La storia della Chiesa

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II. Le forze culturali e religiose

1. Non fu merito dei papi se i pericoli che minavano la vita del cristianesimo e della Chiesa e si esprimevano nel gallicanesimo, in una ecclesialità esteriorizzata e in una vita scandalosa, immorale e seccamente antisociale, non portarono alla rovina; come già al tempo dell'esilio avignonese, le pretese della Francia, anche questa volta, trovarono sul seggio di Pietro personalità per lo più di mediocre levatura.

Questa volta però la corte e il suo partito e la società che lo formava non erano più soli a tenere il campo: accanto e sopra alla sfera politico-ecclesiastica e alle debolezze morali e religiose, esisteva una vita interiore rigogliosissima di élite.

Non senza dolorose limitazioni ( v. sotto ) essa, seguendo unicamente le proprie leggi interiori, fu proprio la forza principale sul piano della storia della Chiesa.

Francesco di Sales, Giovanna di Chantal, Vincenzo de' Paoli, Fénelon, Bourdaloue, i numerosi grandi mistici, ma anche, e certamente non ultimo, lo stesso Pascal, furono assai più che notevoli individualità isolate di questo periodo; essi ne rappresentarono il contenuto più profondo dal punto di vista della storia della Chiesa.

La santità, la pietà, la teologia, nonostante tutto, erano destinate ad avere maggiore incidenza del gallicanesimo, sia nella vita ecclesiastica contemporanea, sia nelle sue ripercussioni nel futuro.

La sua importanza aumenta quanto più ci si avvicina alla fine del « grande secolo » e dalla santità si passa alla pietà media.

2. Se si volesse tentare di caratterizzare in sintesi, in una prospettiva storico-spirituale, la molteplicità degli aspetti religiosi, culturali ed ecclesiastici che qui si presentano, si potrebbe dire che ci troviamo dinanzi al fondersi della pietà umanistica164 con lo spirito francese, del cristianesimo con la cultura francese profana.

Ciò è vero tanto per i santi di quel periodo, come per l'oratoria sacra e per i grandi della letteratura francese che partecipano al movimento religioso come Pascal, Corneille e Racine: si tratta di gallicanesimo religioso!

Il significato di questo nesso esistente fra atmosfera religiosa e profana che si traduce in stretta unione tra forma religiosa cattolica ed una cultura estremamente raffinata nella lingua, negli scritti e nella vita sociale riveste un'importanza straordinaria: l'elemento religioso-cattolico, portato fino al vertice della santità, si introduce negli strati più elevati e migliori della nazione.

3. Non mancarono neppure reazioni teologico-religiose aberranti che caddero sotto la censura ecclesiastica.

Tali reazioni da una parte sono frutto delle tensioni sempre presenti in questa Francia a suo modo cristiano-cattolica, e dall'altra scaturiscono dalla lotta del cattolicesimo per l'intima soluzione del problema della giustificazione, che non era del tutto risolto nella dottrina dei gesuiti ( motivata in modo controriformistico ): di fronte alla forte esteriorizzazione della cultura di corte da una parte e all'attivismo religioso dei gesuiti dall'altra, ci imbattiamo in una mistica tendente al quietismo.

Di fronte all'accentuazione della volontà umana, in ordine al raggiungimento della salvezza, si pone l'agostinismo giansenista.

In opposizione al decadimento dei costumi e alla frivola corte cattolica da una parte e all'apparente insufficienza del probabilismo dei gesuiti ( e dell'ascesi « secolarizzata » di Francesco di Sales ) dall'altra, si afferma il rigorismo dei giansenisti.

4. L'insieme globale di questa realtà così tanto ricca di contrasti, si potrebbe prospettare approssimativamente così:

I. una fioritura religiosa: un nuovo secolo di santi ( § 97 );

II. una serie di correnti religioso-teologiche contrastanti e tenute in vita dall'opposizione:

1. agostinismo giansenista,

2. rigorismo giansenista,

3. quietismo,

avversari soprattutto i gesuiti;

III. il movimento politico-ecclesiastico del gallicanesimo contro il papato ( § 100 ).

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164 Umanesimo nel senso
a) della cultura letteraria classica e
b) della mistica devotio moderna.
Si tracci, per esempio, la linea che unisce Gerson e D'Ailly da una parte, e dall'altra si faccia un confronto coi mistici tedeschi.
Qui, nonostante la profonda interiorità, troviamo una vigorosa austerità, una maggiore carica di tensione.
La mistica francese è molto più ricca di sentimento; la genuina figlia di un'epoca soggettivizzante.
Ma dal moralismo umanistico ( § 76, III ) è scaturito di nuovo e veramente un cristianesimo ecclesiastico, una religione e perfino una theologia crucis ( cfr. § 99 ).