Adorazione

Indice Spiritualità

Dizionario

1) Insieme di atti di culto, particolari in ogni religione, con i quali si manifesta venerazione verso la divinità

2) estens. Amore devoto, dedizione; passione, entusiasmo


O "culto di latrìa" è il supremo ossequio reso a Dio, distinto dalla venerazione o dulìa ( "servitù" ), che è omaggio rivolto agli angeli ed ai santi.

La parola è connessa con os, "bocca", sia nel richiamo a preghiera indirizzata a Dio, sia nel ricordo dell'uso di portare le mani alla bocca e poi tenderle a qualcuno, come inviandogli un bacio di devota riverenza.

È noto che da un bacio di devozione religiosa rivolto dal pagano Cecilie ad una statua di Serapide prende le mosse l'Octavius di Minucio Felice, elegante apologià del cristianesimo, che condivide con Tertulliano la gloria di aver inaugurato la letteratura latina cristiana.

Tale gesto è stato spesso sostituito da prostrazioni, genuflessioni, inchini.

L'adorazione proviene da un sentimento di umile e amoroso riconoscimento della preminente grandezza di Dio e si esprime talora in una raccolta preghiera alla presenza di Dio e soprattutto dinanzi all'Eucaristia, in qualche caso solennemente esposta: è questo il fine precipuo di talune congregazioni religiose.

Manifestazione religiosa esterna attraverso preghiere, riti, gesti di un sentimento interno di dipendenza e di sottomissione a Dio quale creatore onnipotente.

Il termine deriva dal latino adorare: rendere culto ( in greco latréia ).

In tutte le religioni troviamo l'adorazione verso l'Essere supremo.

Nel cristianesimo implica la fede nel Dio vivo e personale che entra in rapporto cosciente con le persone umane.

L'Adorazione Eucaristica

È una delle forme in cui la comunità cristiana vive il Culto eucaristico fuori della Messa.

Si effettua davanti all'Eucaristia solennemente esposta o riposta nel tabernacolo.

Significato

L'adorazione eucaristica ha il senso di prolungare la lode e la preghiera della Celebrazione eucaristica, ovvero di orientare alla celebrazione del sacrificio eucaristico: Fedeli in adorazione davanti all'Eucaristia.

La posizione del corpo tipica dell'adorazione è in ginocchio

« I fedeli, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale.

La pietà, dunque, che spinge i fedeli a prostrarsi in adorazione dinanzi alla santa Eucaristia, li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo Corpo.

Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per se stessi e per tutti i loro cari e pregano per la pace e la salvezza del mondo.

Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da questo mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità.

Essi intensificano così le disposizioni necessarie per celebrare con la debita devozione il memoriale del Signore e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal Padre. Cerchino, dunque, i fedeli, secondo il loro particolare stato di vita, di prestar il debito culto a Cristo Signore nel Sacramento.

I pastori li guidino con l'esempio e li stimolino con le loro esortazioni.

Ricordino inoltre i fedeli che con questa orazione dinanzi a Cristo Signore presente nel Sacramento, essi prolungano l'intima unione raggiunta con lui nella comunione e rinnovano quell'alleanza che li spinge a esprimere nella vita ciò che nella celebrazione dell'Eucaristia hanno ricevuto con la fede e il sacramento. » ( Rito della Comunione fuori della Messa e Culto Eucaristico, n. 88-89 )

Può essere vissuta comunitariamente o individualmente.

Storia

La pratica dell'adorazione inizia con il diffondersi della vita cenobitica e monastica.

La vita in clausura prevede infatti lunghi tempi di meditazione e contemplazione alla presenza dell'Eucaristia.

Così nelle varie forme di monachesimo, occidentale e orientale si comincia a istituire un tempo fisso nella vita quotidiana del monaco dedicato proprio all'adorazione eucaristica.

La prima testimonianza di tale pratica si registra, in una delle prime biografie dedicate a San Basilio Magno, come orientamento per la vita dei monaci.

Dopo la consacrazione, egli era solito dividere l'Eucaristia in tre parti: quella che restava dopo la consumazione di colui che presiedeva e dei monaci veniva posta in un ostensorio sopra l'altare, per l'adorazione da parte della comunità.

La pratica si diffuse seguendo lo sviluppo del monachesimo e dei vari ordini religiosi, e cominciò a registrarsi con il tempo anche presso chiese e cattedrali, come manifestazione pubblica di affidamento dei fedeli al Signore.

L'11 settembre 1226, ad Avignone, il re Luigi VII fece esporre nella Cattedrale della Santa Croce d'Orleans il Santissimo Sacramento come forma di ringraziamento della vittoria sull'eresia catara.

Tale pratica, promossa da varie confraternite, fu presente in Francia fino alla rivoluzione del 1789.

Il 25 marzo 1654 si registra la fondazione di un monastero in cui il Santissimo Sacramento era adorato giorno e notte in riparazione dei sacrilegi compiuti durante le guerre; il progetto fu di madre Mectilde, priora delle benedettine esuli di Rambervillers.

Da allora la pratica dell'adorazione eucaristica anche perpetua si andò diffondendo, grazie al moltiplicarsi di ordini religiosi che avevano nello specifico questa finalità.

L'esperienza più forte è quella portata avanti negli Stati Uniti dalle Sorelle Francescane dell'Adorazione Perpetua, che la portano avanti ininterrottamente dal 1° agosto 1878.

Modalità

L'adorazione eucaristica si effettua spesso in una cappella creata a tale scopo, in una parte della chiesa dove ci sia uno spazio di raccoglimento e silenzio, davanti al Sacramento dell'Eucaristia esposto per l'adorazione.

L'adorazione eucaristica può svolgersi in particolari giorni: particolare rilevanza riveste il giovedì, per il fatto di essere il giorno in cui Cristo istituì l'Eucaristia; a livelli di momenti della giornata, l'orario più significativo, in linea con le rivelazioni effettuate dal Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque, può essere quello serale, in memoria dell'agonia di Gesù nel Getsemani e del suo invito agli apostoli a vegliare un'ora con lui.

L'adorazione può anche essere perpetua, ossia svolgersi di giorno e di notte, come è perpetua l'adorazione in cielo da parte degli Angeli e dei Santi, che cantano ad una sola voce la santità di Dio ( cfr. Ap 4 ).

Dove essa si effettua, l'accesso alla cappella del Santissimo Sacramento è spesso autonomo rispetto al resto dell'edificio, per permettere il ricambio degli adoratori senza coinvolgere le normali celebrazioni liturgiche.

L'adorazione comunitaria

L'adorazione eucaristica comunitaria è regolata dalle norme presenti nel libro liturgico del Rito della Comunione fuori della Messa e Culto Eucaristico, al capitolo 3, dedicato al Culto eucaristico, nn. 87-108.

Essa si effettua normalmente attraverso la solenne esposizione dell'Eucaristia.

« Nelle esposizioni si deve porre attenzione che il culto del santissimo Sacramento appaia con chiarezza nel suo rapporto con la Messa. » ( Rito della Comunione fuori della Messa e Culto Eucaristico, n. 90 )

È vietata la celebrazione dell'Eucaristia nella stessa navata della chiesa in cui si effettua l'esposizione del santissimo Sacramento, poiché "la celebrazione del mistero eucaristico racchiude in modo più perfetto quella comunione interna a cui l'esposizione vuol condurre i fedeli".

Per l'esposizione dell'Eucaristia con l'ostensorio si accendono quattro o sei ceri e si usa l'incenso.

Nell'esposizione con la pisside si accendano almeno due ceri, ed è facoltativo l'uso dell'incenso.

Al termine dell'adorazione il sacerdote effettua la benedizione eucaristica, preceduta solitamente dal canto del Tantum ergo ( "Adoriamo il Sacramento" ).

Le Quarantore

Connessa con l'adorazione eucaristica è la pratica devozionale delle Quarantore, così chiamata perché originariamente consisteva nel prolungare per quaranta ore l'adorazione eucaristica.

Essa è raccomandata nelle chiese in cui si conserva abitualmente l'Eucaristia, in maniera che si effetti ogni anno; la finalità è che la comunità locale mediti e adori con intensa devozione il mistero dell'Eucaristia.

La tradizione vuole che le Quarantore siano nate a Milano nel 1537 ad opera dell'Arciconfraternita della Santissima Trinità, che poi la introdusse a Roma, seguita dalla Confraternita di Santa Maria dell'Orazione.

Nel 1556 i Gesuiti la introdussero come pratica riparatrice nel periodo del carnevale, dapprima a Macerata e successivamente, dal 1584, anche a Venezia.

In questa città in cui il Carnevale assumeva toni encomiastici e solenni nacque la Compagnia degli Emeronitti, che aveva come finalità l'adorazione eucaristica offerta in riparazione delle dissolutezze della vita materiale.

Le prime regioni italiane dove prese piede stabilmente tale pratica furono l'Emilia ( a Bologna a partire dal 1546 ), poi le Marche ( a Macerata e a Recanati dal 1556 ) e il Lazio ( a Roma dal 1548 ).


Adorazione del Crocifisso il Venerdì Santo

Il Venerdì Santo è il giorno in cui si celebra la crocifissione e morte di Gesù.

È il secondo giorno del Triduo Pasquale.

In questo giorno non si celebra l'Eucaristia.

La Chiesa celebra solamente l'Azione liturgica della Passione del Signore, composta dalla Liturgia della Parola, dall'Adorazione della croce e dai Riti di Comunione.

È giorno di digiuno e astinenza dalle carni.

Catechesi: Liturgia dell'Adorazione della Croce

Cari fratelli e sorelle,

quest'oggi le mie parole vorrebbero soltanto aiutare il silenzio e la preghiera.

Tanto grande è ciò che abbiamo davanti, tanto superiore ai nostri concetti e ai nostri sentimenti, tanto dolorosa è la Passione e la morte dell'innocente, del Figlio di Dio fatto uomo, che ad essa si addice soltanto lo sguardo partecipe, pieno di adorazione e di supplica.

Il primo nostro dovere è quello di guardare.

Guardare al Crocifisso.

Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me ( Gv 12,32 ), ha detto Gesù nell'imminenza della sua Passione, citando un celebre episodio del Libro dei Numeri ( cf. Nm 21,8-9 ).

Il nostro sguardo distratto e occupato da mille immagini ha bisogno di tempo per concentrarsi con frutto sul Crocifisso.

In un primo momento, forse, esso potrebbe sembrarci soltanto una realtà che incute paura, tanto è l'obbrobrio esercitato su quel corpo.

Oppure commiserazione, pena, pietà.

Certamente la pena è una strada importante per arrivare al Crocifisso.

Ma essa non è sufficiente.

Possiamo provare pena, e giustamente, per i tanti e tanti dolori, per le tante prove che toccano gli uomini e le donne del mondo.

Ma qui si tratta di un uomo innocente che ha preso su di sé, come dice il profeta Isaia, tutti i nostri errori, i nostri peccati, le nostre ferite e le nostre debolezze ( cf. Is 53,4-5 ).

Gesù Cristo, morendo inchiodato sulla croce, ha vinto e cancellato il peccato degli uomini.

In questo modo ci ha portati e continuamente ci riporta, attraverso la potenza dei sacramenti, alla freschezza e all'innocenza del giorno della nostra creazione e del nostro battesimo.

L'Eucaristia e il sacramento della Penitenza rendono attuale in ogni luogo e in ogni tempo la morte e la Risurrezione di Gesù.

Guardare al Crocifisso allora significa non solo immedesimarsi con il suo dolore – questo sarà piuttosto un movimento successivo – quanto piuttosto aprire il nostro cuore, stupito e grato, all'immensità del suo amore, della sua carità.

Guardando il crocifisso, ci possono essere di grande aiuto le parole di Paolo: Ha amato me e ha consegnato se stesso per me ( Gal 2,20 ).

Certamente Gesù ha dato la vita per tutti gli uomini e tutte le donne di tutti i tempi.

Tra questi, ci sono anch'io.

Egli sulla croce pensava anche a me.

Attraverso i doni del battesimo e della fede, Gesù vuole costruire un'amicizia con ciascuno di noi, singolarmente preso.

E ogni storia è diversa.

Egli ci ha in mente uno per uno.

Tutto il suo dolore, le sue sofferenze e il suo amore, sono un dono che egli fa direttamente a me.

L'amore umano, e ancor più l'amore divino, ha la capacità di distribuirsi e di raggiungere tanti, senza mai diminuire, anzi con sempre nuova intensità e con la stessa passione.

Un'altra strada importante per andare con commozione grata verso il crocifisso è la Sacra Scrittura.

Qui sono contenute le parole di Gesù.

In questo Venerdì Santo, giorno della celebrazione della Passione del Signore, la Chiesa rivolge a tutti noi un invito a lasciarci invadere ed educare da qualcuna delle parole della Bibbia, così come le troviamo nell'Antico e nel Nuovo Testamento.

Certo, Dio comunica a noi in tanti modi, ma la Scrittura resta sempre una strada privilegiata per ascoltarlo parlare.

I profeti, e in particolare Isaia, hanno preannunciato molti aspetti della Passione e del sacrificio espiatorio di Gesù.

I Vangeli ci raccontano questi fatti.

San Paolo e gli altri autori del Nuovo Testamento riflettono continuamente su questi temi, vero e unico fondamento della nostra fede.

Apriamo con gioia e gratitudine il libro della Parola di Dio, frequentiamola insieme, lasciamoci introdurre ad essa da coloro che la amano e la conoscono maggiormente.

Leggendo e rileggendo i testi che la Chiesa considera ispirati, Parola di Dio stesso, riusciremo a comprendere sempre più le dimensioni dell'amore e del sacrificio di Cristo per noi.

E di conseguenza riceveremo in dono tanta forza e tanta luce per abbracciare le nostre croci quotidiane, per entrare nelle sofferenze e nelle prove che sono chieste a ciascuno di noi.

Guardare al Crocifisso significa inoltre imparare l'adorazione, e cioè la distanza infinita che esiste fra Dio e noi, colmata da Lui con la sua discesa sulla terra, col suo curvarsi sulla nostra umanità, con la sua sete di noi.

L'adorazione della croce, così come l'adorazione eucaristica, è la scuola privilegiata di tutte queste grazie.

Qui impariamo il silenzio, l'inermità di Dio, e allo stesso tempo la sua potenza luminosa e attrattiva.

Impariamo il suo indefettibile desiderio di essere presente in tutti i luoghi della nostra vita e di attirarci a sé, non con la forza dell'imposizione, ma con la trasparenza della sua vita, con il fascino della sua umanità.

L'adorazione della croce, che tra poco vivremo, faccia fiorire in noi il desiderio di amare Cristo, di conoscerlo meglio, di riceverlo nell'Eucaristia, per essere trasformati dalle innumerevoli grazie che egli non si stanca mai di donare ai suoi figli.

Amen.


Le miriadi di angeli, tutte le creature, gli esseri viventi, gli anziani, si prostrano in adorazione Ap 5,11-14
L'adorazione si addice solo a Dio: "Adora il Signore, tuo Dio!" Dt 6,13-15
  Mt 4,10
  Lc 4,8
Sin dall'inizio della Chiesa i cristiani hanno rifiutato di adorare gli idoli.

Essi adorano nella Trinità il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe

At 7,8
rivelato in Gesù Cristo, Figlio di Dio Gv 1,18
  Eb 1,2
incarnato per l'opera dello Spirito Santo Lc 1,35
l'adorazione dei magi al bambino Gesù Mt 2,11
Gesù Cristo insegna che occorre adorare Dio in spirito e in verità Gv 4,23-24
Il culto rivolto a dei creati o idoli non è adorazione, ma idolatria ( v. )
il culto al vitello d'oro Es 32,1-6
  1 Re 12,26-32

Schedario biblico

Adorazione dei Magi B 76

Magistero

Il concilio ecumenico di Nicea dell'anno 787, nel rispondere ai problemi sollevati dall'iconoclastia ( v. ), distingue tra l'adorazione dovuta a Dio e la venerazione accordata alla Madre di Dio secondo la carne, ai santi, alle icone.

Angelus Benedetto XVI

7-8-2005

Con la Pasqua, poi, Cristo crocifisso e risorto manifesterà appieno la sua divinità, offrendo a tutti gli uomini il dono del suo amore redentore.

I Santi sono coloro che hanno accolto questo dono e sono diventati veri adoratori del Dio vivente, amandolo senza riserve in ogni momento della loro vita.

Angelus Benedetto XVI

10-6-2007

Nella vita di oggi, spesso rumorosa e dispersiva, è più che mai importante recuperare la capacità di silenzio interiore e di raccoglimento: l'adorazione eucaristica permette di farlo non solo intorno all'"io", bensì in compagnia di quel "Tu" pieno d'amore che è Gesù Cristo, "il Dio a noi vicino".

Omelia Francesco

14-4-2013

Che cosa vuol dire allora adorare Dio?

Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, la più importante di tutte.

Meditazione Francesco

5-2-2018

La preghiera di adorazione, ha detto, « ci annienta senza annientarci: nell'annientamento dell'adorazione ci dà nobiltà e grandezza ».

E a quella esperienza in cui si anticipa la vita in cielo, ha aggiunto, si può arrivare soltanto « con la memoria di essere stati eletti, di avere dentro al cuore una promessa che ci spinge ad andare e con l'alleanza in mano e nel cuore ».

Concilio Ecumenico Vaticano II

Spirito di … nella spiritualità sacerdotale PO 18
… di Dio nella città eterna LG 51
Nella religione musulmana NA 3

Catechismo della Chiesa Cattolica

Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito 245
Angeli e adorazione del Verbo incarnato 333
Il mondo visibile 347
Signore 448
I Misteri dell'infanzia di Gesù 528
Il culto della Santa Vergine 971
Il Padre, Sorgente e Fine della Liturgia 1078
  1083
La Liturgia delle Ore 1178
Dove celebrare? 1185
La presenza di Cristo operata dalla potenza della sua Parola e dello Spirito Santo 1378ss
Adorazione, atto principale della virtù di religione, cf Dio 2096
  2628
Il nome del Signore è santo 2143ss
Arte sacra e adorazione 2502
Benedizione e adorazione 2626ss
Luoghi favorevoli alla preghiera 2691
« Padre! » 2781
Sia santificato il tuo Nome 2807
La dossologia finale 2855
Comp. 61; 198; 221; 245; 286; 443; 552

Summa Teologica

… di Dio II-II, q. 84
… di Cristo III, q. 25

Esperienza spirituale dell'Unione Catechisti

L'Adorazione a Gesù Crocifisso
Movimento Adoratori
Dal diario di Fra Lopoldo