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Trattato di Sant'Agostino Vescovo

Sulle testimonianze della Scrittura contro i Donatisti e i pagani

1 - Le promesse di Dio hanno suscitato la fede nei nostri antenati, i suoi doni l'hanno realizzata in noi.

In essi furono fatte a noi delle promesse, in noi le cose promesse si sono riversate anche su di loro.

Sono due i sensi del corpo da cui penetra la fede: l'udito e la vista.

Essi hanno ascoltato, noi vediamo.

Ma è anche vero che in noi essi vedono e che noi in essi abbiamo ascoltato.

Perciò anche alla Chiesa Dio si rivolge e dice: Ascolta, figlia, e guarda e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, perché il re ha desiderato la tua bellezza.

Chi è il re? Prosegue e dice: Poiché egli è il tuo Dio. ( Sal 45,11-12 )

Chi è dunque costei e quanto è grande la dignità di quella donna il cui re è Dio e Dio ne è il marito?

Ascolta, dice, e guarda e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Le fissa nella memoria un concetto per toglierne un altro.

Viveva infatti sotto un altro padre e in un altro popolo; e a costoro, che erano ancora infedeli e ancora tenebre, ( Ef 5,8 ) il Signore diceva: Voi avete per padre il diavolo. ( Gv 8,44 )

Il popolo degli empi è figlio del diavolo e orda che appartiene come membro a un capo di perdizione.

Alla casa di questo padre e a questo popolo si comanda di dimenticare affinché, ascoltando e guardando, anche lei da un altro salmo risponda nei suoi fedeli: Come abbiamo udito così abbiamo visto. ( Sal 48,9 )

2 - Fu udito dai nostri antenati: Nella tua discendenza saranno benedetti tutti i popoli. ( Gen 22,18; Gen 26,4; Gen 28,14 )

E questo vediamo noi, perché in noi si adempie.

Fu udito: Spunterà un rampollo da Iesse e sorgerà a regnare sui popoli; in lui i popoli spereranno. ( Rm 15,12 )

Da Iesse Davide, da Davide i progenitori di Cristo.

Cristo, della radice di Iesse, regna sui popoli, in lui i popoli sperano.

Sperano nel proprio re gli abitanti di provincia sudditi del re, servi del padrone e coeredi di chi è diventato fratello. ( Rm 8,17 )

E questo significato, nascosto nel vario colore della veste della regina, è trasparente ai nostri occhi e alla nostra fede.

Si dice infatti di questa regina: È seduta la regina alla tua destra in un vestito di oro fino, avvolta da vesti di vario colore. ( Sal 45,10 )

In che consiste la varietà dei colori della veste?

Nel gran numero delle lingue.

Parlano in un modo i latini, in un altro i greci, in un altro ancora i cartaginesi, gli ebrei, i siriani, gli indiani, i cappadoci, gli egiziani.

Varietà nel colore, unità nel tessuto.

Molti colori infatti, raccolti nell'unità del tessuto, colorano, non lacerano.

È varietà di lingue, non di dottrina; varietà di espressione, ma unione di carità.

È quanto dice l'Apostolo: Questo è il nostro vanto, la testimonianza della nostra coscienza, ( 2 Cor 1,12 ) dove sono gli occhi di Dio.

Da lui noi siamo amati perché, essendo peccatori, egli ci ha condonato ciò per cui gli dispiacevamo e ci ha donato ciò che era necessario per piacergli.

Dunque, poiché ciò è avvenuto per suo dono e non per nostro merito, possiamo dire con l'Apostolo e per bocca dell'Apostolo: Questo è il nostro vanto, la testimonianza della nostra coscienza.

Quindi anche di quella regina viene detto: Tutta la bellezza della figlia del re è all'interno. ( Sal 45,14 )

Al di fuori è ornata dal vestito per fare comparsa, con la fede viene formata all'interno per la salvezza.

E in che modo, se non ascoltando e guardando, ha potuto far questo colei a cui era stato detto: Ascolta, figlia, e guarda, ( Sal 45,11 ) affinché rispondesse, come abbiamo detto, e cantasse all'unisono e in un certo senso facesse echeggiare in tutte le membra del suo corpo: Come abbiamo udito, così abbiamo visto? ( Sal 48,9 )

3 - Il mondo era, per i cristiani, spoglio ed arido per la mancanza della grazia.

V'era un solo popolo che adorava Dio: era nato dalla stirpe di Abramo nella carne e si era propagato per la serie delle generazioni.

In quel popolo vi erano molti santi, profeti, giusti, patriarchi, che sono i nostri padri, e in esso v'era la grazia di adorare Dio, il beneficio di meritare la ricompensa e la speranza di riceverla.

E questo era l'unico fra tutti i popoli, essendo il mondo intero privo della grazia.

Si giunse così al nostro tempo.

Quel popolo soltanto è rimasto privo della grazia, mentre dalla grazia è stato irrorato il mondo intero.

Ascoltate come questo avvenimento fu predetto al tempo dei nostri padri.

Dopo la spiegazione esporrò quel che di solito si premette per arrivare ad una soluzione.

Quindi scusate se continuerò a parlare dopo questo esordio.

Nel libro dei Giudici è scritto che Gedeone, prima di andare in guerra ( Gdc 6,36-40 ) e di combattere per la patria contro gente straniera, chiese a Dio un segno.

Sembrava che il segno riguardasse l'avvenimento in atto, ma all'avvenimento in atto non corrispondeva.

Chiedeva una cosa per il presente, ne preannunciava una per il futuro.

Che cosa chiede infatti? Ascoltate.

Chiede a Dio di poter trovare la rugiada in un vello di lana posto sull'aia, in modo che il vello fosse irrorato e tutta l'aia asciutta.

Chiede poi un altro segno e dice a Dio: " Signore, non si infiammi la tua ira contro di me.

Chiederò un altro segno e tenterò ancora mediante il vello.

Chiedo che tutta l'aia sia bagnata e il vello asciutto ". ( Gdc 6,39 )

L'ottenne: il giorno appresso trovò asciutto il vello e bagnata l'aia.

L'aia è il mondo, nel vello è simboleggiato il popolo dei giudei.

Tutto il mondo era privo di questa grazia, quindi l'aia era asciutta.

La grazia invece era nel popolo giudaico, ma nel vello.

Che significa nel vello? Non nella professione di fede, ma nella nube dell'arcano, cioè non era in vista.

Non era da mostrarsi perché la si vedesse ma da spremere perché stillasse.

Fu strizzato il vello e riempì un catino d'acqua. ( Gdc 6,38 )

E non senza ragione un catino.

Esso infatti è così chiamato ( pelvis ) perché serve a lavare i piedi, è come un lavabo per i piedi.

Quindi anche da quella spremuta del vello emanava il Cristo: egli infatti, per raccomandare l'umiltà, nel catino lavò i piedi ai discepoli. ( Gv 13,5 )

Adesso invece il vello è asciutto perché da esso è stato spremuto il Cristo.

E in realtà è stato spremuto perché con violenza è stato buttato fuori.

Dissero infatti i vignaioli: questo è l'erede, venite, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra.

E l'uccisero, dice, e lo buttarono fuori della città. ( Mc 12,7-8 )

Spremendo il vello, fecero uscire l'acqua. Ma affinché da essa si diffondesse l'umiltà di chi era stato spremuto, egli ne prelevò coloro che volle; ( Mc 3,13 ) e si rivolse ai gentili per realizzare l'altro segno: il vello asciutto e l'aia bagnata.

E questa fede non è nell'oscurità del vello, ma in una aperta rivelazione: a tutti è predicata, da tutti conosciuta.

Conserva il mistero nel segreto, usa la parola all'aperto.

Queste cose come erano state dette così sono, come erano state promesse così si sono realizzate.

Come abbiamo ascoltato, così abbiamo visto, ( Sal 48,9 ) perché a noi costituiti in unità è stato detto: Ascolta, figlia, e guarda. ( Sal 45,11 )

4 - Ma gli eretici, separati dall'unità del mondo cristiano, non vogliono ascoltare ciò che leggono, né guardare ciò che conoscono.

Siamo stati invitati alle nozze, abbiamo lodato la sposa, l'abbiamo presentata ricorrendo a testimonianze divine.

Ci siamo presentati da soli, anzi è il Signore che ci presenta a tutti.

Egli infatti ha promesso ed egli ha mantenuto.

Aprano gli occhi e guardino quel che hanno ascoltato.

Tu ascolti con me, vedi con me.

Quel che è male è che, pur ascoltando con me e guardando con me, tu non sei con me.

Che meraviglia quindi, fratelli, che i pagani non vogliano accettare quel che hanno in dispregio, se i donatisti non vogliono credere a quel che leggono?

Il pagano ha voluto gettare il mio libro nel fuoco, ha aborrito la Scrittura e l'ha perseguitata.

Che meraviglia se gli dispiace che sia in vita quel che ha voluto bruciare?

Tu invece, eretico, dici che hai sottratto il libro al fuoco.

Se non hai voluto che fosse bruciato, riconoscilo quando ti viene aperto dinanzi agli occhi, ascoltalo quando ti viene letto.

Certamente in questo libro v'è scritto: Nella tua discendenza saranno benedetti tutti i popoli. ( Gen 22,18; Gen 26,4; Gen 28,14 )

Certamente non hai voluto che fossero bruciate queste parole.

Perché allora in base ad esse ti sei acceso del desiderio di dissentire?

Perché, di grazia, se non perché sei un bugiardo, se non perché affermi di aver conservato ciò che invece hai abbandonato?

Ma non ricorriamo agli avvenimenti del tempo antico; venga portato il libro stesso, quello salvato dal fuoco, e faccia da giudice fra noi.

Vediamo chi rientri fra i dannati al fuoco eterno, chi cioè nel tempo ha consegnato il libro al fuoco.

Infatti chi ha osato bruciare la Scrittura e consegnarla [ ai pagani ] voleva che scomparisse, ma non è scomparsa.

È stata conservata, è salva: viene esposta in pubblico.

Chiedi da chi è stata consegnata, da chi è stata salvata?

Sia portata e letta! Chi crede in essa certamente non è uno che l'ha consegnata.

Vuoi vedere quanto mi è cara la sacra Scrittura? Viene letta e io la seguo.

Vuoi vedere quanto è odiosa a te? Viene letta e tu obietti, resisti, distogli l'udito.

Poiché non hai orecchio nel cuore, hai chiuso il tuo cuore: bussa alla tua porta la Scrittura che tu dici di aver conservato e tu non apri.

Se veramente hai conservato questo libro, è migliore la tua scansia che il tuo cuore.

Ma giammai io crederò che tu, richiesto [ dal persecutore ], gli abbia nascosto quel libro che, come vedo, leggi ma rifiuti.

Dal libro che hai conservato tu vuoi far apparire la mia colpa; io dimostro la tua dal libro che leggo.

Un pagano, siccome non crede, odia ciò che io leggo; tu che non vuoi mostrare di essere indotto all'empietà dal pagano, hai sorpassato il pagano nella mancanza di fede.

Egli infatti odia e getta via il libro, tu lo conservi e lo rinneghi.

Tu dici che io ho bruciato il testamento anche se vedi che conservo l'eredità, e affermi di averlo conservato tu che sei diseredato.

Io ti presento il testamento, leggo il testamento; se non vuoi che sia io a presentarlo, presentalo tu.

Sia presentato da te, sia letto per me.

Tu portalo, tienilo in mano, aprilo, guarda, leggi.

La mano di chi sostiene, gli occhi di chi guarda, la lingua di chi proclama combattono per me.

Ricorrendo a te, io imposto la mia causa contro di te.

Colui che legge il testo nelle tue adunanze per te è lettore, per me è testimone.

Eppure costoro ascoltano e guardano, mentre i pagani non ascoltano e non guardano.

Ma passiamo oltre costoro e, se è possibile, senza ombra di animosità, lasciamoli riflettere sulla loro miscredenza.

5 - I pagani che ancora rimangono tali, vi rimangono appunto affinché la nostra fede abbia chi la respinge, e così abbia in Dio il sostenitore.

Egli parli loro e sappiano che ciò che avviene fu scritto prima che avvenisse e fu predetto che sarebbe avvenuto; e non temano perché avviene ciò che essi non vogliono, ma credano che accade solo quello che Dio aveva promesso che sarebbe accaduto.

Essi avrebbero voluto che fosse fatta la loro volontà, ma Dio preferì adempiere la sua promessa.

Non se la prendano: Egli, credo, è più buono e più potente.

Per quanto siano orgogliosi, riconoscano che Dio è più grande.

Ho dunque scelto dalla sacra Scrittura i pochi testi che mi è stato possibile, dati i limiti di tempo, per mostrare come i profeti abbiano predetto ciò che sarebbe avvenuto in un tempo stabilito: che cioè gli idoli sarebbero stati tolti di mezzo, e questo si è avverato; che la Chiesa si sarebbe diffusa in tutto il mondo, e anche questo è avvenuto.

Quindi non sdegnamoci molto con i pagani perché non vogliono credere questa cosa nei confronti degli idoli, visto che gli eretici si rifiutano di crederlo nei confronti della Chiesa.

Gli uni e gli altri vedono e non credono, ma gli uni non conoscono, gli altri leggono.

Non è tanto grande la colpa del pagano se non crede a quel che non conosce, quanto è grande quella dell'eretico di non credere a quel che legge.

E tuttavia anche i pagani, per il fatto che si avverano gli eventi predetti, debbono riconoscere colui che li ha predetti e portati a compimento.

Accogliete dunque quel che sull'argomento è stato profetizzato.

6 - Nel libro della Sapienza è scritto: Per questo motivo vi sarà uno sguardo anche sugli idoli dei popoli. ( Sap 14,11 )

Sembrerebbe infatti che Dio non considerasse che gli idoli furono adorati per lungo tempo e ad essi furono offerti sacrifici.

Egli che sempre vede, alla fine ha rivolto uno sguardo.

Ha guardato per tollerare, ha rivolto uno sguardo per punire.

Sugli idoli dei popoli, dice il libro, vi sarà uno sguardo perché le creature di Dio sono diventate degne di odio. ( Sap 14,11 )

I pagani infatti irritano Dio mediante le sue creature.

In che modo irritano Dio mediante le sue creature?

Perché il falegname ha modellato l'idolo, mentre Dio aveva creato il legno.

L'orefice ha modellato l'idolo mentre Dio aveva creato l'oro.

Da un suo oggetto che cosa tu modelli che egli debba odiare?

Perché da una creatura di Dio tu malamente costruisci una cosa che egli debba odiare?

Tu stesso devi modellarti bene in modo che egli ti ami.

Tu vuoi imprimere la tua immagine nel legno; accogli piuttosto in te l'immagine di Dio.

Che cosa distruggi interiormente e che cosa scolpisci esternamente?

Le creature di Dio, dice il libro, sono diventate degne di odio; sono diventate uno scandalo per l'anima degli uomini e un laccio per il piede degli stolti.

Infatti inizio della fornicazione è l'amore degli idoli. ( Sap 14,11-12 )

Se merita lode la donna che ha molti mariti, sia lodato anche chi adora molti dèi.

Se è adultera la donna che si offre ad uomini veri, quanto più lo è l'anima che adora dèi falsi?

Inizio infatti della fornicazione è l'amore degli idoli e depravazione della vita la loro invenzione. ( Sap 14,12 )

Ecco quello che aggiunge; guardiamo ciò che predice: Non furono infatti fin dall'inizio e non saranno per sempre. ( Sap 14,13 )

7 - Anche Zaccaria, il santo profeta, dice: In quel giorno. ( Zc 13,1 )

Guardate quel che dice e riconoscete il giorno.

Infatti scrive giorno invece di " tempo ", come l'Apostolo: Ecco ora il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza. ( 2 Cor 6,2 )

Che dice dunque Zaccaria? In quel giorno vi sarà un luogo aperto per la casa di Davide. ( Zc 13,1 )

È ciò che dicevo essere chiuso nel vello, aperto nell'aia.

Vi sarà un luogo aperto ed è la Chiesa visibile.

Che significa vi sarà un luogo aperto? Non si può nascondere una città edificata sul monte. ( Mt 5,14 )

Vi sarà un luogo aperto per la casa di Davide.

E avverrà in quel giorno che il Signore bandirà dalla terra i nomi dei simulacri e scomparirà per sempre il loro ricordo. ( Zc 13,1-2 )

I pagani ascoltino queste parole.

Riconoscano che sta avvenendo ciò che fu predetto.

Se amano la divinazione riconoscano la divinità.

E allora perché vanno da un delirante astrologo per consultarlo su una persona, sebbene egli, invecchiato nelle falsità, affidandosi al caso dica loro più cose false che vere?

Perché dunque il pagano vuole ascoltare l'astrologo che gli parla di una sola persona?

Ascolti piuttosto Dio che gli parla di tutto il genere umano.

Dalla terra si cancellano i nomi degli idoli, si scrivono in cielo i nomi dei cristiani. ( Lc 10,20 )

8 - Anche Isaia dice: Sarà piegato e cadrà l'orgoglio degli uomini e in quel giorno sarà esaltato soltanto il Signore; essi nasconderanno ogni opera delle loro mani e la getteranno nelle grotte e nelle caverne delle rocce. ( Is 2,17-19 )

Vedete se non è così, guardate se questo non sta accadendo, vedete se la Scrittura mente.

Come se noi cercassimo gli idoli - e non volessimo, al contrario, trasformare i cultori degli idoli in adoratori del vero Dio - li nascondono sotto terra, nelle grotte, nelle caverne della roccia.

Dovunque nascondano l'idolo, esso è portato all'aperto quando lo si estirpa dal cuore.

Quanti sono stati coloro che, andando fuori strada, avevano nascosto i loro falsi dei, ma poi ravvedutisi li hanno consegnati!

Osserviamo infatti che vi sono soltanto due tipi di uomini nella Chiesa - anzi uno è nella Chiesa, l'altro in prossimità di essa -: quelli che nascondono gli idoli e quelli che li rifiutano e consegnano.

Dio aveva predetto l'uno e l'altro tipo di persone.

Avete udito com'egli parli di quelli che nascondono; ascoltate ora come parla di quelli che consegnano e gettano via.

Siamo sempre nello stesso brano e nella medesima testimonianza di Isaia.

In quel giorno, dice, sarà esaltato soltanto il Signore e nasconderanno tutti gli idoli nelle spelonche, nelle caverne delle rocce e nei crepacci della terra, al cospetto del timore del Signore e di fronte allo splendore della sua maestà, quando si alzerà e scuoterà la terra. ( Is 2,17-19 )

Che significa scuotere la terra? Atterrire gli abitanti della terra.

In questo senso, di un uomo coraggioso, se una volta ha paura, diciamo che è scosso dal timore.

Non c'è da meravigliarsi se la terra teme: il cielo infatti tuona.

Nelle scritture profetiche le parole sono tuoni.

Dunque quei tali nascondono. E gli altri?

Anch'essi temono, ma mossi da un timore più elevato.

Quelli nascondono per timore delle leggi, questi per timore della legge divina consegnano e gettano via.

Negli uni e negli altri v'è il timore, ma temendo gli uni si perfezionano, gli altri si rovinano.

Abbiamo ascoltato di coloro che nascondono, ora sentiamo anche dell'altro tipo.

In quel giorno infatti l'uomo getterà via i propri abomini d'argento e d'oro che hanno modellato. ( Is 2,20 )

È sorprendente che siano gettati via l'oro e l'argento: la pietà getta ciò che l'empietà ama.

Gettano via i propri abomini: ma forse che non gettano via anche quelli di legno, di coccio o di pietra?

Tuttavia per rispetto verso il sentimento religioso, dice che gettano quelli d'oro e d'argento.

Che cosa ama chi non ama nemmeno l'oro?

Quali perdite teme chi non teme quelle dell'oro e dell'argento?

Gettano via gli abomini d'oro e d'argento che hanno fatto adorare.

È vero che nascondono e gettano via oggetti vani e pericolosi, ( Is 2,20 ) tuttavia l'abominio viene eliminato.

Venga quindi eliminato! E come lo si elimina da tutti i luoghi della terra così venga eliminato anche dal cuore degli abitanti della terra.

Con l'opera dei suoi servi Dio li elimina dai luoghi, con la propria mano dai cuori.

9 - Ascoltiamo anche Geremia.

Ve l'ho ricordato ieri, ma il passo è troppo bello e perciò ve lo ripeto anche oggi: non possiamo infatti averlo in uggia.

Signore, mia forza, mio aiuto e mio rifugio nel giorno dei miei mali. ( Ger 16,19 )

Ecco, non è mio rifugio la pietra o il legno, e nemmeno è mio rifugio l'oro e l'argento, opera delle mani dell'uomo. ( Sal 114,2 )

Non mi rifugio, dice, presso chi non è capace di fuggire.

Infatti hanno piedi e non camminano. ( Sal 114,5 )

Signore, mio rifugio nel giorno dei molti miei mali, ( Ger 16,19 ) nel giorno delle tentazioni, nel giorno della sofferenza di adesso, nel giorno di questa vita fragile e grama, nel giorno dei sospiri per il desiderio della Gerusalemme celeste.

Finché infatti non siamo dove desideriamo essere, siamo nel giorno dei molti mali.

Godiamo nella speranza, ma non nel possesso della realtà.

Quindi in un altro salmo dice: Mi hai guidato perché sei diventato la mia speranza. ( Sal 61,3-4 )

È la nostra speranza nel cammino mentre ci conduce.

E come è rifugio? Torre di fortezza di fronte all'avversario. ( Sal 61,4 )

Cosa quindi sarebbe dovuto accadere agli idoli?

I popoli, dice [ Geremia ], verranno a te dall'estremità della terra e diranno: Come mai i nostri padri sono caduti nelle menzogne? ( Ger 16,19 )

Il come indica la meraviglia dei figli di fronte all'errore dei padri; è come se dicessero: Che saggezza era quella dei nostri padri?, come hanno potuto adorare queste cose?, come hanno potuto curvare la propria forma eretta davanti a figure di legno o di pietra?, come, abbandonando colui da cui erano stati creati, hanno scelto di possedere i vani idoli che essi stessi avevano costruito?

Come mai i nostri padri scelsero come loro possesso le menzogne?

Quali sono le menzogne? I simulacri che non giovano a nulla. ( Ger 16,19 )

Talora infatti ad alcuni avari sembrano utili le menzogne: il commerciante giura per vendere più caro, nell'interesse giura per acquistare.

Nell'interesse egli mente per guadagnare, negli idoli mente per morire.

Né in tali menzogne v'è utilità, se pensiamo a una vera e salutare utilità.

Ma v'è almeno quell'utilità che appare alla gente comune, che è ritenuta tale da chi non se ne intende?

Quanto spendi per chiamare un fabbro, per dare all'idolo una grandezza notevole, per addobbarlo, per collocarlo, per offrirgli sacrifici?

Tante spese per non acquistare nulla! Sprechi tanto per perdere te stesso.

10 - Dice ancora Geremia: Non camminate sulla via dei gentili. ( Ger 10,2 )

Orsù, fratelli miei, nessuno di voi difenda gli idoli.

Ogni difensore degli idoli è simile a chi li adora.

Non camminate sulla via dei gentili e non abbiate paura dei segni del cielo, poiché i loro sguardi li temono. ( Ger 10,2 )

È proprio infatti dei pagani aver paura dei segni del cielo: per questo motivo essi [ debbono ] scegliere il giorno in cui mettersi in viaggio, quando prendere moglie, quando cucire una tela o quando stracciarla, poiché le norme della loro legge sono prive di senso. ( Ger 10,3 )

E ora ascolta sugli idoli: È un legno reciso nel bosco, è l'opera di un artigiano, è una fusione in argento. ( Ger 10,3 )

Sembra dire una cosa ovvia, ma è troppo sordo colui a cui viene detta.

Lo sveglia come da un sonno affinché veda con il cuore ciò che vede con gli occhi.

L'opera dell'artefice e la fusione da lui fatta sono state abbellite con argento e oro, fissate con chiodi e martello, e non si muoveranno. ( Ger 10,3-4 )

Da sole, non si muovono, è vero, ma, essendo immobili, sono portate da coloro che possono muoversi col corpo.

Se coloro che sono capaci di muoversi col corpo fossero immobili nel cuore, non porterebbero chi non si muove.

Sono fissate con chiodi e martello e non si muoveranno.

Argento cesellato. E si aggiunge: Non cammineranno.

Da Tarsis verrà l'oro di Ufaz ( oro di grande pregio ), verrà la mano degli orefici - tutto è opera di artigiani! - che lo rivestiranno di seta e di porpora.

Sollevàti, vengono portati via poiché non ritorneranno.

Non temeteli perché non possono nuocere, come del resto non possono fare il bene.

Così direte loro. Cosa diremo loro? Gli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra scompaiano dalla terra e da sotto il cielo. ( Ger 10,9.11 LXX )

Che significa quel così direte loro?

Siete cristiani, avete sentito il profeta: dite loro così, non state zitti: Gli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra, scompaiano dalla terra e da sotto il cielo.

Non dal cielo, in cui non sono mai stati.

Intendano queste predizioni anche i loro cultori, le intendano e credano.

Gli idoli scompaiano da sotto il cielo ed essi abbiano i nomi scritti in cielo. ( Lc 10,20 )

Voi senza esitazione direte loro queste cose.

Non lasciatevi sedurre da chi vi dice:" Non adorare e non deridere ".

Ascolta, o cristiano, il profeta o piuttosto Dio che ti dice attraverso il profeta: Direte loro: gli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra scompaiano dalla terra e da sotto questo cielo. ( Ger 10,11 )

Se uno per caso dicesse: "Chi adorerò quando essi scompariranno? ".

Il Dio che ha fatto il cielo e la terra con la sua potenza. ( Ger 10,12 )

Perché vuoi adorare la terra, quando tu - che sei terra, che sei sulla terra e fatto dalla terra - hai un Dio che ha creato la terra?

Non si è allontanato da te, sua creatura; non è lontano dal tuo cuore.

Egli ha fatto ciò che tu calpesti, ha fatto ciò che ammiri; egli è colui nel quale credi.

Dio ha fatto la terra con la sua potenza, ha stabilito il mondo con la sua sapienza. ( Ger 10,12 )

Ma non saranno state dette di Cristo le parole: Dio ha fatto la terra con la sua potenza, ha stabilito il mondo con la sua sapienza?

Ascolta l'apostolo Paolo: Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. ( 1 Cor 1,24 )

Egli inoltre ha disteso il cielo e la moltitudine delle acque nel cielo, ha fatto salire le nubi dall'estremità della terra, ha prodotto le folgori per la pioggia e fatto uscire la luce dai suoi ripostigli.

Rimane inebetito ogni uomo nella propria scienza e resta confuso ogni orafo per le sue statuette, perché hanno fuso delle falsità e in esse non c'è respiro.

Sono cose vane e illusorie; al tempo del loro castigo spariranno. ( Ger 10,12-15 )

Scompaiono i falsi dèi, ma tu non sei rimasto senza il Dio vero, se sei Giacobbe, quel figlio minore del quale fu servo il maggiore. ( Gen 25,23 )

Scompaiano i falsi dèi, tu rimani fedele al Dio vero.

Ascolta infatti quel che segue: Non è tale la porzione di Giacobbe. ( Ger 10,16 )

Queste vanità, questi dèi falsi scompariranno, ma non scompare la porzione di Giacobbe.

Porzione di Giacobbe è l'eredità di Giacobbe.

Eredità di Giacobbe che Dio concede o che è Dio stesso?

Oso dire che è Dio stesso.

Prendo il salmo ed è evidente il concetto: Il Signore è parte della mia eredità. ( Sal 16,5 )

Non è come le altre l'eredità di Giacobbe perché chi ha formato ogni cosa, è lui la sua eredità: Signore è il suo nome. ( Ger 10,16 )

11 - Abbiamo ascoltato le predizioni sul futuro degli idoli: ascoltiamo gli ordini che su di essi devono eseguirsi.

Nessuno dica: " Essi periranno.

Sì certo, è stato detto che gli idoli scompariranno.

Ebbene, li faccia scomparire lui stesso! Perché vuoi abbatterli tu? ".

Ma Dio ha voluto che gli idoli scomparissero mediante coloro che egli vuole salvare.

E ti farà entrare, dice, nel paese dell'amorreo, dell'eteo, del ferezeo, del cananeo, del gergezeo, dell'eveo e del gebuseo, e io li sterminerò.

Tu non ti prostrerai davanti ai loro dei e non li servirai.

Tu non ti comporterai secondo le loro opere, ma demolirai e frantumerai i loro idoli. ( Es 23,23-24 )

E ancora: Ecco io scaccerò davanti a voi l'amorreo, il cananeo, l'ittita, il perizzita, l'eveo, il gergezeo, il gebuseo.

Non fare alleanza con gli abitanti del paese nel quale stai per entrare, affinché non sia per te un inciampo nei vostri rapporti.

Distruggerete i loro altari, spezzerete le loro stele e taglierete i loro boschi sacri.

Non adorerete dei stranieri.

Il Signore infatti è un Dio geloso e il suo nome è " Dio geloso". ( Es 34,11-14 )

Ascoltate, fratelli, voi che siete atterriti perché è stato detto che il Signore è geloso.

O anima che sei nella Chiesa, che sei sua nobile sposa, temi lo sposo geloso: conserva la castità.

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