Cristo

B 97

Ascensione

Rif.

Il racconto dell'ascensione è particolarmente sobrio.
I testi del N.T. che ne riparlano sul piano teologico sono, anch'essi, particolarmente modesti.
Ora, l'epoca aveva una concezione cosmica che facilmente si prestava ad ogni specie di considerazioni su questo tema ( apoteosi di eroi, viaggio al di sopra delle potenze celesti, ecc).
La tradizione biblica aveva anche degli esempi che avrebbero potuto rendere goffo il racconto dell'ascensione ( Enoc, Elia ).
In realtà, gli At. raccontano l'ascensione come se si trattasse della semplice partenza di Cristo dopo una delle sue apparizioni.
A noi importa unicamente ritenere la visuale dottrinale nella quale la tradizione primitiva ha visto il fatto dell'ascensione: la prova visibile del Regno celeste di Cristo,
B 98
l'associazione del binomio « discesa agli inferi-ascensione al cielo »,
B 95
il Regno escatologico di Cristo sugli elementi del mondo.

Testi

Rilievi

Rif.

Gen 11,1-9
Is 14,3-21
Ez 28,1-19
Ap 8,10
Ap 12,1-13
Questi racconti testimoniano il desiderio umano di innalzarsi sopra questo mondo per raggiungere il mondo del Dio « Altissimo ».
A 7
Crollo di questi tentativi basati sull'orgoglio.

Gen 5,21-24
Gd 14-15
2 Re 2,11-13
Sir 48,9-11
Ml 3,22.24
Gd 9
Ap 11,1-13
Le tradizioni popolari ricordano tre ascensioni di giusti verso Dio: Enoc, Mosè ed Elia.
B 49
Queste tradizioni si sono forse formate partendo dal fatto che non si conoscevano le loro tombe.
Ad ogni modo queste ascensioni acquistarono un valore escatologico: Dio ha messo a parte Enoc, Mosè ed Elia perché ritornassero ad annunciare la fine dei tempi.
B 81

At 1,9-11
Mt 24,30-31
Mc 16,14-20
Ap 14,14-16
Il valore escatologico dell'ascensione di Cristo si accomuna, da una parte, alle ascensioni di Enoc ed Elia: essa è preambolo di una nuova venuta.
La nube del versetto 9 è quella del ritorno di Cristo.

Lc 24,1.13.50-53
Gv 20,17
Rm 8,34
Il primo kerigma non ha dato importanza al tempo che è trascorso tra la risurrezione e l'ascensione e sembra anzi dire che l'ascensione è avvenuta in continuità con la morte e la risurrezione.

At 2,29-36
At 5,30-32
Fil 2,6-11
Ef 4,10
1 Pt 3,19-22
Rm 10,5-7
Questa presentazione ha la sua importanza teologica: Cristo è esaltato perché è stato umiliato nella morte.
Il binomio discesa-salita è fondamentale nel primo kerigma per esprimere il mistero pasquale.
B 95
At. Fil. la interpretano come riferita al povero glorificato.
Ef. e 1 Pt. le attribuiscono il valore di un avvenimento cosmico che interessa l'inferno, la terra e il cielo.
Rm. la generalizza nell'opera intera di Cristo.

At 2,29-36
Rm 1,1-4
L'ascensione presentata nel contesto di un Messia davidico che sale su di un trono che è suo.
B 78

Gv 3,12-15
Gv 8,27-29
Gv 12,31-34
Gv. in uno stile che gli è abituale, concentra i due aspetti di morte e di salita in una sola parola: innalzare.

Ap 1,1-13
I due testimoni ( probabilmente Pietro e Paolo, descritti in rapporto a Mosè ed Elia che avevano beneficiato di un'ascensione secondo le tradizioni dell'A.T. ) effettuano la loro ascensione, primizie di tutti i cristiani.
C 42
Si noti al versetto 12 la stessa nube di Atti 1,9.

At 1,1-11
Lc 24,50-53
Quando Lc redige questo racconto, egli ne ha già fornito una prima versione nel vangelo.
Ma, allora, si trattava di una specie di conclusione dossologica ( cfr. la benedizione e gli apostoli al tempio).
Qui, al contrario, si tratta dell'inizio della missione universale della Chiesa, e i quaranta giorni sono solo più un tempo di preparazione.
D 62
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