Annotazioni su Giobbe

1 - ( 1,1-21 ) Egli realizzava grandi opere sulla terra: poiché sapeva trarre profitto dalle opere stesse.

Ogni giorno banchettavano, finché non fossero stati presenti al completo.

È questo un segno del loro amore.

Egli offriva sacrifici per loro in base al loro numero.

Occorre intendere che una cosa sono le confessioni fatte in privato ( paragonabili a sacrifici individuali ), e un'altra cosa è il sacrificio per il peccato di tutta la comunità e per tutti i peccati da lei commessi, sacrificio che diventa segno [ della presenza ] del Signore.

Perché non abbia a succedere che i miei figli pecchino, bestemmiando Dio in cuor loro.

Giustamente si aggiunge: Perché non abbia a succedere.

Egli infatti immaginava che lo bestemmiassero in cuor loro.

Ed ecco vennero gli angeli di Dio che si fermarono dinanzi a Dio.

La propensione dell'anima verso la verità non si poteva descrivere in altra maniera, senza cioè che presentasse alcun richiamo cronologico o ambientale.

E con loro venne anche il diavolo.

Ci si chiede se quel con loro sia stato aggiunto perché solo attraverso di loro egli poté ascoltare.

E il Signore disse al diavolo: Da dove vieni?

L'abbinamento tra ciò che aveva compiuto anteriormente e ciò che gli si permette di fare in seguito costituisce la risposta alla domanda; quanto poi alla domanda stessa, cioè al richiamo alla potenza di Dio, che impedisce al diavolo di fare quel che vorrebbe - si indagherà infatti sui propositi dell'empio ( Sap 1,9 ) - mira a farcelo conoscere meglio.

Ma stendi la tua mano e tocca tutti i suoi averi.

Cioè, dammi il potere di fare questo.

Se non ti benedirà apertamente.

È un'espressione che rimane sospesa e deve completarsi così: Se toccati i suoi averi non ti benedice apertamente, ( sottintendi ) come ti regolerai?

E il diavolo si allontanò dal Signore.

Dall'interrogazione passò all'azione.

E vennero i nemici e li catturarono.

In conformità con la parola: Colui che ora agisce negli increduli, ( Ef 2,2 ) fu lo stesso tentatore che spinse all'azione anche questi nemici.

Da notare come egli ha potere sugli uomini e sugli elementi; tuttavia questo potere gli viene dato da Dio.

Sono uscito nudo dal ventre di mia madre.

Notare quanto conforto contengano le sue parole, sebbene egli stesse praticando il lutto conforme esigevano le costumanze.

2 - ( 2,6.8 ) Ecco te lo consegno; tu però risparmiagli l'anima.

Non doveva azzardarsi a togliergli la vita.

E prese un coccio per astergersi dal marciume.

Sta a significare che a quanti confessano i peccati questi sono cancellati in virtù della passione del Signore.

3 - ( 3,3-26 ) E la notte in cui dissero: È stato concepito un uomo.

Lo dissero alcune potenze celesti che erano in grado di sapere la cosa.

Quella notte sia tenebrosa.

Cioè: ci siano tenebre perché egli non abbia a soffrire ancora quel che ha sofferto.

In altre parole: Essa vada dimenticata.

Non la ricerchi il Signore dall'alto.

Cioè: non sia rinnovata mediante l'immortalità, ma essendo mortale perisca.

Non si levi su di lei la luce: la luce del ricordo.

Ma la posseggano le tenebre e l'ombra della morte.

[ La occupi ] la vita presente, la quale è come un'ombra della pena futura; per cui questo è il senso: non la veda il giusto, che è luce, ma la posseggano le tenebre, e cioè i peccatori e [ in essi ] le varie tribolazioni della vita presente.

La turbino, per così dire, le amarezze del giorno.

[ La turbino ] i precetti che regolano la vita buona o magari lo stesso giorno del giudizio, poiché queste sono le cose che turbano gli uomini carnali.

Quella notte la occupino le tenebre: cioè le tenebre eterne.

Non si computi fra i giorni dell'anno: fra i giusti o gli spirituali, che godono della luce del sole e sono più grandi di lui.

Ma quella notte sia dolore: perché essa crea dolore a coloro che la amano.

Non la si computi fra i giorni del mese.

Cioè i giusti che sono nella Chiesa ( lo si dice perché la luna è il luminare minore ), quei giusti ai quali sono rivolte le parole: Ma io, fratelli, non vi potei parlare come a persone spirituali, ( 1 Cor 3,1 ) mentre Paolo personalmente stava fra i giorni dell'anno.

La maledica colui che maledice giorni come quello: il Signore che riprova quanti amano i beni carnali.

Le stelle di quella notte divengano tenebrose.

Lo divengano coloro che primeggiano nel peccare.

Si arresti e non venga alla luce.

Profetando dice che essi non si convertiranno.

Perché non chiuse la porta del grembo di mia madre.

Cioè della città terrena rappresentata da Babilonia.

Le sue porte sarebbero state chiuse se il peccatore non fosse stato elogiato per le brame del suo cuore. ( Sal 9, 2.4 )

Perché non sono morto in seno a mia madre? Cioè prima che mi distinguessi dinanzi a te per una qualche mia azione?

Chi infatti è stato [ solamente ] concepito rimane nell'ambito della speranza.

Perché appena uscito dal grembo non sono subito morto?

In queste parole dobbiamo vedere simboleggiato uno che si è invecchiato in dette concupiscenze.

Perché mi sostennero le ginocchia? In modo che lì sopra io divenni robusto.

Perché ho succhiato alle mammelle? Cioè ho attinto a quelle dottrine che mi nutrivano nel male.

Adesso certamente dormirei e riposerei.

Morendo al mondo presente.

Con i re che riscuotono onori sulla terra. Nella Chiesa.

E si gloriano delle spade. Di quelle spade di cui si dice: E la spada dello spirito che è la parola di Dio. ( Ef 6,17 )

O con i principi che abbondarono di oro. Cioè di sapienza.

Che riempirono le proprie case d'argento. Cioè della parola del Signore.

O fossi stato come un feto uscito abortivamente dal grembo materno. In tal modo non si sarebbe mai levato in alto.

O come i bambini che non videro la luce, che non conseguirono alcuna dignità onorifica.

Lì gli empi depongono il loro furore. Quando muoiono a questo mondo.

Lì riposano i corpi spossati dalla stanchezza.

Coloro che sono stanchi nel corpo ma non nell'anima, ovvero quanti hanno raggiunto la fine delle conquiste materiali.

Non debbono più ascoltare la voce dell'esecutore. A proposito si dice: Il giudice ti consegnerà all'esecutore, ( Lc 12,58 ) e significa che i peccati sono stati rimessi.

Egli infatti sta parlando degli empi. Lì c'è il piccolo e il grande.

Penso che lo si dica come se fosse una sola persona e pertanto lo si possa ben intendere nel senso del detto scritturale: Chi si umilia sarà innalzato. ( Lc 14,11 )

Lì il servo non teme il suo padrone. Lo si interpreti secondo il detto: Vuoi non temere l'autorità?

Pratica il bene, ( Rm 13,3 ) ovvero secondo l'altra affermazione: La carità perfetta esclude il timore. ( 1 Gv 4,18 )

Perché dare la luce a coloro che sono nell'amarezza? A che serve l'onore che viene dal peccato?

Perché dare la vita alle persone immerse nei dolori? Immerse in ciò che causa dolore, cioè nei peccati.

Esse desiderano la morte ma non viene. Non conseguono i frutti del peccato.

La morte è un riposo per l'uomo la cui vita è nascosta.

Nascosta davanti a Dio o conosciuta da poca gente.

E queste parole vanno intese della morte con cui moriamo al mondo.

Nell'altra morte infatti non si dà riposo.

Dio ha chiuso [ la strada ] dinanzi a lui.

Non consegnandolo in balia dei desideri del suo cuore. Il gemito precede il mio desinare.

Le tribolazioni mandate da Dio precedono il godimento dei miei pasti. Io piango oppresso dal timore.

Constatando che mi è impossibile sfuggire a quel che temo.

Mi raggiunge il timore [ di ciò ] che paventavo.

Si riferisce alle avversità che ci capitano per nostro ammaestramento secondo dispone la misericordia di Dio.

Non mi è stato dato d'essere né in pace né in silenzio, e nemmeno ho trovato riposo.

Le cose per cui trepidava risultarono false. E l'ira [ di lui ] è scesa su di me.

Mi ha colpito la sua ira vendicativa della quale è detto che il giusto si salverà a stento. ( 1 Pt 4,18 )

4 - ( 4,2-21 ) Parole di Elifaz: Chi sopporterà il peso delle tue parole?

Questo tale afferma d'essere costretto a parlare perché gli è insopportabile quanto asserito da Giobbe.

Non è forse roba da insensati il tuo timore? Se i consigli che davi agli altri erano veri, dovevi essere preparato a sostenere queste prove.

Né avevi ragione a temere ciò per cui dicevi: Mi sono piovuti addosso i mali che temevo. ( Gb 3,25 )

La tua speranza e l'integrità della tua vita sono diventate stoltezza: per la quale le cose dolorose si considerano beni.

Il fremito del leone e il ruggito della leonessa.

Intendi il diavolo e la città dei superbi, spesso presentata dai profeti simile a una belva.

È cessato il tripudio dei draghi. Cioè dei superbi e di quanti tendono insidie.

Myrmicoleon è stato distrutto per mancanza di cibo.

Questo accadrà perché alla fine non ci sarà più nessuno che esso divori inducendolo [ al male ].

Infatti i pii saranno separati dagli empi.

Quel tizio però non dice cose giuste perché intendeva che fossero riferite a Giobbe le parole udite, le quali invece erano profezie riguardanti il diavolo.

Lo si chiama Myrmicoleon perché, quando ruba e occultamente perseguita il buon grano e togliendogli il germe gli impedisce d'attecchire e svilupparsi, combina tutte e due le cose: domina sugli avari e quanti accumulano tesori sulla terra; infierisce inoltre contro i giusti, che a modo di formiche durante l'estate si preparano il cibo per l'inverno, ma non riesce a divorarli perché i buoni saranno separati dai cattivi.

E i leoncelli sono divisi fra loro.

La cospirazione dei principi di quella città è stata dispersa, cioè sono stati ridotti a zero i figli nati da quella città, socialmente dedita al male, e dal diavolo.

È così accaduto anche perché loro stessi si sono sterminati a vicenda, tanto che di loro è detto: Si solleverà gente contro gente. ( Mc 13,8 )

Non ti sarebbe capitata nessuna di queste cose.

Si riferisce ai danni materiali o alla privazione dei figli o alle piaghe che coprivano il corpo; oppure, dice, non ti avrebbe trafitto il dolore interno del cuore poiché ti saresti consolato se avessi potuto dire con sincerità: Non riceve forse il mio orecchio cose magnifiche da lui? poiché queste parole dice di pronunziarle in virtù di una rivelazione.

E lo spirito mi si presenta a faccia a faccia.

Sembra che lo si debba intendere nel senso che egli abbia sentito come un soffio, poiché nelle parole che aggiunge afferma che non si tratta di figure.

Va qui ricordato che anche lo Spirito discese in questo modo sugli apostoli.

Che mai dunque? Ci potrà essere un uomo che sia puro dinanzi al Signore?

Afferma di avere udito queste parole o che ne è rimasto spaventato perché dinanzi al Signore nessun uomo è puro, o che così ha veduto in quanto nessuno è così puro dinanzi a Dio da poterlo vedere come egli realmente è.

Qui puro lo si deve prendere nel senso di " perfettamente puro ", mentre quello che aveva detto sopra, e cioè che l'uomo puro non perisce, è da intendersi di una purità relativa.

Se non crede in contrasto con i suoi servi.

La cosa avvenne quando, dicendo Elia: Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, il Signore gli replicò: Mi sono riservato settemila uomini. ( 1 Re 19, 14.18 )

Non per questo però quei settemila uomini erano già puri; va quindi ricordato che anche i profeti sono chiamati angeli.

E nei riguardi dei suoi angeli scopre delle imperfezioni.

In riferimento a quel che si asserisce contro di loro ovvero a ciò che essi stessi dicono.

La qual cosa può essere detta anche dei veri angeli. Essi abitano case di fango.

La loro dimora non è nei cieli. ( Fil 3,20 ) Li ha logorati come una tarma.

O una qualche decomposizione li ha logorati come una tarma, o è stato Dio stesso a colpirli.

Ovvero da una tarma o nel modo che logora la tarma [ essi sono stati logorati ], e cioè: da una putredine interiore e nascosta, sorta da loro stessi a causa delle loro voglie carnali, vale a dire perché abitavano in case di melma.

Esistono dal mattino alla sera e non oltre.

Non vivono oltre il tempo presente, né passando al di là della presente prosperità incontrano la tribolazione, poiché hanno già avuto la loro pena.

E non potendosi soccorrere andarono in rovina. Ponendo in sé la speranza.

Perirono perché privi di sapienza: per la quale non si ripone in se stessi la fiducia.

5 - ( 5,1-27 ) Invocalo [ per vedere ] se qualcuno ti risponderà.

In realtà si risponde a coloro che sono puri dinanzi a Dio. L'ira rovina lo stolto.

Lo si dice della rabbia che arrovella il cuore dell'uomo quando pensa che gli sia accaduto qualcosa d'ingiusto, mentre egli non riflette d'essere, dinanzi a Dio, così impuro che alle sue invocazioni gli angeli non si sono degnati di rispondere né di farsi vedere.

Chi non la pensa così è stolto e viene rovinato dalla sua collera irrazionale.

Ovvero, in altre parole, lo stolto può non udire né vedere gli angeli perché è ucciso dalla sua ira e messo a morte dalla sua gelosia.

La gelosia uccide il fuorviato. Colui che devia imitando i peccatori.

Io poi ho visto gli stolti mettere le radici: intendiamo per stolti gli empi, per cui la sapienza dell'uomo, della quale si parla in appresso, la identifichiamo con la pietà.

Essi saranno distrutti alle porte dei deboli.

Cioè alle porte degli umili, quando questi saranno accolti nelle stanze [ dello sposo ] mentre gli stolti resteranno fuori. ( Mt 25 )

Quanto essi hanno raccolto lo mangeranno i giusti.

Lo possiamo intendere come detto dei giudei, che hanno ricevuto le profezie, delle quali però si sono nutriti piuttosto i pagani, ovvero anche di coloro che praticando la legge si nutrono di quanto altri prescrivono ma poi si rifiutano di praticare.

Loro personalmente non saranno liberati dai mali.

Anche se predicano che il male non lo si deve compiere.

Si esaurisca la loro forza con la quale insuperbiscono contro i deboli.

Si esaurisca - dice - affinché imparino a tribolare.

In realtà l'affanno non verrà fuori dalla terra.

Non si debbono cioè rammaricare delle altre creature ma di se stessi.

L'uomo nasce nell'affanno. Si dice che nasce in riferimento al fatto che molti dalla vita di quiete s'inducono a passare a una vita turbinosa.

I piccoli dell'avvoltoio svolazzano nelle quote più alte.

Per avvoltoio si può intendere il Signore, che dall'alto della profezia guardò alla nostra condizione mortale, di cui si è cibato quando, scendendo fra noi, ci ha trasferiti nel suo corpo.

Si chiamano piccoli dell'avvoltoio come altrove li si chiama " figli dello sposo ".

Essi volano nelle quote più alte poiché dimorano nei cieli ( Fil 3,20 ) e così sono esenti dagli affanni in cui l'uomo nasce.

Essi infatti ascoltano la voce di colui che dice: Venite a me voi tutti che siete affaticati. ( Mt 11,28 )

In senso peggiorativo per piccoli dell'avvoltoio si possono intendere le potenze dell'aria, le quali si cibano di roba morta, cioè dei peccati.

Questi angeli prevaricatori non sono stati portati ad esperimentare la miseria molto angosciosa della condizione mortale in cui l'uomo nasce; e di questo essi vanno molto orgogliosi, cioè svolazzano nelle quote più elevate.

Egli fa piovere sulla terra. Per dire che usa misericordia a chi confessa [ la sua miseria ].

Ne segue che la loro mano non pratica la verità.

Essi non fanno ciò che promettono, volendo spadroneggiare sui deboli.

Di giorno piomberanno su di loro le tenebre.

Come è accaduto ai giudei, che non riconobbero chi fosse il Signore.

A mezzogiorno andranno a tentoni come fosse notte.

Essi vedevano i miracoli ma restavano dubbiosi e alcuni dicevano: È un profeta; altri: Egli inganna il popolo; ( Gv 7, 40.42 ) e in questo modo nemmeno con la luce della lucerna vollero vedere.

Essi muoiono in guerra. Nelle tentazioni.

E il debole sfugga alla mano del forte: del diavolo.

E ci sia una speranza per il debole.

I forti di quell'altro genere infatti cercano quaggiù il loro benessere.

Beato l'uomo rimproverato dal Signore.

In questo sbaglia, cioè nel pensare che Giobbe soffra quel che sta soffrendo per delle colpe commesse, mentre egli per tale riprensione diventa beato in quanto, rimproverato severamente in questa vita, ha modo di emendarsi.

Nel settimo [ giorno ] non ti colpirà il male.

È una allusione misteriosa al sabato. Durante la carestia ti libererà dalla morte.

Egli ti alimenta con la parola e ti rende saldo di fronte alle tentazioni.

Nella battaglia ti sottrarrà al potere della spada: dal potere che ti incatena.

Ti riparerà dai flagelli della lingua. Farà sì che tu non senta le villanie [ che ti si dicono ] e non ne abbia a soffrire.

Ti farai beffe degli ingiusti e degli iniqui.

In tal modo la [ tua ] sapienza sghignazzerà sulla rovina dei malvagi. ( Pr 1,26 )

Non temerai le bestie feroci. Non temerai i giudei, dal momento che ti obbediranno le genti.

Queste parole dobbiamo intenderle come riferite al Signore.

Quanto a Elifaz, egli è in errore quando pensa che tutte le cose a lui rivelate si debbano riferire a Giobbe mentre in realtà esse nel loro insieme riguardano il Signore.

Concluderai un'alleanza con le pietre del campo.

Pietre del campo sono i pagani perché fra loro non ci fu alcun regime legale per cui essi potessero essere, per così dire, le pietre dell'edificio.

Dinanzi a te le bestie feroci diverranno mansuete.

Lo si può dire tanto dei giudei quanto dei gentili.

In seguito ti accorgerai che la tua casa è in pace. Vale della Chiesa.

I tuoi figli saranno come ogni erba campestre. Non patiranno siccità.

Scenderai nella tomba come frumento maturo. Maturo per [ affrontare ] la sofferenza.

Ecco, questo noi abbiamo indagato. Vi si conferma l'autorità di questa profezia.

Quanto a te, conosci te stesso e quello che fai. Infatti non perché sia ingiusto Dio ha permesso che ti capitassero i tuoi mali.

6 - ( 6,3-30 ) Parole di Giobbe: Ma le mie parole sono, come sembra, cattive.

Le parole di Giobbe non contengono infatti il rifiuto di subire le percosse, ma piuttosto vogliono significare quella sofferenza che non è esclusiva di Giobbe, ma che egli subisce per l'appartenenza alla famiglia umana.

Le frecce del Signore sono penetrate nel mio corpo.

Sono le parole di Dio da cui è ferita l'anima quando una forza [ divina ] la induce a confessare.

La loro ira furibonda è assetata del mio sangue. Esse tolgono via il peccato.

Quando comincio a parlare mi incitano. Sono loro che mi costringono a parlare.

E che dire? Forse che l'onagro raglia invano o non piuttosto perché vuole del cibo?

Egli soffre la fame perché ha voluto essere in libertà. O muggisce forse il bue quando ha cibo nella greppia?

All'asino il cibo viene preparato mediante il lavoro del bue, come ai pagani esso fu preparato con le fatiche dei profeti e degli apostoli, provenienti dal giudaismo gli uni e gli altri.

Pertanto queste parole sono di un uomo che desidera il cibo, cioè l'aiuto, non di uno che intollerante si ribella al dolore.

Può forse mangiarsi il pane non condito col sale?

Egli risponde così, quasi che gli si chiedesse: " Ma perché dici queste cose con linguaggio figurato? ".

Se ciò dicesse in riferimento a se stesso sarebbero parole prive di senso.

O c'è del sapore nei discorsi vuoti? Chiama " vuoti di senso " i discorsi degli uomini, in quanto le parole di Dio sono pane, e pane celeste. ( Mt 4,4 )

Così l'anima mia non sa darsi pace.

Come non può mangiarsi il pane non condito col sale così io adesso presto servizio alla parola di Dio, conforme sta scritto: Come l'ascolteranno se non c'è chi la predichi? ( Rm 10,14 )

Vedo che le mie vivande sono diventate maleodoranti come l'odore che emana il leone.

Cioè le mie parole mandano un cattivo odore, pari a quello del leone, o a motivo della superbia per la quale sono fetenti i vanagloriosi, o perché, buttandosi a capofitto nei piaceri carnali, quanti si dilettano delle proprie parole puzzano come il leone.

Oh, se egli mi desse secondo la mia domanda e questa si avverasse!

Chiama domanda la cosa domandata.

Se il Signore mi concedesse in conformità con la mia speranza!

Un uomo così fiducioso è comprensibile che venga tentato nella speranza che dopo la tribolazione sarà consolato.

Molto esattamente parla di speranza perché, conseguito il bene nella sua realtà, non sarà più necessario affrontare le tentazioni.

La città, sulle cui mura salivo, diventi per me un sepolcro.

Desidera che sia a lui tomba la ben nota congrega di Babilonia, non perché lo sotterri ma perché possa conoscere che essa ricopre, ormai morti, tutti quelli che erano vissuti in lei e dei quali l'uomo si gloriava quasi che fossero suo sostegno e protezione.

Io non li risparmierò, poiché non ho mentito: sono le sante parole del mio Dio.

Così, perché egli non dice cose diverse da quelle che ha udito pronunziare da Dio, cioè, più genericamente, dalla bocca di chi parla profeticamente, e poi anche perché egli ha bisogno di aiuto per emettere la confessione.

Qual è infatti la mia forza perché io possa sostenere [ la prova ]?

Questo significava la sua ferita. Ovvero qual è la durata della mia vita perché resista la mia anima?

All'avvicinarsi della morte gli uomini ne sono spaventati, e per questo si convertono e confessano a Dio le brutture dei peccati, considerando le quali Giobbe dice d'essere costretto alla confessione.

È forse la mia durezza come quella delle pietre?

Dice che sono duri e impenetrabili alle frecce della parola di Dio coloro che non si decidono alla confessione.

Ma che forse io non confidavo in lui?

Quando cioè io stavo bene, quando ero immortale a somiglianza di Dio.

Ora invece il mio sostegno si è allontanato da me.

Sono diventato mortale volendo riporre in me stesso la fiducia.

Il Signore nella sua visita mi ha trascurato.

Secondo quanto è stato detto: E il Figlio dell'uomo, perché tu lo visiti? ( Sal 8,5 )

I miei familiari non hanno rivolto a me lo sguardo.

Sono diventato orribile davanti agli angeli.

Come un torrente senz'acqua.

Un tempo mi inondava la misericordia, ma poi mi sono seccato e non ero più per me sorgente di acqua.

Come onde mi hanno oltrepassato.

Immagina che le consolazioni siano una bevanda.

Quelli che mi temevano mi si sono scatenati contro.

Cioè il diavolo e i suoi angeli.

Sono andato in rovina, sono stato esiliato dalla mia casa.

Lo dice riferendosi alla dimora celeste o alla sua coscienza.

Per tali motivi se ne stava seduto fuori della porta della sua casa.

Guardate alle vie dei temaniti, osservate i sentieri dei sabei.

Si riferisce a coloro che confidano nei beni temporali, mentre di se stesso, cioè della gente che egli raffigura, dice che in essi non confida.

Adesso però [ io vedo che ] anche voi siete insorti senza misericordia contro di me.

Essi credevano che l'uomo sia felice se abbonda di beni materiali, e per questo lo insultavano invece di compatirlo.

Vedendo la mia ferita temete.

Comprendendo il suo significato, temete le pene dell'aldilà.

Che mai? Vi ho forse chiesto qualcosa ovvero ho io bisogno della vostra forza?

In effetti egli è un uomo debole dinanzi a colui che può salvarlo.

Istruitemi e io me ne starò in silenzio.

Dovevano essere pazienti di fronte al suo insegnamento in quanto essi non avevano potuto fargli da maestri.

Ma, come vedo, voi chiamate false le parole di un uomo veridico.

Chiama uomo veridico colui che raffigura la persona di chi si pente e si converte a Dio.

Di questo tale dicevano che le sue parole erano false. Non chiedo aiuto a voi.

L'uomo verace chiede aiuto a Dio, e uomo verace è colui che si confessa a Dio, secondo l'affermazione: Chi pratica la verità viene alla luce. ( Gv 3,21 )

Non accetterò le parole dei vostri discorsi.

Dice di accettare, viceversa, la parola di Dio, dalla quale riceve istruzioni.

Pur tuttavia voi vi siete scagliati contro un orfano.

Da parte vostra voi mi avete voluto insultare pur non comprendendo il senso [ del vostro dire ].

E poi non avrebbero dovuto insultare nemmeno Giobbe, che pur vedevano; e per questo la frase comincia con: Pur tuttavia.

Ma ora guardatevi e state attenti a me.

Non avendo nulla da insegnarmi.

Avvicinatevi di nuovo alla giustizia.

In quanto già prima sembravano mossi a parlare dalla giustizia.

Sulla mia bocca non c'è iniquità; la mia gola meditava sulla sapienza.

Afferma di non avere incolpato Dio, ma d'aver voluto chiamare in giudizio gli uomini che lo accusavano di ingiustizie commesse, secondo l'interpretazione data alle sue parole.

Il fare ciò egli chiama una meditazione sapienziale.

7 - ( 7,1-21 ) Non è forse un cimento la vita dell'uomo sulla terra?

Qui mostra con maggiore chiarezza cosa significassero le parole dette prima.

Definendo la vita come un cimento intende dire che è un'arena da lottatori nella quale l'uomo o vince o è vinto.

La vita di lui non è forse come quella d'un salariato per un giorno?

Cioè di un uomo in attesa d'un compenso temporale, per cui la vita di coloro che attendono nell'aldilà il frutto della loro giustizia non è di questa terra.

O sarà, dunque, come uno schiavo intimorito di fronte al suo padrone e che si pone al riparo?

È quanto simboleggia Adamo allorché si nasconde dinanzi al Signore e si copre con le foglie delle quali si fa ombra. ( Gen 3,7 )

Abbandonando Dio, l'uomo ottenne proprio questo.

O non è egli forse come un salariato che attende il compenso del lavoro eseguito?

Questo salariato differisce dal servo precedente in quanto il primo ha conseguito beni temporali mentre l'altro desidera averli.

Così anch'io ho aspettato mesi di illusioni.

Li chiama illusori assomigliandoli all'ombra; ciò dice dei beni temporali.

E mi sono state date notti di dolore: nelle quali scompare la luce della sapienza e arrivano cose che fanno soffrire.

Se mi addormento dico: Quando si farà giorno?

Quando mi alzo ripeto: Quando arriverà la sera?

Quando l'uomo è nel riposo soffre per il desiderio di trovare un'occupazione e quando è nelle occupazioni brama il riposo.

Dalla sera al mattino sono pieno di dolori.

Dice della sera in cui si eclissò da Dio, per cui Dio, che passeggiava in sulla sera, li abbandonò. ( Gen 3,23 )

Si riferisce a coloro che bramano il rimedio, ma non hanno motivo di attenderselo se non al mattino.

Di questa attesa è detto: Mi presenterò a te quando sarà mattino, ( Sal 5,4 ) quando cioè, terminato il giudizio, Dio si rivelerà ai giusti nelle ore mattutine.

Coincide anche il fatto che il Signore fu sepolto di sera e risuscitò al mattino. ( Gv 19-20 )

Giobbe pertanto può assimilare questa vita alla stella del mattino.

Il mio corpo aumenta di volume per la putredine e i vermi.

Cioè per la gran quantità di vermi.

Raschiando il marciume, bagno le zolle della terra.

Espressione dei desideri o delle angustie della confessione: in essa i malvagi godono riducendo a occasione di peccato quello che altri confessano mossi da pentimento.

Non per niente a leccare le ferite di Lazzaro c'erano i cani! ( Lc 16,21 )

La mia vita è più tenue d'un filo di voce.

Faccio meno di quel che dico.

Ricordati dunque che un soffio è la mia vita.

Sono nella fame spirituale.

Che io non torni alle cose visibili! Non mi riconoscerà l'occhio di chi mi osserva.

[ Non mi riconoscerà ] perché sarò cambiato.

Per " colui che mi osserva " intendiamo qui il diavolo, che è sempre animato da invidia.

Si volgono a me i tuoi occhi e io più non esisto.

Tu infatti uccidi in me la vita carnale nella quale prima ero vissuto.

Come nube purificata dal cielo.

O purificata per un intervento del cielo ( come diciamo: " purificata per mezzo del ferro " ), intendendo con ciò che l'aiuto per essere purificato gli è venuto dal cielo, o certamente nel senso che ormai egli non è più una nuvola ma si è assottigliato fino a diventare aria pura, purificata dai raggi del sole in modo che nel cielo non ci stia più alcuna oscurità derivata dalla carne e dal sangue.

Poiché " la carne e il sangue non possederanno il regno di Dio", dopo che quanto in noi c'è di corruttibile si sarà rivestito di incorruttibilità, e la morte sia stata assorbita nella vittoria. ( 1 Cor 15, 50.54 )

Se infatti l'uomo scenderà negli inferi non potrà risalire.

Ricordatelo per non scendervi.

Non ritornerà più nella sua casa. Cioè nel suo riposo.

Per questo motivo nemmeno io impedirò alla mia bocca di confessare, finché ne ho tempo.

Che sono forse io diventato come il mare o un drago?

Tu infatti non mi hai rigettato come fai con gli empi o con il diavolo.

Hai collocato sopra di me un riparo: affinché io non mi muova di fronte ai turbamenti, come quando una spiaggia delimita il mare.

Perché io dicevo: Il mio letto mi recherà conforto.

Lo dice dei beni carnali in cui cercava il riposo.

Sul mio letto io riverserò su di me stesso la consolazione.

Io invece debbo riporre in te la mia consolazione.

Mi spaventerai con i sogni e con visioni mi farai ammutolire.

Mi spaventerai con le tribolazioni di questa vita, che in realtà sono sogni, come sono sogni i beni della stessa vita.

Libererai la mia anima separandola dal mio spirito.

Lo dice degli spaventi causati da realtà visibili, dai quali l'anima verrà liberata quando avrà timore d'avvicinarsi a loro.

Ho scansato dalla morte le mie ossa.

Le mie ossa sarebbero andate incontro alla morte se io, spaventato da queste cose, non fossi diventato più forte e paziente, con le quali virtù le ossa si irrobustiscono.

Non vivrò in eterno sicché abbia a sopportare con eterna pazienza [ il mio dolore ].

Guardando alla brevità della vita e temendo la morte mi sono emendato.

Ne segue che non può ravvedersi il diavolo, che non è soggetto alla morte ma alla dannazione.

Da ciò nasce il timore che è principio di sapienza. ( Sir 1,6 )

Allontanati da me poiché una vanità è la mia vita, non riuscendo a sopportare le prove.

O che forse col tuo pensiero ti sei rivolto a lui?

È riferito al fatto che l'uomo è ragionevole, conforme è stato scritto: Noi abbiamo il pensiero del Signore. ( 1 Cor 2,16 )

Con ciò afferma che compito della ragione è ampliare il campo dell'intelletto.

Forse che lo giudicherai durante il riposo? Cioè, lo giudicherai meritevole di riposo?

Perché non mi lasci in pace?, vedendo che sono sopraffatto dalle tribolazioni.

Perché non mi abbandoni un istante sicché io possa deglutire la mia saliva?

Messo in guardia dalle tribolazioni, saprei controllarmi nel dolore e nei flagelli, e assorbirei in me la fugacità dei piaceri disordinati.

Se ho peccato, cosa ti posso fare? La frase significa questo: Se avessi peccato, io non potrei farti nulla.

O che forse gli uomini ti recano fastidio con il loro parlare?

Ma allora tu che conosci il pensiero, perché hai formato l'uomo tale che potesse parlare contro di te e così esserti di peso?

Se invece il peccato che l'uomo commette con la parola o con le opere non ti reca nocumento, perché non sorvoli sul suo peccato ma piuttosto lo fai scontare?

Non sarà forse perché quanto detto sopra è rapportato alla tua bontà?

Cos'è infatti l'uomo perché tu lo abbia posto così in alto?

Non comprendendo ciò, gli amici di Giobbe pensarono che egli volesse prendersela con Dio.

Se infatti tu mi metti in tentazione non perché io freni i miei moti disordinati e così tu provveda alla mia salvezza, qual altro motivo c'è per cui tu rimproveri l'uomo?

Il suo peccato non può infatti recare danno a te.

Potrebbe però anche darsi che tu conoscendo il pensiero dell'uomo, avverti, per così dire, una contrarietà nel suo parlare e pertanto non ratifichi ciò che è contrario a te.

Perché non ti sei dimenticato della mia iniquità?, se non per il fatto che queste mie tentazioni mi giovano, e tutto mi derivi dalla tua bontà, comprese le tue riprensioni?

Ma io me ne tornerò alla terra.

Anche se tu mi purificherai del mio peccato, a me toccherà sempre d'andare sotto terra per la morte del corpo.

Al mattino mi sveglierò e più non esisterò: in questa terra.

8 - ( 8,1-22 ) Parole di Baldad il Sauchita: Si mise in mano le loro iniquità.

Se le mise in mano quando o nel punirli o nel giudicarli dimostrò che erano debitori, cioè peccatori.

E a te ridarà la vita della giustizia: quella cioè che è dovuta al giusto, ossia la vita beata.

E le tue cose di prima diverranno insignificanti.

In confronto con i beni successivi, che saranno infiniti.

Non sarà dunque vero che essi ti istruiranno e ti riferiranno [ le cose ]?

In quanto l'autorità di certe persone è maggiore.

Qui egli accingendosi a parlare di Cristo racconta ciò che ha udito, come Elifaz aveva raccontato la rivelazione [ che aveva avuta ].

Può forse verdeggiare il giunco se non ha acqua?

Allo stesso modo gli empi inaridiranno se verrà loro a mancare la misericordia di Dio.

Resterà forse attaccato alla sua radice e non sarà falciato?

Supposto certamente che gli manchi l'acqua.

Finché non sia innaffiata non si seccherà ogni erba? Se non è innaffiata.

Difatti nessun empio ha prosperato mai prima di allora.

La sua tenda si riempirà di ragnatele. Cioè di opere inutili.

Sembra parlare dei giudei e del Signore.

Per quanto egli puntelli la sua casa, questa non starà in piedi.

Se le darà l'appoggio delle Scritture sante o della speranza nelle promesse del Signore; o [ lo dice ] del regno in se stesso.

Se comincerà [ a sollevarsi ] non persisterà, nel seguire Dio.

La cosa è accaduta ai giudei, che avendo cominciato [ a seguirlo ] non hanno continuato.

Egli è bagnato di fronte al sole. Di coloro che imputridiscono per l'affluire di cose carnali.

Di fronte al sole. Sotto [ il peso del ] le tribolazioni.

E quindi di fronte equivale a sotto come quando diciamo: " Fa' [ ciò ] di fronte a me ".

Dal suo marciume s'innalzerà il suo germoglio.

Se essi non fossero stati così cattivi il Signore non sarebbe stato elevato nella sua passione, egli che era nato dalla loro stirpe secondo la carne. ( Rm 9,5 )

Egli dorme sui mucchi di pietre. Lo crocifiggeranno infatti le persone più autorevoli.

Vivrà in mezzo ai sassolini. In mezzo agli umili, quali furono gli apostoli.

Se si farà inghiottire, il luogo lo presenterà come mentitore.

Se nasconderà d'essere Figlio di Dio, si dirà che non è Figlio di Dio.

Occorre pertanto che egli lo manifesti, poiché in questo luogo le cose divine non si possono conoscere.

Dalla terra però sorgerà un altro germoglio.

Può trattarsi o del Signore risorto o di una differente famiglia di pii, da identificarsi con i cristiani.

In realtà il Signore non proverà l'innocente.

Da intendersi: " Non lo rimprovererà ", ovvero secondo il detto: " Non approverà l'empio quasi che sia innocente "?

Né alcun dono: da riferirsi ai sacrifici in uso presso i giudei.

Ricoprirà di risa la bocca degli uomini veritieri. Cioè di quanti lo confessano.

Non resterà in piedi la tenda dell'empio. Da riferirsi al tempio o al regno [ dei giudei ].

9 - ( 9,2-35 ) Parole di Giobbe: Ora so veramente che è così.

Cioè: So che questi mali egli me l'ha mandati per ripagarmi delle mie iniquità: non però conforme a quello che voi pensate; ma in quanto nessuno è giusto dinanzi a lui.

Essi non daranno una risposta su mille. Li convincerà su ogni questione.

Fa invecchiare i monti senza che se ne accorgano.

Li rende fiacchi, come è scritto: Sono invecchiato fra tutti i miei nemici. ( Sal 6,8 )

Li muta nella sua ira. Adirato li muta, cioè fa loro sperimentare una sorte diversa da quella che bramavano, poiché colui che si innalza sarà umiliato. ( Lc 14,11 )

Scuote il mondo dalle fondamenta. Questo per la vocazione con cui li ha chiamati rendendo stupefatti i grandi del mondo.

Si scuoteranno le sue colonne; comanda al sole e non sorge, di modo che non venga compresa la sapienza o coloro che scrissero di lei, secondo il detto: Sigilla il libro. ( Dn 12,4 )

Egli, l'unico, dilata il cielo. Dilata la Chiesa, che veramente è il trono di Dio ed egli la diffonde per tutta la terra.

Dice l'unico per indicare l'unità della Trinità.

Infatti l'universo intero è stato creato [ dal Padre ] per mezzo del Figlio nello Spirito Santo.

Egli cammina sul mare come sulla terra.

Dice sulla terra in quanto egli sostiene con fermezza la Chiesa pellegrina nel mondo, ovvero perché assoggetta ad essa i peccatori, insieme ai quali non viene sommersa poiché non cede alle loro sollecitazioni.

Se mi oltrepassa non lo vedrò, se si leva più alto di me o mi sorpassa nella sua celerità, io non mi accorgerò di lui.

Bisognerà dunque che egli si adegui alla mia fragilità e non mi abbandoni.

Se mi farà morire, chi glielo impedirà?

Ci fa morire quando si sottrae a noi o ci oltrepassa senza farsi conoscere, poiché la morte dell'anima è non conoscere Dio.

La sua collera non si può eludere. La collera dell'uomo invece può essere tenuta a distanza da un uomo più forte.

Da lui sono state assoggettate tutte le creature esistenti sotto il cielo.

È da escludersi il cielo stesso, cioè la creatura ragionevole, poiché se fosse stata lei ad assoggettarsi tutti gli altri esseri, non sarebbe stata punita da chi le stava soggetto.

Ma siccome chi glieli aveva assoggettati era stato Dio, per questo l'uomo viene punito da loro ogni volta che offende colui che li aveva a lui assoggettati.

Anche se fossi giusto egli non mi esaudirà. Se cioè lo pregassi presumendo della mia giustizia.

Confrontando questi beni con i beni immutabili ed eterni che sono presso di lui io divengo ingiusto ed egli non mi esaudisce.

Ho quindi bisogno della sua misericordia. Mi raccomanderò a lui nel giudizio.

Perché io non posso giudicarmi giusto, come è detto: Ma io da me stesso non oso giudicarmi.

Colui che mi giudica è il Signore. ( 1 Cor 4,3-4 )

Se poi lo invocherò ed egli non mi esaudisce, non penserò che egli ascolti la mia voce.

Se invoco da lui un giudizio [ favorevole ] ed egli non mi esaudisce, non dovrò supporre che verrà un tempo in cui mi esaudirà.

Egli infatti mi ascolta per motivi reconditi, non perché la mia preghiera meriti d'essere ascoltata.

Ovvero certamente: Non crederò che adesso non sono esaudito, ma verrà un tempo in cui mi esaudisce.

Ovvero anche: Se mi esaudisce in ciò che gli chiedo, non supporrò che io sono stato esaudito, poiché se non avrò questa convinzione, anche se si avvera quel che gli chiedo tuttavia io non sono stato esaudito, per cui segno di essere o non essere ascoltati sarebbe l'opinione dell'orante.

O che vorrà forse abbattermi nel turbine? Per non essere sfracellato nel turbine ricorro al suo giudizio.

Senza motivo infatti ha moltiplicato le mie tribolazioni. Il loro motivo mi è sconosciuto.

Ma questa può essere anche la voce di uno che confessa: che confessa - dico - di non essersi emendato nemmeno sotto i flagelli di Dio, e quindi può essere schiacciato dalla procella come da un castigo più severo.

Egli non mi lascia respirare. Sono tante infatti le mie tribolazioni.

Essendo onnipotente, ogni cosa gli riesce.

Mi soggioga, per cui io compio non la mia ma la sua volontà.

Quand'anche fossi giusto, la mia bocca parlerà empiamente. Se io mi reputassi giusto.

Comunque, la mia vita mi sarà tolta.

Sebbene io ignori se abbia agito empiamente, tuttavia la mia vita mi sarà sottratta, sicché io patirò i mali che non vorrei ovvero non compirò il bene che vorrei.

Una cosa sola ho detto: La sua ira abbatte i grandi e i potenti.

Vuol dire: Le tribolazioni si riversano sugli uomini per questo solo motivo: affinché nessuno si consideri grande e potente e presuma delle sue forze.

Infatti agli uomini cattivi toccherà una morte orrenda.

Non una morte tollerabile, come è anche quella dei giusti, i quali, quando sono tribolati, ricevono derisioni dagli iniqui.

La terra è stata consegnata in mano all'empio.

Lo si dice del corpo, non dell'anima dei giusti perseguitati ovvero quando all'empio si permette di dominare su di loro.

Lo si può intendere anche del peccatore in quanto nella sua mortalità è in potere del diavolo.

Effettua il giudizio e lo tiene nascosto.

È detto del giudizio dell'empio o anche del giusto, poiché in questo tempo il suo giudizio è occulto.

Ovvero certamente: Proprio questo ottiene il suo giudizio, che cioè egli punisca l'uomo occultandogli la sua Provvidenza, come è detto: Per la grandezza della sua ira non ricercherà. ( Sal 11,4 )

O magari in quest'altro senso: Egli vendica la sorte del giusto occultando al persecutore il suo giudizio, cioè il decreto della sua Provvidenza, affinché egli sentendosi impunito venga stretto più forte dai lacci del peccato.

E se non è lui, chi lo sarà? Questa frase può riferirsi al Signore in quanto egli fu deriso, e la sua terra, cioè il suo corpo, fu consegnato in potere dei giudei.

Effettuando il giudizio su di essi, egli occultò la sua maestà.

E se non è lui, chi sarà? Chi sarà a compiere opere più grandi di quelle compiute da lui?

Ovvero anche: Se non sarà Dio a giudicare il giusto e il peccatore, chi sarà in grado di farlo?

La mia vita scorre più veloce d'un uomo in corsa.

Dice che fuggitivi sono gli uomini quando si allontanano dalla giustizia, come fece quel figlio minore che partì per una regione lontana. ( Lc 15,13 )

Sono come aquile volanti alla ricerca di cibo.

L'anima dell'uomo ragionevole per sua natura raggiunge la beatitudine nei beni superiori, cioè nelle opere della giustizia, ma essa se ne è distolta e ha ripiegato sui godimenti terreni.

Se mi metterò a parlare dimenticherò subito ciò che dico.

Sentenza: Come lui personalmente s'era affezionato alle cose esteriori, così l'anima, quando si muove verso il mondo esterno spinta dal desiderio d'immergersi nelle creature riponendo in esse la beatitudine, dimentica il Creatore, che le abita dentro.

Allontanandomi [ da lui ] gemerò alla [ sua ] presenza.

L'abbandono di lui è seguito da [ molti ] dolori.

Sono agitato in tutte le membra.

È il timore per il quale inizia a ricorrere a lui.

Essendo empio, perché non sono morto ma debbo ancora soffrire? Sottintendi: " Io so ".

Può anche darsi che dica d'essere nella sofferenza per non essere morto all'empietà.

Sarò mondato da mani pure. Si riferisce alle mani di Dio o, forse, alle proprie mani nel senso di "opere buone " compiute in forza della rigenerazione.

Troppo mi hai tuffato nella sporcizia. In quanto cacciato nel flusso della mortalità.

Il mio vestito mi ha esecrato. Questa veste è l'immortalità dalla quale vogliamo essere ricoperti. ( 2 Cor 5,4 )

Essendo ciò impossibile finché siamo immersi nella mortalità, per questo dice che il suo vestito l'ha maledetto.

Tu infatti non sei un uomo come lo sono io, per cui ti possa contraddire.

Ad un uomo infatti potrei mostrare la mia giustizia, ma di fronte al tuo tribunale io risulto senz'altro ingiusto.

Magari ci fosse un arbitro fra noi!

Queste sue parole suonerebbero come una bestemmia, se non s'intendesse che egli le dica nel desiderio di quel mediatore fra Dio e gli uomini, ( 1 Tm 2,5 ) affinché per suo mezzo possa presentare le sue suppliche.

Posto fra i due [ Dio e l'uomo ], egli ascolta l'uomo, come qui si dice, e lo redarguisce.

Il Padre, infatti, ha posto ogni giudizio nelle mani del Figlio. ( Gv 5,22 )

Magari egli mi redarguisse e desse ascolto decidendo fra i due! Allontani da me il suo bastone!

Si allontani da me il timore incusso dalla legge e io aderisca a lui con la libertà dei figli adottivi e con la carità.

Io però non sono unito a me stesso.

Perché attaccato alle cose esteriori.