Acclamazione/i

Dizionario

1) Elezione senza votazione per consenso generale espresso a gran voce, applaudendo


Per Acclamazione si intende il grido popolare che esprime augurio, consenso, letizia.

Già presente nelle culture pre-cristiane, è passata nel Cristianesimo e nel corso della storia è stata usata per varie occasioni e circostanze, come elezioni di vescovi, iscrizioni sepolcrali, ed anche nei concili e nella liturgia.

Viene manifestata anche al passaggio del papa, quando presiede una liturgia o riceve in udienza pubblica.

Le acclamazioni liturgiche sono invece brevi formule riservate all'assemblea per rispondere alle preghiere, alle letture, alle ammonizioni durante i sacri misteri.

L'acclamazione è espressa in brevi formule scritturali o delle litanie o versetti dei salmi, come: "Alleluia", "Amen", "Deo gratias" ( "Rendiamo grazie a Dio" ), "Kyrie eleison" ( "Signore, pietà" ), "La pace sia con voi", "Il Signore sia con voi", "Tu es Petrus" ( "Tu sei Pietro" ).

* * *

L'acclamazione in antico erano le grida con cui più persone, generalmente riuniti in assemblea, manifestavano la loro approvazione per una cosa o per qualcuno.

Nell'antica Roma era detta acclamazione la cerimonia decretata al generale vincitore, e poi l'elezione dell'imperatore da parte delle truppe a viva voce e senza ricorso ai voti, usanza rimasta fino a poco tempo addietro anche tra le forme legittime di elezione del Pontefice Romano.

L'Acclamazione al Vangelo

È una formula liturgica utilizzata prima della proclamazione del Vangelo nelle Celebrazioni eucaistiche.

È formato dal canto dell'Alleluia seguito da alcuni versetti recitati o cantati e di nuovo dal canto dell'alleluia.

Fa eccezione il Tempo Quaresimale dove è omesso l'alleluia e al suo posto è utilizzato un altro canto.

Struttura

L'Alleluia o, secondo il tempo liturgico, il versetto prima del Vangelo, costituiscono "un rito e un atto a sé stante" con il quale l'assemblea dei fedeli accoglie e saluta il Signore del quale sarà proclamata la Parola e con il canto manifesta la propria fede.

Da questo ne consegue che non può essere sostituito con un altro canto.

Deve esserci alleluia nel Tempo Ordinario ( Tempo dopo Epifania, Tempo dopo Pentecoste nel Rito ambrosiano ), Avvento e Pasquale e una acclamazione a Cristo in Quaresima ( "Lode a Te o Cristo" o "Gloria e Lode ... " ).

Al canto dell'Alleluia e del versetto prima del Vangelo tutti devono stare in piedi, in modo che non solo il cantore o il coro che lo intona, ma tutto il popolo unisca nel canto le sue voci".

Può essere iniziato da tutti, o dalla schola o da un cantore e, se è il caso, lo si ripete.

I versetti si scelgono dal Lezionario o dal Graduale.

L'altro canto è costituito da un versetto prima del Vangelo, oppure da un altro Salmo o tratto, come si trovano nel Lezionario o nel Graduale.

In Rito ambrosiano si scelgono dal Lezionario oppure dall'Antifonale.

Rito romano

Dopo la lettura che precede immediatamente il Vangelo, si canta l'Alleluia o un altro canto stabilito dalle rubriche, come richiede il tempo liturgico.

L'Alleluia si canta in qualsiasi tempo, tranne in Quaresima.

In tempo di Quaresima, al posto dell'Alleluia si canta il versetto posto nel Lezionario prima del Vangelo.

Si può anche cantare un altro salmo o tratto dal Graduale.

Quando vi è una sola lettura prima del Vangelo:

nel tempo in cui si canta l'Alleluia, si può utilizzare o il salmo alleluiatico, oppure il salmo e l'Alleluia con il suo versetto,

nel tempo in cui non si canta l'Alleluia, si può eseguire o il salmo e il versetto prima del Vangelo o il salmo soltanto.

l'Alleluia e il versetto prima del Vangelo, se non si cantano, si possono tralasciare.

La Sequenza, che tranne nei giorni di Pasqua e Pentecoste è facoltativa, si canta prima dell'Alleluia.

Rito ambrosiano

Alla seconda lettura segue l'Alleluia o un altro canto, a seconda del tempo liturgico.

L'Alleluia si canta in qualsiasi tempo, tranne che in Quaresima.

Può essere iniziato o da tutti, o dalla schola, o da un cantore e, se è il caso, lo si ripete.

L'altro canto è costituito da un versetto prima del Vangelo ( cioè il Canto al vangelo ), oppure da un altro salmo o canto come si trovano nel lezionario o nell'antifonale.

Quando vi è una sola lettura prima del vangelo:

nel tempo in cui si canta l'Alleluia, si può utilizzare o il salmo alleluiatico, oppure il salmo e l'Alleluia con il suo versetto, o solo il salmo o solo l'Alleluia;

nel tempo in cui l'Alleluia non si canta, si può eseguire o il salmo, o il versetto prima del vangelo.

L'Alleluia e il versetto prima del vangelo, se non si cantano, si possono tralasciare.

L'antifona prima del vangelo recitata dopo l'Acclamazione, che si trova in alcuni giorni determinati ( Natale del Signore, Epifania, Pasqua e solennità del Titolo e del Patrono ), presente solo nel Rito ambrosiano, se non viene cantata, può essere tralasciata.

Segue l'Alleluia o un altro canto, secondo il tempo liturgico.

Mentre si canta l'Alleluia o un altro canto, se si usa l'incenso, il sacerdote lo mette nel turibolo.

Quindi, a mani giunte e inchinato davanti all'altare, dice sottovoce il Munda cor meum.


Uno squillo di acclamazione:

Nm 10,5

la parola ebraica teru'ah designa anzitutto un grido religioso e di guerra ( v 9; Nm 31,6; Gs 6,5.20;
Am 1,14; Am 2,2; Sof 1,16 ), che appartiene al rituale dell'arca ( 1 Sam 4,5; 2 Sam 6,15 ).

Le tappe del deserto vengono paragonate a una marcia di guerra.

L'uso di queste acclamazioni si estese poi alle feste regali ( 1 Re 1,34.40 ) e religiose ( Lv 25,9; Nm 29,1; Sal 33,3+ ).

Designava in origine il grido di guerra

Sal 33,3

che precedeva l'assalto ( Es 32,17; Gs 6,5; Gdc 7,20-21; 1 Sam 17,20.52; Am 1,14; Os 5,8; Ger 4,19;
Ger 49,2 ): salutava Jahvè come re e capo militare ( Nm 23,21; Sof 1,14; 1 Sam 10,24 )
e l'arca suo palladio ( 1 Sam 4,5; 2 Sam 6,15 ).

Dopo l'esilio, questo urrà rituale prende un senso cultuale e liturgico; esalta Jahvè, re di Israele e dei pagani ( Sal 47,2.6; Sal 89,16; Sal 95,1; Sal 98,4.6 ), salvatore ( Is 44,23 ) e giudice ( Gl 2,1 ),
così come il suo Messia ( Zc 9,9 ).

È gridato nei giorni di festa ( Esd 3,11; Gb 38,7 ), nei sacrifici di ringraziamento ( Sal 27,6; Sal 65,14;
Sal 100,1; Gb 33,26 ) e nelle liturgie processionali ( Sal 95,1.2; Sal 100,1s; Nm 10,5 ).

Schedario biblico

Amen D 69
Tromba F 23
Entrata in Gerusalemme B 88

Concilio Ecumenico Vaticano II

Dei fedeli nella liturgia, elemento di partecipazione attiva SC 30

Catechismo della Chiesa Cattolica

L'ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme 559
Parole e azioni 1154
La messa lungo i secoli 1345
La preghiera del Signore: « Padre nostro » 2760
  Comp. 111