Annotazioni su Giobbe

10 - ( 10,3-21 ) Parlerò contro me stesso.

Sono parole di uno che confessa.

E dirò al Signore: Non farmi toccare con mano che io sono un empio.

Non tentarmi più di quanto io possa resistere; non permettere che mi succedano cose per le quali mi debba persuadere della mia empietà.

Sarà forse per te cosa buona che io commetta azioni inique?

Certo non è per te una cosa buona se cadrò nell'iniquità.

Non è dunque perché tu sia ingiusto che mi hai fatto così.

Misconosci tu forse colui che le tue mani hanno plasmato?

Nell'ipotesi che tu lasci nell'abbandono qualcuna delle creature uscite dalle tue mani.

Prendi tu in considerazione i propositi degli empi?

Non nel senso però che a lui piaccia il loro agire da empi.

Osservi tu forse come osserva l'uomo?

Tu certamente non valuti le cose come fa l'uomo.

Per questo penetri e scruti i segreti degli empi.

C'è infatti un'empietà che tu solo vedi, mentre l'uomo non la vede.

È forse una vita umana la tua?

Cioè: Una vita breve, sicché tu non possa pronunziare sentenze riguardo alla sua durata eterna.

Tu hai fatto un'inchiesta sui miei peccati.

Essi non potevano restare celati a te come lo sono agli uomini.

Tu sai che io non ho commesso alcuna empietà.

Non ho agito empiamente nei riguardi degli uomini.

Ma chi potrà strapparmi alle tue mani?, quando mi giudichi.

Tu infatti giudichi da Dio e vedi anche le empietà che l'uomo non vede.

In seguito hai cambiato [ parere ] e mi hai colpito.

In pratica chi si era cambiato era lui stesso, non Dio; ma l'uomo cambiando se stesso sente che Dio si è cambiato, come quando gli occhi, che sono stati per molto tempo nell'oscurità, se si cambiano trovano che il sole si è cambiato.

Ricordati che tu mi hai formato col fango della terra.

Quindi ho bisogno della tua misericordia.

Mi ridurrai di nuovo a terra.

Mediante la morte, pena del peccato.

Non mi hai tu forse rappreso come il latte?

Nel senso che ai mortali usò già misericordia quando formò gli uomini traendoli da altri uomini mentre la loro origine primordiale era stata informe.

Siccome sono in te tutte queste cose, io mi accorgo che sei onnipotente.

Esse sono di una bontà così grande che possono procreare anche la sostanza corporea.

Se peccherò, mi terrai in tua custodia.

Affinché non abbia a condannarmi alla perdizione o perché non ti rimanga nascosto il mio peccato.

Anche se fossi giusto non potrei respirare.

Giusto davanti agli uomini, poiché tu vedi anche i peccati che sfuggono all'occhio umano.

Sono pieno di vergogna.

Alla tua presenza.

Come un leone sono catturato per essere ucciso.

Sfugge all'uomo il peccato della superbia, poiché può mescolarsi anche alle opere degne di approvazione.

Cambiando però ancora una volta il tuo comportamento tu mi tormenti in maniera quanto mai feroce.

Dopo la punizione del peccato per la quale l'uomo è diventato mortale.

Nel suo dire si riferisce alle tribolazioni che gli uomini incontrano nella vita presente.

È infatti imprevedibile la maggior parte delle tribolazioni che turbano la quiete della nostra vita mortale colpendoci nella salute o nella tranquillità con cui possediamo i beni terreni, cose che noi attribuiamo alla bontà di Dio.

Tu rinnovi in me i miei tormenti.

In effetti è già un tormento la stessa condizione di mortalità, da cui derivano le altre tribolazioni.

Perché dunque mi hai fatto uscire dal grembo materno?

Mi hai fatto passare dall'oscurità alla certezza: la quale poi è soltanto motivo di una maggiore miseria se il piano viene scombussolato.

Di questa generazione ha già parlato in precedenza.

Sarei come uno che non è stato mai!

Cioè del tutto ignorato, come [ altrove ] è detto: Egli chiama le cose non esistenti come se esistessero. ( Rm 4,17 )

Vale a dire che tiene conto della loro abiezione.

O non è forse breve la durata della mia vita?

Se non sono morto, non lo si deve al fatto che la mia vita sia lunga, poiché in realtà io vivo per poco tempo.

Consentimi di riposare un pochino.

Dopo il tratto di misericordia per il quale mi creasti traendomi dalla terra e dopo che, avendo io tralignato, tu mi hai punito con la mortalità, tu mi hai consolato nella mia condizione di uomo mortale, ma in seguito mi hai messo alla prova con [ molte ] tribolazioni.

Ebbene, consentimi di trovare in te il riposo: prima che io incorra in quelle pene dalle quali non si può venir fuori.

Dalle pene che ha nominato prima si può infatti uscir fuori, se ci si converte a Dio.

Che se dice di voler riposare prima d'incorrere in castighi eterni, lo dice perché in essi non vuol cadere, come quando noi diciamo ad uno: Correggiti prima che venga condannato.

Se infatti si correggerà, egli non sarà condannato.

Là non c'è luce né è dato vedere la vita umana.

La vita dell'uomo infatti è là dove splende la vera luce che illumina ogni uomo. ( Gv 1,9 )

E una è la terra dei viventi, un'altra la terra dei morituri.

11 - ( 11,2-19 ) Parole di Sofar il Mineo: Ma che davvero un parolaio debba apparire giusto?

Costui ritiene che Giobbe sia ricco più di chiacchiere che di fatti.

È beato l'uomo che nasce ma ha breve la vita.

Ribatte con una sua affermazione a quella di Giobbe che egli pretende sia stata pronunciata con abbondanza di parole ma con superficialità.

Poiché non c'è nessuno che osi contraddirti.

Difatti quando egli parlava nessuno l'aveva contraddetto.

Ma come potrà il Signore parlare con te?

Di' piuttosto cose per cui Dio ti usi misericordia.

Egli ti piomberà sopra in due modi.

Cioè sgridandoti e consolandoti.

Allora ti accorgerai che dal Signore ti è stato inflitto un castigo giusto e proporzionato ai tuoi peccati.

Dopo il rimprovero è venuta infatti un'illuminazione.

Ma potrai tu scoprire le orme del Signore?, nel caso voglia fare a Dio delle rimostranze.

Il cielo è molto in alto, e tu cosa potrai fare?, per penetrare ciò che si nasconde nel cielo.

Tu quindi non devi contestare il Signore se non ne comprendi l'operato.

Chi oserebbe dirgli: Cosa hai fatto?

Se l'ha fatto Dio, ogni cosa è fatta bene, poiché egli non può fare altro che il bene.

Egli conosce le opere dei malvagi.

Egli non è autore di opere cattive.

Con ciò si vuol dimostrare che Giobbe, rimproverando Dio e ritenendolo ingiusto, parla da stolto.

[ Sofar ] infatti ha preso in questo senso le parole di Giobbe.

Viceversa l'uomo è variabile nel suo parlare.

A volte infatti accetta le decisioni di Dio, a volte le rifiuta; ma Dio è sempre immutabile.

L'uomo, nato da donna, è come l'asino selvatico che vive nel deserto.

Bramoso di libertà, egli s'impazientisce contro il suo padrone e domatore.

Stendi verso di lui le tue mani: affinché accetti le tue opere.

Non ci sia nulla di iniquo nella tua mano.

Ripete gli stessi concetti invertendo l'ordine.

L'iniquità non alberghi nella tua casa. Lo dice del cuore.

In questo modo il tuo volto sarà lucente come l'acqua limpida. Lo dice della coscienza.

Come l'onda che non passa e non ti spaventa, finché non ci abbia toccato tutti durante la vita in questo mondo.

Così la tua preghiera sarà come un astro lucente.

Precederà l'illuminazione.

Sembra che anche queste cose, ascoltate o rivelate, vengano dette come una profezia riguardante la città santa o il popolo di Dio.

Così era stato già prima segnalato dai suoi amici.

E molti invocheranno il tuo volto.

Tutto ciò vale per la Chiesa.

12 - ( 12,4-25 ) Parole di Giobbe: Anche l'uomo giusto e innocente viene deriso.

Lo intendiamo come detto del Signore.

E questo ne è il senso: Nulla di strano dunque che anch'io venga deriso da voi.

E la sua casa è messa a soqquadro dai perversi: la Chiesa dai persecutori.

Anzi, siccome tutti siamo cattivi, nessuno si lusinghi di restare impunito.

Poiché: il giudizio inizierà dalla casa di Dio. ( 1 Pt 4,17 )

Quasi che loro possano sottrarsi alla disamina. Non si illudano.

Comunque, interroga pure gli animali e vedi se ti risponderanno.

Egli giustamente convoca a giudizio gli iniqui perché dalle creature potevano risalire alla conoscenza del Creatore, e di conseguenza lo dovevano adorare.

Non occorreva che fossero istruiti attraverso la risposta delle creature, avendo ricevuto la razionalità per la quale potevano conoscere Dio e le cose.

Certamente è nelle sue mani la vita di tutti i violenti.

Che egli abbia creato tutte le cose lo si ricava da questo: dal fatto che la vita di tutti i viventi è nelle sue mani.

E così pure lo spirito di ogni corpo umano: di ogni corpo umano: lo dice dell'anima razionale.

Infatti l'orecchio valuta i discorsi.

Come i sensi giudicano le cose sensibili così lo spirito deve giudicare le cose spirituali.

Esso deve conoscere che ogni opera del Signore è nelle mani del Signore.

La sapienza è nel lungo tempo.

Veramente essa non è nel lungo tempo ma nel Signore, dal quale occorre impetrarla Se distrugge, chi edificherà?

Se distrugge è per il suo potere e se nasconde è per la sua sapienza, in modo che l'uomo non la possa raggiungere.

Se impedisce che cada la pioggia egli secca la terra.

L'acqua è la sapienza, la terra è l'uomo.

Se al contrario la invia, sconvolge la terra e la manda in rovina.

Così per molti avvenimenti operati dalla sapienza rimangono sconvolti i peccatori.

Egli prende prigionieri gli autori di consigli e li mena dietro di sé.

Assoggetta a sé quanti vorrebbero dargli suggerimenti.

Incute timore ai giudici della terra. Lo dice o dei giudei o di Pilato o di quanti giudicano con criteri umani.

Colloca sul trono i re. Vale a dire gli apostoli.

Cinge i loro fianchi con la cintura: quella della continenza.

Rilascia i sacerdoti che erano prigionieri.

Affinché siano guidati da uomini profani. Si allude ai giudei.

Modifica le labbra dei fedeli: le cambia in meglio, facendo sì che non presumano della propria giustizia ma confidino nella sua grazia.

Egli penetra l'intelligenza dei vecchi.

A lui piace l'intelligenza dei vecchi, secondo il detto: Voi siete conosciuti da Dio, ( Gal 4,9 ) in contrapposizione con quell'altro detto: Non vi conosco. ( Mt 25,12 )

Pertanto egli a buon diritto comincia con la fede e conclude ricordando i vecchi e la loro intelligenza.

Egli rivela i segreti nascosti nelle tenebre. Palesando le profezie.

Reca alla luce l'ombra di morte. Ha fatto conoscere [ a noi ] la vita presente, che è ombra di morte.

Travia le genti e le sgomina. Esse credevano di nuocere alla Chiesa, mentre nuocevano a se stesse.

Lo riferiamo agli empi. Abbatte le genti e le conduce lungo la via.

Le conduce all'umiltà, come quel noto asino.

Riconcilia gli animi dei principi del popolo della terra.

Riconcilia con sé o i giudei o i re della terra, che agli inizi perseguitarono la Chiesa.

Li introdusse in una via che non conoscevano.

Ha eliminato le opere della legge, facendole comprendere senza colorature.

In conseguenza di ciò egli sembrò un peccatore, e per questo errore si ottenebrò la loro mente come [ quella di ] un ubriaco.

13 - ( 13,3-28 ) E io lo riprenderò in faccia se egli lo vorrà.

Se egli vorrà rimproverare se stesso: che è proprio della confessione.

E [ rimprovererò ] tutti voi, che volete curare i cattivi.

Non siete infatti in grado di curare con la consolazione coloro che sono buoni.

Ascoltate dunque il rimprovero della mia bocca.

Quello che indirizzo a voi. Voi proferite menzogne dinanzi a lui.

Volendo apparire giusti, mentre invece non lo siete.

Negate forse che volete farvi giudici da voi stessi? Potete forse dissimulare, e non convenire, che io dico la verità nei vostri riguardi?

Sarete commensurati con lui, anche se faceste bene ogni cosa.

Cioè: Anche se osservaste tutti i suoi precetti, egli troverà in voi materia di rimprovero, poiché nessuno è giusto dinanzi a lui.

Se aveste volto gli occhi, magari solo di nascosto, alle persone.

Alle proprie persone, per giustificarsi non solo dinanzi alla gente ma anche dinanzi a se stessi.

O anche al corpo tratto dal fango.

Voi dovreste essere timorosi se non altro per la vostra frollezza.

Stringerò con i miei denti la mia carne.

Non risparmierò me stesso; ma insieme con voi rivolgerò la mia severità anche contro di me.

Collocherò sulla palma della mano la mia anima.

Al fine di poterla ben osservare, senza nascondermi nulla, e per poter enumerare tutti i miei peccati.

Sebbene l'Onnipotente mi uccida, come ha già cominciato.

Intendi: Sebbene egli uccida i miei peccati.

Tuttavia parlerò e alla sua presenza mi condannerò.

Non pretenderò di giustificarmi nascondendo i miei peccati.

Ecco mi avvicino al mio giudizio. Sono pronto a giudicarmi.

Egli vuol quasi dire che la giustizia dell'uomo consiste proprio nel non risparmiare se stesso nella confessione.

Allora non mi nasconderò dalla sua presenza, come si nascondono i peccatori.

Distogli da me la mano, perché in me non ci sia nulla da castigare ma ci sia la carità.

E il tuo timore non mi atterrisca.

Quante sono le mie colpe? Da qui può ricavarsi in che senso abbia detto: Io porrò la mia anima nella mia mano.

Egli ve l'ha posta per soppesarla. Mi ritieni dunque un tuo avversario?

In effetti io sono un pover'uomo, ma mi pare che tu quasi tema che una volta giustificato io diventi uguale a te, mentre in realtà sono solo una foglia.

Se non è questo il motivo, ce ne dev'essere un altro a me occulto.

Hai fatto ricadere su di me i peccati della [ mia ] giovinezza.

Sarebbe questo il motivo per cui afferma che i suoi peccati gli sono nascosti: egli si sarebbe insuperbito, e questo sarebbe stato il peccato della sua gioventù.

Hai stretto in ceppi il mio piede: nei lacci della mortalità.

Hai contemplato le radici dei miei piedi, cioè le mie voglie disordinate.

Io invecchio come un otre. E per questo non posso contenere il vino nuovo, né posso essere cucito al panno nuovo.

Come un vestito consumato dai tarli.

14 - ( 14,1-22 ) Infatti l'uomo, nato da donna, ha una vita breve ed è sottoposto alla tua collera. Cioè alla pena.

Inoltre tu lo fai comparire in giudizio dinanzi a te? Sebbene così mortale, egli ha di che rendere conto a te.

Da lui infatti si esige di fare quel che può, per quanto siano poche queste sue possibilità.

I suoi mesi sono contati dinanzi a te.

Per essere egli soggetto alle contingenze del tempo, lo si convince d'aver peccato.

Tu infatti l'avevi creato immortale. Allontanati da lui; lascialo [ in pace ], fallo riposare.

È detto secondo il modo di ragionare dell'uomo carnale e immerso nella materia, per il quale il bene è tutto nella vita presente.

Quindi egli vuol essere lasciato in pace per potersi godere questa vita.

Per l'albero c'è una speranza. Sono parole di uno che irride.

Infatti è piuttosto per l'uomo che c'è una speranza, ma a ciò il materialista non vuol credere.

L'uomo quando muore se ne va. Anche qui si parla ironicamente.

In certi tempi il mare decresce: mentre in appresso si riempie.

Lo dice di quei posti dove il mare si avvicina e si allontana ovvero universalmente di ogni spiaggia che a seconda dell'ora lunare cresce o decresce, poiché la luna dopo che è sorta, o dalle nostre parti o altrove, cresce fino alla metà del cielo e poi decresce.

Finché il cielo è cielo non lo si potrà cucire. Intendi: Per farlo nuovo.

Si cuce con il cielo stesso. E magari mi conservassi vivo nell'oltretomba!

È tanto forte la speranza della resurrezione che farei a meno fin da ora delle cose incerte di questa vita.

E mi tenessi nascosto finché non si sia placata la tua collera! ( Is 26,20 )

Al riguardo si dice: Nasconditi un pochino, finché non sia passata la collera del Signore.

E cioè: Finché non sia passato il presente stato di mortalità e non sia venuta la resurrezione.

Morendo l'uomo, raggiunge la vita. Poiché la vita presente non è vita.

Quando saranno finiti i giorni della sua vita. Allora comincia a vivere.

Allora tu mi chiamerai e io ti risponderò, obbedendoti senza che la mortalità mi frapponga ostacoli.

Hai annotato nella cartella le mie iniquità. Per farmele scontare.

Ti sei segnato anche gli errori non voluti [ da me ].

Sì, anche di questo hai preso nota, sebbene l'errore commesso contro la [ decisione della ] volontà sia solo pena del peccato.

Ecco il monte che cadendo si polverizza. In tal modo l'uomo decadde dalla sua altezza e solidità.

E il masso invecchia nel luogo dov'è precipitato. Così l'uomo nella sua natura e situazione.

E nella inondazione di frequenti uragani.

Sembra dire che anche l'uomo è ridotto a simile inconsistenza quando vengono ad abbatterlo le inondazioni di frequenti voglie disordinate.

Hai annullato la speranza dell'uomo.

Stabilisce una gradazione: dal monte passa al macigno, dal macigno alla pietra, dalla pietra alla sabbia, poiché gli uomini carnali esperimentano tali diminuzioni.

E fa bene a dire: Hai annullato. Lo hai portato alla fine, cioè alla consunzione, dove è annientata quella speranza per la quale si rallegrano gli uomini carnali.

Hai cambiato il suo volto, lo hai abbandonato.

Quando in lui è stata distrutta l'immagine di Dio.

E se anche saranno molti i suoi figli, egli non lo sa.

Poiché egli muore, anche se la sua stirpe si propaga.

Sebbene le sue carni si dolgano di lui.

Vuol dire: l'uomo carnale si duole della sua sorte e l'uomo animale ne piange; l'uomo spirituale al contrario sa che, sebbene l'uomo esteriore si corrompe, l'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno ( 2 Cor 4,16 ) in quanto egli sente che proprio un tale rinnovamento si avvera in lui.

15 - ( 15,2-35 ) Parole di Elifaz il temanita: Ha riempito il ventre di dolore.

Lo spirito della scienza, con la consolazione che arreca, ordinariamente guarisce dal dolore; tu al contrario, pur avendo il tuo intimo pieno di dolore, non rispondi mosso dallo spirito di questa scienza.

Non è forse vero che anche tu hai allontanato da te il timore?

Non avevi il timore di Dio quando dicevi contro di lui cose di tal sorta.

Hai preferito [ usare ] la lingua dei cattivi: con la quale essi sogliono maledire gli uomini.

E che mai? Sei forse nato per primo fra gli uomini? Poiché tanto ti insuperbisci.

O sei stato impastato prima dei colli? Con il nome di colli sono da intendersi anche i monti, con questo significato: [ Sei stato forse creato ] prima di tutte le potenze, cioè degli spiriti potenti?

Ma fra noi ci sono anche gli anziani e i vecchi decrepiti.

Fra noi c'è della gente che conosce le cose che noi ignoriamo.

Cosa ha osato il tuo cuore? E cosa hanno atteso i tuoi occhi?

Cioè: Cosa hanno sperato? Che cosa è l'uomo perché sia esente da colpa? Come tu hai affermato.

O non ci sarà la fedeltà nei suoi santi? A motivo dell'incertezza dei tempi, per cui spessissimo gli uomini si ingannano dicendo molte cose che poi non fanno.

E il cielo non è forse puro ai suoi occhi? Dice cielo intendendo gli abitatori del cielo o riferendosi ai santi stessi per il fatto che in essi abita Dio.

Quello che i saggi dissero e non lo celarono ai loro antenati.

Perché gli apostoli predicarono il Vangelo anche ai giudei.

A loro soli fu data la terra: affinché l'abitassero.

Né alcuno estraneo s'è aggiunto a loro.

Non ci sono stati cioè né santi o né angeli e quindi il loro possesso sarà assicurato.

Credendo d'essere ormai nella pace.

Dice questo supponendo che la cosa sia, più o meno, accaduta a Giobbe in persona.

Non ritiene possibile uscire fuori dalle tenebre.

Non crede per potersi convertire dai peccati.

È stato destinato a diventare cibo degli avvoltoi.

Cioè delle potenze dell'aria che si cibano dei cadaveri dei peccatori.

Egli cadrà come il condottiero posto in prima fila.

Egli è audace e non sa sopportare le tribolazioni.

Egli alzò le mani contro Dio. Non sarà da leggersi: " Perché elevò "?

Si avventò contro di lui sfacciatamente.

Facendo l'opposto di quel che lui aveva comandato. Con il suo scudo spesso e resistente.

Presumeva dei suoi mezzi di riparo. Ha coperto la sua faccia con la sua adiposità.

Con questo adipe, cioè con la superbia che lo fa stare in alto, ha costretto Dio a tenerglisi nascosto.

Ha fatto un nodo scorsoio attorno ai suoi fianchi.

Per cui è stretto dal laccio delle sue passioni, e da questo laccio viene condotto alla morte.

Infatti quanto gli uni hanno raccolto altri rapineranno.

Gli toglieranno perfino il regno temporale o qualsiasi speranza di quelle cose temporali che i giusti conseguiranno come ogni uomo che vive in questo mondo.

Egli non si arricchirà né durerà a lungo la sua agiatezza.

Cioè la fortuna dell'empio. Non proietterà sulla terra la sua ombra. Cioè: Non avrà floridezza.

Ma la sua stirpe diventerà arida a causa del vento. Il vento della tentazione.

I suoi rami tagliati marciranno anzitempo. Prima di quanto egli supponga.

Cada come il fiore dell'olivo. Mancheranno di pace.

Questo, perché dopo i primi seguono ordinariamente beni più grandi, come lo sono i frutti rispetto al fiore.

Testimonianza contro l'empio è la morte. Testimonianza, uguale a segno.

E il fuoco brucerà le case di coloro che accettano doni.

Questi tali sono gli empi che alla giustizia antepongono gratifiche temporali.

Nelle loro viscere inoltre concepiranno gemiti. Le cose sperate si volgeranno loro a castigo.

16 - ( 16,2-22 ) Parole di Giobbe: Ho ascoltato molte cose come queste.

Non soltanto quelle che dite voi. Voi tutti siete consolatori per gente cattiva.

Voi potete consolare i cattivi poiché essi sono vostri imitatori, ma non i buoni. ( La frase sottintende un caso vocativo ).

Né io ho udito qualcosa di buono da qualcuno di voi.

E che mai? C'è forse una coerenza nei discorsi suggeriti dallo spirito? Cioè: Dallo spirito di superbia.

O in che cosa ti sarà molesto? Sebbene tu non ami ciò che dici.

Anch'io parlo da pari vostro: come voi meritate.

Se la vostra anima fosse sottoposta [ al dolore ] invece della mia.

Se voi soffriste quel che soffro io, io parlerei con la bocca, non con le opere: per cui parlare di cose che poi non fate non vale niente.

Se parlerò, non mi dorrò della ferita.

Voi date a divedere di non essere dei saggi sia col vostro parlare che col vostro tacere.

Infatti gli uomini sapienti anche parlando prendono parte al dolore e cercano di consolare.

Se parlano confessando il loro intimo, esprimono dolore per le proprie piaghe; se tacciono, lo fanno con discrezione.

Ma ecco, egli mi ha stancato e mi ha reso stolto e putrescente.

Perché non parli contro di voi, Dio ha abbattuto la mia superbia affinché diventato stolto diventi poi sapiente.

Mi hai afferrato e io sono diventato una testimonianza.

Tu mi hai convinto dei miei peccati e io ne sono testimone contro me stesso.

La mia menzogna si è elevata sopra di me.

Quando mi credevo d'essere giusto. Ho risposto in contrasto con il mio volto.

È lo stesso che: Io ti porrò dinanzi al tuo volto. ( Sal 50,21 )

Ricorrendo al suo sdegno mi ha abbattuto.

Con tale ricorso alla collera Dio lo ha benedetto ( Giobbe infatti non la subisce contro voglia ); ma, in quanto era superbo, egli lo ha abbattuto.

Contro di me ha fatto stridere i denti. Mi ha rimproverato aspramente, intendendo denti nel senso di parole.

Le frecce dei suoi pirati sono cadute addosso a me.

I pirati sono le potenze dell'aria, delle quali Dio si serve permettendo loro di mettere alla prova i buoni o di punire i cattivi.

Le chiama pirati perché esse tendono agguati a coloro che navigano nel mare di questo mondo.

Con la sua vista acuta è penetrato [ in me ].

Non è passato sopra ai miei peccati, anzi ha fatto come un cenno perché fossi punito.

Egli infatti è come una luce per coloro che ci castigano in quanto mostra loro chi debba essere punito.

Per questo l'avermi guardato è stato per me una rovina.

Ovvero intendi così: Ha fatto sì che io scorgessi il mio peccato, mentre prima esso non era stato così presente dinanzi al mio sguardo.

Mi ha sferzato a sangue un Dio straordinariamente potente, ed essi tutti insieme si sono avventati contro di me.

Quando Dio flagellava, insieme con lui intervennero gli angeli di satana.

Mentre ero in pace egli mi ha lacerato.

Mi ha strappato dalla mia pace o da me stesso, e in tal modo sono stato lacerato dai nemici che erano in contrasto fra loro.

E trattenendomi mi ha strappato i capelli.

A causa dei miei peccati mi ha diviso e posto in contrasto con me stesso.

Mi ha posto a bersaglio: contro cui fossero scagliate le frecce, come si è soliti fare con gli arcieri, di fronte ai quali si pone un bersaglio verso il quale essi scagliano le frecce.

Mi hanno circondato di lance, che essi scagliavano contro i miei fianchi; non mi hanno risparmiato.

A causa dei desideri carnali, che egli afferma essere stati ammassati su di lui dagli angeli cattivi mediante cattive suggestioni.

Hanno versato in terra il mio fiele: affinché mi ingelosissi dei beni terreni posseduti da coloro che ne abbondano.

Mi hanno scaraventato a terra con una spinta poderosa: per farci intendere che non si tratta di un abbattimento a livello carnale.

Al mio cuoio hanno cucito un cilicio: cioè i peccati interni, nei quali ricorda d'essere stato quand'era in possesso di beni.

Sopra le mie palpebre c'è l'ombra della morte. Io vorrei vedere, ma me lo impediscono le abitudini carnali.

La terra non si chiuda coprendo il sangue della mia carne.

Intendere: Se la mia preghiera non sarà pura in quanto animata da desideri terreni, che almeno a questa catena della mortalità non si aggiunga l'ammasso di terra designato col nome di sangue.

E vuol dire: Che per la bramosia di cose terrene io non mi copra di disgrazie più gravi, cioè quelle del peccato volontario, dopo che dalla condizione mortale avevo contratto quell'altro peccato inerente alla natura.

Né ci sia adito per il mio gridare. Sia escluso il merito della mia preghiera.

Eppure, ecco nei cieli c'è il mio testimone.

Sembra che lo dica riferendosi al Signore non ancora disceso sulla terra.

Nelle altezze [ dei cieli ] c'è il mio conoscitore: in quanto partecipe della mia condizione mortale.

L'uomo venga giudicato confrontandolo con il Signore.

Venga il Signore affinché l'uomo sia giudicato confrontandolo con lui.

Si confronti, ad esempio, Giovanni con Cristo.

Nel giudizio fra i due è dato comprendere quale sia la distanza che esiste fra un uomo per quanto perfetto e Dio fattosi uomo.

Come il figlio dell'uomo rapportato al suo prossimo.

Il Signore, dopo che si fu incarnato, messo in relazione con colui che s'era imbattuto nei briganti. ( Lc 10,30 )

Sono infatti giunti su di me gli anni contati.

Quindi per mezzo di Cristo giunga a me l'aiuto nella pienezza dei tempi. ( Gal 4,4 )

E io entri nella via da cui non tornerò indietro. La via della rinunzia al mondo.

17 - ( 17,1-15 ) Sono venuto meno, turbato nello spirito.

Ordina così: Sono venuto meno nello spirito perché sconvolto dagli affanni.

Prego perché mi si seppellisca ma non mi viene concesso.

Non mi si concede che quanto in me c'è di mortale venga assorbito dalla vita. ( 2 Cor 5,4 )

Noi infatti, sebbene appesantiti [ dalla mortalità ] gemiamo perché non vogliamo esser spogliati ma ricoperti della nuova veste, ( 2 Cor 5,4 ) cioè vogliamo essere trasformati anziché morire, ma questa cosa, per quanto desiderata dall'uomo, non sarà possibile ottenerla, poiché la morte ci è dovuta come punizione del peccato.

Fra gli stenti ricorro alle suppliche ma cosa ho ottenuto? Qualcosa ho ottenuto impetrandolo.

Gente estranea ha rapito i miei beni.

Allude all'immortalità della quale viene spogliato da quei briganti che l'hanno lasciato mezzo morto. ( Lc 10,30 )

Chi è costui? Colui, cioè, che voglia venirmi in aiuto? Riferendosi al Signore.

E se dice: Chi è, lo dice perché egli sarebbe sceso in mezzo agli uomini distinguendosi a mala pena da loro.

Sia egli attaccato alla mia mano: con i legami della carità, affinché mi ripari e conduca dov'egli vuole.

Poiché al loro cuore tenesti celata la saggezza.

La nascondesti a coloro che non lo riconobbero. Per questo non li innalzerai.

Perché non furono umili, per questo furono accecati, e non poterono essere sollevati in alto dall'umiltà di Cristo.

A una parte [ di loro ] si predìcano i mali.

Infatti la cecità è capitata ad una parte d'Israele ( Rm 11,25 ) o nel senso che ad essi sembravano un male le cose che Cristo predicava, tanto che di lui dicevano: Seduce le folle, ( Gv 7,12 ) ovvero in quanto le predizioni dei profeti sulla cecità d'Israele si avverarono non in tutti gli israeliti ma soltanto in una parte di loro.

E gli occhi si sono illanguiditi nei confronti dei loro figli.

Lo si dice per l'ammirazione suscitata dai miracoli, e riguarda coloro ai quali fu detto: Se io scaccio i demoni nel nome di Beelzebub, i vostri figli in nome di chi li scacciano? ( Mt 12,27 )

Mi hai posto sulla bocca delle nazioni.

[ Vi hai posto ] l'uomo redento, cioè la Chiesa, della quale parlano le genti, ovvero: la quale è destinata a parlare alle genti.

E sono diventato per loro motivo di scherno.

O per le genti straniere, che lo calunniavano, o per i giudei, quando ne parlavano alle genti.

Per la collera si sono annebbiati i miei occhi.

Si sono oscurati gli occhi della Chiesa, cioè gli apostoli, quando non furono compresi da coloro che dovevano essere castigati da tale cecità.

Da tutti sono stato colpito con grande accanimento.

Tanto i giudei quanto i pagani hanno bersagliato accanitamente la Chiesa.

Gli amanti della verità si sono meravigliati di questo.

Del perché agli empi sia stato dato tanto potere contro la Chiesa, o del motivo per cui il Vangelo non sia stato accettato dagli empi.

Si sollevi il giusto contro il suo nemico.

Cioè: Colui che per un po' di tempo cade sotto la forza della persecuzione ma poi giunge a dominare sugli increduli.

L'innocente di mani prenda coraggio.

Prenda coraggio dalla speranza per confessare Cristo anche nella persecuzione.

Egli infatti non ha trovato in voi la verità.

A tutti infatti, siano essi giudei o pagani, è necessaria la grazia.

E sono state lacerate le giunture del mio cuore: per cui io non posso più celare i miei peccati.

Scambiarono la notte con il giorno.

Così gli empi, di cui fu detto: Guai a coloro che chiamano male il bene e bene il male, che riducono a tenebre la luce e a luce le tenebre. ( Is 5,20 )

Se resisterò, gli inferi saranno la mia casa.

Se mi userò riguardi per non confessare i miei peccati.

Ho chiamato mio padre la morte. Non sarò figlio della vita.

A chiamarlo [ così ] è stato però Dio.

Ho chiamato mia madre e sorella la putrefazione.

Perché mi stanno inseparabilmente accanto, quasi che siano miei familiari.

Quale speranza c'è ormai per me? Sottinteso: " Se resto saldo ".

O potrò io forse vedere i miei beni? Dai quali fu sedotto, e così non volle convertirsi e si schierò dalla parte del peccatore.

18 - ( 18,5-19 ) Parole di Baldad il sauchita.

E la luce degli empi si spegnerà.

Non meravigliarti quindi se, come quella degli empi, così anche la tua luce si è spenta.

Sua luce furono le tenebre che aveva in casa.

Cioè: ad illuminare la sua casa intervennero o il diavolo o l'anticristo.

La lucerna [ che è ] sopra di lui si spegnerà: essendo una fiammella debole e materiale.

I più reietti si impadroniscano della sua roba.

Posseggano gli umili ciò che egli aveva voluto possedere.

Il suo piede infatti s'è impigliato nei lacci.

Perseguitando il Signore è caduto egli stesso nella trappola.

Contro di lui [ Dio ] rinvigorirà gli assetati: affinché lo vincano coloro che hanno fame e sete della giustizia.

È celato in terra il suo laccio. Cioè: il laccio destinato a catturarlo.

Questo sarebbero poi quei beni che sono a lui in certo qual modo concessi.

La sua cattura è nelle sue strade: là dove egli passa.

Tutt'intorno vengano dolori a rovinarlo.

Vengano da ogni parte. Nelle strettezze della fame vengano in molti attorno ai suoi piedi.

Vengano in molti a seguirlo o a rendergli omaggio.

Vengano mangiati i rami dei suoi piedi. Intendi: " Delle sue dottrine ", cioè delle vie dove sta camminando.

Venga a cessare la salute nella sua dimora. Cioè: la serenità della vita presente.

E lo trattenga la necessità della causa del re.

È detto del vantaggio derivante dalla sua punizione: questa contribuirà a palesare la gloria di Dio, ed è per questo che ora a lui si permette di seguire le sue cupidige.

La chiama causa del re, perché egli si vanterà d'essere il Cristo.

Abiti nella sua tenda durante la sua notte.

La necessità della causa del re tormenti la sua coscienza.

[ Lo tormenti cioè ] la voglia di tiranneggiare.

Durante la notte, nel supplizio della sua cecità, che gli toccherà nella sua condanna.

Saranno cosparse di zolfo le sue cose più belle.

Le cose che gli erano più gradite saranno bruciate con fuoco puzzolente.

E dall'alto pioverà su di lui la sua falciatura. Cioè: da Dio.

Per questo il suo nome non sarà più dinanzi alle platee dove era prima.

Scomparirà dalla memoria del popolo.

Non sarà riconoscibile agli occhi del suo popolo.

Giunga a tale stato di abiezione che i suoi non lo riconoscano.

Non sarà salvata sotto il cielo la sua casa. Alcuni però si salveranno.

Ma nel suo popolo vivano gli estranei. Il suo popolo sarà soggiogato da estranei.

19 - ( 19,2-29 ) Parole di Giobbe: E con le [ vostre parole ] mi estenuate.

Avreste dovuto consolarmi e invece mi avvilite.

Sappiate soltanto che è stato Dio a farmi così.

Dinanzi a lui posso essere convinto di peccato, non dinanzi agli uomini.

Mi ha circondato all'intorno con la sua trincea.

La trincea è una fossa scavata attorno alle mura.

Per essa sono stato indotto alla confessione.

Ecco me la rido del [ vostro ] oltraggio e non rispondo.

Parla dell'utilità della confessione, poiché se avesse voluto ridere del suo peccato senza manifestarlo, avrebbe certo potuto gridare [ a Dio ], ma non sarebbe stato esaudito.

Ha addensato le tenebre sul mio volto. Ha tolto a me la luce del mio volto.

Questo accade a chi volge a lui le spalle.

Ha strappato via la corona dal mio capo.

[ Ha tolto a me ] quella dignità spirituale che è frutto della sapienza.

Mi ha lacerato da ogni parte e io me ne sono andato.

Tenevo stretta ogni cosa ed egli tutto mi ha strappato, in contrasto con quanto aveva ricevuto, cioè la forza di stringere attorno a sé tutte le cose.

Ha supposto che io lo osteggiassi. Mi ha giudicato come uno che, se fossi stato pari a lui, l'avrei danneggiato.

Hanno circondato la mia tenda. Cioè il cuore e la coscienza.

I miei fratelli si sono allontanati, sperando che mi correggessi.

Essi infatti mi sono fratelli anche se in un primo momento non hanno tenuto conto della mia correzione e si sono messi al seguito di coloro che suggerivano [ di cercare ] i beni altrui, cioè azioni perniciose.

I miei amici sono divenuti gente spietata.

Sono coloro che nei mali spirituali ostentano dolore verso il prossimo ma in realtà piuttosto se ne fanno beffe, mentre non li deriderebbero se li vedessero afflitti da mali corporali.

Pur conoscendo il mio nome si sono dimenticati di me.

Non accorgendosi che mi sono cambiato.

I miei vicini di casa e le mie serve. Ai quali io comunicavo i miei segreti.

Sono gli adulatori che si allontanano da colui che riconosce e serve Dio.

Di loro si dice che si comportano come le serve.

Ho chiamato il mio servo e non mi ha risposto.

Si riferisce al corpo o a coloro che lo servivano in opere cattive.

La mia bocca supplicava quando chiedevo qualcosa a mia moglie: dicendo press'a poco: Perché sei triste anima mia? E perché mi crei angosce? ( Sal 42,12 )

Così diceva desiderando che le consentisse.

Con lusinghe mi rivolgevo ai figli del mio grembo.

Si rivolgeva ai figli da lui generati incoraggiandoli a seguire speranze terrene.

Sono insorti contro di me coloro che avevo amato: durante quella vita.

Dentro la cute si sono putrefatte le mie carni.

Per l'amore verso le cose sensibili ed esteriori si è putrefatto quanto è dentro di me e, se prendiamo alla lettera le parole, deve trattarsi di un male leggero, come se avesse la rogna.

E le mie ossa sono fra i miei denti.

La mia stabilità e fortezza esistono solo a parole, non a fatti.

Pietà di me, pietà di me, o amici! Sembra chiedere agli angeli che preghino per lui o, meglio, si rivolge ai santi affinché preghino per colui che è pentito.

Mi ha toccato la mano del Signore. Dice che è stato toccato dalla mano del Signore affinché provasse dolore per la sua ferita, che invece gli era passata come inavvertita.

Perché mi perseguitate come sta facendo il Signore? Mi detestate e avete orrore di me, come fa il Signore; o anche: Voi mi rimproverate aspramente mentre io già confesso la mia colpa.

Perché non vi saziate con le mie carni? Voi non godete se io vivo da uomo carnale.

Con punteruolo di ferro e piombo [ siano essi colpiti ]?

Come si lascia incidere il piombo dal punteruolo di ferro, così si arrendano di fronte alle mie parole i cuori degli uomini.

Ovvero siano scolpite nella pietra a [ loro ] testimonianza?

Affinché le imparino coloro che attendono con fermezza alla evangelizzazione.

So infatti che è eterno colui che mi demolirà. Egli può anche ricostruirmi.

Di queste cose io sono consapevole: poiché me le sono meritate.

Le ha viste il mio occhio, non altri.

Vale a dire: Nessuno conosce cosa accade nell'uomo all'infuori dello spirito che è in lui. ( 1 Cor 2,11 )

Tutte le cose si sono compiute in seno a me.

Nel mio interno, dove nessuno vede, cioè nella mia coscienza.

Se anche diceste: Cosa potremo affermare contro di lui?

In senso non diverso viene detto agli stessi uomini spirituali: Bada a te stesso per non cadere in tentazione. ( Gal 6,1 )

E troveremo in lui la radice del discorso? Per convincerlo del suo [ errore ].

L'ira di Dio piomberà sugli iniqui. Chiama iniqui coloro che orgogliosamente si pongono al di sopra dei peccatori e pensano d'essere impeccabili.