Crociata della sofferenza  

B251-A13

Anno XXVI - Lettera N. 104 - Luglio 1989

I Discepoli si avvicinarono a Lui e lo svegliarono gridando: « Signore, salvaci! Affondiamo! Non tè ne importa nulla? » ( Mt 8,25 )

Fratelli,

« Signore, salvaci! » è il grido nella tempesta di uomini che sono alla disperazione.

E Gesù è lì, accanto a loro, sulla stessa barca, ma dorme.

Il pericolo è grave, la situazione precipita: « Maestro, maestro affondiamo! ».

E subentra lo sconforto: « Non tè ne importa nulla? ».

Al pericolo imminente si aggiunge la tristezza dell'abbandono, al buio della indifferenza, la notte della solitudine.

Ho incontrato un uomo nel suo letto di dolore, per lunghi giorni e interminabili notti;

ho incontrato un uomo solo e triste lungo la via col sacchetto di plastica che contiene tutto il suo avere, che cerca di aumentare coi rifiuti dei cassoni;

ho incontrato una ragazza, una bambina, che vagava per le strade, portando il grave peso di un bimbo in grembo, di cui non ricordava il padre;

ho incontrato due giovani sposi nell'ansia dell'attesa della loro prima creatura che, venuta alla vita, dopo un breve volo di pochi mesi è tornata a Dio;

ho incontrato una mamma rimasta sola, nell'abbandono della casa vuota, troppo presto;

ho incontrato una sposa il cui mazzo di fiori di arancio è appassito in così breve tempo;

ho incontrato un uomo costretto nella sua carrozzella a trascorrere giorni senza orizzonti;

ho incontrato un giovane distrutto dalla ricerca angosciante di stordimento;

ho incontrato un uomo nel buio di un cammino incerto, ansioso, solo, nella paura di un'unica soluzione suicida;

ho incontrato una creatura lontana, ostile all'amore di un Dio Padre, nella rete del peccato, senza speranza;

ho incontrato un vecchio, rimasto solo, dal camminare stanco, col bisogno di una carezza e di un po' di affetto;

ho incontrato … e l'elenco lo puoi continuare tu, fratello e sorella che leggi.

Uomini, donne, giovani, vecchi nella tempesta, sulla barca della loro vita in balia delle onde, tanto alte da coprirla, nel pericolo di affondare.

E Gesù è presente, ma dorme.

Accanto a Lui, questa povera umanità si agita, si dispera nella ricerca di qualche cosa che impedisca alla barca di affondare, alle onde di avere il sopravvento.

Chi lavora ai remi, chi al timone, chi alle vele, chi alla stabilità, con lo sguardo attento alle nuove improvvise alte ondate, sotto un vento impetuoso: il vento della sofferenza, dell'angoscia, l'ondata della paura.

In questo mare agitato ci siamo tutti.

E la tempesta è attorno a noi più o meno violenta, pur con sprazzi di calma.

Ma quando comincia a far sentire il suo vento e le sue onde, le nostre povere forze si rivelano impotenti.

Sentiamo l'urgenza di un punto di sicurezza, di una mano tesa, di una parola che orienti, forse di un rimprovero che ci richiami alla realtà per una nuova speranza.

Sono tante le possibilità, ma sovente preoccupati più del pericolo, dimentichiamo le risorse del nostro spirito, non vediamo la mano tesa, non ascoltiamo la parola di conforto.

Siamo attenti solo all'insidia nascosta alla nostra sicurezza, alla voce umana che sovente è povera e sterile, alla mano tesa che è impotente: tutto è riportato alle sole forze umane!

Le nubi che coprono il cielo che ci sovrasta, nascondono la realtà che sta al di sopra.

Anche gli apostoli la riscoprono nella disperazione: hanno un vero amico, che si è fatto fratello per la nostra salvezza, che si è fatto come uno di noi per provare nel suo spirito e nella sua carne le nostre sofferenze, che ha detto: « Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò » ( Mt 11,28 ).

Sono parole e fatti di speranza, di fiducia ma forse sono seppellite in fondo al cuore o le abbiamo dimenticate: dormono in noi.

E dimenticandole, o ricordandole solo per l'urgenza del pericolo, osiamo rivolgere a chi ha dato tutto se stesso in un atto di amore infinito, il nostro rimprovero: « Non tè ne importa nulla? ».

Se proprio non lo esprimiamo in questi termini, le frasi che diciamo ne riflettono il significato.

L'ha espresso anche Gesù nell'angoscia dell'agonia: « Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? ».

Ci ritroviamo a ripetere: « Perché, Signore? Perché questa sofferenza? Perché proprio a me che sono sulla tua barca? Perché non pensi più a me? Perché mi hai abbandonato? Non tè ne importa proprio nulla? ».

È il grido che risuona nei secoli e che il salmista riporta nella loro struggente attualità:

« Tendi l'orecchio, Signore ascoltami: sono povero e infelice. Proteggi la mia vita: io ti sono fedele. O Dio salva il tuo servo: confido in tè! Sono in pericolo: a tè io grido! Dammi la tua forza! ( Sal 86 ).

Perché rimani lontano e non mi aiuti? Perché non ascolti il mio pianto?

Di giorno grido, mio Dio e tu non rispondi, anche di notte e non trovo pace.

Eppure tu abiti tra noi. Non stare lontano da me, sono in pericolo e non c'è chi mi aiuta ( Sal 22 ).

lo penso a Dio, ma piango: medito e mi perdo di coraggio. Ha dimenticato la sua compassione? ( Sal 77 ).

Svegliati, Signore, perché dormi? Alzati, non respingerci per sempre ( Sal 44 ).

La risposta di Dio è nelle parole di Gesù in mezzo alla tempesta: « Perché avete paura? uomini di poca fede! ».

Sì! La nostra paura, la nostra angoscia, il nostro tormento poggiano sulla nostra poca fede.

Quella fede che Gesù sempre richiede a chi si rivolge a lui per ottenere aiuto.

« Coraggio, figlia mia, la tua fede ti ha salvato » ( Mt 9,22 ).

Hai creduto, e così sarà ( Mt 8,13 ).

Come avete creduto, così avvenga ( Mt 9,29 ).

O donna, davvero la tua fede è grande! Accada come tu vuoi ( Mt 15,28 )

Se vuoi? Tutto è possibile per chi ha fede. lo ho fede! Se non ho fede, aiutami! ( Mc 9,23 ).

Vai, la tua fede ti ha salvato! ( Mc 10,52 ) ».

Le ricordate le persone a cui Gesù ha rivolto queste parole?

Ricercatele sul Vangelo.

Erano tutti nella tempesta della disperazione.

Incontravano Gesù sulla loro via, ma pareva non interessarsi di loro.

Come gli Apostoli lo chiamavano: « Maestro, Figlio di Davide, Signore! ».

E come sul lago, Gesù si alza, sgrida il vento e l'acqua del lago e si fa una grande calma: la calma di chi è uscito dal vortice.

Quella calma che anche il salmista ritrova, dopo tanta angoscia e che gli fa esclamare:

« lo ti invoco e tu, o Dio, mi rispondi ( Sal 17 )

- Il Signore non mi ha respinto, non si è vergognato della mia miseria, non mi ha voltato le spalle: ha raccolto il mio grido di aiuto ( Sal 22 )

- Signore, mio Dio, ho gridato aiuto e tu mi hai guarito. Se alla sera siamo in lacrime, al mattino ritorna la gioia ( Sal 30 )

- Il Signore è vicino a chi ha il cuore affranto, salva chi ha perso speranza ( Sal 34 )

- Ho continuato a sperare nel Signore: si è chinato verso di me. ( Sal 40 ) ».

Gesù si alzò in piedi, sgridò il vento e l'acqua del lago e allora ci fu una grande calma.

Anche ora Gesù è in piedi, accanto a noi, in piedi, inchiodato sulla croce, in piedi, sollevato da terra nella risurrezione.

Dalla croce, calma la tempesta con le parole di perdono: « Padre, perdona loro », « Oggi sarai con me in paradiso ».

Non elimina la sofferenza, la purifica col perdono, la conforta con la speranza del premio.

Nel cuore può tornare la calma di chi, pur nel dolore, sente un amico che partecipa, sente una parola che solleva, sente una mano che si stringe alla sua.

Nella risurrezione, dopo il sonno della morte, Gesù rimprovera ancora i discepoli « perché avevano avuto paura e si ostinavano a non credere » e i due discepoli di Emmaus: « Come siete lenti a credere ».

A loro, ancora nella bufera, sconvolti e pieni di paura dice: « Perché avete tanti dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi ».

Da queste piaghe sanguinanti e ora gloriose, potete credere che il Messia doveva morire, ma il terzo giorno doveva risuscitare dai morti.

L'esperienza della tempesta calmata li aveva fatti esclamare: « Ma chi è mai costui? Anche il vento e le onde del lago gli ubbidiscono ».

Su quello stesso lago calmo, dopo la risurrezione, di fronte ad una eccezionale pesca, dopo tanto inutile faticare, non hanno più il coraggio di domandargli « Chi sei? »: Hanno capito che era il Signore.

La tua vita, fratello e sorella, può essere ancora nella bufera della tempesta.

Attorno a te puoi ancora vedere tante fragili barche, sconvolte dal vento e dalle onde del dolore, forse anche quelle stesse barche che credevi più stabili e guida nel mare agitato; quelle dei tuoi fratelli consacrati.

Percorri il cammino che questo episodio evangelico ti indica: grida al Signore la tua angoscia, sveglialo, confidagli lo smarrimento che ti assale perché pare che non gliene importi nulla e poi attendi il suo rimprovero ma anche la sua azione confortatrice e portatrice di calma.

Allora capirai che il vero aiuto viene dal Signore.

Così, in tutta la sua vita, lo accolse Maria, la Mamma che tutti chiameranno beata perché ha creduto nelle promesse del Signore, ha saputo attendere ed è piena di gioia perché il Signore ha guardato a lei, la sua povera serva.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché il Signore si desti e calmi la bufera che agita il mondo e la tempesta che agita i cuori.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni dell'Unione Catechisti

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani e i sofferenti

- le vocazioni dei laici all'apostolato e al servizio

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza: P.C.v.B. per tutti i suoi cari ( Comiso ); C.G. e G.C. ( Schio ); S.M. ( Mentova ); M.C. e E.G.E. ( Vibo Valentia ); B.A. ( Licata ); R.A. ( Minervino Murge ); Q.G. e famiglia, M.C. per la salute ( Torino ); T.N.B. ( Ventimiglia ); F.C. ( Viagrande ); Sorelle O. ( Villafranca Piemonte ); R.M.C, per una grazia particolare ( Biancavilla ); R.B.M. per il nipote Marco ( Bra ); O.T.v.S. per la sua salute ( Vercelli ); G.S. per il nipote Emilio ( Genova ); T.G.L. per la conversione della famiglia e per la figlia ammalata ( Catania ) e tutte le altre intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio

Le anime di chi ci ha lasciato: Franco Boschi ( Roma ); Alberto Rampone ( Torino ); i defunti di P.C.v.B. ( Comiso ), di M.C. ( Mapello ), di L.L. ( Torino ); Giuseppina Villata ( Cascine Vica ); Carlo, Alba, Vittoria, Gregorio ( Torino ); i defunti di G.R. ( Andora ) e tutti i defunti della Crociata della Sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori.