Annotazioni sulla Casa di Carità

Indice

Premessa necessaria a leggersi

1. Autenticità dei "detti" soprannaturali sulla Casa di Carità Arti e Mestieri

Solo sfogliando il libro, il lettore sarà indotto a domandarsi: "Ma è mai possibile che per istituire un ente cattolico di formazione professionale, e per seguirlo nei suoi inizi, sia intervenuto direttamente Gesù, e con Lui la sua Madre, con un'abbondanza di richieste e di suggerimenti che suscitano stupore, formulati tramite un umile francescano, fra Leopoldo Maria Musso, il cuoco del convento che sorgeva presso la chiesa di S. Tommaso in Torino?".

E può risultare legittima questa domanda, considerando che tutti i numerosi brani riportati nel testo, tratti dal Diario, da lettere e da appunti scritti dal frate, o trascrivono alla lettera le parole soprannaturalmente ispirategli, o vertono su esse, pur non mancando pensieri, sempre veramente edificanti, che potremmo definire di conio diretto dell'Autore.

Ma posto questo quesito, e considerando che gli scritti di fra Leopoldo sulla Casa di Carità sono solo una parte di un più ampio e voluminoso messaggio di ascetica cristiana e di missione apostolica, che ha riguardato anche altre opere - tra cui fondamentali, per la piena conoscenza e comprensione del messaggio stesso, la composizione di una nuova formula di Adorazione a Gesù Crocifisso, e l'incitamento e l'appoggio per l'istituzione dell'Unione Catechisti del Crocifisso e dell'Immacolata - ne potrebbe insorgere un altro, e nel formularlo usiamo la stessa espressione di P. Francesco Maccono O.F.M.1: "Siamo di fronte ad un nuovo Santo privilegiato, molto privilegiato, oppure ad un allucinato?"

La risposta la ricaviamo dallo stesso padre Maccono: "Se il lettore sarà di fede, cristianamente semplice, umile ed illuminato, di quelli che non mettendo limiti alla potenza, alla bontà e misericordia di Dio, conoscono quanto la grazia possa su di un'anima docile alle sue attrazioni, non farà troppe meraviglie, ma riceverà piuttosto spirituale soddisfazione ed eleverà al Signore un ringraziamento per avere concesso alla sua Chiesa un nuovo Santo che viene ad allinearsi con quelli che, dietro le orme del Divin Salvatore, fioriscono in tutti i tempi, in tutti i luoghi ove essa pianta le sue tende."

2. Testimonianza del ven. fr. Teodoreto in attesa del giudizio della Chiesa

Poiché gli scritti di fra Leopoldo presentano un aspetto soprannaturale, occorrerebbe riferirsi ad una valutazione ecclesiastica, che però in via diretta non c'è ancora stata.

E a tale riguardo l'atteggiamento migliore è quello di attenerci a quanto scritto dal ven. fr. Teodoreto, nel suo libro " Nella intimità del Crocifisso"2, biografia del Servo di Dio: « Riferirò alcune di quelle parole interiori udite da fra Leopoldo e scritte a me, ad altri o nel suo Diario.

Ma non intendo dare a tali manifestazioni altro valore che quello umano, e, presentandole come scritte dal servo di Dio, accetto sin d'ora il giudizio che dalla Santa Chiesa, a suo tempo, verrà dato.

Ferma restando tale asserzione, sommessamente faccio presente che, se sopra ho precisato che in via diretta non vi è ancora stata una dichiarazione ecclesiale, è perché ritengo che, almeno in via indiretta, una prima valutazione positiva da parte dell'Autorità ecclesiastica sia avvenuta, appunto con la dichiarazione della eroicità delle virtù di fr. Teodoreto, con decreto del 3 marzo 1990.

Infatti fr. Teodoreto ha basato il suo carisma spirituale e il suo messaggio apostolico, con le opere che ne sono scaturite, certamente sulla sua spiritualità di Fratello delle Scuole Cristiane, quale esemplare discepolo di S. G. B. de La Salle, ma altresì sulla permanente attenzione ed attuazione delle ispirazioni di fra Leopoldo, in base alle quali si è mosso e su cui ha costantemente sottoposto a verifica le sue intuizioni e i suoi progetti.

Sicchè possiamo affermare che in molti aspetti i messaggi spirituali di fra Leopoldo e di fr. Teodoreto sono un tutt'uno: e tra questi certamente la realizzazione della Casa di Carità Arti e Mestieri e soprattutto la proposta formativa che la caratterizza.

E come non rilevare il valore che scaturisce da fr. Teodoreto quale qualificatissimo testimone della sincerità, dell'equilibrio, della saggezza, in una parola della santità di fra Leopoldo?

Tanto più che fr. Teodoreto, Fratello delle Scuole Cristiane, professore, educatore della gioventù, uomo di cultura, per la realizzazione delle opere "nulla fa senza avere prima il consiglio e il consenso del cuoco di S. Tommaso, l'uomo senza alcuna cultura.

L'ignorante diventa il maestro e il professore diventa il discepolo.

E non per una volta o rare volte, ma per anni ed anni, e per tutto quanto di importante è da farsi".3

3. Altre testimonianze

Vi è piena certezza sulla sincerità, sull'equilibrio interiore, sulla fama di santità tributata a fra Leopoldo già in vita, tanto che a Lui, umile frate, cuoco del convento, praticamente illetterato avendo frequentato solo i primi due anni delle elementari, ricorrevano per consigli persone di ogni ceto ed istruzione: per chi intenda conoscere più ampiamente tali dati, facciamo riferimento all'opera citata di fr. Teodoreto, nonché alla biografia di padre Maccono.4

Limitandoci qui a quanto concerne il nostro argomento, cioè gli scritti relativi alla Casa di Carità, emergono elementi così rilevanti da rendere incontrovertibile la veridicità degli scritti.

Basti porre mente alle persone che si sono impegnate per la realizzazione del progetto di fra Leopoldo, da lui sempre dichiarato come ispiratogli dal Signore: al § 83 di questo testo è riportata la distinta dei membri del consiglio di amministrazione e di altri stretti collaboratori.

Come si potrà notare, salvo il Cappellano e i due Fratelli S.C., sono tutti laici e, secondo la terminologia del tempo nell'assegnazione dei titoli, risultano tutte alto locate e di cultura.

E si sono mossi, alcuni si sono letteralmente coinvolti, per le righe vergate su fogli e biglietti, non sempre ortograficamente corrette, e per le dichiarazioni verbali dell'umile frate converso, cuoco del convento di S. Tommaso

E non si pensi che si trattasse di persone sprovviste di senso critico, o creduloni: ne è un'eccepibile conferma proprio la controversia sulla denominazione del nascente istituto – una delle prime dolorose prove nell'incipiente cammino dell'Opera, non esente dalle difficoltà che sovente contrassegnano i piani della Divina Provvidenza – non intendendo alcuni consiglieri inserire il termine "carità". Questo argomento è esposto in particolare al § 115, cui facciamo rinvio.

Qui ci limitiamo a rilevare, con riguardo alla validità delle testimonianze sull'autenticità degli scritti, l'atteggiamento di perspicacia critica, ancorchè contraddittoria – prescindendo ovviamente da ogni giudizio sulle persone – di quei consiglieri che, pur operando a seguito e nell'ambito delle rivelazioni di fra Leopoldo, hanno ritenuto di dissentire sull'esplicitazione della parola "carità", ritenendo che potesse essere fraintesa.5

4. Veridicità intrinseca ai testi

Ma sono proprio gli scritti di fra Leopoldo, attentamente considerati, ad attestare l'autenticità del carattere soprannaturale delle ispirazioni ivi contenute.

Così afferma P. Maccono con riguardo agli scritti in generale di fra Leopoldo:6 "Quel Diario è di una elevatezza che non si può spiegare in un uomo che non abbia cultura, che non frequentò se non misere scuole rurali, che commette errori di grammatica a ogni momento; in un uomo che per tutta la vita non si occupò che di cucina e di fiori artificiali.

Eppure quel Diario è ricco di sapienza elevata, di esattezza teologica.

Anzi gli errori di grammatica scompaiono quando Fra Leopoldo nota le risposte che riceve dal Signore e dalla Vergine Madre.

È questo un particolare che ha il suo valore.

Quel Diario inoltre è di una sincerità e semplicità che avvince e conquide.

Simplex sigillum veri! ( "la semplicità attesta la verità!" ).

Considerando in particolare i testi concernenti il nostro argomento, l'attestazione di veridicità emerge in modo sorprendente.

Ma come avrebbe mai potuto Fra Leopoldo ipotizzare di sua iniziativa l'istituzione di un ente di formazione professionale, per di più a prevalente indirizzo meccanico, in settori e materie di cui non si era mai occupato?

E come spiegare la scelta del nome, con l'inusitato – almeno per quel tempo – accostamento dei termini "Casa di Carità" alle "Arti e Mestieri", che provocò dissensi, come abbiamo accennato.

Cosa si temeva? Forse che l'Opera potesse essere fraintesa come ospizio di elemosina, il che sarebbe stato in contrapposizione alle arti e ai mestieri?

Viceversa proprio la terminologia contestata veniva ad attestare il significato profondo della santificazione del lavoro e attraverso il lavoro.

Quella denominazione si è pertanto rivelata profetica, come avremo modo di sottolineare già dal § 1°, nelle note di commento.

Ma anche dall'esame della conduzione dei colloqui del servo di Dio con Gesù e Maria emerge una spontaneità e una familiare dimestichezza – pur nell'umiltà del Frate e nel suo profondo atteggiamento rispettivamente di adorazione e di venerazione verso i suoi Interlocutori - che non si potrebbero diversamente intendere se non fossero effettivamente avvenuti.

Si consideri, ad esempio, che in due tra i colloqui riportati nel testo, e precisamente ai § 22 e § 24, cui facciamo rinvio per la nozione e per il commento, fra Leopoldo si permette di esprimere un'iniziale perplessità alle risposte del Signore, pur adeguandosi al volere di Gesù.

Ora, a mio modesto avviso, un tale comportamento non sarebbe neppure ipotizzabile se i dialoghi riportati fossero frutto di fantasia o anche di ricostruzione di stati d'animo interiori.

E l'ulteriore conferma, e ritengo decisiva, della verità di quanto è notato nel Diario e negli altri scritti, è la realizzazione delle "opere che sotto il suo impulso o almeno sotto la sua protezione si andavano man mano fondando".

Precisa ancora P. Maccono: "Neppure una volta gli eventi smentirono le sue affermazioni attinte dalla voce interna che gli parlava durante la preghiera.

Anzi ogni volta, rara del resto, che si volle fare contrariamente alle sue direttive, bisognò arrestarsi e ritornare a lui.

Esempio: la questione della Casa di Carità".

Quando la suddetta frase è stata scritta, nel 1944, a Torino, in corso B. Brin 26, vi era solo un terreno con dei progetti, perché la sede della Casa di Carità si trovava in una modesta casa in via Feletto.

Ora invece su tale terreno sorge un grande edificio, nel quale attualmente è in fase di ultimazione il quinto ampliamento.

Ma soprattutto va considerato che quando negli scritti di fra Leopoldo si parla di "grande opera" con riferimento all'incipiente iniziativa, questa non aveva ancora una sede, e per i primi corsi si limitò a disporre di poche aule presso il ROMI.

Ora le sedi sono ben 18, oltre a quella in Perù, senza considerare i nuovi progetti in fase di studio.

Sono dati che, lungi da ogni esaltazione - anzi ci interpellano profondamente sulla necessità di restare sempre fedeli al carisma originario - ci attestano che anche per la Casa di Carità, come per le altre opere del messaggio, si è verificata la veridicità degli scritti, secondo quanto richiamato nel presente testo, tra cui al § 71, in cui è riportato quanto segue: « "Quelli che non credono ai miei detti, crederanno alle mie opere!" detti di Gesù Crocifisso. »

Avvertenze sulle caratteristiche del libro

1. Raccolta dei "detti" e commento, non cronistoria

Gli scritti di fra Leopoldo sono riportati in ordine cronologico, per lo meno tendenzialmente, dato che per alcuni di essi non datati si è dovuto ricorrere alla loro connessione con altri, o anche solo alle modalità con cui sono stati collocati i fogli, per quanto in particolare riguarda i biglietti.

Peraltro tale sistemazione, se in qualche modo ricalca la storia degli inizi della Casa di Carità, non pretende di esserne una ricostruzione d'ordine cronologico, se non occasionalmente, con riguardo ai commenti, che mirano essenzialmente a mettere in luce i "detti" e le annotazioni di fra Leopoldo.

Per cui per la conoscenza sistematica delle origini dell'Opera occorre rifarsi, oltre alle biografie su fra Leopoldo già citate, a quelle su fr. Teodoreto e agli scritti in materia, di cui riportiamo in nota un breve compendio.7

Analoghe considerazioni valgono per le notizie relative alla vita di fra Leopoldo, la cui conoscenza è presupposto necessario, per non dire indispensabile, per la piena comprensione dei "detti" e delle sue riflessioni sulla Casa di Carità, per cui, a tale scopo, facciamo rinvio alle biografie riportate alla nota precedente.

Ad ogni modo, per agevolare il lettore che non ne avesse ancora preso visione, riportiamo in nota una breve sommaria sintesi della vita del Francescano,8 cui facciamo seguire anche quella del ven. fr. Teodoreto,9 suo confidente e stretto collaboratore nell'attuazione delle ispirazioni da Lui ricevute.

2. Criteri adottati nel riportare i "detti"

I testi riportati sono tratti dai Diari di Fra Leopoldo, da suoi fogli e biglietti di appunti, nonché da lettere inviate a terzi, per lo più collaboratori e sostenitori dell'Opera.

Lo stesso fra Leopoldo ha approntato un elenco sintetico dei "detti" concernenti la Casa di Carità, da lui così denominato: Detti del Signore per dare mano all'opera voluta per bontà somma di Dio nostro Redentore Gesù, cioè scuole Casa di Carità Arti e Mestieri.

Nome dato e voluto da Dio.

Da parte nostra abbiamo evidenziato in particolare i testi di quest'elenco, per mettere in risalto lo specifico rilievo ad essi dato dall'Autore, quale sintesi delle ispirazioni ricevute su tale tema.

3. Terminologia seguita

Nel riportare gli scritti di fra Leopoldo, ci siamo attenuti alle trascrizioni dagli originali effettuate dal prof. Luigi Rostagno, successivamente raccolte nel 1972 dal compianto catechista Claudio Brusa in 5 volumi in fogli dattiloscritti.

Ultimamente, nel 1999, il catechista ing. Marco Bilewski li ha pubblicati in una serie di formato ridotto per rendere più agevole la consultazione, e ne ha aggiunto un 6° di scritti ancora inediti, provvedendo altresì all'inserimento fotocopiato di alcuni brani manoscritti dall'Autore, per avvicinare maggiormente il lettore agli originali.

La fedeltà ai testi originali è il criterio costantemente seguito nel riportare gli scritti, anche in frasi non sempre esatte grammaticalmente, salvo poche eccezioni in cui l'aggiunta di qualche termine, posto tra parentesi, si è resa necessaria per la più agevole comprensione dell'espressione.

Ma resta ferma la convinzione che i testi originali di fra Leopoldo, anche se con qualche svista ortografica, serbano un sapore e una forza comunicativa che verrebbe meno se diversamente trascritti.

Ed anche questo requisito ci sembra un'ulteriore conferma della veridicità delle ispirazioni del Francescano, oltre alle motivazioni sopra esposte.

Nei testi qui pubblicati, gli scritti di fra Leopoldo sono riportati in carattere neretto, e nell'ambito di questi le parole riferite a Gesù e a Maria sono in neretto corsivo.

I titoli dei singoli paragrafi, apposti nel redigere il testo, sono pure in neretto, ma sottolineati, e sono stati da noi formulati nel tentativo di sintetizzare il contenuto dei "detti".

Indice

1 Primo vice Postulatore della causa di beatificazione di fra Leopoldo
2 Fr. Teodoreto FSC, "Nella intimità del Crocifisso" – Servo di Dio Fra Leopoldo Luigi Musso OFM. 3° edizione 1984, Unione Catechisti, C.so B. Brin 26, Torino, pag. 44
3 Cfr. P. Francesco Maccono, op. cit. di fr. Teodoreto, pag. XVI, " Prefazione alla prima edizione"
4 P. Francesco Maccono ofm, " Un apostolo di Gesù Crocifisso – Il Servo di Dio Fr. Leopoldo Maria Musso OFM ( 1850 – 1922 )". Torino, 1947, reperibile presso la Provincia Francescana e presso l'Unione Catechisti
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Dei primi consiglieri laici della Casa di Carità, ho personalmente conosciuto l'ing. Filippo Dematteis, il cui nominativo è uno dei più ricorrenti negli scritti riportati nel testo, cui facciamo rinvio anche con riguardo alle nostre note di commento per delinearne le alte doti morali e l'instancabile attività.
Le testimonianze che mi ha dato sulla persona di fra Leopoldo, che lui frequentava assiduamente, e sulla veridicità delle rivelazioni, sono tali da non prestare adito al minimo dubbio o perplessità.

Tanto più che il teste era di una forza di carattere e di un vigore morale così intensi da non risparmiare rilievi e critiche nemmeno nei confronti di persone benemerite.
Altro testimone laico che ho conosciuto personalmente è il rag. Giovanni Cesone, primo presidente dell'Unione Catechisti.
Di tutt'altro temperamento dell'ing. Dematteis, di una spiritualità serafica pur nel febbrile impegno sempre prestato per l'Unione e per la Casa di Carità, con particolare e gravosa dedizione anche nella ricerca delle risorse economiche, è stato uno dei più assidui frequentatori di fra Leopoldo, serbandogli una stima e una venerazione illimitata, per il suo equilibrio e la sua saggezza umana, e soprattutto per i suoi carismi spirituali, percettibili pur nella assoluta riservatezza e nella radicale umiltà del Frate

6 Cfr. " Prefazione alla prima edizione" all'op. cit. di fr. Teodoreto, pag. XVI
7 Vito Moccia, " Lavoro, Formazione, Vangelo" – Lineamenti della Casa di Carità Arti e Mestieri, Ed. La Lucertola, 2000, reperibile presso la sede centrale dell'Ente.
Il libro riporta in appendice la "Presentazione della Casa di Carità", con la prima proposta formativa, a cura di Domenico Conti e fr. Secondino Scaglione, del 1994, nonché i capitoli 18° e 23° del già citato "Nell'intimità del Crocifisso", di fr. Teodoreto, in cui sono descritte le origini dell'Opera.
Per completezza indichiamo i libri editi a stampa, concernenti le biografie di fra Leopoldo e di fr. Teodoreto, in cui sono trattati gli inizi della Casa di Carità, oltre quelli gìà citati di fr. Teodoreto e P. Maccono:
Fr. Leone di Maria FSC, " Fratel Teodoreto", Ed. A.& C., Torino, 1956;
Fr. Armando FSC, " Maestro di vita oltre la scuola – Fr. Teodoreto", Città Armoniosa, 1983;
Elio D'Aurora, " La santità è un'utopia? – vita di fr. Teodoreto", Città Armoniosa, 1983;
Renato Vasconi O.P. " L'itinerario spirituale di fra Leopoldo M. Musso", Gribaudi Editore, 1984;
Lorenzo Cattaneo, " Alla ricerca di fra Leopoldo", Ed. Casa di Carità, 2005
8 Fra Leopoldo Maria O.F.M., francescano laico, al secolo Luigi Musso, nacque a Terruggia Monferrato, in provincia d'Alessandria, il 30 gennaio 1850.
Di professione cuoco, entrò in convento dopo la morte della mamma, già da lui assistita, il 17 dicembre 1901, nel santuario di S. Antonio in Torino.
Il 21 gennaio 1902 fu destinato al convento allora annesso alla chiesa di S. Tommaso, sempre in Torino, via Pietro Micca, dove risiedette sino alla morte, avvenuta il 27 gennaio 1922.
Uomo di alta spiritualità, arricchita di singolari carismi soprannaturali, di profonda umanità e di viva sensibilità, per quanto praticamente illetterato ha lasciato, oltre a varie lettere, un voluminoso Diario, mirabile documento di ascesi interiore e di intimità con Gesù e Maria, che si rivelavano a Lui facendogli percepire interiormente la loro voce.
Altro insigne testo da Lui compilato è l' Adorazione a Gesù Crocifisso, preghiera meditativa sulle Piaghe del Signore, dalla quale è scaturito un movimento spirituale, tra cui l'animazione del carisma dell'Unione Catechisti.
Numerose le persone che si rivolgevano a lui per consigli e aiuti interiori, e tra questi fr. Teodoreto, con riguardo alla sua missione apostolica e catechistica.
Il messaggio spirituale lasciatoci da fr. Teodoreto con le sue opere – Unione Catechisti, Casa di Carità Arti e Mestieri, Adorazione al Crocifisso – converge, anzi si identifica con quello di fra Leopoldo.
Per approfondirne la conoscenza rinviamo al testo di fr. Teodoreto: " Nell'intimità del Crocifisso", reperibile in italiano e in francese presso l'Unione Catechisti, c.so Brin 26, 10149, Torino
9 Fr. Teodoreto FSC, al secolo prof. Giovanni Garberoglio (Vinchio d'Asti 1871- Torino 1954).
Fratello delle Scuole Cristiane, fondatore dell'Unione Catechisti, promotore, sostenitore e primo direttore didattico della Casa di Carità Arti e Mestieri, è stato amico e confidente di fra Leopoldo M. Musso, da cui ha tratto consiglio e conferma per la realizzazione delle sue opere.
Sistematore e propagatore dell'Adorazione a Gesù crocifisso, ne è l'autentico apostolo e ne ha affidato ai suoi Catechisti e ai Confratelli la diffusione.
Il 3 marzo 1990 la Chiesa lo ha dichiarato venerabile.