Giobbe

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Capitolo 7

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

1 Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
Gb 14,14
Sir 40,1s
2 Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,
3 così a me son toccati mesi d'illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.
Qo 2,25
Sir 30,17
4 Se mi corico dico: « Quando mi alzerò? ». Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
Dt 28,67
5 Ricoperta di vermi e croste è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
6 I miei giorni sono stati più veloci d'una spola, sono finiti senza speranza.
Is 38,12
7 Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene.
Sal 78,39
Sal 89,48
8 Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede: i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
9 Una nube svanisce e se ne va, così chi scende agl'inferi più non risale;
Sap 2,14
10 non tornerà più nella sua casa, mai più lo rivedrà la sua dimora.
11 Ma io non terrò chiusa la bocca, parlerò nell'angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!
12 Son il forse il mare oppure un mostro marino, perché tu mi metta accanto una guardia?
Gb 3,8+
Gb 9,13
Gb 26,12
13 Quando io dico: « Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà la mia sofferenza »,
14 tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci.
15 Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori!
Gb 6,9
16 Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
Sal 144,4
17 Che è quest'uomo che tu ne fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione
Sal 8,5
Sal 144,3
18 e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metti alla prova?
Sal 139
19 Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva?
20 Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell'uomo? Perché m'hai preso a bersaglio e ti sono diventato di peso?
21 Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia iniquità?
Ben presto giacerò nella polvere, mi cercherai, ma più non sarò!
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Abbreviazioni
7,1-10 La vita è un duro servizio
Le parole di Giobbe si ispirano qui al genere della lamentazione, frequente nei testi biblici per esprimere la debolezza e la fragilità della condizione umana.
7,1-2 Nell'antichità la condizione del mercenario ( l'operaio pagato a giornata ) e dello schiavo era tra le meno considerate e le più faticose.
7,1 duro lavoro: nel senso di servizio militare ( cf. Gb 14,14 ): lotta e impegno insieme.
Il greco traduce: « prova »; volg. militia.
- Il mercenario, pagato a giornata ( Dt 24,15; Mt 20,8 ), fatica ogni giorno per altri, da mattina a sera.
Lo stesso per lo schiavo ( Lv 25,39s ).
7,4a mi alzerò: con il TM; BJ traduce con i LXX: « il giorno ».
7,4b Traduzione congetturale.
BJ propone: « quando sarò alla sera? », mî jitten `ereb, e considera incomprensibile middad `ereb del TM.
7,7 Solidale con tutta l'umanità sofferente, rassegnato a morire, Giobbe abbozza una preghiera per domandare a Dio qualche istante di pace prima della morte.
7,9 Secondo l'opinione corrente, che l'autore sembra condividere ( qui e in Gb 10,21;
Gb 14,7-22; Gb 16,22; cf. 2 Sam 12,23; Sal 88,11, ecc. ),
è impossibile risalire dallo sheol ( cf. Nm 16,33+ ).
Che cosa succede dopo la morte secondo l'Antico Testamento?
7,11-21 Lo sfogo di Giobbe
7,12 mare e mostro marino: allusioni alle antiche mitologie mesopotamiche, nelle quali mare e mostri marini rappresentavano il caos e la ribellione alla divinità; per questo andavano tenuti sotto stretta vigilanza.
Secondo la cosmogonia babilonese, Tiamat ( il mare ), dopo aver contribuito alla nascita degli dei, era stato vinto e assoggettato da uno di essi.
La fantasia popolare o poetica, riprendendo queste immagini mitiche, attribuiva a Jahve la vittoria, anteriore all'organizzazione del caos, e se lo figurava come colui che ancora tiene assoggettati il mare e i mostri suoi ospiti ( cf. Gb 3,8+; Gb 9,13; Gb 26,12; Gb 40,25s; Sal 65,8; Sal 74,13-14; Sal 77,17; Sal 89,10-11; Sal 93,3-4; Sal 104,7.26; Sal 107,29; Sal 148,7; Is 27,1; Is 51,9 ).
7,15 preferirei essere soffocato: contrariamente all'egiziano « stanco di vivere », Giobbe non pensa mai al suicidio.
Questo del resto è un gesto che nell'AT non compare mai, se non in casi eccezionali ( cf. 2 Sam 17,23+ ).
- i miei dolori: `aççebôtaj, conget.; il TM legge: « le mie ossa », `açemôtaj.
7,17 L'autore sembra riprendere, con ironia amara, espressioni del Sal 8.
La sollecitudine di Dio verso l'uomo diventa qui sorveglianza « soffocante ».
L'autore del Sal 139 trovava in questo atteggiamento di Dio un motivo di fiducia; Giobbe invece si sente trattato come un nemico da Dio che lo scruta.
Dibattendosi contro una nozione giuridica della religione e del peccato, cerca a tastoni il Dio della misericordia ( v 21 ).
7,20 che cosa ti ho fatto: Dio non può essere toccato dal peccato.
- ti sono diventato: con i LXX; il TM legge: « mi sono diventato ».
7,21 Queste ultime parole, inattese, riportano l'immagine di un Dio chino misteriosamente sull'uomo.