La Genesi alla lettera

Indice

Libro IX

12.20 - Che cosa prefigurava Adamo che imponeva il nome agli animali

Ma poiché, a mio avviso, abbiamo indagato abbastanza, per qual aiuto dell'uomo fu creata la donna, ora dobbiamo vedere per qual motivo furono condotte davanti ad Adamo tutte le bestie dei campi e tutti gli uccelli del cielo perché ricevessero il nome da lui e in tal modo fosse, per così dire, necessario creare per lui una donna formata con il venir tratta dal suo fianco, poiché tra quegli animali non s'era trovato un aiuto simile a lui.

Mi pare che questo, pur essendo un fatto realmente accaduto, volesse adombrare un significato profetico; mi pare cioè che, una volta stabilita la realtà del fatto, ci è permesso d'interpretarlo in senso figurato.

Che cosa infatti significa il fatto che Adamo impose il nome agli uccelli e agli animali terrestri ma non l'impose anche ai pesci e a tutti gli altri esseri viventi nelle acque?

Se noi esaminiamo le lingue umane, tutti questi esseri viventi hanno il nome imposto loro dagli uomini nella loro lingua.

Non solo gli esseri viventi nell'acqua o sulla terra, ma anche la terra stessa, l'acqua, il cielo, tutto ciò che si vede e non si vede nel cielo ma si crede che ci sia, sono denotati diversamente secondo la diversità delle lingue dei vari popoli.

Noi sappiamo, è vero, che all'origine c'era un'unica lingua, prima che la superbia umana con la costruzione della torre [ di Babele ], fabbricata dopo il diluvio, dividesse la società umana secondo i diversi linguaggi; ( Gen 11,1-8 ) quale che fosse quella lingua, che c'importa saperlo?

In ogni caso era certamente la lingua parlata allora da Adamo e, se ancora esiste, i nomi imposti dal primo uomo agli animali terrestri e agli uccelli corrispondono ai suoni articolati da Adamo.

È forse quindi in alcun modo credibile che i nomi dei pesci corrispondenti a quella stessa lingua furono stabiliti non dall'uomo bensì formati da Dio e che in seguito l'uomo li avrebbe appresi dall'insegnamento di Dio?

Ma anche in questa ipotesi, il motivo per cui avvenne così, avrebbe senza dubbio in sé un significato simbolico.

Noi dobbiamo tuttavia credere che alle varie specie di pesci fu imposto il nome dopo essere stati conosciuti un po' alla volta; al contrario gli animali domestici, le bestie e gli uccelli furono condotti davanti all'uomo affinché, adunati alla sua presenza e divisi secondo le diverse specie, imponesse loro il nome, anche se l'uomo - qualora ciò non fosse già stato fatto - avrebbe potuto imporre loro il nome un po' alla volta ma molto più presto che nel caso dei pesci.

Ora, quale fu il motivo di questo fatto se non quello d'indicare qualche realtà capace di annunciare degli eventi futuri?

A questa realtà è rivolta in modo del tutto particolare la preoccupazione della Scrittura nel raccontare ordinatamente i fatti.

12.21 - Perché il fatto reale aveva un significato profetico

In secondo luogo, ignorava forse Dio di non aver creato tra gli animali nessuno che fosse in grado d'essere per l'uomo un aiuto simile a lui?

O era forse necessario che anche l'uomo conoscesse questo bisogno e stimasse perciò la sua donna tanto più preziosa per il fatto che tra tutte le creature di carne esistenti sotto il cielo e viventi come lui della stessa aria da lui respirata non ne avesse trovata alcuna simile a lui?

Sarebbe strano che [ Adamo ] non avesse potuto conoscere ciò se non dopo che gli furono condotti davanti tutti gli animali e dopo averli visti con i propri occhi!

Se infatti egli avesse avuto fede in Dio, Dio glielo avrebbe potuto dire allo stesso modo che gli diede anche il precetto e lo interrogò e lo punì quand'ebbe peccato.

Se invece non aveva fede in Dio, non poteva certamente sapere se Dio, in cui non aveva fede, gli avesse condotto davanti tutti gli animali o se per caso avesse nascosto in qualche angolo più o meno remoto della terra alcuni altri animali simili a lui e che non gli avrebbe potuto mostrare.

Ecco perché io non credo si possa dubitare che ciò sia accaduto per un significato profetico, sebbene sia un fatto realmente accaduto.

12.22 - Si tratta dello stesso argomento

In quest'opera tuttavia noi non ci siamo accollati il compito d'investigare le allegorie profetiche [ della Genesi ] ma di mettere in risalto l'autenticità dei fatti narrati prendendoli nel senso di fatti realmente accaduti.

In tal modo ciò che può apparire impossibile a lettori scervellati e increduli o essere in disaccordo con l'autorità della sacra Scrittura in base a testimonianze citate come contrarie, io potrei dimostrare con le mie spiegazioni - per quanto mi è possibile e con l'aiuto di Dio - che non è né impossibile né contrario.

Riguardo invece a ciò che appare possibile e non ha alcuna parvenza di contraddizione, ma tuttavia ad alcuni lettori potrebbe apparire inutile o anche privo di senso, vorrei dimostrare con le mie argomentazioni che anche ciò non è avvenuto secondo il corso, per così dire, naturale e abituale delle cose.

Io spero in tal modo che le nostre menti nutrano la massima stima per l'autorità delle Sacre Scritture degna di fede al di sopra di ogni altra autorità; e poiché non ci può essere nulla privo di senso, le nostre menti credano che quanto sembra esserlo ha un significato simbolico; ma io tuttavia ho già esposto altrove siffatta interpretazione figurata, oppure ho esaminato già questo passo o posso rinviarlo a un altro tempo.

13.23 - Che cosa prefigurava la creazione della donna

Che vuol dire dunque anche l'affermazione che la donna fu creata col venir formata con la costola dell'uomo?

Ma pur ammesso che la donna dovesse essere formata così per mettere in risalto il significato dell'unione tra l'uomo e la donna, forse che la medesima ragione o necessità esigeva anche che l'azione creatrice di Dio avvenisse mentre Adamo dormiva?

Esigeva per conseguenza che gli fosse tolta una costola e al posto di essa fosse sostituita della carne?

Non poteva forse Dio togliere proprio la carne per formare con essa la donna, traendola cioè dall'elemento più corrispondente alla debolezza del suo sesso?

O si dovrà forse dire che, con tutti gli organi che vi aggiunse, Dio poté creare la donna traendola da una costola e non poté farlo con una carne tenera e molle come polpa, mentre formò l'uomo con la polvere?

Oppure, nel caso che fosse stato necessario togliere proprio una costola, come mai non fu sostituita con un'altra costola?

Inoltre per qual motivo la Scrittura non dice: "Dio formò", oppure "Dio fece", come si esprime per tutte le opere precedenti, ma dice: Il Signore edificò la costola, ( Gen 2,21 ) come se si trattasse non del corpo umano ma di una casa.

Non può dunque esserci dubbio - dato che questi sono fatti realmente accaduti e non possono essere privi di senso - che essi sono stati compiuti per prefigurare qualcosa, che cioè proprio dalla prima origine del genere umano, Dio nella sua prescienza predisse nelle sue opere l'utilità che ne sarebbe venuta per i secoli futuri.

Egli ha voluto che questi fatti fossero posti per iscritto e rivelati a tempo debito sia attraverso la successione delle generazioni umane, sia mediante il suo Spirito o il ministero degli angeli perché offrissero ai suoi servi una testimonianza delle promesse da compiersi nel futuro e la costatazione del loro compimento.

Ciò apparirà sempre più chiaro nel seguito di questo commento.

14.24 - In qual modo gli animali furono presentati ad Adamo

Vediamo dunque, come ci siamo proposti di fare in quest'opera, in qual senso possano prendersi questi fatti, non cioè nel senso d'una prefigurazione di realtà future, ma nel senso proprio e non allegorico, nel senso cioè di fatti realmente accaduti.

E Dio - dice la Scrittura - formò ancora dalla terra tutte le bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo. ( Gen 2,19 )

A proposito di ciò abbiamo già discusso nel modo che ci è parso opportuno e nella misura che ci è sembrata più conveniente.

E li condusse tutti ad Adamo per vedere come li avrebbe chiamati. ( Gen 2,19 )

In qual modo condusse Dio quegli animali ad Adamo?

Per non interpretare questa frase secondo il nostro modo di pensare grossolano, dobbiamo lasciarci guidare da ciò che abbiamo esposto nel libro precedente sulla duplice azione della Provvidenza.

Non dobbiamo credere che Dio agisse come fanno i cacciatori [ di selvaggina ] o gli uccellatori che seguono le bestie e sospingono nelle reti tutti gli animali che catturano.

E non dobbiamo nemmeno pensare che da una nube uscisse una voce per esprimere un ordine con parole che le creature razionali nell'udirle sono solite intendere e ubbidire.

Le bestie e gli uccelli non hanno ricevuto questa facoltà, ma ubbidiscono a Dio secondo la loro natura, non in virtù del libero arbitrio della volontà razionale, ma nel modo che Dio, senz'essere lui stesso mosso nel tempo, muove tutte le cose al tempo opportuno mediante il ministero degli angeli, che nel suo Verbo intendono ciò che dev'essere fatto.

Senza che Dio si muova nel tempo, essi vengono mossi nel tempo per eseguirvi i suoi ordini negli esseri loro sottomessi.

14.25 - Gli uomini hanno in comune le passioni con le bestie ma se ne distinguono per il giudizio

Ogni anima vivente, non solo l'anima razionale come quella umana, ma anche l'anima irrazionale come quella delle bestie, degli uccelli e dei pesci, è sollecitata dagli oggetti ch'esse vedono.

L'anima razionale tuttavia, grazie al libero arbitrio dà o nega il suo consenso a ciò che vede, mentre l'anima irrazionale non ha la facoltà di decidersi [a dare o negare il proprio consenso]; essa, però, conforme alla propria natura e al proprio carattere, è spinta all'azione dalla vista di un oggetto.

Non è, al contrario, in potere d'alcuna anima di controllare le visioni che si presentano ai sensi del corpo o nell'interno all'immaginazione, visioni dalle quali possa essere mosso l'istinto o la passione d'un qualsiasi essere vivente.

Così, quando siffatte visioni sono prodotte dall'alto per mezzo degli angeli obbedienti [ alla volontà di Dio ], l'ordine di Dio arriva non solo agli uomini né solo agli uccelli e alle bestie, ma perfino agli esseri che vivono nascosti sotto le acque - come al mostro marino che inghiottì Giona ( Gn 2,1 ) - e non solo a questi grossi animali, ma perfino ai vermi più piccoli, poiché leggiamo [ nella sacra Scrittura ] che anche ad un piccolo verme fu dato da Dio l'ordine di rodere la radice della zucca alla cui ombra stava riposando il profeta [ Giona ]. ( Gn 4,6-7 )

Dio infatti nel creare l'uomo gli diede il potere - rimastogli anche se porta una carne di peccato - di catturare e ammansire non solo gli animali e le bestie da soma sottomessi ai suoi bisogni e non solo gli uccelli domestici, ma anche quelli che volano liberamente e perfino le bestie selvatiche di ogni genere e di dominarle non tanto con la forza fisica quanto piuttosto con il potere della ragione; e l'uomo ci riesce spiando le loro tendenze istintive e ciò che procura a essi dolore, adescandoli gradualmente li domina col mettere loro il freno e dando loro una certa libertà, li spoglia delle loro abitudini selvatiche e riesce a rivestirli - per così dire - di abitudini umane; con quanta maggiore facilità riescono a far simili azioni gli angeli che, dietro ordine di Dio e nella visione della sua immutabile verità, contemplata da essi eternamente, movendo se stessi attraverso il tempo e i corpi a loro sottomessi attraverso il tempo e lo spazio con meravigliosa facilità!

Essi hanno la facoltà non solo di produrre in ogni essere vivente visioni d'oggetti, da cui può venir mosso, ma anche di eccitare gli appetiti dei loro bisogni corporei per condurlo, a sua insaputa, ove dev'essere condotto!

15.26 - In qual modo fu creata la donna e il ministero degli angeli nella creazione o riforma degli esseri

Vediamo ora come fu formata la donna, a proposito della quale la Scrittura - con un verbo di senso simbolico - dice che fu "costruita".

Fu infatti creata la sostanza della donna - sebbene tratta da quella dell'uomo la quale già esisteva - e non fu trasformazione di altre nature già esistenti.

Ora, gli angeli non possono creare assolutamente nessuna sostanza, poiché il solo creatore di qualsivoglia sostanza, sia piccola che grande, è Dio, cioè la Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Un altro quesito è quello di sapere in che modo Adamo [ preso da un sonno profondo ] s'addormentò e come gli fu tolta dall'organismo del suo corpo la costola senza che ne provasse dolore.

Si potrebbe forse dire che ciò poté essere effettuato per mezzo degli angeli, ma il potere di formare o costruire con una costola la donna lo ha solo Dio, dal quale è fatta sussistere ogni natura.

In realtà non potrei credere neppure che quel pezzo di carne messo nel corpo di Adamo al posto lasciato vuoto dalla costola poté esser prodotto dagli angeli, come non furono in grado di produrre nemmeno l'uomo con la polvere.

Con ciò non si vuol dire che gli angeli non aiutassero affatto, come strumenti, Dio nella creazione di qualche essere, ma non per questo sono dei creatori, dal momento che neppure gli agricoltori li chiamiamo creatori delle messi o degli alberi.

Infatti non è qualcosa né chi pianta né chi irriga, ma chi fa crescere, cioè Dio. ( 1 Cor 3,7 )

A questo "far crescere" appartiene anche la sostituzione della carne al posto della costola asportata dal corpo di Adamo, sostituzione fatta naturalmente da Dio con l'opera sua, con cui crea le sostanze perché esistano, e con cui egli creò anche gli angeli.

15.27 - Causa prima e causa seconda

È quindi opera dell'agricoltore dirigere il corso dell'acqua quando irriga il terreno, ma ch'essa scorra giù per i pendii non è opera sua bensì di Colui che ha disposto ogni cosa con misura, numero e peso.

Così è pure opera dell'agricoltore staccare una talea dall'albero e piantarla nel terreno, ma non è opera sua che il magliuolo assorba l'umore e faccia spuntare il germoglio, che una parte di esso si affondi nel terreno per fissarvi le radici e un'altra parte si spinga fuori verso l'aria per nutrire il suo vigore ed espandere i suoi rami, ma è opera di Colui che fa crescere.

Anche il medico dà il nutrimento [ adatto ] a un corpo malato e applica un medicamento a una ferita, ma innanzitutto il medico fa uso di sostanze non create da lui, ma di quelle che trova fatte dall'opera del Creatore.

In secondo luogo egli è in grado di preparare e somministrare un cibo e una bevanda, fare un impiastro, spalmarlo del medicamento e poi applicarlo [ alla parte malata ]; ma è forse in grado di produrre anche il vigore fisico o la carne con i farmaci ch'egli usa?

Questo è opera della natura mediante la sua potenza attiva interna, a noi assolutamente nascosta.

Se tuttavia Dio sottraesse alla natura questa sua intima potenza attiva con cui la crea e la fa sussistere, subito si estinguerebbe e si ridurrebbe a nulla.

15.28 - Il duplice governo di Dio verso le creature nei loro moti naturali e volontari

Per conseguenza, poiché è Dio che governa tutti gli esseri della sua creazione con una specie di duplice provvidenza - di cui abbiamo parlato nel precedente libro - servendosi delle forze non solo naturali ma anche di quelle volontarie, nessun angelo è in grado di creare una sostanza come non è in grado di creare neppure se stesso.

La volontà dell'angelo, al contrario, che è sottomessa e obbediente a Dio ed esegue i suoi comandi, è in grado di agire sulle cose a lui sottomesse e procurare una specie di materia servendosi dell'energie della natura - come è il corpo dell'agricoltore o del medico - sì che venga creato qualcosa nel corso del tempo conforme alle ragioni causali primordiali ed eterne increate nel Verbo di Dio o alle ragioni causali create nelle opere dei sei giorni.

Chi mai perciò potrebbe dire qual concorso hanno prestato a Dio gli angeli nella formazione della donna?

Io tuttavia potrei affermare senza la minima esitazione che la carne creata per sostituirla alla costola, il corpo e l'anima della donna, la conformazione delle sue membra, tutte le parti interne del suo corpo, tutti i suoi sensi e tutto ciò per cui essa era una creatura, un essere umano e una donna, non fu fatto che per opera di Dio.

Quest'opera compiuta da Dio non mediante gli angeli ma da se stesso, egli non l'ha abbandonata ma continua a compierla in modo che, se egli non la continuasse, non sussisterebbe né la sostanza di alcun'altra cosa né quella degli angeli.

16.29 - Difficoltà di definire cosa sia "un fatto naturale"

Per quanto noi, nei limiti della nostra intelligenza umana, abbiamo potuto conoscere la natura per nostra esperienza, sappiamo che una carne dotata di vita e di sensibilità può nascere solo in quattro modi: o dall'acqua e dalla terra, che sono in un certo senso come i suoi elementi materiali, o dai vegetali e dai frutti degli alberi, oppure anche dalla carne degli animali, come nascono innumerevoli specie di vermi e di rettili, oppure certamente dal coito dei genitori.

Noi tuttavia sappiamo che dalla carne di un qualunque altro essere vivente non nasce alcuna carne talmente simile a lui da distinguersene unicamente per il sesso; ecco perché nella natura cerchiamo, senza trovarlo, un caso analogo a questa creazione con cui la donna fu tratta dal fianco dell'uomo.

Ciò è dovuto al fatto che, mentre sappiamo in qual modo lavorano gli uomini su questa terra, non conosciamo affatto come gli angeli esercitano - se così può dirsi - l'agricoltura in questo mondo.

Se infatti il processo delle energie della natura producesse una specie di arbusti senza l'attività dell'uomo, noi sapremmo solo che alberi e vegetali nascono dalla terra e dai loro semi a loro volta caduti da quelli sul suolo, ma potremmo forse conoscere l'energia dell'innesto per cui l'albero d'una determinata specie mediante le proprie radici porta frutti di due specie i quali in virtù della simbiosi, sono senz'altro frutti propri?

Ciò lo abbiamo appreso dal lavoro degli agricoltori.

Sebbene questi non siano affatto creatori, tuttavia non fanno altro che prestare - diciamo così - un aiuto e un servizio a Dio che crea il processo di sviluppo della natura.

Poiché in virtù del loro lavoro non verrebbe all'esistenza assolutamente nulla, se un'occulta ragione causale non contenesse questa potenzialità nell'opera [ creatrice ] di Dio.

Che c'è dunque di strano se non sappiamo in qual modo una creatura umana, [ la donna ], creata mediante l'osso di un uomo, dal momento che ignoriamo in qual modo gli angeli concorrono con la loro opera a quella di Dio creatore?

Noi non potremmo sapere nemmeno che una marza, recisa da un albero ed innestata sul tronco d'un altro albero, diventa un nuovo albero, se ignorassimo ugualmente come gli agricoltori ottengono questi risultati concorrendo all'opera di Dio.

16.30 - È difficile discernere un fatto naturale da uno miracoloso

Noi tuttavia non dubitiamo affatto che Dio soltanto è il creatore non solo degli uomini ma anche degli alberi e crediamo fermamente che la donna fu creata con l'esser tratta dall'uomo senza l'intervento del rapporto sessuale, anche se per caso nell'azione del Creatore concernente la costola dell'uomo sia intervenuto il concorso degli angeli.

Allo stesso modo crediamo fermamente che l' "Uomo" fu generato dalla "Donna" senza l'intervento del rapporto sessuale, dal momento che la discendenza di Abramo fu disposta per mezzo degli angeli per il tramite di un mediatore. ( Gal 3,19 )

Ambedue questi eventi sono incredibili per coloro che non hanno fede.

Ma perché mai per coloro che hanno fede il fatto del concepimento di Cristo dovrebbe esser visto come credibile nel senso letterale della storia e il racconto della creazione di Eva narrato dalla Scrittura credibile solo nel senso figurato?

O è forse vero che senza un rapporto carnale sarebbe potuto essere fatto l'Uomo dalla "Donna", ma una donna non sarebbe potuta esser fatta da un uomo?

Si dirà forse altresì che il grembo della Vergine fu capace di formare l'Uomo, mentre il fianco d'un uomo non era capace di formare una donna, per il fatto che nel primo caso dalla sua serva nacque il Signore, nel secondo caso dal servo fu formata la serva?

Anche il Signore avrebbe potuto creare la propria carne servendosi della costola o di qualche altro membro della Vergine.

Ma Colui che avrebbe potuto dimostrare col proprio corpo d'aver fatto di nuovo ciò che era stato fatto [ al principio ], giudicò più utile mostrare nel corpo della propria madre che non c'è nulla di vergognoso dove c'è la castità.

17.31 - La ragione causale della creazione della donna

Mi si potrebbe forse porre il quesito in qual modo Dio creò la donna nella ragione causale quando egli fece il primo uomo a sua immagine e somiglianza, poiché la Scrittura nel medesimo passo dice: Maschio e femmina li fece. ( Gen 1,27 )

Quella ragione causale che Dio creò con le prime opere del mondo, incorporandola in esse, comportava forse la necessità che in seguito la donna fosse fatta col venir tratta dalla costola dell'uomo o comportava solo la possibilità d'esser fatta mentre la necessità era già determinata fin d'allora, ma rimaneva nascosta in Dio?

Se è questo il quesito che mi si pone, risponderò quanto credo possa affermarsi senza temerità.

Quando tuttavia avrò esposto la mia opinione, forse coloro che sono già ben fondati nella fede cristiana, considerando assennatamente queste mie riflessioni, giudicheranno che non se ne deve dubitare anche se vengono a conoscerle adesso per la prima volta.

17.32 - Determinismo causale delle nature e onnipotenza divina

Il corso ordinario della natura presa nel suo insieme ha le sue determinate leggi naturali, secondo le quali anche lo spirito vitale, che è una creatura, ha certe tendenze naturali proprie e in un certo senso determinate che non potrebbero essere evitate neppure da una volontà cattiva.

Così pure gli elementi di questo mondo fisico posseggono delle potenzialità e proprietà che per ogni cosa determinano ciò che essa è capace o non è capace di fare, quali effetti ogni cosa è in grado o no di produrre.

Tutti gli esseri che sono generati da questi, diciamo così, "germi primordiali" delle cose hanno la loro origine, la loro crescita, come anche la loro fine e scomparsa ciascuno a suo tempo e conforme alla sua specie.

Ecco perché da un granello di frumento non nasce una fava né da una fava un granello di frumento e neppure un uomo da una bestia né una bestia da un uomo.

Al di sopra di questa attività e corso naturale delle cose c'è il potere del Creatore che è in grado di trarre da tutti questi esseri altri effetti, da quelli che sono contenuti potenzialmente nelle rispettive ragioni seminali, ma non un effetto ch'egli stesso non ha posto nelle loro ragioni seminali come possibile ad essere prodotto da esse o da lui stesso.

Egli infatti è onnipotente non in virtù d'un potere arbitrario ma in forza della sua sapienza e perciò nel corso del tempo egli produce a tempo debito da ogni cosa l'effetto da lui posto in essa come possibile.

Diverso è quindi il modo di essere per cui un'erba germina in un modo e un'altra diversamente, un'età della vita è fertile e un'altra non lo è, per cui l'uomo è in grado di parlare, mentre non lo è una bestia.

Le ragioni causali di questi e simili modi di essere non sono soltanto in Dio, ma sono state incorporate da lui anche nelle cose create.

Al contrario, che un legno estirpato dalla terra, secco, ben levigato, assolutamente privo di radici, fiorisca all'improvviso senza la terra e senza l'acqua e produca frutti; ( Nm 17,8 ) che una donna, sterile durante la sua età giovanile, partorisca nella sua vecchiaia; ( Gen 18,1; Gen 21,2 ) che un'asina si metta a parlare ( Nm 22,28 ) e altri simili prodigi, sono facoltà date certamente da Dio alle sostanze create da lui perché da esse fossero prodotti anche quegli effetti - nemmeno Dio stesso infatti potrebbe fare con tali sostanze effetti ch'egli stesso avesse originariamente prefissato non potersi realizzare, poiché nemmeno lui è più potente di se stesso - tuttavia queste capacità, conformi a un altro modo di essere, Dio le diede a quelle sostanze, stabilendo in modo che quegli avvenimenti accadessero non in forza delle loro energie naturali ma in forza del fatto che furono create in modo che la loro natura restasse soggetta alla volontà di chi è molto più potente.

18.33 - La causalità trascendente di Dio

Dio ha dunque in se stesso le cause nascoste di alcuni fatti ch'egli non ha inserite nelle cose create e che rende efficienti e operanti non con l'azione della sua Provvidenza con cui costituì le sostanze nel loro essere, ma con l'azione con cui governa come vuole le cose da lui create come egli volle.

Fa parte di quest'azione anche la grazia, mediante la quale vengono salvati i peccatori. Infatti per quanto riguarda la natura [ dei peccatori ] corrotta della propria cattiva volontà, essa non è capace di tornare a Dio da se stessa ma solo mediante la grazia di Dio, dalla quale è aiutata e rigenerata.

Poiché non si deve disperare degli uomini a causa di ciò che la Scrittura dice: Coloro che camminano su quella strada non faranno ritorno. ( Pr 2,19 )

Ciò infatti la Scrittura lo afferma tenuto conto del peso della loro iniquità, affinché chi fa ritorno a Dio non attribuisca il fatto del ritorno a se stesso ma alla grazia di Dio, non alle proprie azioni, per evitare di vantarsene. ( Ef 2,9 )

18.34 - Modo misterioso per cui fu creata la donna

Ecco perché l'Apostolo disse che il mistero di questa grazia è nascosto non già nel mondo, ove sono nascoste le ragioni causali di tutte le cose destinate a esistere nel processo di sviluppo della natura - come Levi era nascosto nei lombi d'Abramo quando pagò la sua decima ( Eb 7,9-10 ) - ma è nascosto in Dio, che ha creato tutte le cose.

Per questo motivo le cause di tutte le cose, anche di quelle che, per simboleggiare questa grazia, accaddero non secondo il corso naturale delle cose, ma in modo miracoloso, rimasero nascoste in Dio.

Uno di questi eventi prodigiosi potrebbe essere quello della creazione della donna tratta dal fianco dell'uomo - e ciò avvenne mentre questi dormiva - la quale per mezzo di lui fu rafforzata, come se fosse stata consolidata per mezzo dell'osso di lui, mentre egli, al contrario, venne a trovarsi indebolito a causa di lei poiché al posto della costola non gli fu sostituita un'altra costola ma della carne.

Ma nella creazione originaria delle cose quando nel sesto giorno, secondo l'affermazione della Scrittura, maschio e femmina li creò, ( Gen 1,27 ) non era predeterminato che la donna venisse creata in questo modo, ma quell'atto di creazione determinava solo la possibilità che la donna fosse creata anche così, in modo che Dio non facesse qualcosa con una volontà mutevole in contrasto con le cause stabilite dalla sua volontà.

Che cosa fosse destinato ad essere in modo che non potesse essere effettuato diversamente era nascosto in Dio, creatore d'ogni cosa.

18.35 - L'ufficio degli angeli riguardo alla venuta del Cristo

L'Apostolo dunque dice che questo era nascosto in modo che sarebbe stato fatto conoscere ai Principati e alle Potestà del cielo mediante la Chiesa della multiforme Sapienza di Dio. ( Ef 3,9-10 )

Si pensa perciò, con una certa fondatezza, che allo stesso modo che il Discendente di Abramo, al quale era stata fatta la promessa, fu disposto dagli angeli per il tramite di un Mediatore, ( Gal 3,19 ) così tutti i fatti avvenuti miracolosamente nel mondo fuori del corso ordinario della natura, per preannunciare o rivelare la venuta dello stesso Discendente, si sono compiute mediante il ministero degli angeli, pur essendo tuttavia in ogni caso creatore e restauratore delle creature unicamente Dio, che solo fa crescere, quale che sia chi pianta e irriga. ( 1 Cor 3,7 )

19.36 - L'estasi di Adamo

A giusta ragione si può quindi anche pensare che l'estasi in cui fu trasportato Adamo allorché Dio lo fece cadere in un profondo sopore e addormentare, gli fu procurata perché il suo spirito in quello stato durante l'estasi divenisse, per così dire, partecipe del coro degli angeli ed entrasse nel santuario di Dio e comprendesse che cosa doveva avvenire alla fine. ( Sal 73,17 )

Svegliatosi poi come ripieno di spirito profetico, e vedendo sua moglie condotta davanti a lui, proferì immediatamente l'espressione interpretata dall'Apostolo come una grande e misteriosa verità: Ora essa è l'osso tratto dalle mie ossa e la carne tratta dalla mia carne.

Essa verrà chiamata donna poiché è stata tratta dall'uomo.

L'uomo perciò abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. ( Gen 2,23-24 )

Sebbene la Scrittura attesti che queste parole furono proferite dal primo uomo, tuttavia il Signore nel Vangelo dichiara che furono pronunciate da Dio, poiché dice: Non avete letto che il Creatore nel principio li creò maschio e femmina?

L'uomo perciò lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola. ( Mt 19,4 )

Dovremmo quindi comprendere che a causa dell'estasi avuta in precedenza da Adamo, questi poté proferire quelle parole come profeta ispirato da Dio.

A questo punto però ci pare conveniente portare a termine questo libro in modo da ridestare l'attenzione del lettore nei libri seguenti da un altro punto di partenza.

Indice