Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se i due precetti della carità siano sufficienti

I-II, q. 99, a. 1, ad 3

Pare che i due precetti della carità non siano sufficienti.

Infatti:

1. I precetti riguardano gli atti delle virtù.

Ma gli atti si distinguono secondo gli oggetti.

Poiché dunque l'uomo con la carità deve amare quattro cose, cioè Dio, se stesso, il prossimo e il proprio corpo, come sopra [ q. 25, a. 12 ] si è dimostrato, è chiaro che quattro devono essere i precetti della carità.

Quindi due non bastano.

2. Sono atti della carità non soltanto l'amore, ma anche la gioia, la pace e la beneficenza.

Ma i precetti devono essere dati per gli atti delle virtù.

Quindi per la carità due precetti non sono sufficienti.

3. Alla virtù, come spetta di fare il bene, così spetta anche di evitare il male.

Ma se a fare il bene siamo indotti dai precetti affermativi, a evitare il male siamo indotti dai precetti negativi.

Perciò sulla carità si dovevano dare dei precetti non soltanto affermativi, ma anche negativi.

Quindi i due precetti della carità non sono sufficienti.

In contrario:

Il Signore [ Mt 22,40 ] ha detto: « Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti ».

Dimostrazione:

Come sopra [ q. 23, a. 1 ] si è visto, la carità è un'amicizia.

Ma l'amicizia riguarda gli altri.

Infatti S. Gregorio [ In Evang. hom. 17 ] afferma: « La carità non può sussistere se si è in meno di due ».

Come poi uno ami se stesso con amore di carità l'abbiamo già visto sopra [ q. 25, a. 4 ].

Ora, avendo l'amore per oggetto il bene, e non essendo il bene altro che il fine, o i mezzi ordinati al fine, per la carità sono da ritenersi sufficienti due precetti: il primo per indurci ad amare Dio come fine, il secondo per indurci ad amare il prossimo per amore di Dio.

Analisi delle obiezioni:

1. Come dice S. Agostino [ De doctr. christ. 1,23 ], « pur essendo quattro le cose da amarsi con la carità, della seconda e della quarta », cioè dell'amore di sé e di quello del proprio corpo, « non era necessario dare alcun precetto: per quanto infatti un uomo si allontani dalla verità, rimane sempre in lui l'amore di se stesso e l'amore del proprio corpo ».

Semmai bisogna piuttosto comandare all'uomo una moderazione in questo amore, cioè che egli ami ordinatamente se stesso e il proprio corpo.

E ciò avviene amando Dio e il prossimo.

2. Gli altri atti della carità, come si è visto sopra [ q. 28, aa. 1,4; q. 29, a. 3; q. 31, a. 1 ], derivano dall'atto dell'amore come gli effetti dalla loro causa.

Perciò nei precetti dell'amore sono inclusi virtualmente i precetti relativi agli altri atti.

- Tuttavia per i più lenti a comprendere vengono dati esplicitamente i precetti relativi a ciascuno di questi atti: per la gioia valgono le parole di S. Paolo [ Fil 4,4 ]: « Rallegratevi nel Signore sempre »; per la pace troviamo l'esortazione [ Eb 12,14 ]: « Cercate la pace con tutti », e per la beneficenza [ Gal 6,10 ]: « Avendone l'occasione, operiamo il bene verso tutti ».

E anche per le singole specie della beneficenza si riscontrano i relativi precetti nella Sacra Scrittura, come è evidente per chi legge con attenzione.

3. Fare il bene è più che evitare il male.

Perciò nei precetti affermativi sono inclusi virtualmente quelli negativi.

- Tuttavia non mancano i precetti espliciti contro i vizi che si oppongono alla carità.

Infatti contro l'odio si legge [ Lv 19,17 ]: « Non coverai nel tuo cuore odio verso il tuo fratello »; contro l'accidia sta scritto [ Sir 6,25 ]: « Non disdegnare i legami [ della sapienza ] »; contro l'invidia S. Paolo [ Gal 5,26 ] scrive: « Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri »; contro la discordia [ 1 Cor 1,10 ]: « Siate tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi »; contro lo scandalo [ Rm 14,13 ]: « Non siate causa di inciampo o di scandalo al fratello ».

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