Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Sul Vangelo di Mt

Mt 6,9-13 L'orazione domenicale esposta ai candidati al Battesimo

1.1 - Il Credo e l'Orazione dei cristiani
2.2 - Che cosa deve evitare chi prega
3.3 - Nei Salmi non si desidera, ma si prevede il male per i nemici
3.4 - Nella preghiera si deve evitare la verbosità
4.5 - L'orazione domenicale norma per formulare i nostri desideri
6.9 - Siamo tutti mendicanti di Dio
6.10 - Il pane quotidiano: materiale e spirituale
7.11 - Quaggiù siamo tutti debitori di Dio
8.12 - Purificarsi dai peccati quotidiani
9.13 - Il battesimo cancella tutti i peccati. Il patto con Dio
10.14 - Si devono amare anche i nemici
11.15 - Bisogna amare i nemici anche se ci riescono pochi
12.16 - Si dia almeno il perdono al nemico che lo chiede
13.17 - Il castigo sia senz'odio
13.18 - Passiamo alle restanti petizioni
14.19 - Tre petizioni riguardano la vita eterna, le altre le necessità della vita presente

1.1 - Il Credo e l'Orazione dei cristiani

L'apostolo S. Paolo, volendo dimostrare che era stata predetta dai Profeti l'epoca in cui viviamo e nella quale sarebbe avvenuto che tutti i popoli avrebbero creduto in Dio, cita il seguente testo: E avverrà che chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo. ( Gl 3,5 )

In antecedenza infatti solo presso gli Israeliti era invocato il nome del Signore, che ha creato il cielo e la terra; ( Sal 121,1; Sal 146,6 ) tutti gli altri popoli invocavano idoli sordi e muti dai quali non venivano ascoltati; oppure invocavano i demoni dai quali erano ascoltati per loro disgrazia.

Ma quando si compì il tempo, ( Gal 4,4 ) si adempì quanto era stato predetto: E avverrà che chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo.

Inoltre gli stessi giudei, anche quelli che avevano creduto nel Cristo, negavano il Vangelo ai pagani ( Rm 10,13 ) e dicevano che non si doveva annunziare il Vangelo di Cristo a coloro che non erano stati circoncisi; contro questi tali l'apostolo Paolo aveva citato quel testo: E avverrà che chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo; per questo motivo, al fine di confutare coloro che non volevano si annunciasse il Vangelo ai pagani, soggiunse immediatamente: Ma come potrebbero invocare uno in cui non hanno creduto?

Come poi potrebbero credere in colui che non hanno udito?

E come potrebbero ascoltare senza uno che annuncia? o come potrebbero annunciare, se non venissero inviati? ( Rm 10,14-15 )

Poiché dunque dice: Come potrebbero invocare colui in cui non hanno creduto? per questo voi non avete appreso prima l'orazione domenicale e poi il simbolo della fede, ma prima il simbolo col quale poteste sapere che cosa avreste dovuto credere, e poi l'orazione mediante la quale poteste sapere chi avreste dovuto invocare.

Il simbolo è dunque l'espressione della fede, l'orazione è la formula della preghiera, poiché è proprio colui il quale crede ad essere esaudito quando prega.

2.2 - Che cosa deve evitare chi prega

Molti però chiedono [ a Dio ] ciò che non dovrebbero chiedere, ignorando che cosa sia utile a loro.

Orbene, due cose deve evitare chi prega: di chiedere ciò che non deve e di chiedere a colui al quale non deve.

Né al diavolo, né agli idoli, né ai demoni deve chiedersi alcuna cosa che occorresse chiedere.

Se si deve pregare per ottenere qualcosa, bisogna chiederla al Signore Dio nostro, a nostro Signore Gesù Cristo, a Dio Padre dei Profeti, degli Apostoli e dei martiri, al Padre del Signore nostro Gesù Cristo, a Dio che ha fatto il cielo, la terra, ( Sal 146,6 ) il mare e tutto ciò che contengono.

Bisogna però stare attenti a non chiedergli ciò che non dobbiamo chiedere.

Si deve chiedere la conservazione della vita, ma a che ti gioverà se la chiederai agli idoli sordi e muti?

Che ti gioverà ugualmente se preghi Dio Padre, che è nei cieli, per la morte dei tuoi nemici?

Non hai forse udito o letto nel salmo, in cui è stato predetto l'orribile tradimento di Giuda, come la profezia ha detto di lui: La sua preghiera diventi un peccato? ( Sal 109,7 )

Se dunque vai in chiesa e preghi per augurare il male ai tuoi nemici, la tua preghiera diventerà un peccato.

3.3 - Nei Salmi non si desidera, ma si prevede il male per i nemici

Nei santi salmi avete letto che colui il quale parla nei salmi sembra augurare molte sciagure ai propri nemici.

" Eppure è certo - dice qualcuno - che colui il quale parla nei salmi è un santo: e allora perché desidera tante sciagure ai propri nemici? ".

Non è un augurio ma una previsione; è una previsione profetica, non un'imprecazione malefica.

Quegli autori ispirati da Dio sapevano già il male o il bene che doveva capitare a uno o a un altro e lo predicevano dando alle loro profezie la forma d'un augurio.

Tu invece come sai se non diverrà migliore di te colui per il quale tu oggi implori il male?

" Ma io so ch'è cattivo ". Anche tu sai d'essere cattivo.

Sebbene forse tu ardisca giudicare ciò che non sai anche riguardo al cuore di un altro, tuttavia sai d'essere cattivo anche tu.

Non senti l'Apostolo che dice: Io, che prima ero bestemmiatore, persecutore e oppressore; ma poi ottenni misericordia poiché avevo fatto ciò nell'ignoranza, quando ero ancora incredulo? ( 1 Tm 1,13 )

Quando l'apostolo Paolo perseguitava i cristiani incatenandoli dove li trovava e li trascinava dai sacerdoti perché fossero ascoltati e puniti, ( At 9,1-2 ) credete forse, fratelli, che la Chiesa pregasse contro di lui o non piuttosto per lui?

Certamente la Chiesa di Dio, proprio come aveva imparato dal proprio Signore, il quale dall'alto della croce disse: Padre, perdona loro perché non sanno che cosa fanno, ( Lc 23,34 ) in modo simile pregava per Paolo, anzi ancora per Saulo affinché riguardo a lui avvenisse ciò che poi avvenne.

Infatti, poiché dice: Io non ero conosciuto di vista dalle Chiese di Cristo nella Giudea, ma avevano soltanto sentito dire: " Colui, che un tempo ci perseguitava, ora annuncia la fede che un tempo cercava di distruggere ", e glorificavano Dio a causa mia, ( Gal 1,22-24 ) perché glorificavano Dio, se non perché pregavano Dio prima che ciò avvenisse?

3.4 - Nella preghiera si deve evitare la verbosità

Nostro Signore dunque cominciò con l'eliminare la verbosità, ( Mt 6,7 ) perché non si rivolgessero a Dio molte parole come se con questo mezzo si volesse insegnare a Dio.

Quando dunque si prega c'è bisogno dello spirito di fede, non della verbosità.

Ma il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno prima ancora che glielo domandiate. ( Mt 6,8 )

Non usate quindi molte parole, poiché lo sa lui che cosa vi è necessario.

Ma forse a questo punto qualcuno dirà: " Se Dio sa che cosa ci è necessario, perché diciamo anche solo poche parole?  perché preghiamo? Egli lo sa: ci dia ciò che sa esserci necessario ".

Ma Dio vuole che lo si preghi perché lo dia a chi ne ha il desiderio, affinché non diminuisca di valore ciò che darà; è infatti lui stesso che c'ispira questo medesimo desiderio.

Le parole insegnateci da nostro Signore Gesù Cristo nell'orazione [ domenicale ] sono la regola cui conformare i desideri.

Non ti è permesso chiedere se non ciò che ivi si trova espresso.

4.5 - L'orazione domenicale norma per formulare i nostri desideri

Voi dunque - dice il Signore - pregate così: Padre nostro che sei nei cieli. ( Mt 6,9 )

Con ciò, lo vedete, avete cominciato ad avere Dio per Padre.

Ma l'avrete [ come Padre ] quando sarete nati [ nel battesimo ], sebbene, anche adesso prima che nasciate, siete stati concepiti per sua virtù, destinati a essere partoriti al fonte battesimale, per così dire, dal seno della Chiesa.

Padre nostro che sei nei cieli. Ricordatevi che avete il Padre nei cieli.

Ricordatevi che siete nati dal padre Adamo per la morte, da Dio padre per essere rigenerati per la vita.

Ciò che dite con la bocca ditelo anche con il vostro cuore. ( Sal 4,5 )

La preghiera sgorghi da un vivo sentimento di fede e sarà certamente esaudita.

Sia santificato il tuo nome. ( Mt 6,9 ) Il nome di Dio, che tu preghi sia santificato, è santo.

Perché preghi, dal momento ch'è già santo?

Oltre a questo, quando preghi che sia santificato il suo nome, non ti sembra forse di pregarlo per lui, e non per te?

Ma comprendilo bene: tu lo preghi anche per te.

Tu infatti preghi che il nome ch'è sempre santo in se stesso, sia santificato in te.

Che significa dunque: sia santificato? Che sia ritenuto santo e non venga disprezzato.

Vedi quindi che quando esprimi questo augurio, auguri il bene a te stesso.

Se infatti disprezzerai il nome di Dio, sarà un male per te, non per Dio.

5.6 - Venga il tuo regno. ( Mt 6,10 )

Per chi facciamo questa preghiera? Anche se non lo domandassimo, non verrebbe forse il regno di Dio?

Di quel regno è detto che sarà dopo la fine del mondo.

Dio infatti possiede sempre il regno e non è mai senza regno, poiché lo servono tutte quante le creature.

Ma quale regno ti auguri che venga?

Quello di cui sta scritto nel Vangelo: Venite, benedetti del Padre mio, entrate in possesso del regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. ( Mt 25,34 )

Ecco il regno di cui è detto: Venga il tuo regno.

Ci auguriamo che venga in rapporto a noi, ci auguriamo di ritrovarci in esso.

Poiché, ecco, esso verrà; ma che ti gioverà, se ti troverà alla sinistra?

Dunque anche qui per te fai un buon augurio, tu preghi per te.

Pregando desideri, brami di vivere in modo da appartenere al regno di Dio che sarà dato a tutti i santi.

Quando dunque dici: Venga il tuo regno, tu preghi per te, di vivere bene.

Fa' [ o Signore ] che apparteniamo al tuo regno: venga, anche per noi, il regno che verrà per i tuoi santi, per i tuoi giusti.

5.7 - Sia fatta la tua volontà. ( Mt 6,10 )

Se tu non lo dirai, non farà forse Dio la propria volontà?

Ricorda ciò che hai recitato nella professione di fede: Credo in Dio, Padre onnipotente.1

Se è onnipotente, perché preghi che sia fatta la sua volontà?

Che significa allora: Sia fatta la tua volontà? Si compia in me, perché io non mi opponga alla tua volontà.

Dunque anche a questo punto tu preghi nel tuo interesse, non in favore di Dio.

Si compirà infatti la volontà di Dio nei tuoi confronti anche se non è compiuta da te.

Infatti non solo in rapporto a quelli ai quali dirà: Venite, benedetti del Padre mio, entrate in possesso del regno che è stato preparato per voi dal principio del mondo ( Mt 25,34 ) si compirà la volontà di Dio, affinché i giusti e i santi ricevano il regno, ma anche in rapporto a quelli ai quali dirà: Andate nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per gli angeli suoi, ( Mt 25,41 ) si compirà la volontà di Dio, affinché i cattivi siano condannati al fuoco eterno.

Una cosa diversa è che essa sia fatta da te.

Affinché dunque sia fatta nei tuoi confronti, non senza un giusto motivo preghi, se non affinché tu abbia del bene.

Sia dunque per il tuo bene, sia per il tuo male, essa si compirà rispetto a te: ma cerca che sia compiuta anche da te.

Perché dunque dico: Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra, ( Mt 6,10 ) e non dico: "Sia fatta la tua volontà dal cielo e dalla terra "?

Perché è Dio a fare in te ciò che si compie da te.

Non si compie mai da te nulla senza ch'egli non lo compia in te.

Ma talora fa in te ciò che tu non fai; mai però si fa da te qualcosa se egli non lo fa in te.

5.8 - Ma che vuol dire: in cielo e in terra, oppure: come in cielo così in terra?

Fanno la tua volontà gli angeli, perciò dobbiamo farla anche noi.

Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Il cielo è l'anima nostra, la terra è il nostro corpo.

Quando dici, seppure lo dici, quel che afferma l'Apostolo: Con lo spirito servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato, ( Rm 7,25 ) si compie la volontà di Dio in cielo ma non ancora sulla terra.

Allorché invece la carne andrà d'accordo con lo spirito, e la morte sarà ingoiata nella vittoria, ( 1 Cor 15,54 ) in modo che non rimanga alcun desiderio carnale con cui lo spirito debba lottare, quando sarà passato il dissidio nella terra, quando sarà passata la guerra del cuore, allora sarà sparito ciò che è detto: La carne ha desideri contrari a quelli dello spirito e lo spirito, a sua volta, ha desideri contrari a quelli della carne; poiché queste due forze sono contrapposte l'una all'altra, cosicché voi non fate ciò che vorreste; ( Gal 5,17 ) quando sarà dunque passata questa guerra, e l'intera concupiscenza sarà cambiata nella carità, nel corpo non rimarrà più nulla che si opponga allo spirito, non rimarrà nulla da domare, nulla da frenare, nulla da calpestare, ma tutto si conformerà alla giustizia: [ insomma ] sarà fatta la tua volontà in cielo e in terra.

Quando preghiamo così, ci auguriamo la perfezione.

Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra.

Nella Chiesa il cielo sono gli spirituali, la terra i carnali.

Sia fatta dunque la tua volontà in cielo e in terra; cosicché, allo stesso modo che ti servono gli spirituali, così ti servano anche i carnali una volta cambiati in meglio.

Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra.

C'è anche un altro senso molto consono allo spirito di fede.

Siamo stati esortati infatti a pregare per i nostri nemici.

La Chiesa è il cielo; i nemici della Chiesa sono la terra.

Che vuol dire: Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra?

Vuol dire: " I nostri nemici credano in te come noi crediamo in te; diventino amici, pongano fine all'inimicizia.

Sono terra e per questo sono contro di noi: diventino cielo e saranno con noi ".

6.9 - Siamo tutti mendicanti di Dio

Dacci oggi il nostro pane quotidiano. ( Mt 6,11 )

Anche qui è evidente che preghiamo per noi.

Quando dici: Sia santificato il tuo nome, ti si deve spiegare che preghi per te, non per Iddio.

Quando dici: Sia fatta la tua volontà, anche questa frase ti si deve spiegare, perché tu non pensi che auguri un bene a Dio che si faccia la sua volontà e non preghi piuttosto per te.

Quando dici: Venga il tuo regno, si deve spiegare anche questo, perché tu non creda di augurare un bene a Dio, cioè ch'egli regni.

Ma da questo punto e inseguito sino alla fine della preghiera, è chiaro che preghiamo Dio per noi.

Quando dici: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, confessi d'essere un mendicante di Dio.

Ma non arrossire: per quanto uno sia ricco sulla terra, è sempre un mendicante di Dio.

Il mendicante sta davanti alla casa d'un ricco: ma anche lo stesso ricco sta davanti alla casa del gran Ricco.

Si chiede l'elemosina a lui ma la chiede anche lui.

Se non fosse nel bisogno, non busserebbe alle orecchie di Dio con la preghiera.

Ma di che cosa ha bisogno un ricco? Non ho paura di dirlo: un ricco ha bisogno proprio del pane quotidiano.

Perché mai ha abbondanza d'ogni cosa, come mai, se non perché gliel'ha data Dio?

Che cosa avrebbe, se Dio ritirasse da lui la sua mano?

Molti non si addormentarono forse ricchi e si alzarono poveri?

E se a lui non manca nulla, ciò non deriva dalla sua potenza ma dalla misericordia di Dio.

6.10 - Il pane quotidiano: materiale e spirituale

Ma questo pane di cui, carissimi, si riempie il ventre, con cui si ristora ogni giorno il corpo, questo pane dunque voi vedete che Dio lo dà non solo a chi lo loda, ma anche a chi lo bestemmia, lui che fa sorgere il proprio sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugl'ingiusti. ( Mt 5,45 )

Se lo lodi, ti nutre; se lo bestemmi, ti nutre lo stesso.

Ti aspetta perché tu faccia penitenza; ma se non ti cambierai, egli ti condannerà.

Poiché dunque questo pane lo ricevono da Dio i buoni e i cattivi, non c'è forse un pane speciale richiesto dai figli, il pane di cui il Signore diceva nel Vangelo: Non sta bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani? ( Mt 15,26 )

Vi è certamente. Qual è questo pane? E perché si chiama " quotidiano " anche questo?

Il pane infatti ci è necessario: senza di esso è impossibile vivere, senza pane è impossibile.

È una sfacciataggine chiedere a Dio la ricchezza; non è una sfacciataggine chiedergli il pane quotidiano.

C'è una gran differenza tra ciò che è necessario alla vita e ciò che serve a farci insuperbire.

Tuttavia, siccome questo pane visibile e palpabile viene dato ai buoni e ai cattivi, il pane quotidiano chiesto dai figli è la parola di Dio, pane che ci viene distribuito ogni giorno.

È il nostro pane quotidiano; di esso vivono le menti, non i ventri.

È necessario a noi, ancora operai nella vigna: è il cibo, non la paga.

All'operaio infatti due cose deve dare chi lo prende a giornata e lo manda nella propria vigna: il cibo perché non rimanga spossato, e la paga di cui si rallegri.

Il nostro cibo quotidiano su questa terra è la parola di Dio, che sempre viene distribuita nelle chiese; la nostra paga dopo la fatica si chiama vita eterna.

D'altra parte se per questo pane nostro quotidiano s'intende quello che ricevono i fedeli e riceverete anche voi dopo il battesimo, facciamo bene a pregare e dire: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, affinché viviamo in modo da non essere separati dall'altare.

7.11 - Quaggiù siamo tutti debitori di Dio

E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 )

Nemmeno questa supplica dev'essere spiegata, poiché la facciamo per noi, in quanto domandiamo che ci siano rimessi i debiti.

Siamo infatti debitori, non di denaro, ma per i peccati.

Ora forse tu dirai: " Anche voi? ". Rispondiamo: " Anche noi ".

" Anche voi, vescovi santi, siete debitori? ". "Sì, siamo debitori anche noi ".

" Anche voi? Ma no, signore, non farti torto ". " Non mi faccio torto, ma dico la verità: siamo debitori ".

Se diremo di non avere il peccato, inganniamo noi stessi e non c'è in noi la verità. ( 1 Gv 1,8 )

Noi siamo battezzati, ma rimaniamo sempre debitori.

Non perché sia rimasto in noi qualche peccato non rimesso nel battesimo, ma perché nel corso della vita ci macchiamo di peccati che ci devono venire rimessi ogni giorno.

Coloro che muoiono subito dopo essere stati battezzati, salgono in cielo e si presentano a Dio senza peccati; ma coloro che, dopo essere stati battezzati, sono trattenuti in questa vita, a causa della fragilità umana si macchiano di qualche peccato che, anche se non fa naufragare, occorre tuttavia eliminare, poiché se non si toglie l'acqua dalla sentina, a poco a poco l'acqua entra e può fare sommergere tutta la nave.

Pregare in questo modo è come vuotare la sentina.

Non dobbiamo però soltanto pregare, ma anche fare elemosine: poiché quando si vuota la sentina per non far affondare la nave, si agisce con le parole e con le mani.

Agiamo con le parole quando diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori; agiamo invece con le mani quando compiamo delle azioni: Spezza il pane all'affamato e conduci nella tua casa il povero privo d'un tetto. ( Is 58,7 )

Rinchiudi l'elemosina nel cuore del povero ed essa pregherà per te il Signore. ( Sir 29,15 )

8.12 - Purificarsi dai peccati quotidiani

Dopo che ci sono stati rimessi tutti i peccati mediante il lavacro della rigenerazione, ci troveremmo ancora immersi in grandi angustie, se non ci fosse stata data la quotidiana purificazione della santa orazione.

Le elemosine e le preghiere cancellano i peccati, purché non se ne commettano di tali a causa dei quali dobbiamo stare lontani dal pane [ eucaristico ] quotidiano, evitando i debiti ai quali è dovuta una condanna certa e severa.

Non dite d'essere giusti, come se non aveste motivo di dire: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Dobbiamo astenerci dall'idolatria, dal consultare gli astrologhi, dai rimedi degli incantatori, dagli inganni degli eretici, dalle divisioni degli scismatici, dagli omicidi, dagli adulterii, dalle fornicazioni, dai furti e dalle rapine, dalle false testimonianze e da tutti gli altri eventuali peccati, senza parlare di quelli che producono effetti mortali, a causa dei quali è inevitabile che si venga separati dall'altare e si venga legati sulla terra in modo da essere legati anche in cielo: ( Mt 16,19 ) cosa molto pericolosa e che può causare la morte dell'anima, se non verrà sciolto sulla terra il peccato, affinché sia sciolto anche in cielo.

Prescindendo quindi da questi peccati, non mancano all'uomo occasioni di peccare.

Si pecca guardando volentieri ciò che non si deve guardare.

Ma chi potrebbe frenare la velocità dell'occhio?

Si dice infatti che l'occhio si chiama così dalla velocità.

Chi potrebbe mettere un freno all'orecchio o all'occhio?

Gli occhi, quando lo vorrai, si possono chiudere e si chiudono immediatamente; le orecchie invece ci vuole uno sforzo per tapparle; alzi le mani ed arrivi ad esse, ma se uno ti trattiene le mani, le orecchie restano aperte e non potrai tapparle per non sentire maldicenze, discorsi osceni, parole ingannatrici e adulatrici.

Quando udrai qualcosa che non bisogna udire, anche se non lo farai, non peccherai forse con le orecchie?

Ascolti volentieri qualcosa di cattivo.

Quanti peccati commette una lingua micidiale!

Alle volte commette tali peccati che, a causa di essi, si viene separati dall'altare.

È proprio essa lo strumento delle bestemmie.

Da essa escono anche discorsi frivoli, e senza scopo.

La mano non deve fare alcuna azione cattiva né il piede correre a compiere il male, l'occhio non deve fissarsi su oggetti lascivi né l'orecchio sentire il turpiloquio né la lingua dire cose indecenti.

Tu dirai: " Ma i pensieri chi potrà tenerli a freno? ".

9.12 - Fratelli miei, spesso preghiamo, ma pensiamo ad altre cose, si potrebbe dire che ci dimentichiamo davanti a chi stiamo e davanti a chi siamo prostrati.

Se tutti questi peccati si ammucchiassero insieme contro di noi, si potrebbe forse pensare che non ci opprimerebbero per il fatto che sono piccoli?

Che differenza c'è se ti schiaccia il piombo o la rena?

Il piombo è un'unica massa, la rena è formata da piccoli granelli, ma ti schiaccia con la sua gran quantità.

Sono peccati leggeri; ma non vedi che piccole gocce gonfiano i fiumi e portano via dei poderi?

Sono peccati leggeri, è vero, ma sono molti.

9.13 - Il battesimo cancella tutti i peccati. Il patto con Dio

Cerchiamo dunque di dire ogni giorno e di dirlo con cuore sincero e di mettere in pratica ciò che diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 )

Noi prendiamo un impegno solenne, facciamo un patto e un accordo con Dio. Dio tuo Signore ti dice: " Perdona tu e perdonerò anch'io.

Tu non hai perdonato? Tu ti rivolgi contro te stesso, non io ".

Ora, figli miei carissimi, sapendo quanto vi sia utile, nella preghiera insegnata dal Signore e ancor più nella preghiera in genere, questa richiesta: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, ascoltatemi.

Dovete essere battezzati: perdonate tutto; chi ha qualche risentimento nel proprio cuore contro qualcuno, perdoni di cuore.

Entrate [ nel fonte battesimale ] con queste disposizioni e siate certi che vi saranno rimessi assolutamente tutti i peccati: non solo quelli contratti nascendo dai genitori, per discendenza da Adamo, col peccato originale ( a causa del quale correte con chi è bambino a ricevere la grazia del Salvatore ), ma anche ogni altro peccato aggiunto nella vostra vita, commesso con parole, azioni e pensieri.

Vi saranno rimessi tutti; e ne uscirete come uscireste dallo sguardo del vostro Dio con la sicurezza d'essere senza alcun debito.

10.14 - Si devono amare anche i nemici

Ebbene, poiché a causa dei peccati quotidiani, di cui ho parlato, vi è necessario dire, quasi come un mezzo di purificazione quotidiana: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, che cosa farete?

Voi avete dei nemici; infatti chi potrebbe vivere su questa terra senza avere dei nemici?

Pensate al vostro bene: amateli.

In nessun modo ti può nuocere un nemico feroce più di quanto nuocerai tu a te stesso, se non amerai il nemico.

Egli infatti potrà nuocere alla tua villa o al tuo bestiame, alla tua casa, al tuo servo o alla tua serva, a tuo figlio o a tua moglie o, al massimo, al tuo corpo se gliene sarà dato il potere; potrà forse egli danneggiare l'anima tua come lo puoi tu?

Sforzatevi di raggiungere questa perfezione, carissimi; vi esorto.

Ma sono stato forse io a farvi questo dono? Ve l'ha fatto colui al quale dite: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Non vi sembri tuttavia una cosa impossibile: io so, conosco, so per esperienza personale che ci sono cristiani che amano i loro nemici.

Se vi sembrerà una cosa impossibile, non la farete.

Innanzi tutto dovete credere che è possibile; inoltre dovete pregare che si compia in voi la volontà di Dio.

A che ti giova infatti il male del tuo nemico? Se fosse esente da ogni male, non sarebbe tuo nemico.

Desidera per lui il bene: egli pone termine al male e non sarà più tuo nemico.

Infatti in lui non ti è nemica la natura umana, ma una colpa.

Ti è forse nemico per il fatto ch'egli ha un'anima e un corpo?

Egli è quello che sei anche tu: tu hai un'anima, l'ha anche lui; tu hai un corpo, l'ha anche lui.

È della stessa tua natura: insieme siete stati plasmati con la terra dal Signore, e siete stati dotati di un'anima.

Egli è ciò che sei anche tu: consideralo come tuo fratello.

In origine i nostri due progenitori erano Adamo ed Eva: padre l'uno e madre l'altra; noi dunque siamo fratelli.

Lasciamo da parte la prima origine.

Nostro padre è Dio, nostra madre la Chiesa; noi dunque siamo fratelli.

" Ma il mio nemico è pagano, è giudeo, è eretico ".

Proprio per questo già da un pezzo ho detto: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

O Chiesa! Il tuo nemico è un pagano, un giudeo, un eretico; non è altro che terra!

Se tu invece sei cielo, invoca il Padre ch'è nei cieli e pregalo per i tuoi nemici, poiché anche Saulo era nemico della Chiesa; così si pregò per lui e divenne amico.

Non solo cessò d'essere persecutore ma si affaticò per essere collaboratore.

E se vuoi sapere la verità si pregò contro di lui, cioè contro la sua cattiveria, non contro la sua natura.

Prega anche tu contro la cattiveria del tuo nemico: muoia quella ed egli viva.

Se infatti morisse il tuo nemico, potrebbe sembrare che non hai più il nemico ma non troveresti nemmeno un amico: se invece morirà la sua cattiveria, hai trovato anche un amico.

11.15 - Bisogna amare i nemici anche se ci riescono pochi

Continuate pure a dire: "Ma chi ci riesce? Chi lo fa? ". Lo faccia Dio nei vostri cuori.

Lo so anch'io: pochi lo fanno, sono magnanimi quelli che lo fanno, lo fanno le persone spirituali.

Sono forse tali nella Chiesa tutti i fedeli che si accostano all'altare e ricevono il corpo e il sangue di Cristo?

Sono forse tutti così? Eppure tutti dicono: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Dio potrebbe rispondere loro: " Perché mi chiedete di fare ciò che ho promesso, dal momento che voi non fate ciò che io ho comandato?

Che cosa ho promesso? Di rimettervi i vostri debiti.

Che cosa ho comandato? Che anche voi li rimettiate ai vostri debitori.

Come potete mettere in pratica questi precetti, se non amate i vostri nemici? ".

Che cosa faremo dunque, fratelli? A tanto poche si riducono le pecorelle di Cristo?

Se devono dire: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, soltanto quelli che amano i propri nemici, non saprei che fare, non saprei che dire.

Potrei forse dirvi: " Se non amate i vostri nemici, non pregate "?

Non oso dirlo; al contrario, anzi, pregate perché li amiate.

Potrei forse dirvi: Se non amate i vostri nemici, nell'orazione insegnata dal Signore non dite: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori?

Supponi che io dica: " Non lo dite ".

Se non lo direte, non vi saranno rimessi: ma se lo direte e non farete quel che dite, non vi saranno rimessi.

Si deve dunque dire e fare [ quel che si dice ] affinché siano rimessi.

12.16 - Si dia almeno il perdono al nemico che lo chiede

Vedo qualcosa grazie alla quale posso consolare non un piccolo numero, ma una moltitudine di cristiani, e so che lo desiderate sentire.

Perdonate e Dio vi perdonerà, ( Lc 6,37 ) ha detto Cristo.

E voi nell'orazione che cosa dite? Ciò che stiamo spiegando adesso: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Perdona, o Signore, come perdoniamo noi.

Ecco che cosa dici: " Rimetti, o Padre, che sei nei cieli, i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori ".

Ecco che cosa dovete fare e, se non lo farete, perirete.

Che dire poi? Quando sentite dire: " Se un nemico vi chiede perdono, dovete darglielo subito ", anche questo è difficile per voi?

Era difficile per te amare un nemico infuriato con te: è anche difficile per te amare una persona che ti supplica?

Che dirai? Tu l'odiavi perché era infuriato con te; avrei preferito che non lo avessi odiato neppure allora; avrei desiderato che tu avessi sopportato le sue furie e ti fossi ricordato del Signore che diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 )

Avrei dunque desiderato vivamente che, anche quando contro di te infieriva il tuo nemico, avessi pensato al Signore tuo Dio quando diceva quella preghiera.

Ma forse dirai: " Ha fatto così lui, è vero, ma in quanto è il Signore, perché è il Cristo, il figlio di Dio, l'Unigenito, il Verbo incarnato; che potrei fare io, che sono un individuo cattivo e debole? ".

Se l'esempio del tuo Signore è troppo alto per te, pensa a un servo di Dio, simile a te.

Santo Stefano veniva lapidato; ma tra il lancio delle pietre, inginocchiato, pregava per i nemici, dicendo: Signore, non imputare loro questo delitto. ( At 7,60 )

Quelli lanciavano pietre, non chiedevano perdono, ma egli pregava per loro.

Desidero che tu sia come lui: sforzati d'esserlo.

Perché trascini sempre il cuore sulla terra? Ascolta, volgi il tuo cuore in alto, ama i nemici.

Se non puoi amare un nemico infuriato, ama almeno quello che ti chiede perdono.

Ama chi ti dice: " Fratello, ho peccato, perdonami ".

Se allora non perdonerai, non ti dico: " Cancellerai l'orazione dal tuo cuore "; ma: " Sarai cancellato dal libro di Dio ".

13.17 - Il castigo sia senz'odio

Se, invece, gli avrai perdonato e avrai deposto l'odio dal cuore, allora avrai bandito l'odio dal cuore, senza bisogno di eliminare il castigo dovuto.

" Che fare dunque se colui che chiede perdono merita d'essere castigato da me? ".

Fa' ciò che vuoi. Suppongo che tu vuoi bene a tuo figlio anche quando lo bastoni.

Tu non ti commuovi alle lagrime che versa mentre lo picchi, poiché tu gli serbi l'eredità.

Io dico solo questo: che tu deponga l'odio dal tuo cuore quando ti chiede il perdono.

Forse tu dirai: " Ma egli mentisce, simula ".

O giudice del cuore, dimmi i pensieri di tuo padre, dimmi i tuoi pensieri di ieri.

Quello prega, chiede perdono: devi perdonare, devi assolutamente perdonare.

Se non gli perdonerai, farai un danno a te e non a lui.

Poiché egli sa che cosa farà. Tu, pur essendo suo compagno nel servizio di Dio, non vuoi perdonare a un servo di Dio come te?

Ebbene egli andrà da vostro Signore e gli dirà: " Signore, ho pregato il mio conservo di perdonarmi, ma non ha voluto perdonarmi: perdonami tu ".

Non è forse lecito al Signore di condonare i debiti del proprio servo?

Quello, avuto il perdono, si allontana assolto dal Signore; tu invece rimani condannato.

Condannato: in che modo? Verrà il tempo di pregare, verrà il tempo di dire: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Ma il Signore ti risponderà: "Niente affatto!

Pur avendo verso di me tanti debiti, tu mi hai supplicato e te li ho condonati: non dovevi anche tu avere pietà del tuo compagno, come anch'io ho avuto pietà di te? ". ( Mt 18,32-33 )

Queste sono parole del Vangelo, non del mio cuore.

Se invece perdonerai a chi ti chiede perdono, potrai senz'altro recitare questa preghiera.

Ma anche se non sei ancora capace di amare un nemico spietato, potrai tuttavia dire questa preghiera: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

13.18 - Passiamo alle restanti petizioni

Non c'indurre in tentazione. ( Mt 6,13 )

Noi diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori per i nostri peccati passati, che non possiamo fare in modo che non siano stati commessi.

Tu puoi fare in modo di non ripetere i peccati che hai commessi; come potrai fare in modo che non siano stati commessi i peccati da te commessi?

Per i peccati già commessi ti viene in aiuto la suddetta frase: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Per i peccati in cui puoi cadere, che cosa potrai fare?

Non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male, cioè dalla stessa tentazione.

14.19 - Tre petizioni riguardano la vita eterna, le altre le necessità della vita presente

Valgono per sempre le tre petizioni: Sia santificato il tuo nome, Venga il tuo regno, Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra; valgono per la vita umana le ultime tre petizioni.

Sempre infatti dev'essere santificato in noi il nome di Dio, dobbiamo essere sempre nel suo regno, sempre dobbiamo fare la sua volontà: ciò sarà per l'eternità.

Il pane quotidiano per altro ci è necessario adesso; ma a partire da questo punto tutto il resto che domandiamo nella preghiera riguarda la necessità della vita presente.

Il pane quotidiano è necessario in questa vita; così anche è necessario in questa vita che ci siano perdonati i nostri debiti, poiché quando arriveremo alla vita eterna cesseremo d'aver debiti; su questa terra invece c'è la tentazione, si naviga pericolosamente, per le fessure della fragilità s'insinua nella nave [ dell'anima ] qualcosa che dev'essere eliminato, come l'acqua dalla sentina.

Quando però saremo diventati uguali agli angeli di Dio, non dovremo più dire né più pregare Dio che ci rimetta i nostri debiti poiché non ci saranno più.

Soltanto quaggiù ci occorre il pane quotidiano, solo quaggiù dobbiamo pregare che ci siano rimessi i debiti, che non cadiamo nella tentazione; poiché in quell'altra vita la tentazione non entrerà; solo quaggiù dobbiamo pregare d'essere liberati dal male, poiché nell'altra vita non ci sarà nessun male, ma durerà per sempre il bene eterno.

Indice

1 Symb. fidei