Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Dalle parole del Vangelo di Giovanni

Gv 1,48-51: " Io ti ho visto quando eri sotto il fico ", ecc.

1 - Natanaele sotto il fico. Il genere umano sotto il peccato
2 - Simbolico sogno di Giacobbe
3 - I due nomi e la lotta di Giacobbe
4 - Perché Abraham, al contrario di Giacobbe, non conserva il primo ed il secondo nome
5 - A Israele diventato credente alla fine dei tempi è promessa la visione di Dio
6 - Cristo è presente sulla terra e in cielo

1 - Natanaele sotto il fico. Il genere umano sotto il peccato

Quanto abbiamo ascoltato come detto dal Signore Gesù Cristo a Natanaele, se vogliamo intenderlo in senso pieno, non riguarda soltanto lui personalmente.

Indubbiamente sotto l'albero di fico il Signore Gesù vide appunto l'intero genere umano.

Si capisce come in questo passo l'albero di fico stia a significare il peccato.

Non in tutti gli altri passi ha questo significato, ma in questo passo, come ho detto, per quella corrispondenza allusiva al fatto a voi noto che il primo uomo, quando peccò, si fosse cinto di un perizoma di foglie di fico. ( Gen 3,7 )

Con queste foglie infatti coprirono le parti vergognose quando arrossirono del loro peccato; e di quelle che Dio dette loro come membra, fecero parti di cui vergognarsi.

Non c'è infatti da arrossire dell'opera di Dio: ma la causa del peccato fu anteriore al sentimento di vergogna.

Se in precedenza non ci fosse stata la colpa, la nudità non arrossirebbe mai.

Erano infatti nudi e non si vergognavano, poiché non avevano commesso di che essere turbati.

Ma a che scopo ho detto questo? Affinché intendiamo che il fico sta a significare il peccato.

Che vuol dire allora: Quando eri sotto il fico io ti ho visto? Quando eri sotto il dominio del peccato io ti ho visto.

E proprio rifacendosi a quel che aveva fatto, Natanaele si ricordò di essere stato sotto il fico, dove Cristo non era presente.

Ma non si trovava là presente con il corpo; in realtà, dove egli non è per cognizione dello spirito?

E Natanaele, poiché aveva coscienza di essere stato da solo sotto il fico, dove Cristo Signore non era presente, nel sentirsi dire: Quando eri sotto il fico io ti ho visto, riconobbe la sua divinità e gridò: Tu sei il re di Israele. ( Gv 1,49 )

2 - Simbolico sogno di Giacobbe

Il Signore rispose: Perché ti ho detto di averti visto sotto l'albero di fico, per questo è grande la tua stima; vedrai cose più grandi di queste.

Quali sono queste cose più grandi? E aggiunse: Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo. ( Gv 1,51 )

Richiamiamo alla memoria la storia dei tempi passati, redatta nel Libro santo, cioè la Genesi.

Giacobbe, trattenendosi a dormire in un certo luogo, si pose una pietra sotto il capo.

In sogno vide una scala che dalla terra raggiungeva il cielo; e il Signore vi si chinava; gli angeli poi salivano e scendevano su di essa.

Questa la visione di Giacobbe.

Il sogno di un uomo non si scriverebbe se non raffigurasse un qualche grande mistero e se in quella visione non si desse ad intendere uno speciale annuncio profetico.

Quindi, avendo compreso lo stesso Giacobbe che rivelazione aveva avuto, fissò la pietra in quel luogo e la cosparse di olio. ( Gen 28,11-18 )

Poiché voi distinguete l'unzione, riconoscete anche il Cristo.

Infatti, egli è propriamente la pietra scartata dai costruttori; egli è divenuto la testata d'angolo. ( Sal 118,22 )

Egli è la pietra, di cui ebbe a dire egli stesso: Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora quella pietra cada su qualcuno, lo stritolerà. ( Mt 21,44 )

Si sdegna contro la pietra che giace a terra, ma cadrà su di lui quando verrà dall'alto a giudicare i vivi e i morti.

Guai ai Giudei perché quando Cristo era umilmente prostrato a terra, urtarono contro di lui!

Dicono: Quest'uomo non è da Dio perché non osserva il sabato. ( Gv 9,16 )

Se è Figlio di Dio discenda dalla croce. ( Mt 27,40 )

Insensato, la pietra è a terra, e perciò ridi!

Ma se ridi, sei cieco; essendo cieco, inciampi; nel cadere vieni sfracellato; quando sarai stato sfracellato da colui che ora giace a terra, dopo, venendo egli dall'alto, ne sarai stritolato.

Perciò Giacobbe cosparse di olio la pietra.

Ne fece un idolo? Ne fece un segno, non adorò.

Ora perciò state a sentire, fate attenzione a codesto Natanaele; dietro l'occasione offerta da lui, il Signore Gesù ci volle spiegare la visione di Giacobbe.

3 - I due nomi e la lotta di Giacobbe

Voi che siete stati istruiti alla scuola di Cristo sapete che Giacobbe è lo stesso che Israele.

I nomi sono due, l'uomo fu uno solo infatti.

Alla nascita ricevette il primo nome, Giacobbe, cui si dà il significato di " Soppiantatore ".

Ma quando vennero alla luce quei gemelli, il primo nato fu Esaù e si scoprì, stretta al suo piede, la mano di quello minore.

Nascendo, tratteneva un piede a suo fratello che lo precedeva, poi gli tenne dietro a sua volta.

Ed a motivo di questo particolare, poiché trattenne un piede a suo fratello, venne chiamato Giacobbe, cioè " Soppiantatore ". ( Gen 25,25 )

In seguito poi, tornando dalla Mesopotamia, un angelo lottò con lui durante il viaggio.

Come si può ritenere alla pari la forza dell'angelo e dell'uomo?

Perciò è un mistero, dunque è qualcosa di sacro, dunque è un avvenimento profetico, dunque è una figura; vediamo allora di capire.

Badate, infatti, anche al modo di svolgersi della lotta.

Nel corso della lotta Giacobbe prevalse sull'angelo. Significativo presagio.

Anzi, l'uomo, dopo aver superato l'angelo, lo tenne saldamente; infine fu proprio l'uomo a costringere a sé colui che aveva superato.

Ed insisté con lui: Non ti lascerò se non mi avrai benedetto.

Nel momento in cui il vincitore si faceva benedire dal vinto, era figura dell'Unto; perciò quell'Angelo, in cui si riconosce il Signore Gesù, affermò a Giacobbe: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele, che significa: " Colui che vede Dio ".

Quindi ne toccò il nervo del femore, toccò cioè l'articolazione del femore di Giacobbe, e gli si seccò.

Così Giacobbe fu reso claudicante. Il Signore è quel vinto.

Ebbe tanto potere quel vinto da colpirgli il femore fino a renderlo zoppo. ( Gen 32,24-32 )

Deliberatamente perciò si lasciò superare.

Ebbe infatti il potere di deporre la sua forza e il potere di assumerla di nuovo. ( Gv 10,18 )

Non si adira il vinto, perché non si adira il crocifisso.

Giacché, anzi, lo benedisse dicendo: Non ti chiamerai Giacobbe, ma Israele. ( Gen 32,28 )

Allora il " Soppiantatore " divenne " Colui che vede Dio ".

E toccò, come ho detto, il femore di lui e lo rese claudicante.

Osserva compresente in Giacobbe il popolo dei Giudei, quelle migliaia di uomini che seguivano e che precedevano il giumento del Signore, che si tenevano uniti agli Apostoli e adoravano il Signore e inneggiavano: Osanna al Figlio di David, benedetto colui che viene nel nome del Signore. ( Mt 21,9 )

Ecco Giacobbe benedetto.

Ormai il claudicante è rimasto in coloro che sono i Giudei di oggi.

L'articolazione del femore sta infatti a significare la moltitudine dei discendenti.

Ne tratta il Salmo, dopo aver predetto che avrebbero creduto i Gentili, con l'espressione: Un popolo che non conoscevo mi ha servito; all'udirmi, subito mi ha obbedito. ( Rm 10,17 )

Non mi trovai là e fui ascoltato; mi trovai qua e venni ucciso.

Un popolo che non conoscevo mi ha servito, all'udirmi subito mi ha ubbidito.

Per conseguenza, la fede dipende dall'ascolto, ma l'ascolto si attua per la parola di Cristo. ( Rm 10,17 )

E il Salmo continua: Figli divenuti estranei mi sono stati infedeli, detto dei Giudei.

Figli divenuti estranei mi sono stati infedeli, figli divenuti estranei si sono induriti e l'infedeltà li ha tratti fuori dai loro sentieri. ( Sal 18,45-46 )

Vi ho ricostituito in figura Giacobbe e benedetto e claudicante.

4 - Perché Abraham, al contrario di Giacobbe, non conserva il primo ed il secondo nome

In verità, data l'occasione opportuna, non va sorvolato quanto di per sé potrebbe turbare qualcuno di voi; che significato ha il fatto che, essendo stato mutato il nome di Abraham, avo appunto di Giacobbe ( poiché anch' egli in un primo tempo si chiamava Abram, ma Dio gli cambiò il nome, dicendo: Non ti chiamerai Abram, ma Abraham ( Gen 17,5 ) ), d'allora in poi non fu più chiamato Abram.

Indagate nelle Scritture e vi renderete conto che in precedenza, prima di ricevere l'altro nome, non venne chiamato altrimenti che Abram; dopo averlo ricevuto, altro nome non ebbe se non Abraham.

Ma appunto codesto Giacobbe, quando ricevette l'altro nome, sentì dirsi le medesime parole: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma ti chiamerai Israele. ( Gen 32,28 )

Consultate le Scritture e osservate che fu chiamato sempre con entrambi i nomi, sia Giacobbe, sia Israele.

Ricevuto l'altro nome Abram non fu chiamato altrimenti che Abraham; Giacobbe, ricevuto l'altro nome, fu chiamato sia Giacobbe, sia Israele.

Il nome di Abramo doveva disvelarsi in pienezza di espressione in questa vita terrena; quaggiù infatti fu reso padre di una moltitudine di popoli, per cui ricevette il nome.

Il nome di Israele, invece, riguarda la vita futura, dove avremo la visione di Dio.

Di conseguenza il popolo di Dio, il popolo cristiano è, in questa vita, e Giacobbe e Israele: Giacobbe nella realtà, Israele nella speranza.

Il popolo nato poi è chiamato infatti soppiantatore del fratello, del popolo primo nato.

Non abbiamo noi soppiantato i Giudei?

Ma si dice di noi che siamo i loro soppiantatori nel senso che per causa nostra essi sono stati soppiantati.

Se non si fossero resi ciechi, Cristo non sarebbe stato crocifisso; se Cristo non fosse stato crocifisso, quel sangue prezioso non sarebbe stato sparso; se quel sangue non fosse stato sparso, il genere umano non sarebbe stato redento.

Poiché a noi fu salutare il loro accecamento, per questo appunto il fratello maggiore fu soppiantato dal minore, che venne chiamato il " Soppiantatore ". Ma fin quando questo?

5 - A Israele diventato credente alla fine dei tempi è promessa la visione di Dio

Verrà il tempo, verrà la fine del mondo e tutto Israele sarà credente; non quelli attualmente viventi, ma proprio i loro figli che allora saranno in vita.

Poiché costoro che al presente vanno avanti per le loro strade, cammineranno verso la tomba e passeranno alla condanna eterna.

Al contrario, quando [ di tutti i popoli ] si sarà fatto un popolo solo, si realizzerà quello che cantiamo: Mi sazierò al manifestarsi della tua gloria. ( Sal 17,15 )

Fino a che la promessa di vedere faccia a faccia, e che ci è assicurata, si farà presente nella realtà.

Ora vediamo come attraverso uno specchio, nel mistero e solo in parte; quando invece l'uno e l'altro popolo, ormai purificato, ormai risuscitato, ormai coronato, ormai portato ad assumere forma immortale e incorruzione perenne, vedrà Dio faccia a faccia, veramente non ci sarà più Giacobbe, ma ci sarà il solo Israele; allora il Signore lo vedrà nella persona di questo santo Natanaele e dirà: Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità.

Quando ascolti: Ecco davvero un Israelita, ti venga in mente Israele; quando ti verrà in mente Israele, il tuo pensiero vada al sogno di lui; in questo sogno egli vide una scala eretta dalla terra fino al cielo, il Signore al di sopra di essa, gli angeli di Dio che salivano e scendevano.

Giacobbe vide questo nel sogno.

Ma fu chiamato Israele dopo di questo, cioè appena reduce dalla Mesopotamia, appunto durante il viaggio.

Ne segue che se Giacobbe, chiamato anche Israele, vide la scala, ora anche Natanaele è codesto vero Israelita in cui non c'è falsità; per questo - poiché era pieno di ammirazione per avergli detto il Signore: Quando eri sotto il fico io ti ho visto - gli aggiunse: Vedrai cose più grandi di queste.

E così pure gli parlò del sogno di Giacobbe.

A chi parlò? A lui che chiamò un Israelita in cui non era falsità.

Come a dire: In te si renderà manifesto il sogno di quello stesso con il nome del quale ti ho chiamato; non lasciarti trasportare dall'ammirazione, vedrai cose più grandi di queste.

Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo. ( Gv 1,47 )

Ecco ciò che vide Giacobbe: ecco per quale ragione Giacobbe cosparse di olio la pietra; ecco per quale ragione fu presagio del Cristo profeta e rappresentò in figura Giacobbe.

Quell'azione infatti ebbe valore profetico.

6 - Cristo è presente sulla terra e in cielo

Ora mi è chiaro che cosa vi attendete, comprendo che cosa volete sapere da me.

Dirò anche questo in breve, così come accorda il Signore: Angeli che salgono e che scendono sul Figlio dell'uomo. ( Gen 32,28 )

Com'è che se scendono su di lui, egli è sulla terra; se salgono fino a lui, egli è in cielo?

Ma se salgono fino a lui, se scendono su di lui, egli è in cielo e sulla terra.

In nessun modo è possibile che salgano fino a lui e che scendano su di lui, a meno che egli non sia e là dove salgono e quaggiù dove scendono.

Come possiamo dimostrare che egli è presente e di là e di qua?

Ci dia la risposta Paolo, colui che un primo tempo fu Saulo.

Egli ne fece esperienza personale quando già persecutore si cambiò in predicatore: prima Giacobbe, poi Israele; anch'egli era della discendenza di Israele, era della tribù di Beniamino. ( Fil 3,5 )

Nella sua esistenza possiamo trovare chiarificata la presenza di Cristo in cielo, la presenza di Cristo sulla terra.

In primo luogo la manifestò dal cielo la voce stessa del Signore: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 )

Era dunque salito in cielo Paolo? O che Paolo aveva lanciato almeno una pietra contro il cielo?

Perseguitava i Cristiani, metteva in catene i Cristiani, trascinava alla morte i Cristiani, cercava i Cristiani ovunque si nascondessero e, una volta scoperti, in nessun caso si asteneva dal far loro del male.

A costui si rivolse Cristo Signore: Saulo, Saulo. Da dove chiama? Dal cielo.

Dunque è in cielo. Perché mi perseguiti? Dunque è sulla terra.

Per quanto brevemente, come ho potuto, ho spiegato ogni cosa alla Carità vostra.

Vi ho destinato quanto era mio dovere dare, quanto poi al compito vostro, pensate ai poveri.

Rivolti al Signore …

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