La storia della Chiesa

Indice

Secondo periodo - Il XIX secolo

La Chiesa unitaria in lotta con la moderna cultura senza fede

§ 108. Panorama politico ed ecclesiastico-politico

I. I paesi

1. La rivoluzione francese e il suo erede.

Napoleone, avevano causato il definitivo dissolvimento dell'antico Impero Germanico ( secolarizzazione, § 107 ).

2. L'Austria al Congresso di Vienna del 1815 ( § 111 ) detiene ancora, apparentemente, la guida dell'Europa centrale con l'insigne statista Clemente principe von Metternich ( fautore della restaurazione ).

Con Francesco I ( 1806-35 ) e Ferdinando ( 1835-48 ) il governo è nelle mani del Metternich.

Nel corso del secolo la forza esplosiva delle nazionalità che costituiscono la monarchia danubiana si fa sempre più pericolosa.

Altri segni di rivolta, come il Warfburgfest ( 1817: 300° anniversario della Riforma e commemorazione della battaglia di Lipsia ) e la Festa di Hambach nel 1832 ( dimostrazione di massa di parte liberale, proclamazione dell'Europa repubblicana confederata ), vengono accolti dall'autorità con una censura più rigorosa ( Deliberazioni di Karisbad del 1819; i 6 articoli del Deutscher Bund del 1832 ).

Dopo la rivoluzione del 1848, che momentaneamente minaccia l'esistenza dell'impero ( caduta del Metternich; fine del predominio dell'Austria nel Deutscher Bund ), sale al trono Francesco Giuseppe ( 1848-1916 ), la sua personalità diventa il simbolo della monarchia.

3. La Prussia con Federico Guglielmo III ( 1797-1840 ), dopo le sconfitte subite ad opera di Napoleone, si afferma nuovamente come grande potenza europea.

La secolarizzazione apporta enormi acquisti territoriali ( per esempio gli arcivescovadi di Colonia e Treviri e territori suffragane! ); i problemi confessionali che ne risultano portano al Kólner Kirchenstreit ( § 115, II ).

La vita intellettuale è fecondata nella filosofia e nella teologia dallo Schleiermacher, dallo Hegel e da Schopenhauer; nella storiografia soprattutto da Leopold Ranke e Berthold Niebuhr.

I rapporti con la Chiesa evangelica sono gravati dall'« Agendenstreit » e dal tentativo di far trionfare l'Unione prussiana ( § 115 ).

Federico Guglielmo IV ( 1840-61 ) porta un miglioramento nelle relazioni con la Chiesa cattolica.

Con il suo successore Guglielmo I ( 1861-88 ) aumentano nuovamente le tensioni, soprattutto in seguito alla politica del Bismarck ( Kulturkampf, § 115, III ).

4. La Baviera si è pure estesa con gli acquisti della secolarizzazione ( vescovadi di Augusta, Wùrzburg, ecc., Norimberga, città imperiale ), ma non è più uno Stato puramente cattolico.

I rapporti con la Curia sono gravati dall'Editto di religione del 1818, che rimane in vigore nonostante tutte le proteste da parte della Chiesa.

Il « Kniebengestreit » tra il 1835 e il 1845 ( § 115, III ), esaspera i protestanti.

5. Il nuovo Impero Tedesco ( 1871 ) ha sin dall'inizio un'impronta prevalentemente prussiano-protestante; anche dopo la fine del Kulturkampf permane una certa diffidenza nei rapporti fra lo Stato e i cattolici.

Un certo appianamento subentra quando Bismarck affida al papa il ruolo di arbitro nella vertenza tedesco-spagnola per le Isole Caroline ( 1885 ).

Non interviene mutamento alcuno degno di nota, fino allo scoppio della prima guerra mondiale.

1917: rifiuto all'appello alla pace rivolto dal papa.

(ome termine di raffronto: le potenze dell'Intesa non rispondono neppure alla nota pontificia per la pace ).

6. In Francia i Borboni ritornati ( Luigi XVIII, 1814-24; Carlo X, 1824-30 ) non sono in grado di affermarsi, nonostante o, meglio, a causa della stretta unione con la Chiesa, che proprio per questo viene ad assumere un troppo spiccato atteggiamento di restaurazione ( di conseguenza incremento indiretto del liberalismo laicista ).

Anche il « rè borghese » Luigi Filippo ( 1830-48 ) perde il trono.

Nel febbraio 1848 scoppia la prima rivoluzione guidata dalla classe operaia.

La Francia diviene repubblica, Luigi Napoleone presidente.

Nel 1851 egli viene nominato presidente a vita, nel 1852 eletto imperatore.

Dopo il 1871 la Francia diventa nuovamente repubblica; in un primo tempo dominano forze conservatrici, che un po' alla volta vengono sostituite da quelle liberali, anticlericali: 1880 dibattito contro l'ordine dei gesuiti; 1901 legge anticlericale sulle Associazioni; 1905 separazione fra Stato e Chiesa.

7. In seguito alla rivoluzione del luglio 1830, in Belgio i liberali e i cattolici si sollevano contro i Paesi Bassi.

Nel 1831 l'indipendenza e la permanente neutralità del paese vengono riconosciute dalle grandi potenze e viene eletto rè Leopoldo di Sassonia-Coburgo, imparentato con la corona inglese.

8. In Spagna i Borboni ritornano sul trono nel 1814.

Il tentativo di Ferdinando VII ( 1814-33 ) di restaurare l'assolutismo ( viene anche ripristinata l'Inquisizione ) porta alla rivolta delle colonie sud-americane ( 1810-25 ), e poi, negli anni 1820-23, anche ad una rivoluzione interna che viene soffocata con difficoltà.

Dopo la morte di Ferdinando ( 1834 ) il paese è teatro di lotte per il trono, che colpiscono anche la Chiesa ( espulsione del nunzio; persecuzione degli Ordini; incameramento dei beni ecclesiastici ); esse indeboliscono soprattutto la monarchia.

Riesce ad affermarsi la corrente liberale con l'aiuto dell'Inghilterra e della Francia ( reggente Maria Cristina 1834-41; il suo consigliere più insigne è Donoso Cortes, il quale con perspicacia scorge nel razionalismo e nel liberalismo il veleno disgregatore e, per primo, prevede che sarebbe scoppiata una grande rivoluzione e precisamente in Russia ).

Sotto la regina Isabella II ( 1843-68 ) il concordato del 1851 conferma l'esclusività della religione cattolica ( restituzione dei beni ecclesiastici ), ma una nuova rivoluzione porta alla deposizione della regina e alla libertà di religione.

Dopo sette anni di lotte fra repubblicani e pretendenti spagnoli e stranieri, ritorna la monarchia ( Alfonso XII 1875-85 ).

La costituzione proclama la libertà di culto, ma tutte le cerimonie pubbliche non cattoliche sono proibite.

La monarchia dura fino al 1931.

9. Anche il Portogallo è scosso per tutta la prima metà del secolo da guerre civili e perde così la maggior parte delle sue colonie ( 1822 il Brasile ).

La monarchia si mantiene fino al 1910.

Già nel 1911 la nuova repubblica instaura la separazione fra Stato e Chiesa.

10. Italia ( cfr. § 113 ); il congresso di Vienna non da all'Italia l'unità nazionale.

Dinastie straniere continuano a regnare nel paese: nel nord gli Asburgo, nel sud i Borboni.

1820-21 moti rivoluzionari a Napoli e in Piemonte, che vengono soffocati dall'Austria per incarico ricevuto dalla Santa Alleanza; nuovi moti nel 1831 ugualmente repressi dall'Austria.

Nel 1848 la rivoluzione francese di febbraio si estende anche all'Italia.

Carlo Alberto rè di Sardegna si mette a capo dell'Italia rivoluzionaria, ma viene sconfitto a Custoza ( 1848 ) e a Novara ( 1849 ) dal feld-maresciallo Radetzki.

Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II ( 1849-78 ).

L'antico ordine viene ricomposto dall'Austria e dalla Francia; anche il papa ( fuggito da Roma nel 1848 ) ritorna nello stato pontificio, protetto dalla Francia.

Nel 1859 lo stato di Piemonte-Sardegna ( sotto Vittorio Emanuele II e il suo ministro Conte di Cavour che aveva creato uno stato liberale ), aiutato da Napoleone III, riporta vittoria sugli austriaci ( battaglie di Magenta, Solferino e S. Martino ).

L'entusiasmo nazionale unisce diversi stati italiani al Piemonte ( 1860 ).

Nel 1861 Vittorio Emanuele assume il titolo di « Rè d'Italia ».

Roma, sempre protetta dalla Francia, rimane al papa.

Dopo il ritiro delle truppe francesi in seguito alla guerra franco-prussiana, gli italiani conquistano Roma nel 1870.

Un plebiscito romano ne decide l'annessione al Regno d'Italia.

11. La Russia mantiene in un primo tempo la posizione di egemonia in Europa, ottenuta alla fine delle guerre napoleoniche.

Lo zar Nicola ( 1825-55 ), radicalmente conservatore, dopo l'insurrezione dei decabristi ( attuata soprattutto da giovani intellettuali ), lotta contro tutti i movimenti rivoluzionati sia in Russia sia nell'Europa ( per es., in Ungheria nel 1848 ).

Appoggia soltanto l'insurrezione dei greci, sentendosene corresponsabile, data la comune religione ( 1827-28 ).

Il cambio di trono ( Alessandro II, 1855-81 ) riporta ancora in Russia le tendenze liberali; nel 1861 abolizione della servitù della gleba ( realizzata, in parte, solo dopo il 1880 ), ulteriori riforme negli anni successivi; ciononostante crescente radicalizzazione delle classi intellettuali ( nichilismo ).

Nonostante le misure più dure, la posizione degli zar all'interno si fa sempre più precaria, perché i problemi sociali non vengono risolti.

La letteratura, molto influente, si volge sempre più verso un pessimismo cristiano, congiunto ad un'aspra critica della società ( Turghenjev, 1813-83; Dostojevskij, 1821-81; Toisfoj, 1828-1910 ).

Sotto Alessandro III ( 1881-94 ) il consigliere di maggior rilievo è il procuratore supremo del santo sinodo Pobedonoscev; i tentativi di russificazione da parte del governo portano all'oppressione dei sudditi cattolici romani, residenti ai confini occidentali della Russia.

Nicola II ( 1894-1917 ) è ancor meno dei suoi predecessori in grado di padroneggiare la situazione.

Nel 1898 ha luogo il primo congresso del partito socialista democratico russo dei lavoratori.

Nel frattempo Lenin ( 1870-1924 ), esiliato in Siberia, elabora il fondamento teorico del comunismo, sulle basi del materialismo storico e dialettico ( e quindi anche dell'ateismo ) insegnato da Carlo Marx ( + 1883 ) e Federico Engels.

Continui attentati minacciano i principali burocrati e i componenti della famiglia zarista.

1905-06: scoppia una rivoluzione, che solo a malapena viene repressa; introduzione delle libertà civili ( libertà di parola e di associazione, diritto generale di voto ).

Lo zar rimane ancora il supremo signore della chiesa ortodossa russa, cioè anche supremo patrono e garante del dogma.

I disordini interni vanno crescendo; l'influsso incontrollabile dell'enigmatico e ambiguo « monaco » Rasputin sulla corte ha pure effetti deleteri.

Nel 1917: rivoluzione bolscevica.

Le condizioni generali di vita delle chiese cristiane di Russia sono da allora radicalmente mutate, anzi sovvertite ( § 122, II ).

12. La Scandinavia, nel XIX secolo, vive al margine dei grandi avvenimenti politici.

In Svezia - e, a partire dal 1905, dopo la separazione dalla Svezia, anche in Norvegia - rimane la chiesa nazionale luterana.

I seguaci di altre confessioni ( una percentuale minima ) ebbero fino a pochi anni fa diritti politici molto limitati.

L'influenza degli scrittori scandinavi Ibsen e Strindberg ( più tardi, in maniera anche più positiva, Selma Lagerlof ) fu straordinariamente grande e ha prodotto effetti decisivi sugli sviluppi d'indirizzo socialista, attuatisi in tutto il mondo ( sullo Strindberg e Kierkegaard, v. § 120, I, 7 a ).

13. Svizzera: il processo storico è contrassegnato da lotte interne protestanti da una parte, e dall'altra dal contrasto esistente fra i cantoni cattolici e quelli liberali ( protestanti ).

Un movimento di risveglio porta nella Svizzera tedesca alla fondazione della Eglise libre, anti-chiesa di Stato e antiliberale.

Le rivoluzioni cantonali degli anni 1830-31 pongono fine, nella maggior parte dei cantoni, al regime aristocratico e alla chiesa di stato e lasciano non chiarito il rapporto fra potere politico e Chiesa.

Da allora nella Svizzera tedesca esistono tre gruppi protestanti ( destra pietistico-ortodossa, centro, sinistra liberal-radicale ); l'influsso della sinistra aumenta rendendo difficili le relazioni con i cattolici.

1828: concordato con la Curia: nuova formazione di diocesi nazionali ( staccate da Costanza ) sottoposte direttamente a Roma.

Dal 1830 inizia la lotta contro il cattolicesimo e sua radicalizzazione in Lucerna ( il diritto civile cantonale è legato alla religione cattolica ).

Nell'Argovia invece mutamento liberale dello costituzione.

Il tentativo di espellere i gesuiti induce sette cantoni cattolici a costituirsi in una speciale alleanza che però viene sconfitta.

Nel 1848 nuova costituzione confederale: libertà e uguaglianza di tutte le confessioni, ma espulsione dei gesuiti.

Nel 1874 una revisione costituzionale separa la scuola dalle chiese.

14. L'Inghilterra ( compresa la Scozia e l'Irlanda ) dopo la vittoria sulla Francia detiene il predominio incontrastato dei mari.

Nel corso del XIX secolo diviene la prima potenza mondiale.

L'apogeo della potenza britannica è segnato dall'epoca vittoriana ( regina Vittoria 1837-1901 ).

Dalla prima guerra mondiale lenta retrocessione ( subentrano ad essa gli Stati Uniti d'America ).

Ancora nel XIX secolo inizio della trasformazione dell'Empire nel Commonwealth of Nafions.

Con questo passo l'Inghilterra mantiene, nel XX secolo, il suo influsso sui continenti extra-europei.

Nella politica interna il liberalismo dominante attua numerose riforme ( soprattutto la riforma del diritto di voto del 1932 ).

L'importanza della Camera dei Comuni cresce a scapito della nobiltà.

La Chiesa cattolica può vantare dei grandi successi.

Il Test Act ( = privazione dei diritti politici ai cattolici, 1673 ) viene revocato nel 1829; « l'atto di emancipazione », dello stesso anno, accorda ai cattolici piena equiparazione civile.

Ciò è particolarmente importante per l'Irlanda ( maggioranza cattolica ) che fino allora era stata oppressa dalla classe dominante inglese-anglicana ( = accesso degli irlandesi cattolici alle cariche politiche e al Parlamento ).

Tuttavia la chiesa anglicana rimane chiesa di stato in Irlanda ( i cattolici irlandesi devono pagarle le decime ) fino al 1869 ( promulgazione della proposta di legge ecclesiastica irlandese ).

Il movimento di conversione alla Chiesa cattolica, sorto fra gli anglicani in seguito al movimento di Oxford, e che ebbe inizio nel 1840, aumentò notevolmente le forze del cattolicesimo inglese ( Newman, § 118, III, 8 ).

La vita della Chiesa anglicana nel XIX secolo è caratterizzata da tre correnti:

1) dalla chiesa bassa ( sorta dal risveglio del XVIII secolo );

2) dalla chiesa alta ( nobiltà e alto clero, di sentimenti ecclesiastico-nazionali ) dal 1833 religiosamente vivificata dal movimento di Oxford nelle tre forme del trattarianismo, puseysmo e ritualismo;

3) la corrente della chiesa larga ( cerca di liberalizzare la teologia anglicana e sviluppa una viva attività sociale ).

Nel XX secolo troviamo notevoli tendenze ecumeniche fra gli anglicani; ulteriori progressi del movimento di Oxford ( movimento anglo-cattolico ).

1927-29 revisione del Common-Prayer-Book.

I dissenters compiono grandi progressi nel XIX secolo ( risveglio profondo di vita religiosa ).

Ai metodisti, ai battisti e ai quaccheri si aggiungono altre tre sètte: gli irvinghiani ( profetici e apocalittici ), i fratelli di Plymouth ( contro la Chiesa come istituzione ) e l'Esercito della Salvezza ( lotta contro il vizio ).

In Scozia sorge un movimento di risveglio in seno alla Church of Scotland ( chiesa di Stato riformata ).

Dopo lunghe lotte, nel 1843 avviene una scissione: nasce la libera chiesa scozzese ( che sviluppa una profonda pietà ).

Nel 1929 si ha una riunificazione della chiesa libera con la chiesa di stato.

Vivo interesse per la teologia dialettica.

15. Gli Stati Uniti d'America, che nel corso del secolo si estendono fino alle coste del Pacifico, assurgono a grande potenza e diventano il primo stato industriale.

Nonostante la completa separazione fra Stato e Chiesa, l'importanza delle diverse religioni e sètte cristiane per la vita pubblica è grande.

I cattolici, fino al XX secolo inoltrato, esercitano poca influenza, in parte sono indesiderati ( lotta del Ku Klux Klan contro negri, ebrei e cattolici ); erano costituiti per la maggior parte da immigrati di origini e cultura modeste.

La forte immigrazione di intellettuali dall'Europa centrale e occidentale, che ha inizio dopo il 1848, influenza anche la vita della Chiesa.

Merita di venir ricordato l'« Americanismo » dei cattolici nord-americani ( Isacco Hecker ), il quale venne condannato dalla curia romana a più riprese ( per la prima volta nel 1899 ).

Nel secolo XX si ha uno sviluppo intenso e molteplice del cattolicesimo ( scuole, università, scienza ).

16. Nei Paesi dell'America latina il cattolicesimo rimane la religione dominante.

Il distacco dalla madrepatria europea ha come conseguenza una grande carenza di sacerdoti e conseguentemente ancora un funesto abbassamento del livello religioso e grossolane deformazioni delle concezioni cristiane.

In Messico, in Brasile e in altre repubbliche minori, nel corso del secolo, viene attuata la separazione fra Stato e Chiesa; in Messico già nel 1858 i beni ecclesiastici vengono confiscati e contemporaneamente proclamata la libertà di religione.

17. Asia.

a) Vicino Oriente: il XIX secolo è caratterizzato dall'avanzata delle grandi potenze europee a spese dell'impero ottomano, che fino allora aveva mantenuto una posizione di egemonia, oltre che sui suoi domini, anche sull'Africa del Nord e su tutto il mondo arabo fino al Golfo Persico.

Il tramonto della Turchia si conclude nel 1918.

Tappe:

1881: Tunisi alla Francia;

1911-12: Tripoli e la Libia all'Italia;

1882: l'Egitto all'Inghilterra ( dal 1922 indipendente );

l'Iraq nel 1917 passa sotto l'Inghilterra ( indipendente dal 1932, ma ancora sotto l'influsso inglese );

la Siria mandato francese nel 1920 e la Palestina mandato britannico nel 1918.

Nel 1853 e ancora nel 1877-78, la Russia tenta invano di invadere la Turchia ( col pretesto di proteggere i sudditi ortodossi del Sultano ).

La Francia si erge a protettrice dei cristiani cattolici.

Rinnovata controversia delle potenze europee per i Luoghi Santi di Gerusalemme.

Il vicino Oriente - per quanto cristiano - reca il segno della pietà ortodossa.

Dal 1908-09 viene riconosciuta parità di diritti ai cristiani in Turchia; ciononostante all'inizio della prima guerra mondiale ha luogo una grave persecuzione contro gli armeni cristiani, molti dei quali passano al protestantesimo, in seguito all'attività missionaria americana.

b) L'India all'inizio del XIX secolo è possedimento della East India Company.

Nel 1858 il governo britannico ne assume l'amministrazione ( nel 1877 la regina Vittoria è incoronata imperatrice dell'India ).

Nel 1919 si ha una nuova costituzione con una parziale indipendenza.

Nel 1920 Gandhi inizia la sua grandiosa lotta per l'indipendenza dell'India.

Nel 1947 viene proclamata l'indipendenza.

La Chiesa cattolica indiana è in continuo aumento nei secoli XIX e XX.

Essa può costruire sulle fondamenta poste dalle antiche missioni ( soprattutto del periodo portoghese nel secolo XVI ).

Il patronato sui cattolici indiani, affidato ai portoghesi nel XVI secolo, viene ridotto nei concordati del 1886 e del 1929 e nel 1950 limitato ai possedimenti rimasti portoghesi fino al 1961 ( Goa ).

I cristiani siro-nestoriani dell'India, che dal 1596 vivono in parte uniti a Roma, attraverso un movimento di riunificazione vengono avvicinati maggiormente alla Chiesa cattolica.

Le missioni protestanti ( anglicani, battisti americani, luterani di tendenza pietista, provenienti dalla Germania e dalla Scandinavia ) possono espandersi notevolmente soprattutto a partire dal 1858.

Nel 1957 in India si contavano 4.970.000 cattolici, 4.730.000 protestanti, 1.300.000 cristiani siriani non uniti a Roma ( su una popolazione complessiva di circa 470 milioni ).

c) L'impero cinese offre nel XIX secolo un triste quadro: non viene attuata la necessaria riforma agraria; corruzione della burocrazia, miseria dei contadini.

Così diventa facile campo di gioco per le potenze straniere.

Perde la guerra dell'oppio contro l'Inghilterra ( 1840-42; Hongkong passa all'Inghilterra ).

Ulteriori trattati del 1858 e del 1868 aprono il paese alle potenze europee e americane.

La rivoluzione di Taiping ( 1850-65 ) e le insurrezioni musulmane nello Yùnnan ( 1855-73 ) rovinano il paese; ne approfittano le grandi potenze per procurarsi delle concessioni territoriali ( la Russia e il Giappone nel nord, l'Inghilterra e la Francia nel sud, più tardi anche la Germania nel nord ).

Intorno al 1900 si prospetta minacciosa una suddivisione formale della Cina tra le potenze europee, che fallisce soltanto a causa della loro rivalità.

La penetrazione degli europei rende nuovamente possibile l'evangelizzazione ( a partire dal 1842 ).

Le missioni cattoliche ( trattato di Nankino del 1842 ) possono ricongiungersi ai resti delle missioni dei gesuiti ( il vescovado di Pechino esisteva ancora ).

Le missioni evangeliche incominciano nel 1826 con Carlo GùtzIaff e dal 1842 si estendono a tutto il retroterra cinese, partendo da Canton.

Le missioni sia cattoliche sia protestanti ( la loro efficacia iniziò veramente dopo la guerra dell'oppio ) furono de facto « alleate dell'imperialismo occidentale » ( Latourette ).

Per questo oggi la xenofobia cinese si volge automaticamente anche contro il cristianesimo.

La rivoluzione dei Boxers nel 1900 ( stroncata dalle grandi potenze ) si volse anche contro i missionari.

Negli anni 20 del XX secolo il marasma interno e la debolezza sul piano della politica estera raggiungono il culmine.

d) Giappone: dopo un secolare isolamento, nel 1854 è riaperto agli stranieri; rapporti diplomatici e traffico commerciale con le grandi potenze.

Dopo gli anni 60 radicale riforma nella costituzione dello Stato, nell'economia e nell'esercito, con l'introduzione dell'obbligo di leva per tutti.

Con la ripresa dei rapporti con le potenze europee ha inizio la ripresa dell'attività missionaria cristiana ( nel 1612 il cristianesimo era stato proibito ) che si riallaccia ai restanti « cristiani segreti ».

Nel 1876 revoca della proibizione del cristianesimo.

Nel 1884 viene concessa la libertà di religione; nel 1859 inizia l'attività missionaria della Società delle missioni estere di Parigi.

L'impresa è inceppata dalla mescolanza di evangelizzazione e fini economici e politici, dalle contese che sorgono fra diversi istituti missionari e dall'incompatibilità con il culto di Stato ( scintoismo; problema dell'adattamento ).

Su 97 milioni di abitanti, i cristiani cattolici sono nel 1912: 66.134; nel 1930: 100.491; nel 1957: 242.000; nel 1965: 320.000.

Nel 1923 ha luogo l'unione delle missioni e chiese evangeliche nel « Consiglio nazionale dei cristiani », nel 1965 i cristiani evangelici in Giappone sono oltre 300.000.

Due guerre vittoriose ( contro la Cina nel 1894-95 e contro la Russia nel 1904-05 ) inseriscono il Giappone fra le grandi potenze.

La sovrappopolazione spinge a una politica di espansione.

18. L'Africa riappare politicamente solo nella seconda metà del XIX secolo, quando le potenze europee occidentali e centrali includono il continente nel loro sistema imperialistico.

Fino al 1860 ci sono colonie europee soltanto sulle coste tra le quali solo la colonia del Capo ( dal 1806 britannica ), il Mozambico ( portoghese dal XVI secolo ), Angola ( portoghese dal 1574 ) e l'Algeria ( francese dal 1830 ) si inoltrano nell'interno.

Colonie europee indipendenti sorgono nel 1834 nel Sud-Africa a causa dell'esodo ( Trecks ) dei Boeri fino allora residenti nella colonia del Capo ( Natal, Grange, Transvaal ).

Quali stati africani indipendenti ( in senso europeo ) esistono soltanto l'antico impero cristiano-copto d'Etiopia e la Liberia, fondata nel 1822 ( colonia di ex schiavi provenienti dagli Stati Uniti ).

Verso il 1860 ha inizio la penetrazione politico-economica europea all'interno dell'Africa e la sua suddivisione ( senza riguardo alle circoscrizioni tribali ) si conclude solo nel 1900.

La prima guerra mondiale è combattuta ( in contrasto con precedenti decisioni ) anche in Africa e pregiudica il prestigio dei bianchi.

Le missioni cattoliche in Africa ricevono un forte incremento nel XIX secolo.

Ma la massima espansione è raggiunta soltanto quando l'Africa si trova completamente sotto l'influenza europea.

Importante è l'enciclica di Leone XIII dell'anno 1888 contro la schiavitù.

Anche le chiese protestanti compiono enormi progressi in Africa nel XIX secolo.

Nel secolo XX sorgono delle giovani chiese come frutto delle missioni.

19. Australia: il libero afflusso degli immigrati muta il carattere dell'Australia ( un tempo colonia penale ) e respinge la popolazione indigena che resiste accanitamente a ogni tentativo di evangelizzazione.

Nel corso del XIX secolo l'ulteriore esplorazione del continente porta alla fondazione di nuove colonie ( accanto alla colonia penale inglese del Nuovo Galles del sud fondata nel 1788 ).

A partire dal 1850 l'Inghilterra accorda alle sei colonie fra loro autonome il diritto dell'autogoverno; nel 1901 vengono unite nel Commonwealth of Australia.

Situazione religiosa: con l'istituzione di una diocesi episcopale nel 1836 inizia l'organizzazione della chiesa anglicana in Australia.

Poco prima era stato nominato il vescovo cattolico con sede a Sidney ( oggi la Chiesa cattolica viene al secondo posto dopo quella anglicana ).

Una grande importanza, nella vita ecclesiastica australiana, rivestono i dissenters ( presbiteriani dal 1812, congregazionalisti dal 1830, battisti dal 1831 ).

Dalla base australiana le missioni si estendono alle isole dell'Oceano Pacifico meridionale ( soprattutto la London Missionary Society ).

Molte fra le isole del Pacifico meridionale sono cristianizzate.

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