Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se Cristo con la sua passione ci abbia aperto le porte del cielo

Supra, q. 39, a. 5, ad 3; In 3 Sent., d. 18, q. 1, sol. 3; d. 22, q. 3, a. 1, ad 4; In 4 Sent., d. 4, q. 2, a. 2, sol. 6; Expos. in Symb., a. 4

Pare che Cristo con la sua passione non ci abbia aperto le porte del cielo.

Infatti:

1. Nei Proverbi [ Pr 11,18 ] si legge: « Per chi semina la giustizia il salario è sicuro ».

Ma il salario dei giusti è l'ingresso nel regno dei cieli.

Quindi gli antichi Patriarchi, che compirono le opere della giustizia, avrebbero conseguito l'ingresso nel regno dei cieli anche senza la passione di Cristo.

Così dunque quest'ultima non è la causa che apre le porte del regno dei cieli.

2. Elia, come si legge [ 2 Re 2,11 ], fu rapito in cielo prima della passione di Cristo.

Ora, l'effetto non può precedere la causa.

Quindi l'apertura delle porte del cielo non è un effetto della passione di Cristo.

3. Come si legge nel Vangelo [ Mt 3,16 ], al battesimo di Cristo « si aprirono i cieli ».

Ma il battesimo precedette la passione.

Quindi l'apertura dei cieli non è un effetto della passione di Cristo.

4. Il profeta Michea [ Mi 2,13 ] ha scritto: « Egli ascenderà aprendo la strada innanzi a loro ».

Ma aprire la strada del cielo non pare altro che aprirne le porte.

Quindi pare che le porte del cielo ci siano state aperte non dalla passione, bensì dall'ascensione di Cristo.

In contrario:

L'Apostolo [ Eb 10,19 ] afferma: « Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario », vale a dire in cielo, « per mezzo del sangue di Gesù ».

Dimostrazione:

La chiusura delle porte è un ostacolo che impedisce di entrare.

Ora, agli uomini era impedito di entrare nel regno dei cieli per il peccato: poiché, come dice Isaia [ Is 35,8 ], « chiameranno tale strada via santa, e nessun impuro la percorrerà ».

Ora, due sono i peccati che impediscono l'ingresso nel regno dei cieli.

Il primo è quello comune a tutta la natura umana, cioè il peccato dei nostri progenitori.

Ed esso aveva precluso all'uomo l'accesso al regno celeste: poiché come si legge nella Genesi [ Gen 3,24 ], dopo il peccato del primo uomo « Dio collocò un cherubino con una spada fiammeggiante e roteante, per custodire la via dell'albero della vita ».

- Il secondo peccato è invece quello personale di ciascuno, che ogni uomo commette con un proprio atto.

Ora, mediante la passione di Cristo noi siamo stati liberati non solo dal peccato comune a tutto il genere umano, sia quanto alla colpa che quanto alla pena, avendo Cristo soddisfatto per noi, ma anche dai peccati personali, partecipando noi alla sua passione mediante la fede, la carità e i sacramenti della fede.

E così la passione di Cristo ci ha aperto le porte del regno dei cieli.

Da cui le parole di S. Paolo [ Eb 9,11s ]: « Cristo, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna ».

E ciò era prefigurato nella prescrizione dell'antica legge [ Nm 35,25ss ] che obbligava l'omicida « a rimanere là », cioè nella città rifugio, « fino a quando non moriva il sommo sacerdote unto con l'olio santo »; alla sua morte però poteva tornare nella sua casa.

Analisi delle obiezioni:

1. I santi dell'antico Testamento, facendo le opere della giustizia, meritarono di entrare nel regno dei cieli mediante la fede nella [ futura ] passione di Cristo, secondo le parole di S. Paolo [ Eb 11,33 ]: « Per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia »; e per mezzo di essa ognuno veniva purificato personalmente dai peccati.

Tuttavia la loro fede o giustizia non poteva bastare a togliere l'impedimento dovuto al reato di tutto il genere umano.

Il quale fu invece eliminato dal sangue di Cristo.

Per questo prima della sua passione nessuno poteva entrare nel regno dei cieli, conseguendo cioè la beatitudine eterna, che consiste nella piena fruizione di Dio.

2. Elia fu sollevato al cielo aereo, non al cielo empireo, che è la sede dei beati.

Il che non fu concesso neppure a Enoc, che pure fu trasportato nel paradiso terrestre, dove si crede che debba vivere con Elia sino alla venuta dell'Anticristo.

3. I cieli si aprirono al battesimo di Cristo non per lui, per il quale erano rimasti sempre aperti, come si è detto sopra [ q. 39, a. 5 ], ma per indicare che essi vengono aperti per i battezzati col battesimo di Cristo, che desume l'efficacia dalla sua passione.

4. Con la sua passione Cristo ci ha meritato l'ingresso nel regno dei cieli e ne ha rimosso gli ostacoli, ma con la sua ascensione ci ha come introdotti nel possesso del regno dei cieli.

Per questo si dice che « ascenderà aprendo la strada innanzi a loro ».

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