Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se la legge antica sia stata data per mezzo di angeli

In Is., c. 6; In Gal., c. 3, lect. 7; In Coloss., c. 2, lect. 4; In Hebr., c. 2, lect. 1

Pare che la legge antica non sia stata data per mezzo di angeli, ma immediatamente da Dio.

Infatti:

1. Angelo significa nunzio: perciò il termine angelo implica l'idea di ministero, non di dominio o signoria, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 103,20s ]: « Benedite il Signore voi tutti suoi angeli, suoi ministri ».

Invece si dice che l'antica legge fu data dal Signore, poiché sta scritto nell'Esodo [ Es 20,1 ]: « Dio allora pronunciò tutte queste parole », e subito dopo: «I o sono il Signore, tuo Dio ».

E queste espressioni sono ripetute frequentemente nell'Esodo e nei libri successivi della legge.

Quindi la legge fu data immediatamente da Dio.

2. Nel Vangelo [ Gv 1,17 ] si dice che « la legge fu data per mezzo di Mosè ».

Ora, Mosè la ricevette immediatamente da Dio, come leggiamo nell'Esodo [ Es 33,11 ]: « Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro ».

Perciò l'antica legge fu data immediatamente da Dio.

3. Come si è visto [ q. 90, a. 3 ], solo al principe spetta emanare le leggi.

Ma rispetto alla salvezza delle anime solo Dio è principe, mentre gli angeli sono, al dire di S. Paolo [ Eb 1,14 ], « spiriti incaricati di un ministero ».

Quindi la legge antica, ordinata alla salvezza delle anime, non doveva essere data dagli angeli.

In contrario:

L'Apostolo [ Gal 3,19 ] insegna: « La legge fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore ».

E S. Stefano [ At 7,53 ] aveva detto: « Voi avete ricevuto la legge per mezzo di angeli ».

Dimostrazione:

La legge fu data da Dio per mezzo di angeli.

E di questo fatto, oltre alla ragione generica indicata da Dionigi [ De cael. hier. 4,2 ], cioè che « le cose di Dio devono essere portate agli uomini mediante gli angeli », c'è una ragione speciale.

Sopra [ aa. 1,2 ] infatti si è detto che la legge antica era imperfetta, ma disponeva alla perfetta salvezza del genere umano, che sarebbe venuta mediante Cristo.

Ora, in tutte le gerarchie e in tutte le arti ordinate fra di loro si osserva che il superiore compie l'atto perfetto e principale da se stesso, mentre compie le funzioni che predispongono all'ultima perfezione servendosi dei suoi dipendenti.

Il costruttore di navi, p. es., compagina la nave da se stesso, ma prepara i pezzi servendosi degli artefici subalterni.

Perciò era conveniente che la legge perfetta del Nuovo Testamento fosse data immediatamente da Dio fattosi uomo, mentre la legge antica fosse data agli uomini dai ministri di Dio, cioè dagli angeli.

E in questo modo l'Apostolo [ Eb 1,2 ] dimostra la preminenza della nuova legge su quella antica: poiché nel Nuovo Testamento « Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio », mentre nell'Antico Testamento « la parola fu trasmessa per mezzo degli angeli » [ Eb 2,2 ].

Analisi delle obiezioni:

1. S. Gregorio [ Mor., Praef. 1 ] spiega: « L'angelo che la Scrittura afferma essere apparso a Mosè, ora viene chiamato angelo, e ora Dio: Angelo per accennare a colui che compiva l'ufficio di parlare esternamente; Dio per indicare colui che con la sua presenza interiore dava efficacia alla parola ».

E in questo senso l'angelo parlava come se fosse Dio.

2. S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,27.34 ], spiegando le parole dell'Esodo [ Es 33,11 ]: « Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia » con la preghiera successiva [ Es 33,18 ]: « Mostrami la tua gloria », afferma: « Conosceva, dunque, ciò che vedeva, e desiderava ciò che non vedeva ».

Quindi Mosè non vedeva l'essenza stessa di Dio, per cui non veniva ammaestrato da lui direttamente.

Perciò l'affermazione che parlava a lui « faccia a faccia » riporta un'opinione del popolo, il quale pensava che Dio parlasse a tu per tu con Mosè, quando gli parlava o gli appariva attraverso una creatura, cioè attraverso un angelo o una nube.

- Oppure per visione faccia a faccia bisogna intendere una contemplazione eminente e familiare, inferiore però alla visione dell'essenza di Dio.

3. Solo il principe può istituire una legge di autorità propria, ma talora promulga la legge istituita servendosi di altri.

E allo stesso modo Dio istituì la legge con la propria autorità, ma la promulgò per mezzo di angeli.

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