Antico

Dizionario

1) agg. Di epoca remota ( per l'Occidente, convenzionalmente, ca. dal 2000 a.C. al 476 d.C. )

2) Di un passato lontano inteso genericamente

all'antica, secondo le vecchie tradizioni, sia nel senso negativo di superato, che in quello positivo di ben fatto, come non se ne fanno più

3) Di vecchia data, abituale, consueto

4) s.m. Uomo di epoca remota; antenati


.. Testamento

La prima delle due parti di cui è composta la Bibbia ( v. ) per i cristiani, meglio detta Primo Testamento, corrispondente a grandi linee alla Bibbia ebraica.

L'espressione tu impiegata per la prima volta dall'apostolo Paolo in 2 Cor 3,14; "testamento" è l'atto giuridico unilaterale mediante il quale si dona senza ricevere nulla in cambio e indica il dono gratuito della Rivelazione di Dio.

Quei libri sacri accettati dagli Ebrei e dai Cristiani come ispirati e canonici ( NA 4 ).

Gli Ebrei hanno una triplice divisione:

a) la Legge o il Pentateuco ( Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio );

b) i Profeti: la maggior parte dei libri storici e i profeti maggiori e minori ( escluso Daniele ); e

c) gli Scritti: comprendono libri come i Salmi, i Proverbi, Giobbe e Daniele.

La Chiesa riconosce alcuni altri libri come la Sapienza di Salomone e Giuditta.

Si hanno così 45 libri dell'AT ( o 46 se la Lettera di Baruc è contata a parte da Geremia ) che sono divisi nel modo seguente: il Pentateuco, i libri storici, la letteratura sapienziale e i profeti.

Contro Marcione ( morto verso il 160 ) e altri, la Chiesa ha sempre affermato che i libri dell'AT sono divinamente ispirati e appartengono al canone delle Scritture.

Il Vaticano II ha sottolineato il valore permanente degli scritti dell'AT ( DV 11, DV 14-15 ), i quali ricordano e interpretano la storia della preparazione per la venuta di Cristo e della sua Chiesa ( DV 16; LG 2, LG 6; SC 5 ).

* * *

I cristiani chiamano Antico Testamento ( AT ) quel complesso di libri ispirati in cui è riportato il processo storico-salvifico dalle origini dell'umanità fino alla venuta del Messia promesso ( = Gesù di Nazaret ).

L'AT è ritenuto la fase preparatoria nella storia della salvezza che si propone l'obiettivo di liberare gli esseri umani dal peccato e dalle sue conseguenze.

Oggi, si cerca di vedere l'AT soprattutto come una storia viva, di un popolo che interpretava con categorie religiose i ricordi del suo passato, la sua esperienza del presente e perfino la sua attesa del futuro.

Tutto questo procedimento storico-salvifico ebbe per protagonista il popolo israelita i cui rapporti singolari con Dio ( JHWH ) gli valsero il titolo di popolo eletto.

Gli scritti veterotestamentari rimasero fissati definitivamente nell'epoca del giudaismo, poiché prima dell'esilio babilonese, si accettava il carattere sacro di soli 22 libri, quelli che erano associati con le 22 lettere dell'alfabeto ebraico.

Perciò, come un tutt'uno si ammetteva la legge ( Pentateuco ) e i profeti come espressione del disegno divino.

Anche quando il giudaismo tardivo parlò di introdurre gli scritti postesilici ( 132 a.C. ), mancò l'unanimità quando si trattò di pronunciarsi sul carattere ispirato di alcuni libri concreti.

Questa incertezza rimase anche nei primi secoli del cristianesimo, tanto che non furono inseriti nel canone se non quando il Magistero ecclesiastico lo decise in forma ufficiale.

Questi libri, chiamati per questo deuterocanonici, sono i seguenti: Tobia, Giuditta, Baruc, Sapienza, Siracide, 1 e 2 Maccabei, come anche le aggiunte in greco di Ester e di Daniele.

Anche quando tutta la traiettoria del popolo eletto si suppone integrata nel disegno di Dio, la critica di oggi invita a distinguere varie tappe in questo processo salvifico:

1) la tappa preistorica, che comincia coi racconti della creazione per terminare con l'apparire di Abramo ( Gen 1-11 );

2) la tappa protostorica che include tutte le tradizioni dei patriarchi biblici fino all'arrivo di Mosè;

3) la tappa storica, che inizia con l'alleanza sinaitica per terminare quando, a fondamento dell'opera di Cristo ( morte-risurrezione ), si instaura la fase di pienezza conosciuta anche come Nuovo Testamento ( NT ).

Si suppone giustamente che Dio si rivelò al suo popolo nel corso della sua storia, essendo la religione monoteista il segreto della sua sussistenza in un mondo decisamente ostile.

Questo è certo.

Si deve notare, tuttavia, che Dio si manifesta nel procedimento stesso del suo popolo.

Ciò vuol dire: il modo con cui il popolo si apre un varco attraverso la storia permette di scoprire la presenza del Dio che agisce.

Molti si chiedono: Dio si è rivelato solo al popolo eletto?

Oggi, si parla di una storia generale della salvezza di cui l'esperienza del popolo eletto rappresenta solo un aspetto.

Inoltre, noi analizziamo l'esperienza del popolo eletto alla luce del nuovo Israele ( = la Chiesa ).

Ora, la presenza di Gesù, il grande Inviato divino, serve a confermare che il procedimento storico del popolo eletto lungo l'AT fa parte in ogni tempo del disegno salvifico di Dio.

È certo che qualcosa di simile può essere successo anche con altri popoli dell'antichità.

Noi, però, manchiamo di un criterio oggettivo che ci permetta di scoprire nella loro storia la traccia della divinità.

Per questo, l'AT acquista un significato così singolare.

Solo vedendolo come preparazione, saremo in grado di valorizzare il contributo dell'economia neotestamentaria ( = la realizzazione ) il cui portavoce indiscusso è Gesù di Nazaret nel quale scopriamo il Dio incarnato.

L'AT riveste un'importanza particolare per tutti quei cristiani che vogliono oggi valorizzare la loro identità religiosa.

Questa riceve da Gesù un impulso tale che viene trasformata in un albero frondoso dei cui frutti ci possiamo cibare.

Le radici di questo albero vanno, però, cercate nell'AT.

Grazie ad esso, è necessario addentrarsi nel suo studio senza nessun pregiudizio e sapendo nello stesso tempo che l'esperienza storico-salvifica fatta dal popolo eletto è stata mediata dallo stampo socio-culturale del suo tempo.

Ciò vuol dire che molti insegnamenti, validi al loro tempo, hanno bisogno di essere oggi decantati alla luce del messaggio evangelico fatto vita nella comunità ecclesiale.

Storia antica

Dal punto di vista geografico, la storia antica è innanzitutto storia del Mediterraneo e dei territori circostanti.

L'unità ideale di questa area non ha tanto a che fare con caratteristiche "nazionali" dei popoli che abitarono quelle zone, quanto dalla ricchezza degli scambi culturali, rispetto ai quali il Mediterraneo rappresentò una sorta di "funzione mediatrice".

Ma l'asse centrale di questo immenso rivolgimento umano si è andato spostando nel tempo ed è arrivato al Mediterraneo da est, dal cosiddetto Vicino Oriente, e il Vicino Oriente antico rappresenta gli inizi della storia antica sotto numerosi aspetti ( per lungo tempo fu inteso come unica "culla della civiltà" ), tanto che, nel suo complesso, i confini dell'area geografica in questione possono essere indicati nel fiume Indo e nelle Colonne d'Ercole.

Le culle della civiltà sono oggi considerate invece tutte le cinque aree, nei vari continenti, ove per prima si sviluppò la rivoluzione urbana e l'invenzione della scrittura: Mesopotamia, Egitto, Mesoamerica, Valle dell'Indo, Valle del Fiume Giallo.

Quanto ai termini cronologici, si può distinguere una storia "pre-classica", il cui limite iniziale può essere associato all'apparizione delle fonti scritte in aggiunta a quelle archeologiche, mentre un terminus ad quem può corrispondere all'apparizione delle fonti greco-romane.

Un'altra cesura decisiva è la costituzione dell'impero persiano ( 500 a.C. ca. ), fatto che coincide con il definitivo inserimento delle popolazioni vicino-orientali in un'articolazione storica sopra-regionale.

Ciò ha a che fare con quanto detto rispetto all'asse geografico: un primo accenno fondamentale di rapporto tra Oriente e Occidente ( con l'ingresso di quest'ultimo nella storia illuminata dalle fonti scritte ) è rappresentato dall'apparizione dei cosiddetti Popoli del Mare ( 1200 a.C. ): la crisi del XII secolo a.C. comporta un riassetto di vastissima portata nel Vicino Oriente e la stessa scansione tradizionale ottocentesca individuava in questo frangente la separazione tra Età del Bronzo ed Età del Ferro.

Tradizionalmente, la storiografia ha individuato la fine della preistoria nell'invenzione della scrittura ( logografica nella seconda metà del IV millennio a.C., sillabica nella prima metà del III ).

Tale inizio non va però visto come isolato, ma in stretta associazione con altri fattori decisivi:

nascita delle città,

lavoro specializzato,

stratificazione socio-economica,

costituzione dello Stato,

tutti elementi che rappresentano gli elementi culminanti di ciò che Gordon Childe ha definito "rivoluzione urbana", processo che può ritenersi consolidato intorno al 3500 a.C.

Quello della Bassa Mesopotamia va pensato come "precoce" focolaio di urbanizzazione ed esistono altri nuclei importanti: l'Egitto, l'Iran, l'Asia centrale, la valle dell'Indo, l'Egeo, l'Arabia meridionale, ma anche la Cina, il Messico e il Perù, i quali ultimi hanno però, come è ovvio, un carattere di totale separatezza rispetto al baricentro mediterraneo e vicino-orientale.

Si può complessivamente dire che l'origine della storia antica coincide con la nascita della città e dello Stato: la rivoluzione agricola, con l'aumento di produzione di derrate che essa comportò, è il presupposto per la creazione di un'eccedenza alimentare che, gestita da un "polo redistributivo centrale", rende possibile mantenere lavoratori specializzati.

La priorità logica ( ma non cronologica ), in una massima semplificazione, va attribuita alla polarizzazione città-campagna, alla creazione di un ceto dirigente ( di re e sacerdoti ): come scrive Mario Liverani, "Il « salto » più appariscente sarà quello demografico ed urbanistico, ma il più sostanziale è quello organizzativo".

Scrive ancora Liverani: « L'origine della città significa origine dello Stato e della stratificazione socio-economica.

Significa dunque l'origine della storia, non tanto perché il nuovo strumento della scrittura mette a nostra disposizione una fonte di informazione più esplicita e più dettagliata, ma soprattutto perché per la prima volta si assiste all'interazione complessa di gruppi umani all'interno delle singole comunità »

A ciò si aggiunga un altro fattore che mette in discussione l'assunto tradizionale che lega la nascita della Storia ( intesa come historia rerum gestarum ) alla nascita della scrittura e cioè il fatto che la storiografia ha smesso di privilegiare il documento scritto come fonte primaria.

Quanto al limite basso dell'evo antico, la tradizione lo individua nella caduta dell'Impero romano d'Occidente ( 476 ).

Talvolta si fa terminare tale età con la grande ondata delle invasioni barbariche nell'Impero romano ( a partire dagli inizi del V secolo ) o con il periodo immediatamente successivo alla morte di Giustiniano I ( fine del VI secolo ) che segna il definitivo tramonto del mondo classico greco-romano.

Se tale datazione è valida per il mondo occidentale, in Oriente si preferisce protrarre l'età antica fino alla Dinastia Qin in Cina ( II secolo a.C. ) o all'Impero Chola in India ( IX secolo ) o altre epoche storiche.

Nel resto del mondo ( ad esempio in alcuni zone dell'Africa, nelle regioni austronesiane e nelle Americhe ) le popolazioni autoctone seguono altri tipi di datazione.

Antichità classica

L'antichità classica, anche chiamata epoca classica, periodo classico, età classica o era classica, è un termine ampio che indica un lungo periodo di storia culturale incentrata sul mar Mediterraneo e comprendente soprattutto le civiltà dell'antica Grecia e dell'antica Roma, globalmente definite come civiltà greco-romana.

In questo periodo storico sia la società greca che quella romana conobbero una forte crescita culturale ed esercitarono una grande influenza in tutta Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente.

Convenzionalmente, si indica la nascita dell'antichità classica in coincidenza con la scrittura della prima poesia di Omero ( ottavo-settimo secolo a.C. ) e prosegue attraverso le origini del Cristianesimo e la caduta dell'Impero romano d'Occidente ( V secolo d.C. ).

Il lungo periodo si chiude convenzionalmente con la tarda antichità ( 300-600 d.C. ), che confluì poi nell'alto Medioevo ( 600-1000 d.C. ).


E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Lc 24,27
bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi Lc 24,44
un comandamento antico, che avete ricevuto fin da principio. Il comandamento antico è la parola che avete udito. 1 Gv 2,7

Magistero

Catechesi Paolo VI 11-8-1965

Venendo a trovare il Papa, ogni visitatore non può sottrarsi dalla meraviglia, che nasce in tutti istintivamente al pensiero ch'Egli rappresenta una lunga, lunghissima storia; travagliata fin che si vuole, ma coerente e permanente nei secoli:

la visita al Papa è una rievocazione storica;

obbliga a pensare al passato;

solleva immagini d'altri tempi;

sembra trasferire l'attenzione verso un mondo tramontato e solo simbolicamente sopravvissuto.

Catechismo della Chiesa Cattolica

Venerazione dell'Antico Testamento e delle sue figure 61
-- 123
-- 138
Canone delle Scritture e Antico Testamento 120
Valore dell'Antico Testamento 121
Antico Testamento attesta che Dio Padre è sorgente di verità 684
-- 2465
Catechesi svela ciò che è nascosto sotto la lettera dell'Antico Testamento 1094
Compimento delle promesse e Antico Testamento 122
-- 528
-- 652
-- 1067
Disposizioni giuridiche nell'Antico Testamento 2449
Immagini simboliche nell'Antico Testamento 2130
Liturgia e Antico Testamento 1093
-- 1349
Malattia dell'uomo e Antico Testamento 1502
Messia preannunciato dai profeti nell'Antico Testamento 1286
Mistero della Chiesa prefigurato nell'Antico Testamento 753
Mistero della Trinità e Antico Testamento 237
Preghiera e Antico Testamento 2568
-- 2569
-- 2585
-- 2596
-- 2630
Relazione tra Antico e Nuovo Testamento 128
-- 129
-- 140
Sacralità della vita nell'Antico Testamento 2260
Spirito Santo e Antico Testamento 702
Teofanie dell'Antico Testamento 697
Titolo di « Figlio di Dio » e Antico Testamento 441
Trinità, sua azione creatrice e Antico Testamento 292
Comp. 21; 22; 23; 45; 118; 140; 141; 142; 148, 313; 340; 446; 538
v. Sacra Scrittura; Alleanza antica