In senso generale, ciò che per il credente ha valore vincolante sul piano religioso e morale.

Nel linguaggio biblico il termine indica ciò che Dio prescrive all'uomo perché abbia la vita e non la morte.

Il giudaismo tese a tradurre la legge di Mosè in un gran numero di precetti che regolassero la vita quotidiana riferendone gli atti al rapporto con Dio, senza dimenticare ( come, per esempio, testimonia il maestro Hillel il Vecchio ) i comandamenti fondamentali e riassuntivi.

Gesù riconduce i comandamenti di Dio alla loro motivazione radicale e originaria: l'amore, e perciò sintetizza tutta la legge nel duplice comandamento dell'amore verso Dio e verso il prossimo ( Mt 22,37-40 ), richiamandosi allo Shemà Israel ( v. ), la confessione di fede di Israele, e a Levitico 19,18.

Se la legge antica aveva ragion d'essere, perdurando ai tempi di Mosè la "durezza di cuore" ( Mt 19,8 ), ora che Dio si è rivelato in Gesù, essa richiede di essere perfezionata e interiorizzata, liberamentè riconosciuta come parola di amore e di salvezza.

Il comandamento antico può essere sostituito, come nel caso del divieto del divorzio ( Mt 19,3ss. ), e adempiuto in una nuova forma; illuminato dallo Spirito, il cristiano riconosce che il comandamento di Gesù è una proposta commisurata all'amore incondizionato di Dio, la cui imitazione costituisce il vero comandamento della legge nuova predicata da Gesù.

Praticare l'amore di Dio è dunque l'unico, nuovo comandamento: "Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" ( Gv 13,34 ).

v. Decalogo; Legge/Torà; Legge morale

Magistero

Confessare Dio con l'adempimento della sua santa volontà in tutti i suoi comandamenti e conformarvi, anzi unificarvi la volontà nostra, questa, e soltanto questa, è la via del cielo.

Gesù dunque non vuole cancellare i comandamenti che il Signore ha dato per mezzo di Mosè, ma vuole portarli alla loro pienezza.

E subito dopo aggiunge che questo "compimento" della Legge richiede una giustizia superiore, una osservanza più autentica.

Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull'intenzione e quindi sul cuore dell'uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie.

È brutto trovare cristiani di mezza misura, cristiani – mi permetto la parola – "nani"; crescono fino ad una certa statura e poi no; cristiani con il cuore rimpicciolito, chiuso.

I comandamenti sono il cammino verso la libertà, perché sono la parola del Padre che ci fa liberi in questo cammino.

La gratitudine è un tratto caratteristico del cuore visitato dallo Spirito Santo; per obbedire a Dio bisogna anzitutto ricordare i suoi benefici.

Che cos'è un "dio" sul piano esistenziale?

È ciò che sta al centro della propria vita e da cui dipende quello che si fa e si pensa.

Ma tutto nasce dall'incapacità di confidare soprattutto in Dio, di riporre in Lui le nostre sicurezze, di lasciare che sia Lui a dare vera profondità ai desideri del nostro cuore.

"Prendere su di sé il nome di Dio" vuol dire assumere su di noi la sua realtà, entrare in una relazione forte, in una relazione stretta con Lui.

La domenica è la giornata per fare pace con la vita, dicendo: la vita è preziosa; non è facile, a volte è dolorosa, ma è preziosa.

Ma sappiamo bene che poter fare ciò che si desidera non basta per essere veramente liberi, e nemmeno felici.

Parla di un atto dei figli, a prescindere dai meriti dei genitori, e dice una cosa straordinaria e liberante: anche se non tutti i genitori sono buoni e non tutte le infanzie sono serene, tutti i figli possono essere felici, perché il raggiungimento di una vita piena e felice dipende dalla giusta riconoscenza verso chi ci ha messo al mondo.

La vita vulnerabile ci indica la via di uscita, la via per salvarci da un'esistenza ripiegata su sé stessa e scoprire la gioia dell'amore.

L'indifferenza uccide.

È come dire all'altra persona: "Tu sei un morto per me", perché tu l'hai ucciso nel tuo cuore.

L'essere umano ha bisogno di essere amato senza condizioni, e chi non riceve questa accoglienza porta in sé una certa incompletezza, spesso senza saperlo.

La creatura umana, nella sua inscindibile unità di spirito e corpo, e nella sua polarità maschile e femminile, è realtà molto buona, destinata ad amare ed essere amata.

Se io so donare, sono aperto, allora sono ricco non solo in quello che io possiedo, ma anche nella generosità, generosità anche come un dovere di dare la ricchezza, perché tutti vi partecipino.

Infatti se non riesco a donare qualcosa è perché quella cosa mi possiede, ha potere su di me e ne sono schiavo.

Un chiacchierone o una chiacchierona è un terrorista, perché con la sua lingua butta la bomba e se ne va tranquillo, ma la cosa che dice quella bomba buttata distrugge la fama altrui.

L'uomo ha bisogno di questa benedetta umiliazione, quella per cui scopre di non potersi liberare da solo, quella per cui grida a Dio per essere salvato.

La vita nuova infatti non è il titanico sforzo per essere coerenti con una norma, ma la vita nuova è lo Spirito stesso di Dio che inizia a guidarci fino ai suoi frutti, in una felice sinergia fra la nostra gioia di essere amati e la sua gioia di amarci.

Catechismo della Chiesa Cattolica