altezze e le bassezze dell'umanità, tutta la sua miseria, ma anche le gioie della scienza universale e dell'attività creativa.

Come conseguenza di questo cercare, restò in lui una grande umiltà che gli faceva dire ai Manichei: « Contro di voi possono arrabbiarsi coloro che non hanno mai provato quanto sia difficile raggiungere la verità ».96

Egli è ottimamente caratterizzato nella sua profondità più intima dalle sue parole, più spesso citate che comprese, che non sono soltanto l'attacco, ma quasi la sorgente da cui scaturisce il getto travolgente delle sue « Confessioni » ( come riflesso della sua evoluzione ): « Il nostro cuore è inquieto, o Dio, finché non riposi in Tè ».

Agostino fu « una delle anime più religiose che mai siano esistite ».

Tutta la sua vita era incentrata in Dio.

Egli ne era alla ricerca molto tempo prima che ne fosse cosciente, un'anticipazione vivente delle profonde parole di Pascal: « Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato ».

Dopo la sua conversione sentì Dio più vicino e più certo del mondo stesso.

3. a) Agostino nacque nel 354 a Tagaste in Numidia.

Suo padre era pagano; sua madre, che noi veneriamo come santa, Monica, era cristiana e fece accogliere il ragazzo fra i catecumeni.

Da studente tenne una condotta moralmente assai sfrenata.

Le sue « Confessioni » sono piene del pentimento più amaro per questo.

Dopo il termine del curricolo di studi ( divenne maestro di retorica ), iniziò l'evoluzione interna, di straordinaria ricchezza, che abbiamo già menzionata; essa gli comunicò tutta la cultura fino allora elaborata, che egli, dotato com'era di altissimo ingegno, poté assimilare in modo vivo ed elaborare creativamente.

Il primo approfondimento del suo pensiero gli fu suggerito dall'« Hortensius », uno scritto filosofico di Cicerone.

A 20 anni ( dal 375 ), inquieto e in cerca della verità, divenne « uditore » ( il grado più basso) presso i Manichei.

Per nove anni non riuscì a staccarsi da questa eresia che, per sua fortuna, lo fece diventare scettico.

La sua insicurezza interiore divenne sempre maggiore e pur tuttavia continuò incessantemente la sua ricerca della verità.

b) Nel 383 andò a Milano come professore di retorica.

Lì doveva vivere il periodo più decisivo del suo sviluppo.

Mentre prima le narrazioni della Sacra Scrittura gli erano sembrate solo delle « fiabe da bambini », ora, sotto l'influsso di sant'Ambrogio, la lettura della Bibbia divenne per lui una cara abitudine.

In questo periodo il Neoplatonismo, a cui spesso attingeva anche Ambrogio, influì su di lui, scuotendolo in modo decisivo.

Di esso gli rimasero indelebilmente impressi i princìpi di vita spirituale e le concezioni speculative fondamentali.

Sia la forma del suo concetto di Dio ( = summum bonum ), come la sua religiosità mistica ( contemplazione di questo sommo bene ) derivano da esso.

Il Neoplatonismo dischiuse ad Agostino un nuovo mondo soprasensibile, religioso, una nuova speranza nella redenzione e comunione con Dio.

Questo terreno spirituale così preparato fu pienamente fecondato dalle lettere di san Paolo.

Agostino ascoltò la chiamata della Grazia e nella notte di Pasqua del 387, all'età di 33 anni, si fece battezzare con suo figlio e un amico da sant'Ambrogio.

c) Prima del viaggio di ritorno in Africa, a Ostia ( novembre 387 ) morì sua madre Monica.

Seguirono tre anni di solitudine nella sua proprietà di Tagaste, dedicati alla preghiera e allo studio; furono i grandi esercizi spirituali del Santo in preparazione al ministero a servizio della Chiesa.

Nel 391 Agostino fu consacrato sacerdote, nel 395 divenne vescovo di Ippona.

d) Da vescovo ( dal 396 ) viveva assieme al suo clero come un monaco.

La sua vita fu piena di ogni specie di attività pastorale: l'azione ( attività caritativa; vita di sacrificio ), la parola ( predicazione, catechesi per il clero e per il popolo ), le sue opere letterarie ( v. sotto ) e la preghiera.

Morì nel 430, mentre i Vandali assalivano la sua città e una nuova epoca stava per iniziare, "il Medioevo".

4. a) Gli scritti di Agostino sono di genere filosofico, filosofico-storico, esegetico, dogmatico, polemico, catechetico e autobiografico.

A questo ultimo appartengono:

1) le sue famose « Confessioni », uno dei più grandi libri della letteratura mondiale, che esercitò un immenso influsso in tutti i tempi fino ai nostri giorni;

2) le sue « Retractationes », una specie di sguardo retrospettivo e autocritica dei suoi numerosi scritti composti fino al 427.

b) Il suo libro che ha esercitato maggiore influenza è senz'altro « La città di Dio ».

Esso è rivolto contro alcune accuse che consideravano il corso della storia universale come confutazione delle dottrine cristiane o come contrastante con la bontà di Dio.

Esso offre una geniale filosofia della storia spiccatamente cristiana che ha influito in modo essenziale sulle concezioni medioevali, anzi, le ha propriamente fondate; esso spiega in chiave di apologià di fronte alle obiezioni cristiane e pagane, con l'aiuto delle idee di provvidenza, libero arbitrio, eternità e anche soprattutto di volontà imperscrutabile di Dio, il senso del male e del dolore nel corso della storia: ci sono due civitates, una è di Dio, l'altra del demonio.

La città di Dio è il potere spirituale, alla luce della Rivelazione detentore naturale anche del potere temporale, anche se in questo secolo è ad esso comunemente soggetto; è opera divina al cui compimento lavora la storia universale.

Attraverso la « legge eterna » il legislatore divino stabilisce, con determinazione misteriosa, il numero degli eletti ai quali appartiene la città di Dio.

La comunione degli eletti è la vera e propria civitas Dei, la città di Dio, ma appunto invisibile!

Perciò fino al giudizio dell'ultimo giorno queste due civitates, di Dio e del demonio, sono reciprocamente intrecciate.

E i giusti, pertanto, non sono semplicemente e sempre identificabili, finché non sia venuto quel giorno.

Questo per il fatto che ci sono nemici della Chiesa che non sono nemici di Dio, anzi un giorno saranno accolti come figli di Dio; al contrario molti, che sono segnati dal Sacramento, non vengono salvati ( cfr. pag. 29, nota 3 ).

Ai predetti scritti vengono aggiunte ancora le sue numerose prediche e lettere; queste ultime di rado trattano questioni personali; sono piuttosto dei trattati filosofico-teologici.

5. a) L'importanza teologica di Agostino si fonda principalmente su un duplice fatto: egli fu:

1) il sostenitore della dottrina del peccato e della Grazia ( di fronte al Pelagianesimo );

2) il difensore della Chiesa visibile, gerarchicamente costituita quale unica mediatrice di salvezza,97 e della sua santità oggettiva ( di fronte al Donatismo, v. § 29 ).

Anche la Cristologia reca tracce profonde della vasta fecondazione che Agostino ricevette dal contatto con la Scrittura e attraverso la sua illuminata comprensione della persona del Redentore.

Già prima di Efeso e di Calcedonia ( § 27 ) egli insegnava la fede ortodossa circa l'unica persona in Cristo e le due nature.

Egli avrebbe forse potuto soffocare in germe la diffusione delle controversie cristologiche, se non fosse morto alla vigilia del concilio di Efeso.

b) Intellettualmente Agostino si riallaccia in primo luogo alla filosofia stoica; attinge inoltre largamente a Platone ( Neoplatonismo ) e, come teologo, al lavoro spirituale dei Padri della Chiesa greca.

In lui troviamo la religione come conoscenza quasi allo stesso modo ( ma in maniera più profonda ) che negli apologeti del II secolo.

Ad essa però si aggiunge, come carattere determinante, un duplice elemento:

1) un contatto intimo e naturale, che supera ogni riflessione e ogni formula, con Dio, principio di ogni essere;

2) egli sperimenta personalmente in sé la forza del peccato, il bisogno di redenzione dell'uomo, l'onnipotenza della Grazia; e perciò la teologia paolina del peccato e della Grazia è pienamente al centro della sua considerazione: Tutte e due le correnti teologiche, riunite da Agostino, dominarono il Medioevo.

6. Agostino è una delle massime incarnazioni del pensiero cattolico, della sintesi cattolica; non soltanto per l'ampia apertura del suo spirito, interessato creativamente a tutti i problemi; non perché egli rappresentò la speculazione e la mistica, ma soprattutto per il connubio tra pietà personalissima ( la pietà di uno spirito così genialmente possente! ) e fedeltà alla Chiesa.

Egli ha vissuto in sé l'esperienza religiosa come pochi altri, e tuttavia, con spirito precorritore, ha sostenuto scientificamente l'oggettività della Chiesa sacramentale.

In lui abbiamo un insigne modello della sintesi cristiano-cattolica tra comprensione soggettivo-personale e accettazione di valori oggetti vi: niente ha valore se dietro non vi sia l'uomo inftriore; questi però non è la misura di se stesso e delle cose, ma sopra di lui sta indefettibile la Chiesa una, istituzione di Grazia, fondata da Gesù Cristo.

La convinzione individuale, decisiva, viene integrata dalla formazione della coscienza, altrettanto indispensabile, sulla rivelazione oggettiva, e attraverso la comunione religiosa sacramentale, ecclesiastica.

Con ingente potenza intellettuale, illuminata dalla Grazia, Agostino ha sostenuto e proclamato la tensione tra questi due poli, di vitale necessità.98

Mancando di questa sintetica e possente forza di pensiero, Lutero, più tardi, giungerà all'eresia.

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95 Questo tratto Io distingue caratterizzandolo dal più grande maestro dell'adorazione della storia cristiana, Francesco d'Assisi ( § 57 ).
96 Il suo rispetto per la verità è strettamente connesso alla concezione che ebbe della Grazia: Dio la da in dono.
97 Ma in tempi difficili può anche succedere che la Provvidenza permetta che innocenti siano scomunicati.
Questi possono trovare la loro salvezza fuori della Chiesa se, nonostante tutta la buona volontà, non possono rientrare, ma fanno professione, fino alla morte, della fede e la difendono.
Il Padre li ascolta nel nascondimento.
98 Questa sintesi, naturalmente, non è una semplice, piatta armonizzazione.
È anche piena di tensioni.
Specialmente certe formulazioni estreme del tardo Agostino ne rendono difficile, o addirittura impossibile, l'inserimento lineare nell'insieme del sistema.
Cfr. per esempio i suoi pensieri riguardanti la massa dannata e la predestinazione assoluta, che egli ammette, sebbene sostenga il libero arbitrio.