Le origini dell'Unione Catechisti e delle sue opere  

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Stesura delle Regole dell'Istituto Secolare

Ora spettava a fr. Teodoreto la stesura delle Regole dell'Istituto Secolare.

Vi occupò il tempo delle vacanze estive del 1948 a Pessinetto: ricavatane dalla sua fede la sostanza, ricorse al teologo Quaglia circa la competenza giuridica, a fr. Emiliano e all'avv. Sales, catechista, circa l'aspetto formale.

Il D'Aurora ( Op. cit. p. 56 ) attesta: "Nel 1948 lo andai a trovare a Pessinetto.

Vidi che sul tavolo, fuori nel giardino, teneva il Crocifisso e scriveva appunti per le Regole dei Catechisti.

"Mi ispiro" disse "alle cinque piaghe come meglio posso, ascoltando la sua voce".

Testimonio della fede e della verità, parlava come san Paolo, ed io mi sentivo uno schermo di ghiaccio, io che venivo dalla terra dove la maggior parte dell'anno è inverno.

Ma era un ghiaccio interno che si scioglieva e diventava a poco a poco acqua di sorgente.

Fr. Leone ( Op. cit. pagg. 51 seg. ) riferisce una pagina del catechista Mario Lorenzatto intitolata "Pro memoria nella consegna della Santa Regola da parte di fr. Teodoreto, il 19 marzo 1949" sintetizzandolo così: "Ci spira aria di « fioretti »".

Le Regole erano state recentemente approvate con Decreto arcivescovile.

Presentatosi nella casa di via Feletto, svolgendo il pacco, con l'umiltà che l'ha sempre caratterizzato, disse: "Vi han messo le mani in tanti".

La consegna delle Regole a ciascuno dei presenti avvenne il Sabato Santo 16 aprile 1949 alla Villa Nicolas Inferiore, nella cappella.

Vito Moccia ( op. cit. ), dopo aver citato l'art. 3 delle Regole del 1948, che suggeriva che i Catechisti "professassero con la parola e l'esempio la dottrina del catechismo cattolico, mostrandola viva, operante, adeguata ad ogni stato, condizione o ambiente sociale", informa che Domenico Conti ( che già aveva fatto aggiungere la qualificazione di "sociale" all'apostolato catechistico indicato nell'articolo primo ) secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II, ha aggiornato le Regole e Costituzioni dell'Istituto, formulando in tal modo le sue profonde intuizioni sulla santificazione nella vita secolare, attraverso l'espletamento dei compiti familiari, professionali, economici, politici, culturali, tutti considerati quali mezzi per mantenersi, anzi per alimentare l'intimità permanente con Dio, appunto attraverso l'impegno nel mondo e nella costante tensione di rendere partecipe il prossimo, in sintonia con i principi fondanti di fr. Teodoreto.

La riuscitissima e completa biografia di fr. Teodoreto scritta da fr. Leone, a conclusione del capitolo sull'Unione, aggiunge titoletti di vicende che, rispetto a quanto abbiamo riferito a riguardo dell'Unione, potremmo definire marginali:

a) La questione finanziaria è subito risolta col pieno abbandono alla Divina Provvidenza, con le risorse da lei fatte pervenire;

b) la Relazione con i Fratelli, cui abbiamo già accennato: qui vengono esposte al dettaglio le problematiche relative alla convivenza dell'Unione con l'Azione Cattolica ( che al San Giuseppe era diretta da fr. Giocondo, altra figura "forte" ).

Si informa che la formula proposta per l'Azione Cattolica da fr. Teodoreto "Gioventù lasalliana di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata" non venne adottata, forse anche per una certa incompletezza di in formazione e sollecitazione.

In effetti, conclude, "fr. Teodoreto portò questa spina nel fianco fino al termine della sua vita" ( ibidem p. 258 );

c) Validi cooperatori tra i Fratelli: cita soprattutto i fr.lli Anastasio, Cecilio ( che succederà a fr. Teodoreto quale Assessore ), Gustavo Luigi, Giovanni La Salle, Eusebio di Maria, Fulgenzio, Ermanno, Alipio … e, del Distretto di Roma, fr. Sebastiano di Gesù e fr. Saturnino;

d) Infine motivi di gioia e di speranza attinti da lettere, dal sorgere di nuovi apostoli nelle Case di formazione lasalliane, dalle circolari dei Superiori maggiori nonché dai Direttori dei Secondi Noviziati e, dulcis in fundo, le vocazioni sacerdotali e religiose ( una settantina ) espresse dal seno dell'Unione.

Il contenuto - pressoché cronachistico - di questo capitolo non rende forse appieno il grande valore della Istituzione promossa da fr. Teodoreto: il "serbatoio" da cui attingere è ben più ampio.

Per questo, oltre che ai testi già citati, ( a cui si può aggiungere quello di fr. Beniamino Bonetto, Come Cristo a tempo pieno: Fratel Cecilio ed. A&C Torino, 1978, pp. 254 ) rinviamo al ricco repertorio offerto dai contributi alla Rivista lasalliana dal 1934 al 2013, che verranno successivamente segnalati.