Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se gli uomini possano insegnare agli angeli

In 2 Sent., d. 11, q. 2, a. 4; C. err. Graec., c. 26; In Ephes., c. 3, lect. 3

Pare che l'uomo possa insegnare agli angeli.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Ef 3,10 ] scrive: « Perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio ».

Ma la Chiesa è l'assemblea degli uomini fedeli.

Quindi alcune verità vengono notificate agli angeli per mezzo degli uomini.

2. Gli angeli superiori, che sono illuminati sulle realtà divine immediatamente da Dio, possono istruire quelli inferiori, come si è visto [ q. 106, a. 1; q. 112, a. 3 ].

Ma alcuni uomini furono istruiti sulle realtà divine immediatamente dal Verbo di Dio, come è evidente nel caso degli Apostoli, secondo la testimonianza di S. Paolo [ Eb 1,1s ]: « In questi giorni Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio ».

Quindi alcuni uomini furono in grado di insegnare agli angeli.

3. Gli angeli inferiori sono istruiti dai superiori.

Ma ci sono degli uomini che sono superiori a certi angeli dato che, come afferma S. Gregorio [ In Evang. hom. 34 ], alcuni uomini vengono assunti ai supremi ordini degli angeli.

Quindi questi angeli inferiori possono essere istruiti sulle realtà divine da alcuni uomini.

In contrario:

Dionigi [ De cael hier. 4,2 ] afferma che tutte le illuminazioni divine giungono agli uomini per tramite degli angeli.

È impossibile quindi che gli angeli siano istruiti sulle realtà divine dagli uomini.

Dimostrazione:

Come si è spiegato sopra [ q. 107, a. 2 ], gli angeli inferiori possono parlare a quelli superiori per manifestare loro i propri pensieri, ma gli angeli superiori non sono mai illuminati da quelli inferiori sulle realtà divine.

Ora, è evidente che gli stessi uomini più sublimi sono soggetti agli angeli dell'infimo grado, come gli angeli inferiori sono sottoposti a quelli superiori.

E ciò risulta chiaro dalle parole del Signore [ Mt 11,11 ]: « Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui ».

Quindi sulle realtà divine gli angeli non sono mai illuminati dagli uomini.

Tuttavia gli uomini possono rivelare agli angeli i segreti del loro cuore a modo di locuzione: poiché la conoscenza [ diretta ] dei segreti del cuore è prerogativa di Dio.

Analisi delle obiezioni:

1. Ecco l'interpretazione agostiniana [ De Gen. ad litt. 5,19.37 ] di quel testo dell'Apostolo.

Questi aveva premesso [ Ef 3,8s ]: « A me che sono l'infimo fra tutti i santi è stata concessa questa grazia: di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio »; e il Santo commenta: « Intendo quel nascosto in modo che tuttavia la infinitamente varia sapienza di Dio fosse nota ai Principati e alle Potestà dei Cieli, per mezzo della Chiesa ».

Quasi volesse dire: Questo arcano era sì nascosto agli uomini, era però noto alla Chiesa celeste, compresa nei Principati e nelle Potestà, « fin dal principio dei secoli, non prima dei secoli: perché all'inizio la Chiesa fu là dove, dopo la risurrezione, andrà a radunarsi anche questa Chiesa degli uomini ».

Si può tuttavia interpretare anche diversamente, e dire che « ciò che è nascosto è reso noto agli angeli non soltanto in Dio, ma anche nel mondo, mentre si attua e si manifesta alla luce », come aggiunge lo stesso S. Agostino [ De Gen. ad litt. 5,19.37 ].

Mentre infatti i misteri di Cristo e della Chiesa si compivano per mezzo degli Apostoli, agli angeli si facevano palesi alcuni aspetti di tali misteri che prima rimanevano loro occulti.

- E in tal senso si può spiegare quanto dice S. Girolamo [ In Ef 3,10 ], che cioè mediante la predicazione degli Apostoli gli angeli venivano a conoscenza di alcuni misteri: e ciò perché mediante la predicazione degli Apostoli tali misteri avevano compimento, come ad es. la conversione dei gentili per opera della predicazione di S. Paolo, alla quale accenna appunto, in quel luogo, l'Apostolo.

2. Gli Apostoli venivano istruiti immediatamente dal Verbo di Dio, non però secondo la divinità, ma in quanto parlava la sua umanità.

Quindi l'argomento non vale.

3. Alcuni uomini anche nel loro stato di viatori sono più grandi di certi angeli, ma non in maniera attuale, bensì virtuale: poiché essi possiedono una carità di tale virtù da poter meritare un grado di gloria superiore a quello posseduto da alcuni angeli.

Come se si dicesse che il seme di un grande albero è virtualmente maggiore di un arboscello, pur essendo attualmente più piccolo.

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