Otto questioni dell'Antico Testamento

Prefazione

Non viola la giustizia generale se non chi, spinto dalla passione, trasgredisce il contratto della convivenza umana ( come per es. il furto, la rapina, l'adulterio, l'incesto e altre simili trasgressioni ), oppure la [ legge della ] natura ( come per es. le azioni oltraggiose, i maltrattamenti violenti, l'omicidio, la sodomia, l'accoppiamento con gli animali ), oppure la giusta misura nelle azioni permesse ( come è lo sferzare lo schiavo o un figlio più di quanto si deve, mangiare e bere più di quanto è necessario, giacere con la propria moglie più di quanto è conveniente e altre simili azioni ).

Si comprende bene che lo Spirito Santo concesse agli uomini per primo dono quello delle lingue, che cominciarono a parlarsi in base alla convenzione e al consenso degli uomini e s'impararono dall'esterno mediante i sensi del corpo con l'abitudine di ascoltare, al fine di mostrare con quanta facilità può rendere sapienti gli uomini grazie alla sapienza di Dio, la quale risiede all'interno del loro animo.

1 Parimenti la volontà del Verbo eterno è sempre immutabile perché possiede tutto nello stesso tempo, mentre la nostra volontà non è immutabile poiché non possiede tutto allo stesso tempo; ecco perché ora vogliamo una cosa, ora un'altra.

2 Analogamente nel Verbo eterno era presente tutto ciò che fu da lui creato; anche la sua propria incarnazione gli era già nota in antecedenza come se un pittore volesse dipingere un'intera casa e riflette e arriva a conoscere il luogo in cui deve dipingere, possiede tutto grazie alla sua arte non solo nell'ideare la sua opera ma anche nel volerla eseguire, sebbene ne esegua le varie operazioni in determinati e appropriati periodi di tempo.

Così ogni creatura e l'uomo stesso che avrebbe rivestito la natura della medesima sapienza mediante la misteriosa e inesprimibile incarnazione era sempre nella Sapienza come nell'eterna arte di Dio, sebbene questa Sapienza, che si estende con potenza da un estremo all'altro del mondo e dispone tutte le cose con dolcezza, ( Sap 8,1 ) che immutabile in se stessa rinnova tutte le cose, ( Sap 7,27 ) effettua tutte le cose [ che vuole ] ciascuna a suo tempo.

3 E così pure, come vorrei desiderare di morire se fossi giunto a desiderare di morire.

Chi ha già una fede retta e sa il fine che deve raggiungere, fa progressi per allontanarsi volentieri da questa vita.

Poiché non è la stessa cosa sapere il fine a cui uno deve arrivare e anche amarlo e desiderare di trovarsi già in quel punto.

Se questo sentimento si sarà trasformato effettivamente nell'animo di uno, è inevitabile che egli muoia volentieri.

Pertanto alcuni che già posseggono una fede sincera dicono senza ragione di non desiderare di morire al fine di far progressi, dal momento che proprio il loro progresso è perfetto se consiste nel fatto di desiderare di morire.

Se dunque vogliono dire la verità, non dicano: " Non desidero morire per poter fare altri progressi ", ma: " Non desidero morire perché ho fatto pochi progressi ".

Per i fedeli quindi quello di non desiderare di morire non è un proposito per progredire ma è l'indizio di aver compiuto pochi progressi.

Pertanto ciò che non desiderano allo scopo di essere perfetti, cerchino di desiderarlo e sono già perfetti.

4 La sentenza che si trova nell'Ecclesiastico di Salomone: Il ventre può digerire ogni sorta di cibo, eppure un cibo è migliore di un altro. ( Sir 36,20 )

È come se dicesse ciò che enuncia l'Apostolo: Vagliate tutto, attenetevi a ciò che è buono. ( 1 Ts 5,21 )

Il palato distingue al gusto la cacciagione, così il cuore assennato distingue i discorsi bugiardi. ( Sir 36,21 )

Allo stesso modo che è saporosa la carne che uno è riuscito a prendere con la fatica della caccia, così è piacevole capire e confutare le menzogne.

Il cuore perverso procurerà tristezza ma l'uomo esperto si opporrà contro di essa. ( Sir 36,22 )

A questa sentenza è simile la seguente: Dopo averlo ammonito una volta evita l'eretico, sapendo che una persona siffatta è pervertita e continua a peccare e si è condannata da se stessa. ( Tt 3,10-11 )

Poiché con il suo cuore perverso oppone resistenza alla tristezza, di cui soffre per lui la carità dei buoni.

5 La donna accoglierà qualsiasi uomo, ma una figlia è migliore di un'altra. ( Sir 36,23 )

La donna che accoglie qualsiasi uomo è intesa nel senso di coloro che dicono: Io sono di Paolo, io invece di Apollo, un altro al contrario dice: Io sono di Pietro. ( 1 Cor 1,12 )

La figlia migliore va presa nel senso di coloro che dicono: Io invece sono di Cristo. ( 1 Cor 1,12 )

Lo stesso tipo di donna è rappresentato nel Cantico dei cantici: La sua amata è tra le ragazze come il giglio tra i cardi spinosi. ( Ct 2,2 )

6 Intorno alla massima espressa nei Proverbi: Figlio, se sarai saggio, lo sarai a vantaggio tuo e dei tuoi vicini; se invece sarai cattivo, ne riceverai danno tu solo. ( Pr 9,12 )

Poiché la gioia che i buoni fratelli provano per un buon fratello è una gioia buona; ma la tristezza che soffrono a causa di un fratello cattivo per l'amore che gli portano, non è quella cattiva, in quanto a motivo di essa piacciono anche a Dio.

Pertanto solo chi è cattivo ne ritrarrà il male.

7 Su ciò che sta scritto nel Deuteronomio: Se dei fratelli abitano insieme e uno di loro muore senza lasciare discendenti, la moglie del defunto non sposerà un estraneo, un forestiero, ma il fratello di suo marito andrà da lei e se la sposerà e sarà sua moglie.

E avverrà che il bambino che nascerà sarà riconosciuto discendente dal nome del fratello e così il nome di questi non sarà cancellato in Israele.

Se invece quell'uomo non vuole prendere la moglie di suo fratello, la donna si recherà dagli anziani della città e dirà: " Il fratello di mio marito non vuole ravvivare il nome di suo fratello in Israele ".

Allora gli anziani della città lo convocheranno e gli diranno: " Perché non vuoi perpetuare il nome di tuo fratello? ".

Egli si alzerà in piedi e dirà: " Non voglio sposarla ".

La moglie di suo fratello allora si avvicinerà davanti agli anziani della città, scioglierà dal piede di lui uno dei suoi sandali e gli sputerà in faccia e in risposta gli dirà: " Così venga trattato l'uomo che non costruirà la casa di suo fratello ".

La famiglia di lui sarà chiamata in Israele la famiglia dello scalzato. ( Dt 25,5-10 )

La sposa del defunto è la Chiesa che Cristo lasciò con i primi fedeli e attraverso la morte e la risurrezione ascese al Padre.

Per generare figli quella fu unita agli apostoli e ai capi delle singole Chiese.

Egli infatti nel Vangelo chiama fratelli gli apostoli i quali, esercitando in essa il loro ministero, ravvivassero la discendenza non per loro ma per il loro fratello defunto, dal cui nome si sarebbero chiamati cristiani coloro che sarebbero nati avendo come padri gli apostoli grazie alla predicazione del Vangelo.

Io invece - dice Paolo - vi ho generati in Cristo Gesù mediante il Vangelo. ( 1 Cor 4,15 )

Egli tuttavia, per serbare il nome del defunto, dice: È stato forse Paolo a esser crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? ( 1 Cor 1,13 )

D'altra parte chiunque si rifiuterà di compiere quest'opera di misericordia e non vorrà costruire la casa del proprio fratello - [ casa ] che il medesimo Apostolo, parlando dei fedeli, chiama l'edificio di Dio ( 1 Cor 3,9 ) -: chi si rifiuta di compiere un'opera così santa e imposta dall'amore che si deve a Dio e al prossimo, per il precetto, simboleggiato da quello ricordato all'inizio, viene disprezzato e ritenuto spregevole dalla Chiesa.

Ciò è simboleggiato dal fatto che la vedova soleva sputare in faccia all'uomo che rifiutava di unirsi a lei in matrimonio.

Quanto poi al fatto che la vedova gli scioglieva da un piede il sandalo, questo era un gesto simbolico con cui mostrava che quel tale non camminava unito a lei nel vincolo della pace.

Sta scritto infatti: Come sono belli i piedi di colui che annuncia la pace, di chi annuncia il bene. ( Is 52,7 )

Dice l'Apostolo: E i piedi calzati in preparazione del vangelo della pace. ( Ef 6,14; Es 23,19 )

8.1 Sulla frase della Scrittura: Non cuocerai l'agnello nel latte di sua madre. ( Es 29,19; Es 34,26; Dt 14,21 )

Non ucciderai Cristo, poiché sembra una profezia che preavvertiva i buoni Israeliti di non unirsi ai cattivi Giudei per opera dei quali Cristo subì la passione.

Il martirio della passione infatti è come il fuoco, e perciò sta scritto: Li ha saggiati come oro nel crogiolo e li ha graditi come un olocausto. ( Sap 3,6 )

Quest'affermazione è confermata anche dal Signore quando dice: Io devo essere battezzato con un battesimo che voi non conoscete. ( Lc 12,49 )

Questo voleva dire quando disse: Sono venuto a mettere il fuoco nel mondo. ( Lc 12,50 )

Dice infatti Giovanni [ il Battista ]: Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco, ( Gv 3,11 ) cosa questa che viene intesa non solo nel senso della purificazione santificatrice, ma anche della prova della tribolazione.

Il senso di questo medesimo fuoco fu indicato dallo stesso Cristo mentre era condotto alla passione, allorquando, alle donne che piangevano per lui, disse che dovevano piangere piuttosto per loro stesse, poiché concluse le sue parole dicendo: Se viene trattato così il legno verde, che ne sarà di quello secco? ( Lc 23,31 )

I buoni dunque vengono ammoniti a non essere d'accordo con i cattivi per crocifiggere Cristo.

Egli infatti è chiamato l'Agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo; ( Gv 1,29 ) per conseguenza non dovrai cuocere l'agnello nel latte di sua madre ( Es 29,19; Es 34,26; Dt 14,21 ) vuol dire: non dovrai far subire a Cristo il fuoco della passione nel giorno in cui fu concepito, cioè il 25 di marzo, a partire dal quale fino al 25 dicembre, in cui si afferma che nacque, si contano nove mesi con l'inizio del decimo.

Si dice poi che le mammelle delle donne si riempiano di latte a partire dal giorno del concepimento.

8.2 Vi è poi un altro senso più facile a comprendersi.

Non cuocere l'agnello nel latte di sua madre, ( Es 29,19; Es 34,26; Dt 14,21 ) significa: non dovrai mettere nella passione troppo affrettata un bambino ancora lattante - come sono coloro ai quali l'Apostolo dice: Vi ho nutriti con il latte e non con cibi solidi ( 1 Cor 3,2 ) - come se ciò fosse stato detto a Cristo, che risparmiò i suoi discepoli ancora deboli, per i quali offrendo se stesso disse: Se dunque cercate me, lasciate andar liberi costoro. ( Gv 18,8 )

E affinché si capisse che essi erano ancora deboli e poco adatti ad affrontare la passione, come agnelli nel latte della madre, l'evangelista prosegue dicendo: In tal modo si adempiva la parola che aveva detto: Di coloro che mi hai dato non ho perduto nessuno. ( Gv 18,9 )

Da ciò risulta chiaro che, se i discepoli fossero stati sottoposti alla passione allora, si sarebbero perduti; non soffrirono allora il martirio che patirono in seguito, non quando erano ancora agnelli nel latte [materno], ma in seguito, quando erano già arieti nel gregge.