Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se l'omissione sia un peccato speciale

In 2 Sent., d. 5, q. 1, a. 3, ad 4

Pare che l'omissione non sia un peccato speciale.

Infatti:

1. Un peccato o è originale o è attuale.

Ora, l'omissione non è il peccato originale, poiché non viene contratta con la nascita.

E non è un peccato attuale in quanto può avvenire senza alcun atto, come si è detto sopra [ I-II, q. 71, a. 5 ] parlando dei peccati in generale.

Quindi l'omissione non è un peccato speciale.

2. Ogni peccato è volontario.

L'omissione invece talora non è volontaria, ma necessaria: p. es. quando una donna che ha fatto il voto di verginità è stata violata; oppure quando uno ha perso la cosa che doveva restituire; o quando un sacerdote tenuto a celebrare si trova impedito di farlo.

Perciò l'omissione non sempre è peccato.

3. Per ciascun peccato specificamente distinto si può determinare il tempo in cui comincia a sussistere.

Ma ciò è impossibile per l'omissione, poiché in tutti i momenti in cui uno non agisce si trova sempre nella stessa disposizione, e tuttavia egli non pecca in tutti i momenti.

Quindi l'omissione non è un peccato specificamente distinto.

4. Ogni peccato specifico si contrappone a una virtù specifica.

Ma una virtù specifica che si contrappone all'omissione non esiste: sia perché si può omettere il bene di qualsiasi virtù, sia perché la giustizia, a cui l'omissione pare opporsi in modo particolare, richiede sempre un qualche atto, come si è detto sopra [ a. 1, ad 2 ] per l'allontanamento dal male; e invece l'omissione può avvenire senza alcun atto.

Quindi l'omissione non è un peccato speciale.

In contrario:

Sta scritto [ Gc 4,17 ]: « Chi sa fare il bene e non lo compie, commette peccato ».

Dimostrazione:

L'omissione implica il tralasciare non un bene qualsiasi, ma un bene dovuto.

Ora, il bene sotto l'aspetto di cosa dovuta appartiene propriamente alla giustizia: a quella legale se il dovere deriva dalla legge divina o umana; a quella speciale se il dovere è visto in rapporto al prossimo.

Come quindi è una virtù speciale la giustizia, secondo le spiegazioni date sopra [ q. 58, a. 7 ], così anche l'omissione è un peccato speciale, distinto dagli altri peccati che si contrappongono alle altre virtù.

E come fare il bene, al che si oppone l'omissione, è una parte speciale della giustizia distinta dall'evitare il male, al che si oppone la trasgressione, così anche l'omissione si distingue dalla trasgressione.

Analisi delle obiezioni:

1. L'omissione non è il peccato originale, ma è un peccato attuale: non perché implichi essenzialmente un atto, ma perché la negazione di un atto rientra nel genere dell'atto.

E in questo senso, come fu spiegato sopra [ I-II, q. 71, a. 6, ad 1 ], non agire equivale ad agire in un certo modo.

2. Come si è già detto [ nel corpo ], l'omissione viene concepita solo in rapporto a un bene dovuto, che uno ha l'obbligo di compiere.

Ma nessuno è tenuto all'impossibile.

Per cui nessuno commette un peccato di omissione se non fa ciò che non può fare.

Perciò una donna violata che ha fatto voto di verginità non fa un peccato di omissione perché non ha la verginità, ma perché eventualmente non si pente del suo peccato, o perché non fa quello che può per compiere il suo voto con l'osservanza della castità.

E così il sacerdote non è tenuto a celebrare la messa se non quando è in condizioni di farlo: e se queste non si danno, non pecca di omissione.

Parimenti uno è tenuto a restituire supposto che ne abbia la capacità: mancando la quale non fa un peccato di omissione, purché faccia quanto può.

E lo stesso si dica di altri casi del genere.

3. Come il peccato di trasgressione è in contrasto con i precetti negativi, che mirano a evitare il male, così il peccato di omissione è in contrasto con i precetti affermativi, che mirano al compimento dei bene.

Ma i precetti affermativi non obbligano in tutti i momenti, bensì in tempi determinati.

Ed è allora che il peccato di omissione comincia a sussistere.

Tuttavia può capitare che in quel momento uno non sia in grado di fare ciò che deve.

E se ciò avviene senza sua colpa non c'è omissione, come si è già detto [ ad 2 ].

- Se invece ciò avviene per un suo peccato precedente, nel caso p. es. di uno che è incapace di alzarsi per il mattutino perché si è ubriacato la sera avanti, allora secondo alcuni il suo peccato di omissione comincerebbe a esistere dal momento in cui egli si è applicato all'atto illecito incompatibile con ciò a cui è tenuto.

Ma questo non pare vero.

Nel caso infatti che costui venisse svegliato di prepotenza e andasse così al mattutino non peccherebbe di omissione.

Perciò è evidente che l'ubriacatura precedente non era l'omissione, ma la causa dell'omissione.

- Bisogna quindi concludere che l'omissione comincia a essergli imputata a colpa quando inizia il tempo di agire: tuttavia a motivo della causa precedente, che rende volontaria l'omissione successiva.

4. L'omissione si oppone direttamente alla giustizia, come si è spiegato [ nel corpo ]: infatti il bene di una virtù non viene omesso se non sotto l'aspetto di cosa dovuta, aspetto che appartiene alla giustizia.

Sappiamo poi che per l'atto virtuoso meritorio si richiedono più cose che per il demerito della colpa: poiché, come dice Dionigi [ De div. nom. 4 ], « il bene deriva dalla perfetta integrità della causa, il male invece dai difetti particolari ».

E così per il merito della giustizia si richiede l'atto, che invece non è richiesto per l'omissione.

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