Esposizione dei Salmi

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Salmo 83 (82)

1 - [v 1.] Il titolo di questo salmo reca: Cantico del salmo di Asaf.

Abbiamo già detto più volte che cosa significhi Asaf.

Significa " adunanza "; per cui quell'uomo che era chiamato Asaf, e che figura nei titoli di molti salmi, rappresenta l'adunanza del popolo di Dio.

Ma in greco adunanza si dice " sinagoga ": nome che il popolo ebraico ha conservato come suo proprio tanto che è chiamato sinagoga, mentre il popolo cristiano è comunemente chiamato Chiesa, poiché evidentemente anch'esso si aduna.

2 - [v 2.] Cristo giudicato dagli uomini e giudice degli uomini

Orbene, il popolo di Dio dice in questo salmo: O Dio, chi sarà simile a te?

Credo sia più conveniente riferire l'espressione a Cristo, in quanto, divenuto simile agli uomini, venne considerato pari agli altri uomini da coloro che lo disprezzarono. ( Fil 2,7 )

Venne, infatti, annoverato tra i malfattori, ( Is 53,12 ) e questo al fine di essere giudicato.

Quando invece verrà per giudicare, allora accadrà quanto è detto qui: O Dio, chi sarà simile a te?

Se, infatti, i salmi non fossero di solito indirizzati a Cristo Signore, neppure ascolteremmo quelle parole che nessun fedele può dubitare siano rivolte a lui: Il tuo trono, o Dio, dura in eterno; scettro di rettitudine è lo scettro del tuo regno.

Tu hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: per questo, o Dio, il tuo Dio ti ha unto con l'olio di letizia, al di sopra dei tuoi compagni. ( Sal 45,7.8 )

A lui, dunque, ora è detto: O Dio, chi sarà simile a te?

Hai voluto essere simile a molti nell'umiltà, simile anche ai ladroni che con te erano crocifissi; ( Lc 23,33 ) ma quando verrai nella gloria, chi sarà simile a te?

Che cosa di grande si dice quando si dice a Dio: Chi sarà simile a te?, se queste parole non fossero rivolte a colui che volle essere simile agli uomini assumendo la natura del servo e, divenuto simile agli uomini, per le sue fattezze venne considerato come uomo? ( Fil 2,7 )

Per questo non dice: Chi è simile a te? espressione senz'altro più esatta se fosse riferita alla divinità [ di Cristo ].

Siccome però essa è riferita alla natura dei servo, s'è voluto sottolineare che la sua dissomiglianza da tutti gli altri uomini sarà manifesta solo quando egli apparirà nella gloria.

Per questo continua: Non tacere né frenarti, o Dio!

Egli una volta ha taciuto per essere giudicato: quando, come un agnello che sta senza voce dinanzi al tosatore, non volle aprire la sua bocca ( Is 53,7 ) e ricusò di avvalersi della sua potestà.

Per manifestare che era lui a frenare tale potestà, alle sue parole: Sono io, coloro che volevano catturarlo si ritrassero indietro e caddero. ( Gv 18,5.6 )

Orbene come lo si sarebbe potuto arrestare e sottoporre ai patimenti se egli non avesse trattenuta, limitata, e in certo qual modo temperata, la sua potenza?

Infatti alcuni hanno tradotto proprio così, e le parole: Non frenarti, o Dio, sono state rese con le altre: Non diventare mite, o Dio.

Egli stesso altrove dice: Io ho taciuto; ma forse che tacerò per sempre? ( Is 42,14 )

Di colui al quale qui è detto: Non tacere, altrove è detto: Dio verrà manifesto; sì, il Dio nostro, e non tacerà. ( Sal 50,3 )

Qui è detto: Non tacere! Egli infatti ha taciuto per essere giudicato, quando venne nascosto; ma non tacerà quando verrà manifesto a giudicare.

3 - [v 3.] Perché ecco i tuoi nemici hanno rumoreggiato; e coloro che ti odiano hanno sollevato la testa.

Mi sembra che si riferisca ai tempi della fine quando le voci che ora sono trattenute dal timore eromperanno liberamente ma in modo del tutto irrazionale, tanto che le si debba chiamare baccano piuttosto che discorsi o parole.

Non cominceranno, infatti, allora a odiare; ma coloro che già prima ti odiavano, allora alzeranno la testa.

Non dice "le teste" ma la testa, poiché si troveranno ad avere effettivamente per [ unico ] capo colui che si eleva al di sopra di tutto ciò che è chiamato Dio e che si adora.

In questo capo pienamente si realizzeranno le parole: Chi si esalta sarà umiliato; ( Lc 14,11 ) difatti colui al quale qui è detto: Non tacere e non diventar mite, o Dio, ucciderà quel capo con il soffio della sua bocca e lo annullerà con la luce della sua presenza. ( 2 Ts 2,4.8 )

4 - [v 4.] Dio custodisce il suo popolo

Sopra il tuo popolo hanno macchinato trame maligne; oppure, come recano altri codici: Astutamente hanno meditato trame, e hanno tramato contro i tuoi santi.

Queste cose sono dette in tono di scherno.

Come mai, infatti, potrebbero nuocere al popolo o alla plebe di Dio, oppure ai suoi santi, quando questi ben conoscono la massima: Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? ( Rm 8,31 )

5 - [v 5.] Hanno detto: Venite e disperdiamoli di fra mezzo alla gente.

Ha posto il numero singolare invece del plurale; come quando si chiede: Di chi è questa bestia?, e ci si riferisce a un intero gregge e si tratta quindi di molti animali.

Difatti, altri codici recano: Di fra mezzo alle genti.

Nei quali codici i traduttori hanno seguito più il senso che la lettera.

Venite e disperdiamoli di tra mezzo alla gente.

Questo è il rumore con il quale i nemici hanno rumoreggiato, piuttosto che parlato, quando inutilmente gridavano cose vane.

E non ci si rammenti più oltre del nome d'Israele.

Altri, più esattamente, hanno tradotto: E non ci sia più ricordo del nome d'Israele.

Infatti l'espressione " rammentarsi del nome " è in latino poco usata.

Si preferisce dire " ricordare il nome ", ma il significato è lo stesso; solo che chi ha reso con " ci si rammenti del nome " ha tradotto alla lettera l'espressione greca.

Quanto a Israele, per esso si deve qui intendere quella discendenza di Abramo alla quale l'Apostolo dice: Voi dunque siete la discendenza di Abramo, gli eredi secondo la promessa, ( Gal 3,29 ) e non Israele secondo la carne, del quale dice: Osservate Israele secondo la carne. ( 1 Cor 10,18 )

6 - [v 6.] Significato della parola " testamento "

Ecco che unanimi hanno tramato [ contro di te ] tutti insieme contro di te hanno disposto un testamento, quasi potessero essere più forti.

Nelle Scritture è chiamato " testamento", non solamente un atto che diviene valido con la morte del testatore, ma ogni patto e ogni accordo.

Laban e Giacobbe fecero ad esempio un testamento ( Gen 31,44 ) che certamente valeva anche tra i vivi; e innumerevoli sono gli accordi di questo genere dei quali si legge nelle Scritture divine.

7 - [vv 7.8.] I nemici d'Israele simboleggiano i nemici della verità

Comincia poi a elencare i nemici di Cristo servendosi di nomi delle genti.

L'interpretazione di questi nomi indica abbastanza bene che cosa ci si voglia far intendere.

Con tali nomi, infatti, opportunamente sono raffigurati i nemici della verità.

Gli idumei, in base all'etimologia, sono i sanguinari o i terreni.

Gli ismaeliti sono coloro che obbediscono a se stessi: non a Dio, ma a se stessi.

Moab significa "dal padre", il cui cattivo significato non s'intende se non si va con la mente all'episodio del padre di lui, cioè Lot, il quale generò Moab accoppiandosi con sua figlia, vogliosa di averlo a dispetto di ogni legge.

È infatti da tale vicenda che egli prese il nome. ( Gen 19,36.37 )

Buono è il padre ma, come si dice della legge, se si usa di lui legittimamente, ( 1 Tm 1,8 ) non incestuosamente o in modo illecito.

Gli agareni rappresentano i proseliti, cioè gli stranieri: significandosi con questo nome non quei nemici del popolo di Dio che divengono cittadini, ma coloro che perseverano nel loro animo distaccato e ostile e, quando trovano modo di recare danno, mostrano chi veramente essi siano.

Gebal è la " valle inconsistente ", cioè la persona falsamente umile.

Amon è " il popolo torbido " oppure " il popolo della tristezza ".

Amalec è " il popolo che lambisce ", e per questo altrove è detto: I suoi nemici lambiranno la terra. ( Sal 72,9 )

Gli stranieri: anche se con questo nome in latino si indicano in genere gli estranei, e di conseguenza i nemici, in ebraico vi sono chiamati i filistei, nome che significa " coloro che cadono per la sbornia ", come sono coloro che si ubriacano nelle voluttà terrene.

Tiro in lingua ebraica è detto " Sor ", nome che si può interpretare con " angustia " o con " tribolazione "; e in tanto rientra fra i nemici del popolo di Dio, in quanto lo si intende come dice l'Apostolo: Tribolazione e angustia in ogni anima d'uomo che compie il male. ( Rm 2,9 )

Orbene tutti costoro sono enumerati in questo salmo: Le tende degli idumei e degli ismaeliti, Moab e gli agareni, Gebal e Amon e Amalec, e gli stranieri insieme con gli abitanti di Tiro.

8 - [v 9.] La lotta del popolo di Dio contro gli spiriti del male

Come per indicare la causa per cui sono nemici del popolo di Dio continua e dice: Infatti Assur viene con loro.

Simbolicamente, in Assur si suole intendere il diavolo, il quale opera nei figli dell'incredulità, ( Ef 2,2 ) servendosene come di suoi strumenti per muovere guerra al popolo di Dio.

Dice: Sono corsi in aiuto dei figli di Lot, e cioè tutti i nemici, operando in essi il loro principe, il diavolo, sono corsi in aiuto dei figli di Lot.

Lot infatti significa " deviante ", e gli angeli disertori sono ben designati con le parole " figli della deviazione ".

Essi, deviando dalla verità, ripiegarono ponendosi agli ordini del diavolo.

Sono questi coloro dei quali l'Apostolo dice: Il vostro combattimento non è contro la carne e il sangue; ma contro i principi e le potestà e i reggitori del mondo di queste tenebre, contro gli spiriti del male nell'aria. ( Ef 6,12 )

Diventano pertanto ausiliari di questi nemici invisibili tutti quegli uomini infedeli, dei quali essi si servono per combattere il popolo di Dio.

9 - [vv 10-13.] Vediamo ora cosa auguri loro lo spirito profetico, più predicendo che maledicendo.

Dice: Fa' di loro quel che facesti con Madian e Sisara, come con Iabin nel torrente Cison.

Furono dispersi presso Endor, divennero concime della terra.

Secondo la storia, il popolo d'Israele, che era allora il popolo di Dio, annientò e vinse tutti costoro; come vinse anche quelli che ricorda in seguito quando dice: Tratta i loro capi come Oreb, Zeb, Zebee e Salmana.

Ecco le interpretazioni di questi nomi Madian significa " colui che sfugge al giudizio "; Sisara significa " esclusione dalla gioia "; Iabin significa " sapiente ".

Ma, trovandosi nell'elenco dei nemici vinti dal popolo di Dio, per " sapiente " si deve intendere colui del quale l'Apostolo dice: Dov'è il sapiente? dov'è lo scriba? dov'è il ricercatore di questo secolo? ( 1 Cor 1,20 )

Oreb significa " siccità "; Zeb " lupo "; Zebee " vittima ", certo del lupo: ha infatti anche lui delle sue vittime.

Salmana significa " ombra dell'agitazione ".

Tutte queste attribuzioni ben si addicono ai malvagi, che il popolo di Dio supera mediante il bene.

Quanto poi al torrente Cison, presso il quale essi furono volti in fuga, significa " la loro durezza ".

Endor, il luogo ove furono sterminati, si traduce " fonte della generazione "; ( Gdc 4; Gdc 7; Gdc 8 ) e certamente si tratta della generazione carnale, in quanto essi furono sterminati perché erano dediti a cose carnali e non si curavano della rigenerazione che conduce alla vita e nella quale non ci si sposa né si prende moglie, in quanto nessuno avrà da morire. ( Lc 20,35.36 )

Ben a proposito si dice dunque di loro: Essi sono divenuti concime della terra: da essi infatti niente è derivato se non una fecondità terrena.

Orbene, come tutti i nemici qui menzionati con valore di simbolo furono vinti dal popolo di Dio, così il salmista prega che effettivamente siano sconfitti i nemici [ spirituali ] che l'immagine raffigura.

10 - Prosegue: Tutti i loro principi che hanno detto: Possediamo in eredità il santuario di Dio.

Ecco il vano rumore del quale sopra si diceva: I tuoi nemici hanno rumoreggiato. ( Sal 83,3 )

Ma che cosa si deve intendere per " santuario di Dio " se non quel tempio di Dio del quale l'Apostolo dice: Santo è il tempio di Dio, che siete voi? ( 1 Cor 3,17 )

Che cos'altro, infatti, vogliono possedere o, meglio, soggiogare i nemici se non il popolo stesso di Dio, facendo sì che ceda ai loro empi propositi?

11 - [v 14.] Ma che cosa segue? Dio mio, fa' di loro come una ruota.

È certamente esatto interpretare la frase nel senso che essi non hanno da essere stabili nei loro propositi.

Tuttavia, io credo che la si possa rettamente intendere anche così: Rendili come una ruota.

Cioè: come la ruota gira alzandosi con la parte posteriore mentre il lato davanti si abbassa, così debbono diventare tutti i nemici dei popolo di Dio.

Non è questo un augurio, ma una profezia.

Aggiunge anche: Come stoppia in faccia al vento.

Faccia qui significa " presenza ".

Difatti, che faccia può avere il vento, se esso non ha alcuna struttura corporea, essendo una specie di movimento, cioè come un flusso di aria?

Ma il vento qui sta per " tentazione ", dalla quale sono rapiti i cuori leggeri e vani.

12 - [vv 15.16.] Le pene del peccatore

Non v'è dubbio che un grave tormento terrà dietro alla leggerezza con la quale facilmente si cede al male.

Per questo subito dopo è detto: Come fuoco che brucia la selva, come fiamma che brucia i monti, così perseguiterai costoro nella tua tempesta e nella tua ira li turberai.

Li chiama " selva " a cagione della sterilità, " monti " a cagione della superbia.

Tali infatti sono i nemici del popolo di Dio: vuoti di giustizia, pieni di superbia.

Menzionando poi il fuoco e la fiamma, ripete la stessa cosa con altro nome, e vuol riferirsi a Dio che giudica e che punisce.

Le parole: Nella tua tempesta, trovano spiegazione là dove dice: Nella tua ira; e le parole antecedenti: Li perseguiterai, sono ripetute con: Li turberai.

Ricordiamoci di intendere l'ira di Dio come del tutto esente da turbamento.

Per " ira divina ", infatti, si intende il motivo giusto che lo induce a vendetta.

È come se si dicesse che si adira la legge, quando i suoi ministri scossi dal tenore delle sue parole procedono a vendicarla.

13 - [vv 17-19.] Reprobi ed eletti

Dice: Ricolma il loro volto di vergogna e cercheranno il tuo nome, Signore.

Viene predetto loro un bene, un evento certamente desiderabile.

Né questo sarebbe stato profetizzato, se non ci fossero stati, in quella congrega di nemici del popolo di Dio, anche uomini ai quali sarebbero stati accordati tali benefici prima dell'ultimo giudizio.

Ora essi sono un tutt'uno e costituiscono la congrega dei nemici, per la gelosia che li porta ad invidiare il popolo di Dio.

Anche ora dove possono rumoreggiano e levano il capo; ma ciascuno per suo conto, non tutti insieme, come accadrà alla fine del mondo quando incomberà l'ultimo giudizio.

Tuttavia, in questa stessa congrega ci sono taluni che crederanno e passeranno nell'altro gruppo ( è infatti per la salvezza che la faccia di costoro si riempie di vergogna, sicché essi cercheranno il nome del Signore ); mentre ce ne saranno altri che sino alla fine persevereranno nella loro malvagità, e saranno posti come stoppia dinanzi alla faccia del vento e bruceranno, simili a una selva e ai monti infecondi.

A costoro di nuovo si rivolge e dice: Si vergognino e siano sconvolti in eterno.

Non sono infatti sconvolti eternamente coloro che cercano il nome del Signore.

Se guardando alla bruttura dei loro peccati costoro si turbano, si turbano al fine di ricercare il nome del Signore, grazie al quale poi non avranno più da turbarsi.

14 - Torna di nuovo a coloro che nella medesima congrega dei nemici debbono, sì, subire una confusione, ma per non essere confusi in eterno, e che debbono perire quanto alla loro colpevolezza affinché, divenuti buoni, possano essere salvati in eterno.

Dopo aver detto di essi: Siano confusi e periscano, subito aggiunge: E conoscano che il tuo nome è " Signore "; tu solo sei l'Altissimo in ogni terra.

Giunti a questa conoscenza, siano confusi, ma in modo da diventare persone a te accette; periscano, ma in modo da sopravvivere.

Dice: Conoscano che il tuo nome è " Signore ".

Tutti gli altri che sono detti signori non portano un nome vero né un nome appropriato in quanto dominano, sì, ma da servi, e, paragonati al vero Signore, non sono affatto signori.

Non diversamente da quanto è detto: Io sono colui che sono; ( Es 3,14 ) ove pare d'intendere che le cose create, poste a paragone con colui dal quale sono state create, sono come inesistenti.

Aggiunge poi: Tu solo sei l'Altissimo in ogni terra, oppure, come recano altri codici: Sopra ogni terra.

È chiaro che egli è l'Altissimo anche su tutto il cielo, oppure sopra ogni cielo; ma ha preferito dire così per schiacciare la superbia terrena.

La terra, infatti, ossia l'uomo ( al quale fu detto: Sei terra; ( Gen 3,19 ) e ancora: Perché insuperbisce la terra e la cenere?

 ( Sir 10,9 ) ) cessa di insuperbirsi quando riconosce che il Signore è altissimo sopra ogni terra: quando cioè riconosce che nessun uomo, qualunque cosa trami, può nuocere a coloro che sono stati chiamati in conformità al disegno di Dio e dei quali è detto: Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? ( Rm 8,28.31 )

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