Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se sia obbligatoria l'osservanza di qualsiasi voto

Infra, q. 189, a. 3; In 4 Sent., d. 38, q. 1, a. 3, sol. 1; sol. 3, ad 1; Quodl., 3, q. 5, a. 2

Pare che non tutti i voti vadano osservati.

Infatti:

1. Dell'opera di un uomo ha più bisogno un altro uomo che Dio, il quale « non ha bisogno dei nostri beni » [ Sal 16,2 ].

Ora, la semplice promessa fatta a un uomo non obbliga, stando alle disposizioni della legge umana; e pare che ciò sia stato stabilito per la mutabilità dell'umano volere.

Molto meno, dunque, obbliga la semplice promessa fatta a Dio, che è detta voto.

2. Nessuno è tenuto all'impossibile.

Ma talvolta quanto uno ha votato diventa per lui impossibile, o perché dipende dall'altrui arbitrio, come quando uno fa voto di entrare in un monastero i cui monaci non vogliono riceverlo, oppure perché si incorre in un difetto, come la donna che avendo fatto voto di verginità si lascia poi corrompere, o come chi avendo fatto voto di dare del danaro per disgrazia lo perde.

Perciò il voto non è sempre obbligatorio.

3. Ciò che uno è tenuto a pagare, è tenuto a pagarlo subito.

Invece nessuno è tenuto a soddisfare subito ai propri voti: specialmente quando uno si impegna per il futuro.

Quindi il voto non sempre è obbligatorio.

In contrario:

Sta scritto [ Qo 5,3s ]: « Quando hai fatto un voto a Dio, non tardare a compierlo. È meglio non fare voti che farli e poi non mantenerli ».

Dimostrazione:

La fedeltà esige che l'uomo adempia le sue promesse; da cui le parole di S. Agostino [ De mendacio 20.41 ]: « La fedeltà deve il suo nome al fatto che si compie ciò che si è detto ».

Ora, l'uomo è tenuto alla fedeltà specialmente verso Dio, sia per la sua sovranità che per i benefici ricevuti.

Quindi l'uomo ha un obbligo strettissimo di adempiere i voti fatti a Dio, essendo ciò richiesto dalla fedeltà a cui si è tenuti nei riguardi di Dio: poiché la violazione del voto è una specie di infedeltà.

Per cui Salomone [ Qo 5,3 Vg ] assegna questo motivo all'obbligo di soddisfare il voto: poiché « dispiace a Dio la promessa infedele ».

Analisi delle obiezioni:

1. Secondo l'onestà ogni promessa fatta da un uomo a un altro uomo è vincolante: e questo è un obbligo di legge naturale.

Ma per l'obbligo di fronte alla legge civile ci vogliono certi altri requisiti.

Quanto poi a Dio, sebbene egli non abbia bisogno dei nostri beni, tuttavia noi gli siamo obbligati nel modo più stretto.

E così il voto a lui fatto è sommamente obbligatorio.

2. Se quanto uno ha promesso con voto diviene impossibile per qualsiasi causa, l'uomo deve fare quanto sta in lui: in modo da avere almeno la volontà disposta a fare ciò che può.

Quindi uno che ha fatto voto di entrare in un dato monastero, deve fare di tutto per esservi ricevuto.

E se era sua intenzione principale di obbligarsi a entrare in religione, e in seguito fece la scelta di quell'istituto o di quella casa determinata come più adatti per lui, se non può essere ricevuto là è tenuto a entrare in un altro istituto.

Se invece ha inteso principalmente obbligarsi a quel dato istituto o a quella casa per una stima particolare verso quell'istituto o quella casa, allora, se non viene accettato, non è tenuto a entrare in un'altra religione.

Se poi uno viene a trovarsi nell'impossibilità di adempiere il voto per propria colpa, è tenuto anche a fare penitenza di quella colpa passata.

Così una donna che dopo aver fatto il voto di verginità si lascia corrompere, non solo deve osservare ciò che è in suo potere, cioè la continenza perpetua, ma deve anche fare penitenza del suo peccato.

3. L'obbligazione del voto è causata dall'intenzione e dalla volontà propria, come si legge nel Deuteronomio [ Dt 23,24 ]: « Manterrai la parola uscita dalle tue labbra ed eseguirai il voto che avrai fatto volontariamente al Signore tuo Dio, ciò che la tua bocca avrà promesso ».

Se quindi chi ha fatto il voto aveva l'intenzione e la volontà di obbligarsi ad adempierlo subito, è tenuto a scioglierlo subito.

Se invece intendeva rimandare la cosa a un dato tempo, o farla a certe condizioni, non è tenuto a scioglierlo subito.

Però egli non deve tardare oltre il tempo fissato, poiché subito prima [ Dt 23,22 ] si legge: « Quando avrai fatto un voto al Signore tuo Dio non tarderai a soddisfarlo, perché il Signore tuo Dio te ne domanderebbe certo conto; e se avrai indugiato, ti sarà ascritto a peccato ».

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