Caino

... e Abele

Nella pagina di Genesi 4 Caino e Abele sono i prototipi dell'umanità considerata nelle sue relazioni fraterne; gli uomini, creati fratelli, si oppongono l'uno all'altro fino a darsi la morte.

Caino è il figlio primogenito di Adamo ed Èva.

Il significato del nome ebraico Qajin è assai discusso ( "fabbro", oppure "lancia" ).

La sua nascita è salutata da un grido di giubilo.

Non si registra invece alcuna speciale accoglienza per Abele, il secondogenito il cui nome ( in ebraico: hevei ) significa "soffio", "vapore".

Diversa è l'accoglienza ricevuta dai due fratelli al momento del loro ingresso nel mondo, diversa è la loro professione e la loro cultura, e diverso sarà anche il loro culto.

Caino è contadino e offre a JHWH i prodotti del lavoro della terra; Abele è pastore e offre i primogeniti del suo gregge.

Ma"il Signore guardò ad Abele e alla sua offerta e guardò meno a Caino e alla sua offerta" ( Gen 4,4b-5a ).

Tradizione ebraica e tradizione cristiana si sono interrogate sui motivi che orientano la preferenza di JHWH verso il sacrificio di Abele.

Il testo non offre indicazioni sulle qualità morali dei due fratelli, ma sembra suggerire che la libera scelta divina, come accadrà in futuro, cade sul secondogenito in quanto è il minore.

Parte della tradizione rabbinica suggerisce un'ulteriore interpretazione proponendo di leggere al v 4 non "Abele offrì anche i primogeniti", bensì: "Abele offrì se stesso e i primogeniti".

Con accenti simili Ruperto di Deutz afferma: "Caino offre i frutti della terra, ma non il suo cuore.

Abele offre per la fede il suo cuore, e poi le vittime". Abele non compie un atto di culto a lui esteriore, ma offre se stesso insieme all'offerta, anticipando quel culto spirituale di cui parla Paolo nella Lettera ai Romani 12,1: "Vi esorto, dunque, fratelli, per la misericordia di Dio a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio".

Caino non accetta la libertà di JHWH; divorato dalla gelosia non ascolta le sue parole, non si lascia interrogare, non accoglie
l'invito a dominare l'istinto del male.

L'odio, nato dal rifiuto di acconsentire a uno spazio per  l'altro, giunge fino al fratricidio. Caino versa il sangue del giusto Abele ( Mt 23,35 ), figura di tutte le vittime della storia, annoverato tra i profeti da Luca ( Lc 11,51 ).

Il sangue di Abele, che in vita non ha detto una parola, è parlante ( Eb 11,4 ) e profetizza il sangue versato da Cristo, il sangue della nuova alleanza (cfr. Eb 12,24 ).

Il canone romano menziona il sacrificio di Abele, insieme a quello di Abramo e a quello di Melkisedeq, quale prefigurazione di quello di Cristo.

Nella letteratura patristica Abele è anche prototipo del martire, del giusto perseguitato; per Agostino è figura della Chiesa pellegrina su questa terra, osteggiata dal mondo, ma consolata da Dio.

JHWH non abbandona Caino e continua a interrogarlo.

Al "Dove sei?" rivolto ad Adamo in Genesi 3,9 fa riscontro il "Dov'è Abele, tuo fratello?" in Genesi 4,9. Caino disconosce qualsiasi responsabilità, ma il sangue, cioè la vita, è voce percepita da Dio anche quando nessuno la vuole ascoltare.

Caino è maledetto: ha ucciso un uomo, l'immagine di Dio.

Genesi 4,13 sembra alludere al pentimento di Caino: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono?"

JHWH interviene e protegge Caino con un segno, custodisce colui che non ha voluto custodire il fratello.

Ma d'ora in poi Caino è costretto a vagabondare nel paese di Nod ( in ebraico: "terra di vagabondaggio" ).

L'omicidio lo ha condotto lontano da Dio.

Il racconto suppone una civiltà già evoluta, un culto, altri uomini che potrebbero uccidere Caino, tutto un gruppo che lo proteggerà; ha potuto riferirsi, dapprima, non ai figli del primo uomo, ma all'antenato eponimo dei keniti ( cainiti Nm 24,21+ ).

Riferito alla tradizione jahvista alle origini dell'umanità, riceve una portata generale: dopo la rivolta dell'uomo contro Dio, è la lotta dell'uomo contro l'uomo, cui si opporrà il duplice comando che riassume la legge l'amore di Dio e del prossimo ( Mt 22,40 ).

Gen 4,1
Gioco di parole tra qen, nido, e qyn, Qajîn ( Caino ), restituito per regioni ritmiche.

I keniti sono nomadi ( 1 Cr 2,55 dove sono fratelli dei rekabiti ), in stretta relazione con Madian ( Nm 10,29; Gdc 1,6 ).

Nm 24,21

Schedario biblico

Delitto di Caino E 68
Sacrificio di Abele D 26