Tentare

Tentazione

Il termine, nella sua accezione biblica, indica la prova posta davanti all'uomo sia come stimolo all'impegno verso un'adesione più profonda a Dio, sia come sorgente di incitamento al male che l'uomo subisce.

La tentazione è descritta in modo simbolico nel racconto del peccato delle origini ( Gen 3 ), come insidia tendente a sostituire il rapporto vitale con Dio con l'autosufficienza dell'uomo che si vuole fare "uguale a Dio"; essa viene così a toccare la libertà dell'uomo, spingendolo a costruire se stesso a prescindere da Dio.

Essa rivela la misteriosa, ma reale, presenza del Maligno come fonte di questo autoinganno della libertà ( il "menzognero" ), che strappa l'uomo dalla relazione con Dio ( il "diavolo", cioè "colui che separa" ).

Centrale a questo riguardo o il racconto delle tentazioni di Gesù registrate nei Vangeli sinottici ( Lc 4,1-13 ), in cui la vittoria sulle prove del tentatore coincide con l'adesione di Gesù alla volontà di Dio, volontà che si spingerà fino alla Croce, testimonianza suprema di amore e di fedeltà al progetto del Padre.

Nella vita del cristiano la lotta nei confronti della tentazione esige l'impegno a vivere nella libertà derivante dal suo "essere in Cristo", respingendo la logica della "carne", cifra dell'autosufficienza umana, per aprirsi alla forza dello Spirito, che sollecita l'uomo a vincere il male con il bene, e lo sostiene nel combattimento spirituale ( Rm 5,3-5.7 ).

La dimensione morale della tentazione comporta la lotta nei confronti della stasi e dell'indifferenza davanti all'appello del bene ( accidia, v. ) atteggiamento che, attraverso un progressivo alleggerimento dell'impegno di fedeltà verso Dio, verso se stessi e i fratelli, apre le porte al peccato.

Decisivo diventa in proposito l'esercizio della vigilanza ( v. ) e della prudenza ( v. ), virtù capaci di spingere l'uomo a un confronto continuo delle sue disposizioni di fondo con le provocazioni concrete delle situazioni.

Per questo il credente deve sviluppare, accanto all'esercizio dell'esame di sé e delle motivazioni che informano il proprio agire ( Rm 12,2; Ef 5,10; 2 Cor 13,5; Gal 6,1 ) l'assiduità nella preghiera.

L'invito del Padre nostro a chiedere a Dio di "non lasciarci cedere alla tentazione" ( Mt 6,13 ) rivela la serietà del mistero del male e l'esigenza di confrontarsi con esso senza cercare da se la vittoria, ma affidandosi continuamente a Dio, accogliendo la grazia del suo amore.

v. Vigilanza

Tentare è innanzitutto provare, mettere alla prova, riconoscere la realtà dietro le apparenze.

Dio « tenta » l'uomo, benché lo conosca a fondo ( Ger 11,20+; 2 Cr 32,31 ), per dargli l'occasione di manifestare l'atteggiamento profondo del suo cuore ( Gen 22,1+; Es 16,4; Dt 8,2.16; Dt 13,4; Gdt 8,25-27 ).

Ma questa prova è spesso provocata da circostanze esterne o anche da Satana, il « tentatore » ( Gb 1,8-12; Mt 4,1p+; 1 Cor 7,5; 1 Ts 3,5; Ap 2,10 ), o dalla cupidigia ( Gc 1,13-14; 1 Tm 6,9 ), e questo dà alla parola il senso di una seduzione, di un'attrazione verso il male, sulla quale il fedele può nondimeno trionfare con l'aiuto di Dio ( Sir 44,20; Mt 6,13p; Lc 8,13; 1 Pt 1,6-7 ).

Gesù stesso ha voluto essere tentato per rafforzare così la sua sottomissione alla volontà del Padre ( Mt 4,1p+; Mt 26,39-41p; Eb 2,18; Eb 4,15 ).

Quanto all'uomo che tenta Dio, il suo atteggiamento è blasfemo ( Es 17,2.7; At 15,10+ ).

1 Cor 10,13

… Dio

Tentare Dio: 1 Cor 10,13+.

È costringerlo a dare prova di sé, esigendone un intervento o un segno ( At 5,9; Es 17,2.7; Nm 14,22; Dt 6,16; Gdt 8,12-17; Sal 95,9; Is 7,11-12; Mt 4,7p; At 5,8-10; 1 Cor 10,9 ).

At 15,10

Schedario biblico

Tentazione di Cristo B 74
Tentazione E 84
v. Prova

Catechismo della Chiesa Cattolica

Tentazione
La tentazione di Gesù 538ss
Gli effetti della celebrazione di questo sacramento 1520
L'uomo immagine di Dio 1707
Distinzione delle virtù cardinali 1806
Non ci indurre in tentazione 2846ss